Come le questioni ecologiche, che occupano (o dovrebbero occupare) uno spazio centrale
nel dibattito politico oltre che nella nostra esperienza individuale e sociale,
entrano oggi nella letteratura (specialmente nella narrativa)?
L'idea è che i due ambiti emergenti quello dell'apocalisse e quello dei rifiuti,
nei romanzi migliori, non si risolvono nel recupero di una visione narrata e artificiale:
la natura viene narrata in termini nè ideologici nè ingenuamente incantati,
ma piuttosto come un campo di relazioni non pacifiche,
diventa il <<teatro di una rottura di equilibri?>>, di azioni pro e contro l'ambiente.
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