Il gattopardo
di
Editore: Feltrinelli; 9 edizione (1 febbraio 2018)
Collana: Universale economica
Copertina flessibile: 304 pagine
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8807883821
ISBN-13: 978-8807883828
SINOSSI
Siamo in Sicilia, all'epoca del tramonto borbonico: è di scena una
famiglia della più alta aristocrazia isolana, colta nel momento
rivelatore del trapasso di regime, mentre già incalzano i tempi nuovi
(dall'anno dell'impresa dei Mille di Garibaldi la storia si prolunga
fino ai primordi del Novecento). Accentrato quasi interamente intorno a
un solo personaggio, il principe Fabrizio Salina, il romanzo, lirico e
critico insieme, ben poco concede all'intreccio e al romanzesco tanto
cari alla narrativa dell'Ottocento. L'immagine della Sicilia che invece
ci offre è un'immagine viva, animata da uno spirito alacre e
modernissimo, ampiamente consapevole della problematica storica e
politica contemporanea.
RECENSIONE
Il Gattopardo è praticamente l'unica opera narrativa del principe palermitano GISEPPE TOMASI DI LAMPEDUSA, ed è stato pubblicato nel 1958, un anno dopo la morte del suo autore. Nella sruttura centrale del racconto può essere considerato un romanzo storico, perchè la vicenda del protagonista, il principe Fabrizio Salina, grande aristocratico siciliano che nello stemma inalbera appunto l'immagine di un gattopardo, è raccontata in rapporto alla condizione politica e sociale della Sicilia e dell'Italia durante e dopo la spedizione dei Mille: una condizione che l'autore valuta alla luce della massima che il libro ha reso celebre: <<perchè tutto resti come prima occorre che tutto cambi>>. Una massima che sottintende un giudizio negativo su tutto il Risorgimento e soprattutto sugli effetti che esso ebbe nell'Italia Meridionale.
Il principe Fabrizio assiste all'evoluzione dei fatti storici con un distacco aristocratico che nasconde una profonda sofferenza: egli sente che il mondo a cui appartiene, quello della vecchia aristocrazia con i suoi privilegi, sta crollando, e che il futuro appartiene ad una nuova categoria di persone avide e rapaci, come il nipote Tancredi, oppure don Calogero Sedàra, il contadino arrichito che prepara la sua scalata sociale insieme con la figlia, l'ambiziosa e bellissima Angelica, che sarà sposa di Tancredi. Questa nuova classe dirigente non sarà migliore della vecchia aristocrazia, e la sostanza della vita politica non muterà.
Anche da questa convinzione deriva al principe una profonda, fatalistica tristezza, che lo porta a sentire la morte come unica amica. Ed è appunto il profondo senso della morte e la delusione della giovinezza e delle speranze l'anima poetica del libro, che se nella struttura appare un romanzo storico di stampo ottocentesco, nella più intima ispirazione si richiama ai grandi modelli della narrativa del decadentismo europeo.
La grande festa da ballo in casa dei principi Ponteleone: mentre la fase eroica della spedizione garibaldina è finita e vecchi e nuovi padroni si incontrano, pronti a dividersi il potere, il protagonista sente la profonda vanità della sua vita individuale e di tutto l'eterno affaccendarsi umano e viene accentuando il suo senso di estraneità fino ad una dolorosa disperazione.
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