Buongiono. Diario delle vacanze 2022. Racconto 14. Titolo "Uomini, macchine e sogni".
Silenziosa angoscia in una stanza buia. L'orologio battè nove volte, con fredda voce di ottone. Lei era immobile, appoggiata alle tende della finestra, sola. La notte era nera, la casa vuota e silenziosa. Su, Ale! si disse. Non stai morendo! Aveva 34 anni, era ancora carina, con un corpo bianco e slanciato, capelli rossi corti e fitti. Aveva un marito, hobby, attività sociali. Dipingeva per diletto quadri mediocri, suonava piuttosto bene il piano e scriveva discrete poesie per il periodico letterario dell'università. Era colta, intelligente, informata. Amava ed era amata. Perchè dunque quella silenziosa angoscia? Desiderando qualcosa, ma senza sapere cosa, scrutava nel buio, nel giardino circondato da un muro di pietra. La notte era troppo silenziosa. La luce di un lampione lontano giocava fra i rami dell'olmo, e l'olmo gettava la sua ombra su un'altra ala della casa. Osservò per un pò i movimenti dell'ombra. Un'auto solitaria passò con un rumore sommesso lungo la strada. Una sirena ululò roca, lontano. Cosa non andava? Mille volte, fin dall'infanzia, aveva provato quell'inquietudine, quell'annaspare della mente alla ricerca di parole sconosciute. Si era fatta particolarmente forte nelle ultime settimane. Cercò di analizzarla. Cosa era successo di nuovo nelle ultime settimane? Eventi: Jon era partito e sarebbe stato via un mese per motivi di lavoro; i bambini erano da sua madre; il consiglio comunale aveva deciso l'emissione di obbligazioni; lei aveva licenziato la cameriera; un ubriaco aveva strangolato la propria moglie; l'Università aveva inaugurato il nuovo laboratorio di psicofisica; i suoi studenti della classe d'arte erano andati in vacanza per l'estate. No, lì non c'era nessun indizio. Nessuna spiegazione per quell'ansia irragionevole, senza motivo che la stimolava, che gridava come una voce in un deserto mentale: Vieni, partecipa, soddisfa, esprimilo al massimo. Esprimere cosa? Soddisfare cosa? Come? Un bambino abbandonato alla nascita, senza cibo, proverebbe una fame terribile. Ma se non avesse mai assaggiato il latte, non conoscerebbe il significato della fame, nè avrebbe idea di come calmarla. Devo correlare questa cosa a qualcos'altro, a qualcosa che rientri nella mia esperienza, o nell'esperienza di altri. Aveva cercato di soddisfare la sua ansia appagando altri stimoli: i figli, fare all'amore con suo marito, mangiare, bere, l'arte, gli amici. Ma quel desiderio, era qualcos'altro, reclamava la sua libbra di carne sconosciuta, e non c'era modo di soddisfarlo.
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