venerdì 29 ottobre 2021

RECENSIONE "NELLA QUIETE DEL TEMPO" by OLGA TOKARCZUK - BOMPIANI

Il cuore a Est si affida alle frontiere. Realtà ancestrali e lacerazioni di un'immensa provincia. 

Che cosa succede nella provincia profonda di questo nostro vicinissimo Oriente, negli innumerevoli villaggi e cittadine che compongono quell'idea cangiante che è l'Europa dell'Est? 

La sintesi più profonda l'ha realizzata forse la Nobel polacca Olga Tokarcuk: Prawiek, epicentro e vera protagonista di Nella quiete del tempo, ripubblicato da Bompiani, è una città ora terragna ora eterea, sballottata tra occupanti tedeschi e russi ma in realtà appartenente a una dimensione tanto ancestrale da trascendere la storia. 

Cittadina-crocevia e cittadina-confine, è più di una <<ur-provincia>> polacca, una provincia primaria ed elevata al quadrato: potrebbe essere <<l'ur-provincia>> di ogni Europa dell'Est.

Caterina Buttitta

Narratori stranieri
Nella quiete del tempo


Il libro

Prawiek è un villaggio sospeso nel tempo, “un luogo al centro dell’universo”: percorso dai fiumi Bianca e Nera, punteggiato da alture come la Collina dei Maggiolini, ha quattro arcangeli a vegliare i suoi confini e un Tempo scandito dalle consuetudini più semplici. Le guerre e gli eventi della storia portano scompiglio anche qui, come nel resto del mondo, ma a Prawiek le giornate ruotano attorno alle preghiere, al mulino e al macinacaffè, alle nascite e alle morti, alle piccole storie degli eccentrici personaggi che lo abitano: Spighetta, che si nutre di ciò che resta dopo la mietitura; il castellano Popielski, che dedica la vita a un misterioso gioco da tavolo; Ruta, che ama i funghi più delle piante e degli animali; l’Uomo Cattivo, rimasto solo così a lungo da dimenticare la sua natura umana. Una fiaba dal passo solenne e rarefatto sulla stretta inesorabile del tempo e sul rapporto sublime e grottesco tra uomo e mondo.

“Olga Tokarczuk ci ricorda perché leggiamo romanzi: per entrare in un mondo immaginario, del tutto estraneo e infinitamente familiare allo stesso tempo.” The Prague Post

PRESENTAZIONE "MEMORIA DELLA MEMORIA" by MARIJA MICHAJLOVNA STEPANOVA - BOMPIANI

 UNA GEOMETRIA DI DIALOGO E INCONTRO

Lo scrigno della memoria di Marija Michajlovna Stepanova, <<fonde>> in una voce unica e ammaliante che ripercorre vicende umanissime della grande Storia. Al centro c'è una famiglia di:medici, architetti, bibliotecari, commercialisti e ingegneri che hanno cercato di condurre una vita tranquilla, e che pur vittime di violenze e persecuzioni sono riuscite a sopravvivere agli orrori del XX secolo. Com'è stato possibile? A questa domanda Stepanova ha attinto ad una biblioteca perduta e ritrovata di ricordi e li ha messi in dialogo con un linguaggio che segna l'evoluzione della forma narrativa contemporanea.

Caterina Buttitta


 Narratori stranieri

Memoria della memoria

Marija Michajlovna Stepanova

Marija Stepanova è nata a Mosca nel 1972, ha pubblicato racconti in riviste, dodici raccolte di poesia e due raccolte di saggi. Il suo medagliere comprende tutti i maggiori premi di poesia e letteratura europei e russi, tra cui il Pasternak nel 2005, il Big Moskow Score Prize nel 2009, il Bol’šaja Kniga Award nel 2018, il NOS Award nel 2019. Nel 2007 ha fondato la rivista indipendente online OpenSpace.ru.

mercoledì 27 ottobre 2021

RECENSIONE: PAPYRUS. L'INFINITO IN UN GIUNCO by IRENE VALLEJO - BOMPIANI


Questo libro è stato pensato e scritto, come un'opera di consapevole spessore con la storiografia letteraria cartacea. Passando quindi in rassegna lo scritto di Papyrus. L'infinito in un giunco di Irene Vallejo, Bompiani - non a giudicarlo sul metro del nostro gusto o dei nostri principi di estetica, ma a comprenderlo nel suo contesto socio-culturale, nel suo rapporto con la storia dalla quale di volta in volta sono scaturiti sforzi per la salvaguardia e con il pubblico al quale tale rassegna è diretta, nell'influenza che hanno esercitato sulla letteratura posteriore. 

Il consenso che il testo ha ottenuto, come testo da proporre nella scuola, garantisce che esso venga incontro a un'esigenza diffusa: un'esigenza di storicità e concretezza.

