lunedì 23 maggio 2022

RECENSIONE "PRIMO SANGUE" DI AMELIE NOTHOMB - VOLAND

 

Amélie Nothomb

Primo sangue

traduzione di Federica Di Lella

Amazzoni
2022, pp. 128, € 16,00
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il libro Infanzia, giovinezza, matrimonio e primo incarico diplomatico di Patrick Nothomb, rampollo di una delle più influenti famiglie del Belgio. Fra una madre troppo presto vedova, dei nonni a dir poco bizzarri e una banda di zii quasi coetanei, il piccolo Patrick si impegna a diventare uomo... Pagine sorprendenti di una storia familiare che ogni lettore divorerà con commozione e divertimento. 
 
 
Autore 
 

Nata a Kobe, Giappone, nel 1967 da genitori diplomatici, oggi vive tra Bruxelles e Parigi.
Scrittrice di culto non solo in Francia – dove ha esordito nel 1992 con Igiene dell’assassino, il romanzo che l’ha subito imposta – pubblica un libro l’anno, scalando a ogni uscita le classifiche di vendita.
Innumerevoli gli adattamenti cinematografici e teatrali ispirati ai suoi romanzi e i premi letterari vinti, tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo, e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore.
Sete, uscito in Francia nel 2019, è arrivato secondo al Prix Goncourt dello stesso anno.
Primo sangue, suo trentesimo romanzo, si è aggiudicato il Prix Renaudot 2021.
Tutti i suoi libri sono pubblicati in Italia da Voland.

RECENSIONE 

Amélie Nothomb, è unascrittrice determinata che, dal 1992, pubblica con successo un titolo l'anno e che fa del dialogo uno degli strumenti principali delle sue narrazioni. Ma non solo. Come emerge dalle pagine iniziali proprio del volume candidato allo Strega Europeo 2022 - Primo Sangue - Voland Edizioni, questa fiducia si nutre anche di una sorta di <<eredità>> familiare.

Il libro è un romanzo dedicato alla figura di Patrick Nothomb, il padre dell'autrice scomparso due anni fa, nei primissimi tempi del lockdown. La scrittrice non solo racconta la biografia ma lo incarna, rendendolo la voce narrante della storia.

L'avvio è fulmineo, con il protagonista giovane console davanti a un plotone d'esecuzione:

<<Era il 1964 - ricostruisce Nothomb, mio padre era un diplomatico alla sua prima missione. Si trovava nel Congo che aveva da poco ottenuto l'indipendenza, circostanza per cui nutriva anche una certa simpatia. Tuttavia fini ostaggio dei ribelli. La sua forza fu che, per quattro mesi, tentò di dialogare con loro, continuando a parlare a parlare ... anche con chi puntava il kalashaikov addosso. In questo modo salvò sè stesso e molti altri europei>>.

<<E' una storia, prosegue l'autrice, <<nella quale leggo la forza che può avere il linguaggio, persino di salvarsi la vita>>.

Ho scritto il libro prima della guerra in Ucraina prosegue l'autrice, ma il fatto di essere finalista a un premio europeo proprio ora, con un romanzo su mio padre, con la sua professione, mi sembra simbolico di quanto sia indispensabile anche adesso la diplomazia. Il <, aggiunge Nothomb <<è l'unica soluzione contro il conflitto. Non abbiamo altra scelta che provare a parlare con Putin. Anche se vediamo che piega le parole alla propaganda, anche se ci fa arrabbiare che dica <<operazione militare speciale>> e non guerra, anche se dobbiamo pesare le nostre frasi. Non abbiamo scelta>>. Il sogno di Putin è tramontato in incubo.


 

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