Titolo: Finché tornerà ancora l’alba
ISBN: 978-88-9375-150-6
Prezzo: € 6,00
Genere: Narrativa
Collana: Kimera
Anno: 2017
Pagine: 284
Autore: Giuseppe Rossi
Formato: E-Book
SINOSSI
Ognuno di noi sogna di essere in un posto particolare, rimpiange un
amore perduto o desidera vivere in un mondo migliore. Ma chi è davvero
disposto a rischiare tutto per ottenerlo?
L’Autore ci racconta un viaggio, forse solo immaginato o forse no…
intrapreso dal capitano Kab e dal suo equipaggio verso terre lontane,
terre abitate da personaggi che hanno fatto la Storia, terre ricche di
sogni e speranze, ma anche sofferenze; la descrizione dei protagonisti,
accompagnata da flashback ben curati, ci fa conoscere persone diverse le
une dalle altre.
CONOSCIAMO L'AUTORE: GIUSEPPE ROSSI
Giuseppe Rossi è nato ad Anzano di Puglia nel 1957 ed esercita la
professione di medico ospedaliero a Foggia. È autore di una raccolta di
poesie pubblicate dalla casa editrice Silver Press nelle antologie Poeti
e Novellieri Contemporanei, Poeti e Novellieri 1990, Poeti e Novellieri
1991, Poeti e Novellieri 1992. Nel 2011 ha pubblicato un libro di
poesie dal titolo Arcobaleni sul mondo con la Casa Editrice Kimerik.
LIBRI PUBBBLICATI
RECENSIONE
Ci avviammo, risalendo lentamente lungo il porto, aveva sempre saputo
che, per cavalcare la cresta dell’onda, bisogna prima trovarsi nel luogo dove
l’onda comincia a incresparsi. E adesso si trovava in quel luogo, ne era
sicuro. Insieme con le forze, sentì rinascere in sé l’eccitazione di un tempo,
l’antico spirito ribelle.
Un vento fresco gli accarezzava il viso, e una miriade di stelle
disseminava nel cielo una polvere d’oro.
Di notte, la sua
mente spaziava di più. Ogni tanto ha uno di quegli squarci di luce che fanno
pensare, per un istante, di essere sul punto di scoprire il segreto delle cose.
Poi la finestra si richiude. Tutto finisce.
Di tutti i misteri della vita umana, uno almeno ne ha penetrato: il
grande tormento della nostra esistenza viene dal fatto che siamo eternamente
soli, e tutti i nostri sforzi, le nostre azioni tendono a sfuggire a questa
solitudine.
Da quando ha sentito la solitudine del suo essere, gli pare di
sprofondare, ogni giorno di più, in un sotterraneo buio, di cui non trova i
limiti, di cui non conosce la fine, e che forse non ha via d’uscita. Lo
percorre insieme alla ciurma che, fa lo
stesso. Questo sotterraneo è la vita. A volte sente rumori, voci
grida…s’avvicina a tentoni se non trova mai un’altra mano in questa notte
che lo circonda.
Com’è misterioso il pensiero ignoto d’un altro essere, il pensiero
nascosto e libero, che non possiamo né conoscere, né guidare, né dominare, né
vincere. Nel profondo, proprio nel profondo della sua anima conserva quel luogo
segreto dell’Io dove nessuno penetra mai. Nessuno può scoprirlo, né entrarvi,
perché nessuno gli assomiglia, perché nessuno comprende nessuno. Quando
si entra nell’Amore, sembra di spaziare in un mondo più vasto. Si sente invadere dalla felicità. Questa sensazione
d’immensa felicità ci viene unicamente dal pensiero di non essere più soli.
L’isolamento, l’abbandono dell’essere umano sembra cessare.
Perché tutto ciò che chiamiamo
sensibilità, anima, passione, dosare le luci e le ombre, la dolcezza e la
debolezza, riuscire altrettanto bene nei punti pacati e in quelli agitati,
essere variati nei dettagli, armoniosi e coerenti nell’insieme, e
crearsi un sistema che arrivi a salvare con una mente lucida, una lunga
esperienza.
