BRUCIARE I GIORNI
Casa Editrice GUANDA
Collana NARRATORI DELLA FENICE
Aree tematiche I classici contemporanei, Letteratura Nordamericana
Dettagli 420 pagine, Brossura
Prezzo di questa edizione cartacea 20,00€
ISBN 9788823520486
SINOSSI
Un libro che è «in una certa misura, la storia di una
vita»; i capitoli come finestre di una grande casa, che regalano al
lettore scorci folgoranti dei suoi abitanti, dei visitatori occasionali,
di luci e atmosfere, senza tradirne l’ultimo e più intimo segreto.In
Bruciare i giorni l’eccezionalità dell’esistenza di James Salter –
cadetto di West Point, ufficiale dell’aeronautica militare,pilota di
caccia, sceneggiatore – si fa romanzo e si dispiega in tutta la sua
ricchezza,trasfigurata dalla potenza di una scrittura che illumina,
scava, consuma quasi,esperienze, progetti, passioni. Vertiginosa è la
varietà di scenari e paesaggi: New York, la Corea degli anni della
guerra, Parigi vista con meraviglioso disincanto da espatriato, fino
alla Roma di Pasolini e Laura Betti. E insieme agli amici e agli
incontri che hanno ispirato i personaggi dei suoi libri, ci sono in
queste pagine tutti i cieli e gli aeroplani, le feste, le mogli e le
amanti: Salter sembra non poter fare a meno delle donne, per la loro
bellezza e le promesse di felicità che nascondono. Costante è in lui
l’anelito alla perfezione, all’immortalità, cui può aspirare solo chi
non si sottrae alla sfida con il destino e con la caducità
dell’esistenza e dei sentimenti umani. Il pilota che affronta l’aereo
nemico nella solitudine del proprio abitacolo;l’amante che guarda
l’oggetto del suo amore, o l’amore stesso, sfiorire; l’atleta che si
prepara a una partita decisiva; lo scrittore in cerca d’ispirazione o in
lotta con la pagina scritta. Che si tratti di Saint-Exupéry o di Ed
White, di un Kerouac alle prime armi, di Irwin Shaw, di Faulkner odi
ignoti compagni di scuola e ragazze di una sera, Salter ci rivela,
evocandone il ricordo,tutto quel che può essere la vita, a saperla e
volerla raccontare.
BIOGRAFIA:
James Salter, nato James Horowitz (New York City, 10 giugno 1925 – Sag Harbor, 19 giugno 2015), è stato uno scrittore e sceneggiatore statunitense.
Studiò all'Accademia Militare degli Stati Uniti, a West Point, e nel 1945 entrò nell'Air Force, dove prestò servizio per dodici anni tra il Pacifico, l'Europa, gli Stati Uniti d'America e la Corea.
Nel 1956 pubblicò (con lo pseudonimo di James Salter) il suo primo romanzo, The Hunters, basato sulla sua esperienza nella Guerra di Corea e da cui fu poi tratto un film diretto da Dick Powell. L'anno dopo decise di congedarsi dall'esercito per dedicarsi completamente alla scrittura. Lo pseudonimo divenne poi anche legalmente il suo nome.
Il suo romanzo più noto, Un gioco e un passatempo (A Sport and a Passtime), è del 1967. Il corpus delle sue opere non è molto vasto: oltre ai due romanzi citati, conta altri cinque romanzi, due raccolte di racconti (una delle quali, Dusk and Other Stories, gli è valso il Premio PEN/Faulkner nel 1989), un libro di memorie ed alcune sceneggiature.
La sua scrittura, infatti, è caratterizzata da un estremo, continuo processo di revisione del testo alla ricerca della parola adatta, "un processo mimetico in cui vado alla ricerca di me stesso", come scrive lui stesso. (https://it.wikipedia.org/wiki/James_Salter_(scrittore)
Studiò all'Accademia Militare degli Stati Uniti, a West Point, e nel 1945 entrò nell'Air Force, dove prestò servizio per dodici anni tra il Pacifico, l'Europa, gli Stati Uniti d'America e la Corea.
Nel 1956 pubblicò (con lo pseudonimo di James Salter) il suo primo romanzo, The Hunters, basato sulla sua esperienza nella Guerra di Corea e da cui fu poi tratto un film diretto da Dick Powell. L'anno dopo decise di congedarsi dall'esercito per dedicarsi completamente alla scrittura. Lo pseudonimo divenne poi anche legalmente il suo nome.
