mercoledì 13 giugno 2018

LE VOCI DELLE BETULLE by ELOISA DONADELLI - SPERLING & KUPFER



Le voci delle betulle

Eloisa Donadelli

  • Editore: Sperling & Kupfer (5 giugno 2018)
  • Collana: Pandora
  • Lingua: Italiano
  • Copertina rigida: 292 pagine
  • ISBN-10: 882006538X
  • ISBN-13: 978-8820065386


SINOSSI 


Le betulle ci insegnano ad avere radici per restare e foglie per sognare.

Bernadette Laudis vive da sempre con un peso inspiegabile sul cuore, un senso di vuoto che le fa mancare l'aria all'improvviso nonostante l'abbraccio caldo della famiglia, e che cerca di colmare con il suono del suo violoncello. Finché, un giorno, un oggetto stonato rinvenuto sul pavimento di casa rivela una verità affilata, che squarcia il velo di purezza di cui credeva ammantata la sua vita. E il dolore la getta in un crepaccio senza appigli, di quelli che si insidiano nei ghiacciai delle Alpi che fanno da contorno al paesino di Cimacase, dove lei da Milano si è trasferita per amore.
Una notte, in cerca di ossigeno fresco, Bernadette si addentra nei boschi, trovando una casa circondata di betulle. Lì vive Giosuè, un pastore solitario, un uomo anziano che si è fatto eremita per proteggere i ricordi. In paese lo chiamano «il re delle betulle»: dicono che i suoi consigli siano un balsamo per le ferite dell'anima; dicono che sappia leggerti dentro, ma che non tutti riescano a trovarlo.
Saranno quel luogo e quell'incontro a dare voce al passato di Bernadette, alla storia della sua famiglia e al mistero delle sue origini, liberandola da quell'antico peso sull'anima. Perché ci sono destini che solo gli alberi sono in grado di preservare.
Con voce poetica e autentica, Eloisa Donadelli ci regala un esordio che lascia il segno. Una storia di legami che restano scritti dentro, radici che trattengono segreti, dolori non cercati che ci conducono a ritrovare noi stessi in radure luminose. 
 

Eloisa Donadelli

 
 
 
 
 
 
RECENSIONE 
 
 
Bernadette insieme alla figlia Malvina sono in viaggio, faranno ritorno alla vecchia masseria, luogo di un passato che reclama l'attenzione sul presente. Il viaggio è per Bernadette una pausa leggera della vita. Le piacciono questi spostamenti veloci, sono un salto temporale pronto a scalciare il passato per spronare il futuro ad arrivare forte e chiaro. 

Durante lo spostamento in aereo Bernadette ricorda lo strappo subito nella sua vita. La famiglia è il filo che ricorda chi sei e da dove provieni. Ricorda anche, tutto il dolore provato per arrivare a essere se stessa.

Ora sta colmando un vuoto pregno di segreti di famiglia che non è riuscità a nascondere bene. Il vuoto le ricorda tutte le mancanze, le attese non vissute.

Il cambiamento e l'accetazione. "La somma della vita: la voce del cuore, il divorzio, i genitori, il pensiero che l'amore lo si vive tutto, nell'anima, sul corpo". Allora, perchè dragare le acque fangose del passato? Cosa veramente spera di ottenere?

Lo deve a Malvina e al futuro di entrambe, qualunque cosa abbia in serbo per loro. Ritornare alla baita protetta dalle betulle, in quel luogo che è stato culla di nascita ha risvegliato nel suo animo ricordi impolverati dal tempo. 

Qui, il bosco di betulle non si limita ad offrire ristoro dalle fatiche del viaggio ma anche, e soprattutto, alle ferite dell'anima. Sotto i rami delle betulle c'erano ombra e sole e ancora oggi, dopo tanti anni, le sembra che questo effetto di chiaro-scuro attorno a lei non sia mai cessato e che in quell'istante d'emozione, di cui allora non capiva nè la ragione, nè la natura, ebbe in un certo qual modo, una premonizione.

Aveva l'impressione di aver sbagliato tutto nella vita. Perchè a volte la coglieva la sensazione che la sua vita si stesse sprecando dentro una stanza chiusa, piena di parole e di fumo e di frastuono. Sembra che tutto ciò che la circonda pulsi e ronzi mentre, lei si limitava a rimanere immobile.

Ed ecco emergere la verità e la fa svegliare di  soprassalto nel cuore della notte. Ignora il richiamo della casa e si dirige  invece verso il bosco di betulle, dove il profumo è invitante. Andando oltre, è attirata dalla musica del vento, che si infrange sugli alberi. 

Guarda la casa e cerca risposte nella profondità della sua ombra. Pensa al suo futuro e a quello della figlia, improvvisamente capisce. Non può più nascondersi. Deve tornare e guardare in faccia il passato.

Fin da quando era piccola, la casa le è sembrata magica. Ma, adesso che è qui, che i ricordi le sembrano insormontabili, come una roccia ripida e scivolosa su cui in qualche modo deve arrampicarsi. Se sarà capace di continuare a scivolare sulla superficie e la terribile sensazione di essere in procinto di precipitare nell'abisso, se ce la farà a seppelire gli incubi. 
 
L'autrice ci pone davanti a uno specchio oscuro in cui ognuno di noi è costretto a guardarsi, a ritrovare una parte di sè, a porsi domande che si vorebbero evitare. Un vero e proprio viaggio, nel paesaggio dell'anima che ogni pagina del romanzo traduce nel bosco di betulle. 

Cosa siamo disposti a perdere in nome di noi stessi? La risposta spietata sembra suggerire: tutto. 
"Ma una vita senza amore non è vita". Ed è la più grande perdita che la protagonista possa infliggersi.
 
 

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