Nessun altro libro ha saputo raccontare la Storia vera dei libri. In un crescendo di <<viaggi>> che tradisce una genuina e irresistibile <<gioia di raccontare>>. Nessun'altra opera è stata infatti altrettanto capace di porre le basi di un genere letterario particolarmente fortunato in epoca moderna, quello dei viaggi fantastici nella storia del libro a partire dai papiri e di costituire per esso un inesauribile magazzino di tòpoi e situazioni.

Papyrus. L'infinito in un giunco

Questo è un libro sulla storia dei libri: libri di fumo, di pietra, di argilla, di giunchi, di seta, di pelle, di alberi e, ultimi arrivati, di plastica e di luce. Ma è anche un libro di viaggio che percorrendo le rotte del mondo antico fa tappa tra i canneti di papiro lungo il Nilo, sui campi di battaglia di Alessandro, tra le stanze dei palazzi di Cleopatra, nella Villa dei papiri di Ercolano prima dell’eruzione del Vesuvio, sul luogo del delitto di Ipazia, e poi nelle scuole più antiche dove si insegnava l’alfabeto, nelle prime librerie e nei laboratori di copiatura manoscritta, fino ad arrivare davanti ai roghi dove sono stati bruciati i libri proibiti, ai gulag, all’incendio della biblioteca di Sarajevo e ai sotterranei labirintici di Oxford.
Papyrus è un racconto personalissimo, dove l’esperienza autobiografica si intreccia a evocazioni letterarie e a storie antiche, e dove un filo invisibile collega i classici con il frenetico mondo contemporaneo e i dibattiti più attuali: Erodoto e i “fatti alternativi”, Aristofane e i processi agli umoristi, Tito Livio e il fenomeno dei fan, Saffo e la voce letteraria delle donne, Seneca e la post-verità. Ma questo libro è soprattutto una favolosa avventura collettiva che ha come protagoniste le migliaia di persone che nel corso del tempo hanno salvato e protetto i libri: cantori, scribi, miniatori, traduttori, venditori ambulanti, insegnanti, maestri, spie, ribelli, suore, schiavi, avventurieri... lettori al riparo delle montagne o di fronte al mare in tempesta, nelle grandi capitali dove l’energia si concentra o nelle comunità più remote dove il sapere si rifugia quando infuria il caos.

“L’amore per i libri e per la lettura è l’atmosfera in cui si snodano le pagine di questo capolavoro.”
Mario Vargas Llosa

“Una delle cose più belle, divertenti, istruttive e ben scritte che si sono lette da molti anni a questa parte.”
Fernando Aramburu
 

Irene Vallejo

Irene Vallejo (Saragozza, 1979) è una filologa e scrittrice spagnola. Nel 2007 ha conseguito il dottorato europeo in due università, quella di Saragozza e quella degli Studi di Firenze, con una tesi sul canone letterario grecolatino. Svolge un’intensa attività di divulgazione sul mondo classico tenendo corsi e conferenze e ha una rubrica settimanale su El País.

 

martedì 26 ottobre 2021

PRESENTAZIONE: LE CURE DELLA CASA by STEFANIA BERTOLA, EINAUDI, 2021 I coralli.

La filosofia ha dimenticato lo spazio domestico a cui è legata molto più di quanto pensiamo. 

Noi <<facciamo casa>>  ma al contempo la casa <<ci fa>>: lampada, sedie, tavoli, oggetti, e tavoli esercitano un effetto su di noi. 

Che cos'è oggi <<casa>>?

Caterina Buttitta


Stefania Bertola
Le cure della casa
Einaudi
2021
I coralli
pp. 248
€ 17,50
 
Un romanzo irresistibile, una miscela perfetta di grazia e umorismo.

«A noi due, casa. Siamo sole, adesso. Una di fronte all'altra, come Gary Cooper e quell'altro in Mezzogiorno di fuoco».
 
 

Il libro

Tutti la chiamano Lilli e il suo sogno segreto, incomprensibile agli occhi del marito e della madre, è fare la casalinga. Ora che la sua colf si è licenziata potrà finalmente dedicarsi a esplorare a fondo i misteri delle faccende domestiche. Perché gli aspirabriciole non aspirano né le briciole né nient’altro? Cosa si nasconde nella Jungla Nera del frigorifero? A queste e altre domande Lilli cerca di rispondere in un quaderno destinato alla figlia. Ma c’è una domanda a cui non riesce a trovare la risposta: dov’è finita la sua amica delle elementari, la bambina con cui aveva condiviso l’organizzazione domestica dei Cicciobello? Noemi sembra scomparsa nel nulla, e Lilli s’improvvisa detective con l’aiuto di vecchie compagne, contesse, giornalisti e altri alleati estemporanei. Un romanzo magnetico, con tanto d’istruzioni per l’uso (della casa e della vita).

