giovedì 10 maggio 2018

COSI' CRUDELE E' LA FINE by MIRKO ZILAHI - LONGANESI

Così crudele è la fine

Mirko Zilahy

 ISBN 978-88-304-5165-0
Dettagli Cartonato
N° di pagine 420

 

 

Zilahy fa brillare Roma di una luce nera, bellissima
Donato Carrisi
 
«Mi chiamo Enrico Mancini e sono un poliziotto. Un profiler. Il mio lavoro è dare una forma al buio, dare un’identità a chi per averne una deve uccidere. Il mio lavoro è attraversare lo specchio oscuro per dare la caccia ai riflessi del male. Ma questa volta la preda sono io. E la caccia avrà un’unica, inevitabile fine crudele.»

In una Roma attraversata da omicidi silenziosi ed enigmatici, che gettano una luce nera sulla città, il commissario Mancini per la prima volta dopo molto tempo accoglie la sfida con nuova determinazione. Perché ora Enrico Mancini non è più l’ombra di se stesso: supportato dalla psichiatra della polizia che l’ha in cura, e affiancato dalla fedele squadra di sempre, si lancia alla ricerca di indizi che gli permettano di elaborare il profilo del killer.
Costretto a rincorrere l’assassino passo dopo passo, vittima dopo vittima, tra i vicoli e le rovine della Roma più antica e segreta, il commissario capisce ben presto che il killer è anomalo, sfuggente come un riflesso.
E in un gioco di specchi tra presente e passato, tra realtà e illusione, la posta finale non è solo l’identità del serial killer, ma quella dello stesso Mancini.

Scritto con maestria, carico di tensione narrativa e letteraria e forte dell’ambientazione in una Roma inesplorata, Così crudele è la fine è un’entusiasmante e vorticosa sfida al lettore, che accelera senza sosta sino al finale indimenticabile. 
RECENSIONE 

Mi chiamo Enrico Mancini è sono un profiler alla ricerca di indizi che mi permettano di elaborare il profilo del killer. Mancini vive e respira per il suo lavoro con un fervore che i colleghi potevano soltanto sognarsi. Il fiore all’occhiello della polizia di Roma. Roma città eterna che egli protegge, non era cambiata.

Se mi sentisse il killer, forse reagirebbe? Proverebbe a fermarmi? O sarebbe solo contento per la fine di un incubo? Meglio non pensarci. Però quando sei nell’occhio del ciclone di un killer, i giorni sembrano infiniti e la speranza è la prima a morire. 

La vita normale sembra già lontanissima. Il profumo del caffè bastò a tirarlo su di morale. Il gusto si rivelò ancora meglio. Senza saperlo stava assaporando la libertà per l’ultima volta.

Durante la sua carriera si era occupato di diversi casi ed era abituato alle scene del crimine, e a giudicare dall’espressione tormentata di Mancini, questo caso doveva trattarsi di un crimine particolarmente efferato. Ma ciò che scoprì superava ogni aspettativa.

Un rumore alle sue spalle lo fece sobbalzare. Gli occhi si abituarono all’oscurità. Avanzo, graffiando le pareti che lo circondavano, respirando a pieni polmoni quell’odore di paura che conosceva bene. Si rese subito conto dell’orrore della sua situazione.

Mancini avrebbe voluto spiegargli che aveva commesso un terribile sbaglio, ma il fatto che conoscesse bene il suo nome lo frenò da “qualsiasi iniziativa”. Quell’uomo era diverso, un vero mistero. Conosceva bene la sua personalità e le sue richieste. E così il killer se l’era lavorato un po' alla volta, una domanda occasionale qui, un commentino là. Con il passare del tempo aveva scoperto l’essenziale. 

Mancini pensava di essere bravo a inquadrare le persone, ma quell’uomo era stato capace di sorprenderlo. Siamo diventati due animali, non ci preoccupiamo più di noi stessi o degli altri. Entrambi abbiamo urlato e strillato.

I suoi occhi si riaprirono e cercarono freneticamente intorno a sé, come chi è stato svegliato da un sogno particolarmente intenso e deve ritrovare l’orientamento nella realtà. Inspirò l’aria fredda della sera, e si preparò a un brutto spettacolo. 

Tuttavia non era quel pensiero, che lo tormentava come un insetto molesto. Era sfinito dal tormento di quella voce che lo perseguitava. C’era qualcosa che non lo convinceva.

Gli occhi si lasciano ingannare, l’istinto no, e la vita gli aveva confermato che questa affermazione valeva in tutti i campi.

A volte sembra di trovarsi su un pianeta lontano, senza altri esseri umani nel raggio di chilometri. Ma è difficile credere di essere circondati da un silenzio eterno e spaventoso, aspettando che l’altro faccia la mossa sbagliata. Mentre ci rendiamo conto di essere arrivati fin qui, con uno scopo preciso e che per uno di noi due non ci sarà nessun lieto fine. 
 

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