Il suo romanzo più noto, Un gioco e un passatempo (A Sport and a Passtime), è del 1967. Il corpus delle sue opere non è molto vasto: oltre ai due romanzi citati, conta altri cinque romanzi, due raccolte di racconti (una delle quali, Dusk and Other Stories, gli è valso il Premio PEN/Faulkner nel 1989), un libro di memorie ed alcune sceneggiature.
La sua scrittura, infatti, è caratterizzata da un estremo, continuo processo di revisione del testo alla ricerca della parola adatta, "un processo mimetico in cui vado alla ricerca di me stesso", come scrive lui stesso. (https://it.wikipedia.org/wiki/James_Salter_(scrittore)
Opere tradotte in italiano
- The Hunters, 1957 (Per la gloria, trad. di Katia Bagnoli, Guanda, Parma, 2016)
- A Sport and a Pastime, 1967 (Un gioco e un passatempo, trad. di Delfina Vezzoli, BUR, Milano, 2006, ora Guanda, Parma, 2015)
- Light Years, 1975 (Una perfetta felicità, trad. di Katia Bagnoli, Guanda, Parma, 2015)
- Cassada, 2000 (La solitudine del cielo, trad. di Katia Bagnoli, Guanda, Parma, 2017)
- Last Night, 2005 (L'ultima notte, trad. di Katia Bagnoli, Guanda, Parma, 2016)
- All That Is, 2013 (Tutto quel che è la vita, trad. di Katia Bagnoli, Guanda, Parma, 2014)
- The Art Of Fiction, 2016 (L'arte di narrare, trad. di Katia Bagnoli, Guanda, Parma, 2017)
RECENSIONE
L'io narrante del romanzo così come la sua città, costituiscono il microcosmo che consente all'artista di muoversi sulpiano universale. Salter trae materia dalla città in cui crebbe, per tracciare le ombre e le luci essenziali del vivere umano.
Egli scrive di storie di ordinaria umanità che possono spiegare amori e umori di donne e uomini, raccontando le quotidianità, rivelando coinvolgentio o sconvolgenti squarci sulle condizioni e sulle passioni dell'umanità.
Salter si accosta al lettore con delicatezza,perchè potrebbe essere impressionabile. Come una sorta di diario che racchiude una vita, descrive la natura del trapasso così come la viviamo noi tutti in forma solenne. Il ricordo delle guerre e da allora ne ha viste altre.
Ma, la sua filosofia militare si formò tutta nello studio delle battaglie, le quali gl'insegnarono ad apprezzare gli eserciti di mestieri molto più che quelli di leva; a diffidare dell'entusiasmo, a considerare catastrofica l'applicazione della demagogia alla milizia, a deplorare l'inflazione di parole, di applausi o di decorazioni, e a riconoscere l'eroismo degli eroi.
Non c'era dubbio che anche Salter, avesse provato la stessa ammirazione degli altri, arrivando a pensare che senza di lui (l'eroe), la nostra società non sarebbe stata completata, senza la sua nobile condotta saremmo stati eternamente privati di un tale esempio di probità.
Aveva bisogno di armonia, il mondo là fuori, e la sua città era immersa nello splrndore irradiato dal fascino dell'eroe.
Gli inevitabili, temporanei cedimenti disastrosi della disperazione, non fiaccano la resistenza coraggiosa di Salter che, assapora con avidità straziante momenti e sensazioni quotidiani: una passeggiata, un film, una cena in famiglia.
E mentre, Salter si confronta con l'universo simbolico e reale, rivelando tra scienza e pensiero magico, sprazzi dell'abbandonata ricerca sull'amore si intromettono nei suoi pensieri. Tormentandolo con la frivolezza del dramma estetico dell'invecchiare male. In realtà, egli non si arrende, annaspa alla ricerca di una nuova stagione della vita nel contatto erotizzante con le donne, ossia da trascorrere senza mettersi da parte.
Egli racconta con esattezza millimetrica ogni momento della sua vita: come la sequenza di un film, riprodotta e scrutata un milione di volte alla moviola, fotogramma per fotogramma. Con una fame ingorda di immagini. Da scattare, da consultare, da sfogliare, da includere in un nuovo album di foto.
James Salter, nel suo romanzo ci consegna le immagini di un passato ancora rovente. I bei ricordi, rimpolpati e rimessi insieme.
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