 

Lilli ha quarantotto anni, ha appena perso il lavoro ma per fortuna zia Mariangela le ha lasciato un’insperata fonte di reddito. Quale momento migliore per realizzare il sogno inconfessabile di dedicarsi anima e corpo alle cure della casa? Il marito Francesco non si capacita, l’amica Cecilia alza le spalle, la figlia Iris ride, la madre inorridisce, ma Lilli osserva beata se stessa pulire la cucina, ammucchiare spugnette multicolori, inventare definitive sistemazioni di quel mondo a parte e sempre provvisorio che è la dispensa. E perché tutto questo sapere ballerino non vada perduto, annota su un quaderno i consigli pratici da tramandare alla figlia in forma di schede. Come evitare che gli spaghetti una volta aperti scappino da tutte le parti? Per quale arcano motivo nel cambio di stagione dell’armadio è indispensabile la naftalina? Perché le pattine sono improvvisamente scomparse dalla circolazione? Lilli, però, ha anche un marito con un progetto pericoloso, una figlia che da un giorno all’altro minaccia di abbandonare gli studi per darsi all’uncinetto, un’amica che rischia di diventare madre di tre figli complicati. Ma soprattutto non fa che chiedersi: dov’è finita Noemi? La sua compagna delle elementari che le ha fatto scoprire le meraviglie della Maglieria Magica sembra scomparsa senza lasciare traccia. Ma Lilli è un osso duro e non si dà per vinta: la troverà. Perché è una casalinga guerriera, e tutti se ne accorgeranno.

 
 

domenica 24 ottobre 2021

PRESENTAZIONE: LA FELICITA' DEL LUPO by PAOLO COGNETTI - EINAUDI

Mentre leggevo il romanzo La felicità del lupo di Paolo Cognetti ho provato qualcosa di primitivo e primordiale dentro di me. Ho perso un pò della mia domesticazione. Ci sono così tante piccole ricompense che ci incoraggiano a fingerci morti, ora più che in qualsiasi altro momento della storia umana. La più alta ambizione dell'arte è liberarci dal nostro addestramento e ricordarci le nostre vere identità.

Caterina Buttitta

 

PAOLO COGNETTI

LA FELICITA' DEL LUPO

EINAUDI - 2021 Supercoralli

pp. 152
€ 18,00
 
«Silvia rise. E di cosa sa gennaio? Di cosa sapeva gennaio? Fumo di stufa. Prati secchi e gelati in attesa della neve. Il corpo nudo di una ragazza dopo una lunga solitudine. Sapeva di miracolo».

Fausto si è rifugiato in montagna perché voleva scomparire, Silvia sta cercando qualcosa di sé per poi ripartire verso chissà dove. Lui ha quarant'anni, lei ventisette: provano a toccarsi, una notte, mentre Fontana Fredda si prepara per l'inverno. Intorno a loro ci sono Babette e il suo ristorante, e poi un rifugio a piú di tremila metri, Santorso che sa tutto della valle, distese di nevi e d'erba che allargano il respiro. Persino il lupo, che mancava da un secolo, sembra aver fatto ritorno. Anche lui in cerca della sua felicità.
 

Il libro

Arrivato alla fine di una lunga relazione, Fausto cerca rifugio tra i sentieri dove camminava da bambino. A Fontana Fredda incontra Babette, anche lei fuggita da Milano molto tempo prima, che gli propone di fare il cuoco nel suo ristorante, tra gli sciatori della piccola pista e gli operai della seggiovia. Silvia è lí che serve ai tavoli, e non sa ancora se la montagna è il nascondiglio di un inverno o un desiderio duraturo, se prima o poi riuscirà a trovare il suo passo e se è pronta ad accordarlo a quello di Fausto. E poi c’è Santorso, che vede lungo e beve troppo, e scopre di essersi affezionato a quel forestiero dai modi spicci, capace di camminare in silenzio come un montanaro. Mentre cucina per i gattisti che d’inverno battono la pista e per i boscaioli che d’estate profumano il bosco impilando cataste di tronchi, Fausto ritrova il gusto per le cose e per la cura degli altri, assapora il desiderio del corpo e l’abbandono. Che esista o no, il luogo della felicità, lui sente di essere esattamente dove deve stare. Di Paolo Cognetti conosciamo lo sguardo luminoso e la voce limpida, il dono di osservare le relazioni umane nel loro dialogo ininterrotto con la natura, che siano i boschi di larici dei duemila metri o il paesaggio di roccia e ghiaccio dei tremila. Con le loro ferite e irrequietezze, quando scappano e quando poi fanno ritorno, i suoi personaggi ci sembrano amici che conosciamo da sempre, di quelli rari. È per questo, forse, che tra le pagine vive di questo libro purificatore abbiamo l’impressione di attraversare non le stagioni di un anno, ma di una vita intera.

 


SALONE DEL LIBRO DI TORINO 2021. LIBRI ACQUISTATI.

