Allis Hagtorn, giovane promessa della tv travolta da uno scandalo, decide di lasciare il lavoro e il marito e di cercare rifugio nell’anonimato di un lavoro umile. In una sorta di esilio volontario, accetta il posto di domestica al servizio di Sigurd Bagge, un quarantenne misterioso che vive appartato sulla riva di un fiordo. Allis dovrà servirgli tre pasti al giorno, occuparsi della villetta e del giardino, e lasciarlo in pace. Protetta dalla natura norvegese, tra il bosco e il mare, messa a confronto con sfide per lei inedite, come cucinare un pollo arrosto, dissodare un terreno abbandonato o respingere un’invasione di roditori, Allis si convince che la vita le abbia offerto una seconda possibilità. Ben presto, però, il fascino oscuro di quell’imprevedibile padrone di casa comincia a dominare i suoi giorni. A mano a mano che i due si avvicinano, prende corpo una domanda cruciale: chi è Sigurd Bagge, e che cosa vuole da Allis? Scritto in una lingua intensa e bellissima, il romanzo di Agnes Ravatn è attraversato da un’inquietudine strisciante. La costa deserta e isolata, uccelli hitchcockiani e colpe segrete fanno da sfondo a un thriller psicologico magistrale, una storia di paure e misfatti, reali e immaginari, segnata dalle ossessioni e dalla ricerca del controllo; una storia in cui il seducente paesaggio nordico – foreste, fiordi, parchi dalla vegetazione selvaggia – diventa esso stesso protagonista, e i due personaggi principali, ambigui, sfuggenti, indecifrabili, alimentano il senso di disagio, distillando terrore a ogni pagina.
Autore
Agnes Ravatn (1983),
scrittrice e editorialista, è una delle voci più interessanti della
letteratura norvegese contemporanea, nota per il suo stile originale e
ironico e per lo sguardo acuto sulle debolezze umane. Il tribunale degli
uccelli, già molto apprezzato dai lettori e dalla critica e in corso di
pubblicazione in dodici paesi, ha ottenuto, tra gli altri, il PEN
Translates Award, è stato candidato all’International Dublin Literary
Award e ha ispirato una trasposizione teatrale e una cinematografica.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Luci in lontananza
Storie di migranti ai confini d'Eropa
prefazione di Marco Damilano
1° ed.
2019
978-88-297-0024-0
La geografia dei flussi migratori che stanno ridisegnando
il Vecchio continente raccontata attraverso le storie di chi sfida la
sorte nella speranza di una vita migliore, per portare in superficie ciò
che etichette come «richiedenti asilo» e «migranti economici» non
sono in grado di restituire. Alla ricerca di risposte su una questione
così complessa, emergono soprattutto domande: «Vogliono raggiungere
l’Europa perché ci vive uno zio. E voi, non lo fareste? Ne hanno bisogno
per guadagnarsi da vivere. Perché nel loro paese non possono farlo?
Perché in Europa invece potrebbero riuscirci? Che rapporto c’è tra il
posto da cui provengono e quello in cui sono diretti? Perché dovrebbero
tollerare queste condizioni? A chi conviene regolare i loro spostamenti?
E quante probabilità ci sono che gli Stati che trattano i migranti con
tanta insensibilità si comportino allo stesso modo anche nei confronti
dei loro cittadini?». Mettendo al centro le singole testimonianze dei
migranti e seguendone gli spostamenti attraverso città, Stati e
continenti, Daniel Trilling traccia una cartografia della migrazione e
dell’Europa chiusa da confini nazionali, dove il mito dell’Unione
europea garante di pace tra le nazioni e prosperità si sta sfaldando di
fronte all’incapacità di tutelare quei principi di tolleranza e rispetto
per i diritti umani su cui è stata fondata. In questo percorso l’autore
include la sua stessa famiglia, scappata prima dalla Russia scossa
dalla guerra civile e poi dalla Germania nazista. Perché ogni identità,
ogni senso di appartenenza è frutto di un dislocamento precedente, del
desiderio di approdare, un giorno, a un porto sicuro.
Autore
Daniel Trilling
, giornalista britannico, dirige «New Humanist», la rivista della
Rationalist Association. Ha pubblicato articoli e reportage per «London
Review of Books», «The Guardian», «The New York Times» e «Al Jazeera».
Nel 2017 ha vinto il Migration Media Award per il miglior articolo sul
tema delle migrazioni. Nel 2013 è uscito Bloody Nasty People: The Rise
of Britian’s Far Right, finalista all’Orwell Prize.
Nessun commento:
Posta un commento