Buongiorno. Ho iniziato a viaggiare in Africa perchè ero attratta dalle culture degli africani Un altro modo di vivere, più naturale, non rovinato dalle influenze del "perfettismo" occidentale. Poi il viaggio che ha aggiunto tacche di vita vissuta al mio curriculum umano. Sono partita da sola, perchè avevo bisogno di ripulirmi dallo stress. Ho sentito il bisogno di abitare dove non mi conosceva nessuno, facendo i conti con la solitudine. Ho capito che la società strutturata vale poco: ci siamo costruiti una vita sempre uguale a se stessa. Fotocopiamo tragitti, gli stessi spostamenti. lì vivi il caos della Natura. E ho ripreso fiato. La notte andavo nei locali di Yabara (danza popolare africana), dove la gente si trovava per ballare. Non cercavo un suono ma lasciavo succedere le cose. Incontravo musicisti di strada. Siamo abituati a vivere di appuntamenti fissi. Il viaggio ti obbliga a seguire il flusso degli accadimenti. E la musica è l'arte dell'incontro. Un privilegio poter staccare la spina. Il vaggio mi ha insegnato a inchiodare i piedi per terra. A scoprire la limpidezza dell'umanità più semplice. Una chiaccherata con un pescatore analfabeta mi ha insegnato di più di certi incontri. Stare lontani dal gruppo per qualcuno può sembrare snob, può esserlo un certo tipo di viaggio. facendo selfie con la gente del luogo. Spettacolarizzando la propria solitudine. Io sono andata a cercare quello che mi aveva affascinato sui libri di scuola. Ho rispettato le mie origini di famiglia di lavoratori onesti. Mi sono mescolata a gente povera ma felice. In paesi dove il più ricco del villaggio si può permettere un piatto di riso.Lungo la strada, personaggi che a loro modo sono eroi. I migranti arrivano dall'Africa nascosti sui mercantili sognando di sbarcare negli Stati Uniti. Sulla spiaggia ho conosciuto Iramia, che fa castelli di sabbia che sembrano opere d'arte. Un talento unico: aiuta i migranti a non farsi sfruttare dagli sciacalli. E insegna ai ragazzi poveri a costruire castelli. Uno di loro è stato assunto in un grande albergo. Queste cose sembrano miracoli. Leggo, Scrivo, Viaggio per conoscere, per non tardire questa gente: sono le loro storie a salvare la sincerità ed è grazie a loro che combattiamo per non trasformarci in una umanità maledetta che si deprime per la bruttura della società. Ho fotografato ogni mio momento del viaggio. Gente felice e distrutta un attimo dopo il tramonto. Quel giorno scoprii che tutto il mondo può vivere di fantasia. Prima un deserto, poi le suggestioni ma anche gli incubi che si traducono in danze tribali africane. Musica e riti contagiosi fatti di toppe e stracci. Perchè il viaggio è questo, non basta a salvarti. non si scappa da quello che si ha in testa. Non basta andare lontano per fare i conti con se stessi.
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