 EINAUDI

 




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 VOLAND

Vincitore del Premio Strega Europeo 2021
Il nuovo, attesissimo romanzo di Georgi Gospodinov ci porta a Zurigo, Sofia, Vienna, Sarajevo, Brooklyn, e in altri luoghi e tempi, e ci mette di fronte a tutta l'incertezza del futuro, mescolando satira e nostalgia, storia e ironia, in un irresistibile viaggio nello sconfinato continente di ieri.

Voland, 2021

Il libro

Vincitore del Premio Strega Europeo 2021
Il nuovo, attesissimo romanzo di Georgi Gospodinov ci porta a Zurigo, Sofia, Vienna, Sarajevo, Brooklyn, e in altri luoghi e tempi, e ci mette di fronte a tutta l'incertezza del futuro, mescolando satira e nostalgia, storia e ironia, in un irresistibile viaggio nello sconfinato continente di ieri.

«Cronorifugio è un innesto esondante d’invenzione su fatti storici, è l’esplorazione nostalgica e ironica di un secolo andato» - Nadia Terranova, Robinson

 
 
MIRAGGI EDIZIONI
 
PREMIO ITALO CALVINO 
 

 I PELLICANI (Scafiblu)
SERGIO LA CHIUSA
MIRAGGI EDIZIONI
Pagine 105
Euro 17,00










 
KRAKATITE
KAREL CAPEK
MIRAGGI EDIZIONI
IL BRUCIACADAVERI
LADISLAV FULKS
MIRAGGI EDIZIONI

IPERBOREA
 
IL VIAGGIATORE
STIG DAGERMAN
IPERBOREA
 TERRA ROSSA EDIZIONI

L'IMITAZIONE DEL VERO
EZIO SINIGAGLIA
TERRA ROSSA EDIZIONI


 FIFTY- FIFTY
EZIO SINIGAGLIA
TERRA ROSSA EDIZIONI

venerdì 22 ottobre 2021

RECENSIONE: ILLUSIONE EPREGIUDIZIO by REMO CANTONI - IL SAGGIATORE - MILANO, 1967

 IL PROGRESSO DISCUSSO

Crediamo ancora nel progresso, in questa grande idea che da oltre due secoli domina i nostri orizzonti intellettuali?

Caterina Buttitta


REMO CANTONI

ILLUSIONE E PREGIUDIZIO

IL SAGGIATORE

MILANO, 1967







 

 RECENSIONE

Nella realtà attuale non esiste più la ragione per credere che il progresso scientifico e tecnico corrisponda per credere che il progresso scientifico corrisponda a un progresso assoluto, a un perfezionamento morale e culturale dell'uomo. 

I mezzi a disposizione, grazie alle grandi rivoluzioni specialmente scientifiche e tecnologiche, dovrebbero consentire di sperare in un futuro positivo; eppure un senso costante di angoscia e paura grava su tutti, a causa dei rischi e delle minacce della nostra epoca di transizione.

Di fronte a questa complessa problematica c'è chi assume un atteggiamento di estremo pessimismo, chi invece crede ancora nelle possibilità che ha l'uomodi poter decidere le sorti del suo destino. 

Il filosofo Remo Cantoni, nelle pagine del libro Illusione e Pregiudizio, Il Saggiatore, Milano, 1967, pur escludendo un'idea di progresso illimitato come si era andata affermando nei secoli diciassettesimo e diciottesimo, contesta il fatalismo e l'inerzia <<perchè nè il bene nè il male si compiono come un fatto al di sopra della nostra testa>>.


martedì 19 ottobre 2021

RECENSIONE "ATTI DI SOTTOMISSIONE" by MEGAN NOLAN - NNE

Tragedia di un uomo che detesta le donne.


Megan Nolan racconta una storia di dolore e violenza in cui la scrittura procede dura, senza metafore. Ma il testo non è un'apologia dell'odio, piuttosto un'elegia della nostra lotta all'odio. Quello dentro di noi.

 

Megan Nolan 

Atti di sottomissione

Traduttore : Tiziano Lo Porto
Numero Pagine : 304
Prezzo : 19 €
In libreria da : 30-09-2021

 

 

 Il libro

Quando lei, giovane e travolta dalla Dublino notturna, incontra lui, Ciaran, bello e risoluto, succede qualcosa di semplice e straordinario: l’attrazione rompe gli argini, si mescola alle fragilità e alle paure, diventa il significato stesso del vivere. Nasce così una relazione che per la protagonista è un alternarsi di estasi e sofferenza, di gelosia sfrenata unita a un piacere così intenso e bruciante da creare dipendenza: lei vuole annullarsi nel corpo di lui, dissolversi nei desideri fino a non lasciare più spazio alla propria identità. Mentre Ciaran, uomo emotivamente incapace e ferito, non trattiene i propri atteggiamenti malsani e crudeli. Fino all’epilogo, distruttivo e liberatorio, che apre la strada a una fuga e una rinascita.

