mercoledì 9 ottobre 2019

RECENSIONE #107/19 IL PASSO DEL VENTO - SILLABARIO ALPINO by MAURO CORONA E MATTEO RIGHETTO - MONDADORI


IL PASSO DEL VENTO
Sillabario alpino
MAURO CORONE E MATTEO RIGHETTO
MONDADORI
PAGINE 228
Prezzo: € 18,00


SINOSSI


Parlare di montagna equivale a parlare dell’intera esistenza, e di come in essa si intende prendere posto. E amare la montagna significa stare al mondo con franchezza, desiderio di avventura, accortezza e spirito di solidarietà, rispetto per la vita in tutte le sue manifestazioni.

Mauro Corona e Matteo Righetto, gli scrittori italiani più autorevoli sull’argomento, danno voce a ciò che per loro la montagna rappresenta, attingendo a un ricchissimo tesoro di esperienze personali, qui condensate in brevi racconti, epigrammi fulminanti, descrizioni di paesaggi naturali di bellezza inesprimibile.

In queste pagine troviamo l’asprezza della roccia e la sfida delle vette, ma anche la carezza accogliente dei boschi, il ritmo lento del passeggiare; i ricordi vivissimi di un tempo che non esiste più e la consapevolezza urgente delle responsabilità da assumersi perché gli ambienti naturali possano sopravvivere ed essere il futuro dei nostri figli.

I sedici milioni di abeti distrutti dal ciclone che si è abbattuto sulle Dolomiti alla fine del 2018 evocano i caduti della Prima guerra mondiale, perché “gli alberi sono come le persone, e le foreste sono intere comunità”. La descrizione di un camoscio, che con abilità di equilibrista si muove tra i picchi più impervi, sfocia in una riflessione sul cambiamento del ruolo del padre nella società contemporanea, una figura ormai così priva di spigoli da rendere difficile assumerla come riferimento e appoggio. E invece, dal momento che gli esseri umani sono alpinisti inconsapevoli e chi “guarda il cielo sente la vertigine della bellezza ma anche il vuoto del precipizio”, l’appiglio è cruciale, nell’arrampicata come nella vita.

La narrativa potente di due grandi scrittori in un libro che si legge con la facilità e la soddisfazione con cui si raccolgono i mirtilli, grazie alla struttura classica e accattivante del sillabario.

Biografia

 Mauro Corona è nato a Erto (Pordenone) nel 1950. È autore di Il volo della martora, Le voci del bosco, Finché il cuculo canta, Gocce di resina, La montagna, Nel legno e nella pietra, Aspro e dolce, L'ombra del bastone, Vajont: quelli del dopo, I fantasmi di pietra, Cani, camosci, cuculi (e un corvo), Storia di Neve, Il canto delle manére, La fine del mondo storto (premio Bancarella 2011), La ballata della donna ertana, Come sasso nella corrente, Venti racconti allegri e uno triste, Guida poco che devi bere: manuale a uso dei giovani per imparare a bere, La voce degli uomini freddi (finalista premio Campiello 2014), Una lacrima color turchese, I misteri della montagna, Favola in bianco e nero, La via del sole, e delle raccolte di fiabe Storie del bosco antico, Torneranno le quattro stagioni e Il bosco racconta, tutti editi da Mondadori. Ha pubblicato inoltre La casa dei sette ponti (Feltrinelli, 2012) e Confessioni ultime (Chiarelettere, 2013), Quasi niente (con Luigi Maieron, Chiarelettere, 2016).

Matteo Righetto è docente di Lettere e studioso di Letteratura Ambientale, vive tra Padova e Colle Santa Lucia (Dolomiti). Ha esordito con Savana Padana (TEA, 2012), seguito dal romanzo La pelle dell'orso (Guanda, 2013), da cui è stato tratto un film con Marco Paolini, e altri titoli di successo tra i quali Apri gli occhi (TEA, 2016, vincitore del Premio della Montagna Cortina d'Ampezzo) e Dove porta la neve (TEA, 2017). La terra promessa è il romanzo conclusivo della "Trilogia della Patria", i cui primi due volumi, usciti per Mondadori, sono L'anima della frontiera (2017) e L'ultima patria (2018). La sua Trilogia è diventata un caso letterario internazionale con traduzioni in molti Paesi, tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia, Germania, Olanda.

RECENSIONE 


I due scrittori Mauro Corona e Matteo Righetto, appassionati di montagna hanno composto "Il passo del vento", "sillabario alpino" che dalla A di alba alla z di zaino racconta un mondo a cui, in modi diversi, sono entrambi molto legati. 

La lettura del romanzo ci accompagna sui sentieri del ciclone Vania nelle Dolomiti un anno fa. Qui elenca Matteo Righetto che, con Mauro Corona, sta percorrendo questi luoghi tra l'Agordino e la Val Cordevole, nelle Alpi bellunesi. Perchè dicono, <<la Natura e un'altra cosa>>. 

Il paesaggio è da un pò che sta cambiando. Dopo il ciclone il lago di Carezza, in Alto Adige, ha cambinato colore. <<Come se l'acqua, senza gli alberi, si fosse messa a lutto>>, dice Corona. Ma so continua l'autore, <<che la Natura guarisce le ferite.>> Ribatte Righetto: <<Si potrebbe fare di più, molti boschi sono rimasti esattamente come a quel tragico novembre scorso.>>

C'è un'altra cosa che i due scrittori condividono e che per Corona è una battaglia condotta anche in tv. <<Non è che adesso, dopo Vaia, per altri cento anni siamo in pace.>> Si parla sempre degli effetti invece, bisognerebbe parlare delle cause. Anche in Italia, politici che non riconoscono il riscaldamento globale e non ne prendono consapevolezza, hai poco da raccogliere la bottiglietta di plastica. Oggi il progressismo si misura lì, sui temi ecologici. Ma non c'è la volontà di guardare oltre, conta solo il consenso immediato. Invece, ci vuole una visione del mondo, una ricerca del bene comune. 

Il passo del vento è un deposito di memorie, ma anche un vademecum, una filosofia di vita. Alla "S" di sentiero, racconta di fare un mucchietto di pietra, spezzare un rametto, fare un segno, per non perdersi. E' anche un tentativo di dare corpo allo spirito autentico della montagna <<Perchè è un mondo che si sta sfilacciando.>>

Righetto e Corona si incontrano anche sul piano letterario, in un'idea di narrativa rurale che si colloca nella tradizione italians in una chiave nostalgica. Invece, i nostri vecchi e le nostre montagne hanno avuto epica, imprese, banditi, briganti, contrabbando, bottini da nascondere. Per Righetto che è nato in pianura (in provincia di Padova), la montagna è sempre stato luogo dell'anima, ma anche fisico, in cui passava gran parte dell'anno.


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