lunedì 17 febbraio 2020

RECENSIONE #27/2020 IL MUSEO DELLE PROMESSE INFRANTE by ELIZABETH BUCHAN - NORD

Il museo delle promesse infrante

 ELIZABETH BUCHAN
CASA EDITRICE NORD
Numero di pagine 396
Prezzo € 18.60
 
Entra in questo museo e scoprirai il passato. Il tuo passato.
 
Esiste un museo, a Parigi, dove non sono custoditi né quadri né statue. In questo museo si conservano emozioni: ogni oggetto – un vecchio telefono, una scarpetta bianca, un biglietto del treno – è infatti il segno concreto di un amore perduto, di una fiducia svanita, di una perdita. Cimeli donati da chi vorrebbe liberarsi dei rimorsi e andare avanti. Come la curatrice, Laure, che ha creato il Museo delle Promesse Infrante per conservare il suo ricordo più doloroso: quello della notte in cui ha dovuto dire addio al suo vero amore.

Quando Laure lascia la Francia e arriva a Praga, nell’estate del 1986, ha l’impressione di essere stata catapultata in un mondo in cui i colori sono meno vivaci, le voci meno squillanti, le risate meno sincere. Poi capisce: lì, la gente è stata costretta a dimenticare cosa sia la libertà. Eppure qualcuno non si rassegna. Come l'affascinante Tomas, incontrato per caso a uno spettacolo di marionette. Per lui, Laure è pronta a mentire, lottare, tradire. Ma ancora non sa di cosa è capace il regime, né fin dove lei dovrà spingersi per salvarsi la vita.

Laure si è pentita amaramente della scelta che ha dovuto compiere tanti anni prima ed è convinta che non avrà mai l’occasione per sistemare le cose. Eppure ben presto scoprirà che il Museo delle Promesse Infrante è un luogo in cui le storie prendono nuovo slancio, spiccano il volo verso mete inaspettate. E magari ricuciono i fili strappati dal destino. Come quelli che la legano a un uomo che aspetta solo un cenno per mantenere la sua promessa…

«Buchan scrive di un giovane amore con meravigliosa tenerezza... «Il museo delle promesse infrante» tiene incollati alla sedia ed è scritto magnificamente. »
The Times
 
«Avvincente...Questa storia cupa, scritta in modo splendido, fluisce attraverso il calor bianco del primo amore. »
Daily Mail
 
RECENSIONE 
 
Un tuffo in un passato che ancora oggi rappresenta la rottura con la tradizione e l'irruzione della modernità: Il Museo delle promesse infrante.Allinea nrella galleria il mistero, nel cuore della Parigi più elegante dove non ci sono nè quadri, nè statue. Il vero filo conduttore è il rifugio nel sogno a occhi aperti, dove l'immaginazione si scontra con la realtà. Si tratta di cimeli donati da chi vorrebbe liberarsi dei rimorsi e andare avanti. 
Oggetti imbevuti di cultura occidentale che valica frontiere e contamina storie. Ci mostra quanto siamo fragili ma ci dà un'opportunità per far esplodere la nostra fantasia e per cambiare la società in un colpo solo. Le ombre del presente arrivano attutite oltre le pareti asettiche del Museo, dove piuttosto, non sarebbe da stupirsi se all'improvviso da un vecchio giradischi iniziassero a uscire note di un tempo passato dove tutto sembra svanire in un viaggio di memoria.
 
Perchè questa idea di un universo di sentimenti sfuggenti, di ricordi chiusi nel profondo dell'anima pare accomunare il suo personalissimo album di memorie. Questo Museo rappresenta la manifestazione malinconica della complessità e della contraddizione della natura umana. Non importa se chi li guarda viene dall'Italia o dall'Europa, quegli oggetti creano un ponte, danno sempre emozioni, quelle emozioni che ogni essere umano può sentire.

Solo Tomas, procede di errore in errore perchè è così che gli esseri umani possono discriminare il bene e il male della vita. La manifestazione suprema del suo coraggio è la capacità di ascolto che lo rende <<il luogo geometrico di destini estranei>>. Solo gli altri sono capaci di ricongiungerci a noi stessi. Non resta dunque che portare in salvo qualcuno di questi oggetti, collezionare oggetti smarriti nel tentativo di arginare promesse infrante - un moto di disapprovazione e condanna trancinante per il susseguirsi degli eventi.

Oppure invita a riflettere sulla sua irrilevanza sociale e tuttavia le consegna un <<minimo incerto potere>>. Questa congettura, affidata a una <<comunità di solitari>> che sfugge alla società civile fondata su consuetudini condivise e riti consumistici, è l'unica utopia a cui Buchan affida l'umanità.
 

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