Megan Nolan racconta una storia di anti-amore, interrogandosi su cosa significa vivere in funzione del desiderio altrui, della volontà di essere amate a tutti i costi, rinunciando a ogni filtro che non sia lo sguardo dell’altro. Attraverso un serrato monologo interiore, sincero come il cristallo, Atti di sottomissioneparla della seduzione del nulla, che può piegare il senso stesso dell’amore rovesciando certezze, moralismi, rivendicazioni e cliché, in un’estenuante battaglia interiore per la conquista delle proprie emozioni.


 


MEGAN NOLAN 

Megan Nolan (1990) è nata in Irlanda e vive a Londra. I suoi saggi, fiction e articoli sono stati pubblicati su The New York Times, The White Review,The Sunday Times, The Village Voice,The Guardian e nell’antologia Winter Papers. Salutato dalla critica come uno dei migliori esordi del 2021, Atti di sottomissione è il suo primo romanzo.

 

 

 

 

 


 

 RECENSIONE

C'è molto dolore e molto odio, e molta violenza, nel romanzo (NNE) di Megan Nolan. E sono odio e violenza di un genere che farà discutere, perchè il bersaglio sono le donne. Tutte. Quasi tutte. Dove gemiti lugubre di piacere è regina. Sembra. Poi però le pagine scorrono. E solo dopo esserci passato ti accorgi che la storia non è un'apologia dell'odio, ma un'elegia tragica della nostra lotta eterna all'odio. Non quello di fuori di noi. Quello dentro. 

La storia - scritta da Nolan con una sovrapposizione diaristica tra autore e personaggio che se non ricordassimo che si tratta di un romanzo, potrebbe portare davvero a chiedergli: <<Ma sul serio Nolan?>>

E veniamo alla lotta tra le due anime protagoniste che in questa storia si confrontano. A partire dallo stile. Perchè da una parte c'è il personaggio che parla di sè. E dice cose tipo queste:

“Perché dovrei dire che i cattivi sono loro, e io la buona, e poi limitarmi a osservare cosa accade nel mondo? Il potere che gli uomini hanno avuto su di me, più che una ragione per odiarli, mi sembra un dato di fatto. Non avrei potuto scegliere altri grandi amori invece degli uomini che ho scelto di amare?”. Avrebbe potuto, ma è intrappolata in un vizioso autolesionismo e sceglie di non volerlo.

E  nel racconto del personaggio o nel racconto del suo vissuto non manca niente, il tutto unito alle violenze, privazioni subite. E c'è la differenza tra le lacrime del dolore umano, che subito passano, e quelle del dolore della natura. E ce n'è almeno una, di donna, che <<era riuscita a tirare fuori la parte buona di me, quell'anima che non sapevo di avere>>. 

E alla fine, dopo aver letto l'ultima pagina, la mia nota personale: <<A volte ricordare che picconare intere montagne di ghiaccio per trovare quell'unica stilla di fuoco. Toccare il fondo di una fobia d'odio per risalire con una goccia d'amore>>.

 

 

venerdì 15 ottobre 2021

RECENSIONE "LE SCRITTRICI DELLA NOTTE" by LOREDNA LIPPERINI - IL SAGGIATORE

 NOTTE DA INCUBO NEI LABIRINTI DEL SIMULACRO

ANIME BRUCIATE INTORNO ALLA NOTTE

Caterina Buttitta

 

LOREDANA LIPPERINI

LE SCRITTRICI DELLA NOTTE

IL SAGGIATORE

Pagine 208

Euro 19,00

«C’è uno strano equivoco che,
specie negli ultimi anni, coinvolge il romanzo:
pretendere che la letteratura racconti la realtà.
Tuttavia bisogna cercare, tramite il fantastico,
forme di reincanto, tra cui il confronto,
continuo, con il Male.»



Il Libro


Cimiteri infestati, bare inchiodate troppo in fretta, corpi
palpitanti di terrore, simulacri in cui albergano divinità in-
trappolate e spettri assassini di donne innamorate. Loreda-
na Lipperini indice una seduta spiritica e chiama a raccolta
le scrittrici della notte: donne che hanno sfidato il canone
letterario, che si sono cimentate con il fantastico e con il
perturbante e ancora terrorizzano chi mette gli occhi sulle
loro pagine. La corona di racconti composta da Loredana
Lipperini mostra tutte le sfumature nella palette del buio
letterario. Troviamo il gotico spettrale di Carolina Inverni-
zio e Marchesa Colombi, la tensione al sublime e all’eroico
di Paola Masino, il fantastico frammisto al folklore di Grazia
Deledda e Matilde Serao, la fusione di ricordo e fantastiche-
ria di Anna Maria Ortese, la visionarietà poetica di Gilda
Musa e Chiara Palazzolo – due autrici che hanno scardinato
i cancelli della letteratura di genere e che, come Paola Ca-
priolo, hanno saputo aprire il fantastico a nuove, contem-
poranee vastità. Instancabile esploratrice di libri, Loredana
Lipperini scava nella terra del nostro passato letterario e ne
riemerge con nuove possibilità per il lettore del presente e
del futuro, componendo con Le scrittrici della notte l’anto -
logia definitiva dell’orrore al femminile; il canone inverso
dell’inquietudine più dolce e terribile che la nostra lettera-
tura abbia conosciuto-

