«Un tempo mi alzavo felice e oggi mi alzo triste. Non sono certo di
sapere il perché». Cosí comincia questo struggente e, insieme, feroce
romanzo in cui, sotto l’occasionale forma di un’intervista a un sito
internet, uno scrittore provvede a mettere a nudo
il suo cuore.
Le risposte, che si susseguono come «fuochi d’artificio», non
risparmiano nulla: passioni, amori, inimicizie, tradimenti, la stessa
apparente vanità dell’esercizio della scrittura, magnifica via di fuga
quando la vita imbocca sentieri troppo stretti, ma futile
scappatoia quando la vita arranca miseramente per la via, e la donna
amata non trova piú in te la felicità, la figlia abbandona casa, l’amico
si ammala.
Non c’è scrittore, è noto, che non menta nelle interviste, che non
risponda, appunto, da scrittore, in maniera calcolata, cauta, misurata.
Un’ipocrita precauzione che non alimenta queste pagine, che non
costituiscono per niente un educato diario intimo. Sono pagine in cui
irrompe la verità nuda e cruda, divertente, triste, scandalosa,
politicamente scorretta, una verità cosí vera da aprire non
soltanto le porte alle stanze nascoste di una vita, ma da mostrare
persino come al suo centro si insedi spesso la piú spudorata menzogna.
Dai quesiti piú banali: Cosa la spinge a scrivere?, Come descriverebbe la sua giornata lavorativa? a domande di carattere piú intimo:
Che tipo di bambino era? fino ad arrivare agli interrogativi temuti da ogni fragile anima:
Quand’è stata l’ultima volta che le si è spezzato il cuore? lo
scrittore danza, con le sue risposte, sul proprio abisso personale, su
quella voragine che costituisce la zona d’ombra di ogni singola
esistenza.
Sulla scia di grandi autori quali Nabokov e Roth, l’acclamato autore della Simmetria dei desideri e
Tre piani ci mostra come la vita stessa di uno scrittore possa diventare autentica letteratura.
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