Così grande, pesante, vulnerabile…. E preziosa. L’Albatros procedeva
cautamente fra le onde spumeggianti e gli improvvisi spazi d’aria limpida. Là,
i miraggi e le illusioni, li fecero impazzire con le loro beffe, trasformando
le colonie di gabbiani in gruppi di uomini gesticolanti, collocandoli sulla
rotta dell’Albatros che sparivano al suo avvicinarsi. Sembrava l’illustrazione
di un libro di favole, una nave scintillante al sole. Per ogni uomo sulla
plancia dell’Albatros, una nave era un essere vivente che poteva ispirare amore
e ammirazione, era come una bella donna. Per il protagonista il vincolo era più
forte. Quella nave era figlia della sua ispirazione. E adesso, il suo destino
dipendeva da lei.
La sua esultanza fu oscurata da un’ombra di rimorso. Con delicatezza e
pudore, e tramite esempi concreti tratti dalla sua esperienza, il romanzo invita
tutti coloro che si sentono vinti dalla disperazione a non abbandonarsi a un
presente e a un futuro di solitudine. Li convince a ritrovare se stessi, a far
pace con il passato a recuperare la Speranza, a credere che esiste una
dimensione nella quale continuano a vivere le nostre generosità inattese e
delusioni sferzanti e, tra peripezie e colpi di scena, scopriranno passo dopo
passo il senso della loro avventura. Fino a quando, a sparigliare le carte, s’incontrerà
l'amore. L’autore Giuseppe Rossi,
racconta un viaggio e un punto d'arrivo che, come sempre accade, è solo e
sempre un nuovo inizio e dove la sfida più grande in ogni viaggio è scoprire e
accettare se stessi.
L’Albatros sarà la protagonista insieme al suo equipaggio: prima di
giungere al finale a sorpresa, tutti lotteranno con abilità e, seppure tra
mille peripezie, sapranno stringere rapporti di amicizia.
Ricordi dolorosi ed esperienze di vita piacevole si mescolano in questi
racconti delicati di Giuseppe Rossi, che costruisce tutto un mondo di
sensazioni e pensieri profondamente umani. Le riflessioni sui misteri della
vita si intrecciano alle descrizioni di eventi realmente accaduti, filtrati
sempre dalla personalità attenta e sensibile del protagonista.
“Finchè tornerà ancora l’alba”, il romanzo di Giuseppe Rossi, ci porta
in giro per il mondo seguendo le avventure e gli amori dei suoi personaggi. Ancora
una volta una storia trasversale, ottimo il registro linguistico dove l’analisi
dei personaggi risulta precisa e profonda, dove la connotazione storica e
sociale è così pertinente da far perdere al lettore il confine tra la realtà e
la fantasia.
Con la sua scrittura limpida ed essenziale l'autore ci racconta
l'emozione della navigazione e i rituali del mare, trasmettendoci la sua
profonda fascinazione per il continente marino e per la sua cultura. Nel
romanzo “Finchè tornerà ancora l’alba” l’autore Giuseppe Rossi, ricorda poi i
giorni trascorsi in mare, riflettendoli sull'arte e il mestiere di scrivere. Il
risultato è un autoritratto di straordinaria importanza per capire la
personalità e l'arte di un grande scrittore del nostro tempo.
CITAZIONI DEL LIBRO
Morgan si sentiva
prigioniero di quel porto, come una nave legata agli ormeggi. Aspettava di
prendere il largo nel mare aperto di una vita nuova. La sua esistenza non
poteva esaurirsi su quel lungomare. La sua presenza doveva essere qualcosa di
più.
Gli comunicavano
serenità con i loro voli, suggerendogli di guardare le cose da un punto più in
alto. Per non soffrire.
Cercherei un mondo
miglior, dove ognuno potrebbe narrare la propria storia. Felice come un
gabbiano.
Se avessi le ali, le
offrirei per riparare un errore di tanti anni fa.
Potessi tornare
indietro e riparare a quell’errore sarei un uomo felice.
Esiste un’isola su cui
si trova una macchina del tempo. Una macchina per tornare indietro nel tempo o
andare nel futuro?
Sentivo che nulla
sarebbe stato più come prima da quella sera.