Loredana Lipperini (Roma, 1956) è una giorna-
lista, scrittrice e conduttrice radiofonica. Condu-
ce il programma Fahrenheit su Radio 3, collabora
con diverse testate nazionali e cura il blog Lip-
peratura. Ha pubblicato saggi e romanzi, tra cui
Di mamma ce n’è più d’una (Feltrinelli, 2013), An-
cora dalla parte delle bambine (Feltrinelli, 2014),
L’arrivo di Saturno (Bompiani, 2017), Magia nera
(Bompiani, 2019), Non è un paese per vecchie
(Bompiani, 2020) e La notte si avvicina (Bompia-
ni, 2020).

 

RECENSIONE

Anche glie eroi hanno paura, soprattutto quando si trovano per la prima volta di fronte al Male. Un romanzo a più voci: con ogni personaggio che la pronuncia con un proprio modo, tono e linguaggio. Anche se non tutti i personaggi hanno una propria voce diretta.

Ed è la voce del Male, ossia di chi, nel combatterlo osessivamente ha finito per incarnarlo; una voce, in questo caso, meditata dai racconti dei personaggi che sono venuti a contatto. Ed è tema, quello del Male, che passa nel romanzo non senza tracce del passato, ma che si ritrova a incrociare strettamente quello dell'amore.

Un meccanismo perfetto, sorprendente, che ci costringe a confrontarci con quanto è diventato difficile per la Letteratura il confronto continuo con il Male. Umano e Disumano convivono nella storia universale, ma oggi l'equilibrio si è ancora una volta spezzato.

Il libro si divide in tre parti: Sepolture, Violazioni, Visioni. Sono tutte donne scrittrici è questo le ha relegate a Demonio del Diavolo. C'è un'esposizione personale, basta per esplodere. Niente memorie intime, per scrivere bisogna esagerare. Le idee di certo dovrebbero essere più flessibili delle ossa.

Sono proprio le donne a raccontare e riassumere quelle vite, sulla cui fine aleggia un mistero. Le voci, dianzi ai corpi distesi, cimieri,simulacri, riattivano il passato e lo ricompongono attraverso la frammentarietà di ricordi che, si alternano in sessioni nel tentativo di risvegliarla. 

Ricordi dalla espressività arruffata, proprio della stessa vita dei personaggi, nelle quali si rivivono momenti felicità e scoperta del sesso. Ricordi, e presente, con cadenze di parlato che si traducono in urla, per una lingua della realtà più che della possibilità, pur senza mai dismettere la speranza. 

E infine, e soprattutto c'è la voce mentale, nel rivivere un suo passato ricco di segni, e però a sua volta divisa, tra il lasciarsi andare e il resistere. La Lipperini gestisce sapientemente la mimesi linguistica per ciascuno dei personaggi, dal rilasciarsi all'accumulo anche sintattico, alla frammentazione nel trascorrere dal dialogico al riflessivo.

 

lunedì 11 ottobre 2021

RECENSIONE "L'ARTE DELLA GIOIA" by GOLIARDA SAPIENZA - EINAUDI SUPER ET

  «Il tempo lavorerà a favore dei libri di Goliarda Sapienza. E questo non è un augurio: è una convinzione».

Cesare Garboli

 

GOLIARDA SAPIENZA

L'ARTE DELLA GIOIA

EINAUDI - SUPER ET

pp. 552
€ 15,00
Postfazione a cura di
Prefazione a cura di
 

 

Il libro

L’arte della gioia è un libro postumo: giaceva da vent’anni abbandonato in una cassapanca e, dopo essere stato rifiutato dai principali editori italiani, venne stampato in pochi esemplari da Stampa Alternativa nel 1998. Ma soltanto quando uscí all’estero – in Francia, Germania e Spagna – ricevette il giusto riconoscimento. Nel romanzo, tutto ruota intorno alla figura di Modesta: una donna vitale e scomoda, potentemente immorale secondo la morale comune. Una donna siciliana, una «carusa tosta» in cui si fondono carnalità e intelletto, che attraversa bufere storiche e tempeste sentimentali protetta da un infallibile talismano interiore: «l’arte della gioia». Modesta nasce il primo gennaio del 1900 in una casa povera, in una terra ancora piú povera. Ma fin dall’inizio è consapevole, con il corpo e con la mente, di essere destinata a una vita che va ben oltre i confini del suo villaggio e della sua condizione. Ancora ragazzina è mandata in un convento e da lí, alla morte della madre superiora che la proteggeva, in un palazzo di nobili. Qui il suo enorme talento e la sua intelligenza machiavellica, le permettono di controllare i cordoni della borsa di casa, e di convertirsi in aristocratica attraverso un matrimonio di convenienza. Tutto ciò senza mai smettere di sedurre uomini e donne di ogni tipo. Amica generosa, madre affettuosa, amante sensuale, Modesta attraversa la storia del Novecento con quella forza che distingue ogni grande personaggio della letteratura universale.

