Quando ascolterai questa canzoneEinaudi Una lunga notte di solitudine nell'<<Alloggio segreto>> di Anne Frank.
L'autrice francese Lola Lafon racconta la sua esperienza sulla soglia della camera della ragazzina che scrisse il celebre <<Diario>> <<Quando ascolterai questa canzone>>, Einaudi. Non una biografia, non un reportage letterario, non un saggio: elusivo e sfuggente Quando ascolterai questa canzone di Lola Lafon (Einaudi, tradotto da Silvia Manzio, pp. 160, euro 17,50) è un viaggio nel tempo e nello spazio a partire da un luogo che avrebbe tutte le caratteristiche per essere claustrofobico e che si rivela, invece, denso di storie, di persone, di vita. Un luogo che trasforma, fa emergere pezzi di sè e risveglia connessioni tra passato e futuro. E' il 18 agosto 2021 quando Lafon decide di passare una notte ad Amsterdam dentro l'Alloggio segreto, la soffitta dove Anne Frank.
Lola Lafon
Quando ascolterai questa canzone
Einaudi
Lola Lafon ha trascorso una notte intera nell'Alloggio segreto di Anne Frank, da sola. Vagando da una stanza all'altra, ha contato i pochi passi a disposizione di chi abitò quello spazio angusto per venticinque lunghi mesi e ne ha ascoltato le voci in fondo al buio. Nell'assenza Lola Lafon ha cercato Anne Frank, la ragazza dietro l'icona, il volto dietro l'immagine riprodotta all'infinito, la scrittrice dietro l'autrice del diario, cosí noto che nessuno lo conosce davvero. Ora dopo ora, la notte si è popolata di storie, ricordi, fantasmi, verità. È nel vuoto dell'Alloggio segreto che Lola Lafon ha trovato tutto.
«Quando ascolterai questa canzone dice cose inedite su un tema molto dibattuto, restituendo Anne Frank alla letteratura. Un'impresa eccezionale».
«Elle»
Il libro
Il 18 agosto del 2021 Lola Lafon prende un treno per Amsterdam. Passerà la notte – l’intera notte – da sola nell’Alloggio segreto di Anne Frank. Una casa editrice francese le ha proposto il progetto, la scelta del museo spettava a lei. A questa richiesta esterna Lola Lafon ha risposto con un imperativo interiore: andare a conoscere, a sapere, Anne Frank, nell’appartamento in cui visse per venticinque lunghi mesi, dove ogni anno migliaia di visitatori sfilano «davanti all’assenza». Lola Lafon fa il suo ingresso nell’Alloggio segreto dopo la chiusura serale del museo. Un taccuino, un quaderno e poco altro come bagaglio per il viaggio che, seppure nello spazio di qualche ora, la porterà lontano. Vagando da una stanza all’altra, scandaglia i pochi metri quadrati sulle tracce della quotidianità di Anne Frank, della ragazza vitale, fremente, di cui resta un’immagine fissata per sempre in alcune fotografie sbiadite. L’insolito vagabondare notturno si rivela un’occasione per strappare al silenzio anche gli altri occupanti del nascondiglio: Fritz Pfeffer, i Van Pels, la sorella maggiore Margot, la madre Edith e il padre Otto, a cui si deve la pubblicazione degli scritti della figlia. Lola Lafon ripensa allora i contorni dell’autrice Anne Frank, che da vera scrittrice curò le sue pagine con rigore e determinazione, e illustra le vicende del Diario dal 1947 a oggi, riflettendo sulle prime edizioni, le interpretazioni arbitrarie, certe distorsioni negli adattamenti, l’ossessione di chi ha voluto appropriarsene. Rimandando l’entrata nella stanza di Anne Frank – qualcosa di indefinito la trattiene -, Lola Lafon prova a indagare le ragioni che l’hanno condotta fino a lí. Tornando sulle strade della Storia europea percorse dai suoi cari e da lei stessa, nella solitudine dell’Alloggio segreto Lola Lafon si ritrova in compagnia dei fantasmi che a lungo l’hanno attesa. In quella notte incontra tanti membri della sua famiglia, tra cui i nonni materni, nati nell’Europa dell’Est, emigrati, perseguitati, sopravvissuti, per sempre stranieri. Dialoga con la bambina che è stata nella Romania di Ceaușescu, poi con la ragazzina appena arrivata in Francia ansiosa di omologarsi. E raccoglie le forze per rendere finalmente omaggio a una persona tanto amata che una volta le scrisse i versi di una canzone.
«Lola Lafon ha trovato le parole piú giuste e piú belle per sconfiggere l’oblio».
«Les Échos»
Nessun commento:
Posta un commento