domenica 12 settembre 2021

RECENSIONE "FARFALLA DI DINARD" by EUGENIO MONTALE - MONDADORI

EUGENIO MONTALE

FARFALLA DI DINARD

MONDADORI

Collana Lo specchio

Pubblicato 31/08/2021

Pagine 448

 

 

 

 

 

 

 

Il libro

Con il passare dei decenni, "Farfalla di Dinard" (1956) sempre più consolida la sua natura di classico speciale per l'estro dei suoi brevi capitoli, in cui l'impareggiabile eleganza della scrittura, non lontana dall'idea del 'petit poème en prose', ci offre pagine che oltrepassano i normali confini di genere tra racconto, elzeviro e prosa poetica. Eugenio Montale, che aveva inizialmente destinato questi suoi testi alle pagine di un quotidiano, ci propone una formidabile e godibilissima serie di ambienti e personaggi, più o meno internazionali, tra i quali compare anche Clizia, figura chiave nei suoi versi. Come scrive nel suo importante saggio introduttivo Niccolò Scaffai, i movimenti interni di "Farfalla di Dinard" agiscono essenzialmente nell'incontro-scontro «tra la vivida presenza del ricordo privato e la sua marginalità rispetto allo sfondo storico, ai grandi eventi pur costantemente rievocati». Montale parte, in questo cammino, da episodi della sua infanzia e della sua giovinezza, tratteggiando poi, nella seconda sezione del libro, con essenzialità esemplare ravvivata da impeccabili battute di dialogo e momenti di raffinato humour, i brevi ritratti stilizzati di tipi spesso grotteschi, di bizzarri snob per lo più inaffidabili, immersi in un mondo ormai perduto. Prosegue con testi dedicati ad animali e oggetti capaci di attivare il gioco della memoria, concludendo con una serie di quadretti in cui egli stesso ci appare alla luce dei suoi tic esistenziali. Un insieme, quello della ormai felicemente storica "Farfalla di Dinard", al tempo stesso apertamente articolato e internamente coerente, tra accenni autobiografici, invenzione e acutezza critica sul mondo circostante. Un'opera grazie alla quale, come scriveva Marco Forti, «se anche Eugenio Montale, paradossalmente, non avesse scritto e pubblicato un solo verso», non avrebbe «mancato di lasciare una traccia anch'essa primaria».


RECENSIONE

Dopo una attenta analisi del testo, affermo che:<<Il romanzo descrive la visione della condizione umana, simboleggiata spesso attraverso immagini di paesaggio solitarie è pietose>>. 

Di questo argomento è frutto il tema di fondo, la coscienza della vita come scacco e solitudine, è vissuto in forme più interiori e personali ed in un linguaggio più direttamente legato alle contemporanee esperienze ermetiche. Il tutto è intessuto dalle vicende tragiche della crisi politica europea e della seconda guerra mondiale. suscitano una profonda eco nel cuore del narratore, fanno sentire più vivo il bisogno di un legame con gli altri, di scelte razionali.

Ne è testimonianza la descrizione del tempo <<il confronto con i problemi e le ideologie del tempo>>, del mare in burrasca. Infine, sembra schiudersi una prospettiva più pacata, caratterizzata da un linguaggio semplice e ormai lontano dalle tensioni ermetiche, da un tono spesso ironico, dall'apertura verso il mondo degli affetti familiari. 

Il romanzo di Montale, si accosta di volta in volta ai temi più vivi e sentiti dalla coscienza del tempo, considera la crisi inividuale dell'uomo d'oggi, con la vana ricerca di una via d'uscita dalla solitudine interiore, e la crisi generale, storica, della vita sociale.

Il valore della sua scrittura consiste anche nel coraggio morale con cui egli ha saputo guardare alla vita del nostro tempo in modo assolutamente personale, con la sua lucida coscienza, senza nulla mai concedere alle mode del tempo.

La precarietà della felicità è immediatamente resa attraverso una serie di immagini che ne rendono la fragilità. "La muraglia o meglio il muro d'oro che costeggia la strada segnata in cima da cocci di vetro." Cioè la vita è un procedere tra alti muri di solitudine. 

Sembra che possano esistere dei destini incrociati, che non debbano finire mai, poi interviene qualcosa per cui devono mettere le mai dentro la pasta della vita e questo li trasforma, nel bene e nel male. 

E' una storia che contiene noi stessi. Un'anatomia della vita.Non c'è dubbio che sia un tema pieno di forza, la ricostruzione di un passato traumatico.

Il passato traumatico è il tema che popola la memoria, e se potessi racchiudere in una immagine tutto il male del nostro tempo, sceglierei quella che mi è più familikare.

Il romanzo "Farfalla di Dinard" di Montale, che si fa ossessione, il sesso un'arma, la giovinezza un'esca.

Libro bellissimo, potente, in cui la scoperta della fragilità è un viaggio verso la vera forza. La gente vive in prima persona i ricordi di conflitti passati.

Montale ha un dono eccezionale perr lo stile, ma è la sua penetrante comprensione delle bassezze della contemporaneità a far vibrare di vita i suoi racconti. 

Citazioni del libro

Un'assidua e involontaria opera di sradicamento, un lungo periplo attraverso idee e forme di vita là sconosciute, l'immersione in un tempo che non era segnato dalla meridiana.

 

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