 
RECENSIONE

Goliarda Sapienza, qui dichiara d'essere nata per amare, nata e rinata ancora. C'è un femminile scelto e consapevole nell'intera storia. Chi scrive è Sapienza attraverso il personaggio di Modesta, che vuole restare stessa, ogni stessa che è stata, Modesta sceglierà il rituale che inizia a mettere in discussione la capacità delle parole stesse: <<In nessuna bocca c'erao parole degne d'esser dette>>. 

L'arte della gioia è un romanzo sull'amore. Vibra dell'amore tra donne: pastoso, passionale, discontinuo e della crescita di una ragazza attraverso inquietudini, piaceri e solitudini. 

Ci vorrà distanza, ma poi i nostri corpi dimenticheranno. Si espande ovunque un senso di mancanza. La solitudine non s'incarna nella presenza di una sola ma è scandita dall'assenza dell'altra. Tutto è pervaso dal posto vacante lasciato da lei. 

<<Vedo la forma del tuo corpo in ogni ramo nudo>>, che rende il mondo intero insopportabile, in un'atmosfera generale che ricorda, in più occasioni. 

Corpi femminili si addensano nella lontananza, per Modesta, ancora una volta crescere fa male, avviene in mezzo a perdite e segreti, avviene tra donne che si amano e si feriscono. Il tempo viene di continuo scardinato, preso in giro, per tornare a sè stesse, un fiuto tiranno.

La voce di Modesta, si staglia potente per le vie della città, nei boschi urbani, sussurra nelle stanze, nelle case ed è sempre carnale, una mappatura ininterrotta dei propri desideri, delle miserie e delle potenze che sappiamo generare, del dolore dei nuovi inizi.

Il corpo femminile: <è un luogo abitato da amore che muta in ferocia, da mancanza che si trasforma in scoperta, cinismo che si alterna a piacere:<<Viveva del tuo amore, ti credevo un Dio e ogni volta mi ammazzavi>>. La scrittura di Goliarda Sapienza, così corporea, primigenia.

Il tempo non va a ritroso, ci conduce dal dolore alla gioia, verso la comprensione di cosa sia l'amore. La scrittura di Sapienza si fa dirompente nel quotidiano di una vita riscoperta. Ci sono lenzuola nuove, foreste e radici di alberi, premestruo condiviso e stelle. C'è il nome di lei che come una farfalla cercava di spiccare il volo. C'è l'amore ferocemente vivo. Il dolore è al tempo passato. 

Il romanzo L'arte della gioia parla della passione timida e non risolta di Modesta, parla di un rincorrersi al centro della sua opera e del suo sguardo plurale e in continua metamorfosi.

L'afferrmazione di passa attraverso la scoperta del limite tra i nostri sentimenti e il mondo. Stavolta c'è un'espressione personale senza maschere, la parola prende le sembianze del diario di una ragazza che tra tenacia e spaesamenti diventa adulta. 


 Citazioni del Libro

“Bisognava essere liberi, approfittare di ogni attimo, sperimentare ogni passo di quella passeggiata che chiamiamo vita. Liberi di osservare, di studiare, di guardare dalla finestra, di spiare fra quel bosco di palazzi ogni luce che dal mare si insinua fra le imposte…”

-Noi dall’isola abbiamo donne guerriere nella memoria, donne che con la spada fanno carneficina di chi le offende.
-Sono forse sante?
-Niente Sante! Paladine valenti e senza paura, all’altezza d’Orlando nel roteare la durlindana.

 

sabato 9 ottobre 2021

NOBEL PER LA PACE: MARIA RESSA - DMITRY MURATOV - LA PACE DEVIATA -

Nobel per la pace ai giornalisti Ressa e Muratov. «Hanno difeso libertà di espressione»

LA PACE DEVIATA

Caterina Buttitta



La Royal Swedish Academy ha assegnato il Nobel per la pace 2021 alla giornalista filippina Maria Ressa e al giornalista russo Dmitry Muratov «per i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, che è precondizione per la democrazia e per una pace duratura».

Per molto tempo - forse per il resto della vita - Ressa e Muratov, vanno incontro ad un ignoto destino dal quale poi poter fuggire per salvaguardare <<la verità>>.

Dove misuro <<la verita?>> 

Scegli gli diranno: da quale parte stare: o sei uno scrittore o fai il giornalista. Nel primo caso l'identità sarà formata dalla qualità dello stile, la credibilità dal fascino della storia, l'affidabilità dalla verosomiglianza dello scritto. Nel secondo l'identità è la chiarezza della prova, la credibilità risiede nell'inconfutabilità del fatto, l'affidabilità nella giusta distanza da ciò che racconti. 

