Caterina Giuseppa Buttitta
Sono un vecchio che ha attraversato altri eventi tragici. Ferito, nel fisico e nell'animo. Ma nella mente resta vivo un altro episodio. E' il 13 luglio 1920, va a fuoco il Narodni dom, la Casa della cultura slovena.
A chi mi conosce e conosce i miei scritti non serve raccontare cosa accadde. L'ho fatto molte volte e lo rivendico. Con una finalità: scrivere per testimoniare. Ho citato il rogo del Narodni dom per una ragione. Il 13 luglio ci sarà una cerimonia. Spero di essere inviatto per dire la mia, alla presenza del capo dello Stato italiano Sergio Mattarella e il presidente della Repubblica slovena inaugureranno a Trieste la Casa nazionale slovena. A Sergio Mattarella mi rivolgo, continua lo scrittore, perchè è inacettabile che venga ignorato il male provocato dal fascismo. In Slovenia, l'occupazione italiana fu attiva dalla primavera del 1941 all'8 settembre 1943. A chiusura delle mie argomentazione, scrivevo:<<Mi consenta, Signor Presidente, di indirizzarLe questa lettera anche in riferimento all'intenzione e alla pomessa di rendere onore agli sloveni nel centenario del rogo di Narodni dom, dato alle fiamme dai fascisti ancora prima dell'avvento del fascismo al potere. E' l'indispensabile premessa per instaurare una vera amicizia e convivenza slovena-italiana. Che sia fondata, però, su una inconfutabile base storica>>. Aggiungo: troppo sangue è stato versato a causa delle guerre.
Questi sono i pensieri di un uomo che ha superato i cent'anni ed è sopravvisuto alla febbre spagnola.
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