martedì 25 febbraio 2020

RECENSIONE #31/2020 LA BABYSITTER E ALTRE STORIE by ROBERT COOVER - NNEDITORE

Robert Coover 

La babysitter e altre storie

NNEDITORE 

Numero Pagine : 416
Prezzo : 20 €


Il libro

Le trenta storie di questa raccolta ripercorrono la carriera di Robert Coover, uno dei padri della letteratura americana.
Ognuna di esse si avventura oltre i confini della realtà, catapultando il lettore in universi fantastici come quelli dell’Uomo Invisibile o dei cartoni animati, oppure riscrivendo le narrazioni del mondo occidentale, dalla Bibbia alle fiabe classiche, dai film ai fumetti.
Rovesciando e moltiplicando la realtà a colpi di paradossi e contraddizioni, Coover cala i personaggi in versioni nuove e imprevedibili delle loro storie; e così facendo, personaggi e lettori si trovano insieme, stupiti e impauriti, in balìa della fantasia senza freni di uno scrittore dall’immaginario funambolico.
Con una lingua evocativa, densa, ostinatamente precisa, nella Babysitter e altre storie Robert Coover sonda gli aspetti più commoventi, sublimi e grotteschi dell’esistenza, frantumando l’inganno del mondo e portando alla luce l’indicibile che scorre sotto ogni vita come un raggiante fiume sommerso.

30 racconti per 30 traduttori

Ada Arduini, Chiara Baffa, Katia Bagnoli, Massimo Bocchiola, Luca Briasco, Guido Calza, Silvia Castoldi, Franca Cavagnoli, Gaja Cenciarelli, Matteo Colombo, Fabio Cremonesi, Serena Daniele, Riccardo Duranti, Laura Gazzarrini, Daniele A. Gewurz, Gioia Guerzoni, Eva Kampmann, Cristiana Mennella, Laura Noulian, Vito Ogro, Monica Pareschi, Silvia Pareschi, Alberto Rollo, Silvia Rota Sperti, Roberto Serrai, Chiara Stangalino, Sara Sullam, Claudia Tarolo, Martina Testa, Isabella Zani.


ROBERT COOVER

 Robert Coover (1932) è autore di romanzi e raccolte di racconti, ed è considerato uno dei padri del postmoderno americano. Ha insegnato per più di trent’anni alla Brown University, dove ha fondato l’International Writers Project, un programma rivolto a scrittori internazionali perseguitati per le loro idee e i loro scritti. Con il suo primo romanzo, The Origin of the Brunists, ha ricevuto il William Faulkner Foundation First Novel Award, e con The Public Burning (1977) è stato finalista al National Book Award. NNE pubblicherà anche il suo romanzo Huck Out West.

 

RECENSIONE
 
Il romanzo La babysitter, del 1969, tradotto da Luca Briasco, in cui <<i temi presenti>> si intrecciano, (la babysitter uccide il bambino, la babysitter viene violentata, la babysitter finisce tranquilla la sua serata di lavoro) e spetta al lettore decidere cosa è successo.

Nel romanzo Variazioni su Riccioli d'oro tradotto da Martina Testa, con i riccioli dell'intrusa i tre orsi giocano a spazzare il pavimento.

Di questa insolita impresa editoriale, quasi postmoderna, che fa conoscere Coover al pubblico si è cimentato Massimo Bocchiola, con il racconto "Il ritorno dei bambini oscuri, del 2020 - versione horror del Pifferaio magico, ma con zombi.

"E' un racconto raggelante, proprio fa paura."
 
Mi ha fatto pensare a Poe, a una fiaba incrociata con il terrore, in realtà è un racconto su ciò che ci distrugge, l'avidità, l'incapacità, di accettare i limiti e accoglierne altri. Si nota in realtà la ricchezza lessicale, la versatilità, cambia spesso registro ma, tiene sullo sfondo i miti e le fiabe.

Gli viene attribuito a Coover: realismo magico. E' un uomo che non appena il lettore nota qualcosa, lui tende a trasformarla in qualcos'altro. Aldilà delle traduzioni Coover, nella babysitter, del 1969, Borges lo definisce un modello a scatole cinesi, e poi come fosse un film, gioca a mandare avanti e indietro la scena, che cambia ogni volta. Ogni traduttore che si è trovato a lavorare al romanzo è stato particolarmente attento alle <<ricorrenze, cioè ripetizioni volute>> insomma, un vero puzzle sia per il lettore che per il traduttore.

Di interessante al di là della forma, Coover tiene a stabilire una ecletticità, <<molto avanti>>, per la sua epoca, sul gender, sulla violenza e a differenza di altri postmoderrni, non soffre il tempo.

Ogni traduttore ha trovato nel proprio racconto, il riassunto di una vita. Lo scrittore gioca 
a(ri)mandare avanti e indietro la macchina da presa. Il risultato è una vita intera in poche immagini, così lo descrive Laura Noulian che ha tradotto "Farsi una birra (2011)."

Il fratello è stato tradotto da Matteo Colombo, alludendo al racconto del 1962: privo di punteggiatura, narra la storia di un uomo che resta a terra quando arriva un diluvio, forse quello di Noè. Un tema biblico, commenta Colombo, che diventa un flusso di coscienza impetuoso, proprio come un diluvio. La lingua di Coover è quella della povrera gente, e la mette su uno sfondo grandioso ed epico.

Guido Calza ha tradotto "Il viandante del 1968", del quale Calza precisa: che è difficile distinguere quale sia il lavoro dell'autore da quello del traduttore.

Variazioni su Riccioli d'oro, del 2013, è stato tradotto da Martina Testa. Qui Coover mette al centro infiniti punti di vista. Egli lavora sulla tradizione e si diverte a reinventarla, ma c'è un altro elemento: i personaggi di questa fiaba, sanno di essere personaggi e si pensano e si guardano, come in una riflessione sul lavoro dello scrittore, che inventa storie quasi a dire: 

"Ora quali giochi scegliamo? dicono gli orsi."
 
Alla fine c'è la distruzione, la morte, ma perdersi nelle storie pur sapendo che è illusorio ci allunga la vita. Questo slancio, ideale e disilluso, ci riscalda il cuore.

 

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