Caterina Cardona
Un matrimonio epistolare. Corrispondenza tra Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Alessandra Wolff von Stomersee
Con uno scritto di Giorgio Manganelli
Nella corrispondenza tra Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Alessandra Wolff von Stomersee il ritratto intimo di due personaggi straordinari.
CATERINA CARDONA, 'UN MATRIMONIO
EPISTOLARE' (SELLERIO, PP. 195, EURO 14)
Il libro
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore del Gattopardo, e Alessandra Wolff von Stomersee, baronessa baltica e psicoanalista che contribuì a introdurre Freud in Italia, si sposarono nel 1932, trentottenne lei, di due anni di meno lui: si erano conosciuti grazie a complicati incroci di famiglia, frequenti tra gli aristocratici del tempo. Per una lunga fase della vita si spedirono lettere con molte notizie su come trascorrevano le giornate, su parenti, amici, pranzi e cani e, soprattutto, sulle reciproche letture. Rari i sentimenti. Scritte tra il 1932 e il 1943, quando, a causa delle vicende belliche, il loro matrimonio finì per assumere un «assetto più tradizionale», queste circa duecento lettere costituiscono una testimonianza estremamente significativa. Fino ad allora il loro era stato, infatti, quello che si potrebbe definire un «matrimonio epistolare»: basato su di una forte consonanza intellettuale ma di cui lo stare lontani per lunghi periodi costituiva «un elemento strutturale». Erano, i coniugi Lampedusa, fatalmente vincolati ai luoghi, alle case, ai miti fondanti della propria origine, tanto che lo scambio epistolare, il parlarsi rimanendo ognuno nel suo mondo, era divenuto, negli anni, uno dei codici primari della loro comunicazione. Giuseppe amava perdutamente la grande casa di Palermo: la casa dove era nato e si aspettava di morire. Licy (così veniva chiamata in famiglia Alessandra) non poteva, invece, restare separata a lungo dal castello avito di Stomersee in Lettonia e dalla «gente del Baltico», la «sua» gente. Sarà la guerra a scompigliare definitivamente assetti fino ad allora ritenuti immutabili: Palazzo Lampedusa viene bombardato e distrutto nel 1943, il castello di Stomersee confiscato tra l’avanzata dei tedeschi e la controffensiva sovietica. Nel commento che conclude il volume, Giorgio Manganelli caratterizza così i due personaggi: lei, «regina boreale che ha per reggia un castello tedesco in terra di Lettonia»; lui, «custode della propria infanzia»; e sottolinea quanta energia promani da lei e quanto più languido, infantile ed emotivo appaia lui. Caterina Cardona sulle lettere, attraverso le lettere e oltre le lettere di Giuseppe e Licy conduce la sua sottile indagine svelando «un gioco della psiche, una astuzia della intelligenza e degli affetti» (Manganelli) che cattura l’interesse del lettore conducendolo alla ricerca della chiave profonda di un matrimonio e alla genesi imprevista di un capolavoro: Il Gattopardo.
Autore
Caterina Cardona (Roma 1949) è stata, a partire dal 2000, Direttore Scientifico delle Scuderie del Quirinale, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Londra e membro del Consiglio d’Amministrazione del Maxxi, dopo una lunga attività di giornalismo culturale. Con Sellerio ha pubblicato Un matrimonio epistolare. Corrispondenza tra Giuseppe Tomasi di Lampedusa e Alessandra Wolff von Stomersee (1987, 2023).
RECENSIONE
'Un matrimonio epistolare' di Caterina Cardona (1949) - giornalista di lunga esperienza in ambito culturale - è un libro sui coniugi Lampedusa: Giuseppe Tomasi, autore del 'Gattopardo', e sua moglie, la baronessa e nota psicoanalista Alessandra Wolff von Stomersee, detta Licy, che contribuì a introdurre Freud in Italia.
Il libro passa in rassegna molte delle lettere che i due si scambiarono nel tempo; un carteggio che disegna un ritratto sia di Giuseppe, nobile siciliano, colto, grande lettore, poliglotta e goloso di cremolato di fragole e crema, sia della consorte, nobildonna baltica che viveva in un castello da fiaba in terra di Lettonia.
I due si sposarono nel 1932. La corrispondenza attraversa un
periodo che va dal 1932 al 1943. I Lampedusa trascorsero lunghi
periodi lontani, Giuseppe nell'adorata casa di Palermo, lei nel
castello lettone di Stomersee. Alessandra non sopportava il
caldo siciliano. Giuseppe e Alessandra si scrivevano in
francese. Lui non usava parole di affetto se non
nell'intestazione o nel congedo e Alessandra anche era austera.
Nelle lettere parlano di soldi, tasse, parenti, amici, letture,
pranzi e di cani, che entrambi adorano. Giuseppe le racconta di
Crab, cocker nero che divora pasta e broccoli a colazione: 'Il
nostro Piccolo mangia magnificamente ed è grasso e grosso'. Il
sabato a Crab 'viene comprata della carne che divora fino al
lunedì. Ogni tanto ha qualche pesciolino'.
In 'Un matrimonio epistolare' veniamo a conoscenza anche di
una lettera che Tomasi di Lampedusa indirizza al suo migliore
amico Guido. Nell'epistola lo scrittore spiega i motivi che
portarono alla nascita del 'Gattopardo'. Tomasi di Lampedusa
inizia a scrivere il romanzo quasi per sfida, quando si accorge
che i suoi tre cugini si danno da fare, e con successo, in campo
artistico. Uno di questi parenti è il poeta Lucio Piccolo,
apprezzato da Montale. Tomasi di Lampedusa rivela
candidamente:'Benché io voglia molto bene a questi cugini debbo
confessare che mi sono sentito pungere sul vivo: avevo la
certezza matematica di non essere più fesso di loro. Cosicché mi
son seduto a tavolino ed ho scritto un romanzo: per meglio dire
tre lunghe novelle collegate tra loro'.
'Un matrimonio epistolare' era già stato pubblicato da Sellerio
nel 1987 ed è ora riproposto in una nuova edizione accresciuta,
nella collana 'La memoria'
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