Vivo in attesa di un
sogno. Trascorro le giornate con gli amici, un libro e qualche hobby. La notte
guardo le stelle chiedendomi se è nata già la mia anima gemella, se la
incontrerò mai. Se chiudo gli occhi e provo a immaginarmela, però, sento che
esiste. Non so descriverne il volto ma gli occhi mi frugano l’anima e il
sorriso illumina le mie notti. Era l’unica cosa vera della mia vita. Ma, io non
l’avevo capito e sono partito con gli amici verso avventure che potevo
risparmiarmi. L’ho abbandonata, fatta soffrire. Mi odierà per questo. Prima di morire, vorrei poterle chiedere
perdono. Non posso andarmene con questo tormento che mi accompagnerebbe per
l’eternità.
Si direbbe un’isola
perduta. Ti assicuro che un giorno la ritroverò e non sarà più tale.
Certo, sarebbe
fantastico salire su una macchina del tempo, sapere come sono andate le cose
nel passato o cosa accadrà nel futuro, spostarsi in ogni epoca a piacimento,
conoscere i protagonisti della storia, essere presenti prima che accadano.
E’ come se il mondo si
fosse rigenerato durante la notte e ci offrisse un’altra opportunità.
L’isola è spesso un
luogo dell’anima, più che un punto geografico.
L’istinto è innato in
ogni essere vivente, però ci fu una situazione che sembrava non avessero più
voglia di vivere. Un po’ come un uomo che rinuncia a combattere e annega nel
fondo del bicchiere con le sue disillusioni, giorno per giorno.
Le ore volarono via,
una dopo l’altra, come le onde del mare che accarezzavano l’Albatros prima di
proseguire la loro corsa verso le spiagge del mondo.
Perché avevo già
sognato gli strani segni sulla tua pipa e volevo capire perché tornassero nei
miei sogni, come mai li conoscessi anche tu, cosa significassero.
E’ un mondo perduto
che sopravvive solo nei miei ricordi ormai. Ma mi dà ancora tanta forza è
serenità.
Nella mia fantasia di
bambino quelle ferite erano la mappa di un tesoro dai pirati che un giorno
avrei trovato per far riposare i miei genitori dopo tanti sacrifici.
Intorno all’Albatros
solo distese di acqua fin dove l’occhio poteva spingersi. E poi il cielo, con
il suo azzurro terso e poche nubi in movimento a corteggiare il sole. Le vele,
gonfiate dal vento, spingevano l’Albatros su un’ondulata superficie, a tratti
azzurra, a tratti verde e con sfumature intermedie. Come emozioni, scorrevano
verso l’orizzonte.
Gli tornarono in mente
i ricordi dell’infanzia, il sogno che si ripeteva ogni notte.
Il cerchio è un
percorso di illuminazione, di crescita interiore, di maturazione.
Se volessi andare
sull’isola della città d’oro la cercherei tra cielo e mare alla linea
orizzontale, impiegando il tempo dovuto.
Era come se ogni parte
di me cercasse di ricongiungersi all’universo in un volo di luce.
In molti cominciavano
a cedere le resistenze antiche di una vita vissuta all’ombra delle vecchie
regole del mondo. Erano lì in cerca di una speranza. Dopo secoli di odio,
parole di pace e di perdono.
Morgan rimase ad
osservare la collina, le ombre sull’erba e sul terreno. Il vento le avrebbe
cancellate a poco a poco. Ma il loro ricordo sarebbe rimasto in lui per sempre.
Si sentiva una nota nell’armonia cosmica, un atomo nell’universo. Per la prima
volta nella sua vita provava un sentimento antico e insolito a cui non era mai
abituato. La felicità.
Siamo un piccolo
equipaggio sulla rotto di un sogno. Stanchi del nostro tempo, siamo partiti in
cerca di un mondo nuovo.
Noi invece rimaniamo
nello stesso posto, in balia del dubbio e con l’amarezza nel cuore senza sapere
dove ci porterà il domani.
Il mondo è cambiato è
molte cose sopravvivono solo nei ricordi di chi le ha vissute, ormai. Poi, come
foglie al vento, il tempo le porterà via e nessuno ne parlerà mai più. Uomini,
storie, emozioni, amori, finiranno tutti nell’oblio del tempo.
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