Per entrambi i Nobel e coinvolgimento, rigore e impertubabilità. Ecco che Ressa e Muratov riescono con una strategia personale a porsi completamente ancorati alla verità, a conservare gli aspetti narrativi che avvicinano storie distanti - distanza fisica e distanza culturale. Un mondo sconosciuto diventa vicinissimo, meccanismi geopolitici complessi diventano accessibili.


venerdì 8 ottobre 2021

ABDULRAZAK GURNAH PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2021- RECENSIONE IL DISERTORE DI ABDULRAZAK GURNAH - RECENSIONE: PARADISO DI ABDULRAZAK GURNAH - LA NAVE DI TESEO

 E' stato annunciato il vincitore del NOBEL PER LA LETTERATURA 2021 va allo  scrittore tanzaniano

Abdulrazak Gurnah

Uno sguardo severo e schietto, ma anche capace di autocritica e di ottimismo di un credente nella ragione. "A tutti coloro che si sono battuti e si battono per la libertà di scelta di fronte alla vita e alla morte".

Caterina Buttitta

Quando si prende in mano un romanzo come di  Abdulrazak Gurnah, la prima cosa che colpisce è il rispetto. Ancor più, forse, a chi i libri li scrive e sa quanto costi riempirli in modo coerente e quanto tale costo si moltiplichi esponenziale all'aumentare delle pagine. 

Abdulrazak Gurnah è stato premiato per la"intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti”. Il suo "Il disertore", edito nel 2006 da Garzanti, è ormai introvabile.

Possibile che un autore di un così alto prestigio sia dimenticto in Italia? 

La storia dell'editoria ci insegna che, sì, è possibile, ma ci insegna anche che, prima o poi, ciò che vale qualcosa tende ad emergere. 

Lo scrittore tanzaniano è autore di “Il disertore”, “Paradiso” e “Sulla riva del mare”, pubblicati in italiano da Garzanti

RECENSIONE 

“Il disertore”

Il suo capolavoro “Il disertore” si impone come accorata e precisa esplorazione del modo in cui la memoria ci consola e ci delude.

Protagonista del romanzo è Hassanali, che è diretto verso la moschea, ma dal deserto emerge la sagoma di un inglese, che crolla esausto ai suoi piedi. Martin Pearce, viaggiatore, scrittore e studioso dell’Oriente, ha attraversato il deserto ed è allo stremo. Hassanali lo salva e lo porta nella casa dell’unico bianco della cittadina, un ufficiale. Quando Pearce torna a ringraziare Hassanali per averlo salvato, incontra anche sua sorella Rehana: resta immediatamente affascinato dal suo sguardo e in questa città ai margini dell’impero, affacciata sulla costa africana dell’Oceano Indiano, nasce una storia d’amore destinata a riverberarsi per tre generazioni.

RECENSIONE
“Paradiso”

Tradotto in italiano da Garzanti nel 2007, è ambientato in Kenia, alla vigilia della prima guerra mondiale. Il protagonista è Yusuf, che ha solo 12 anni quando suo padre lo affida allo zio Aziz, un ricco mercante. Vicino a Mombasa, nella bottega di Aziz, il ragazzo scopre che non si tratta di suo zio, ma del suo padrone. Venduto per pagare i debiti del padre, è costretto a lavorare duramente. Poi un giorno Aziz decide di portarlo con sé per un lungo viaggio all’interno del continente africano. Yusuf conosce la morte e la violenza e impara le difficili regole di convivenza di un mondo sull’orlo del conflitto, dove musulmani, missionari cristiani e indiani coesistono in un fragile equilibrio. Al ritorno Yusuf è un altro: un giovane robusto e avvenente. È ancora schiavo, ma a dargli la libertà del cuore c’è l’amore, quello per la giovane ancella della padrona, Amina. Ma la ragazza cela un terribile segreto e, mentre il colonialismo europeo stringerà le sue maglie sul continente africano, Yusuf capirà il cammino che dovrà intraprendere.

 


                                                      

RECENSIONE: OLIVA DENARO by VIOLA ARDONE EINAUDI - STILE LIBERO BIG

 DALL'AUTRICE DE IL TRENO DEI BAMBINI

 LA VOCE CHE SCOLPISCE ANCHE L'ANIMA

Caterina Buttitta


VIOLA ARDONE

OLIVA DENARO

EINAUDI - STILE LIBERO BIG

pp. 312
€ 18,00
 
La colpa e il desiderio di essere liberi in un romanzo di struggente bellezza.

Dopo lo straordinario successo de Il treno dei bambini, Viola Ardone torna con un'intensa storia di formazione. Quella di una ragazza che vuole essere libera in un'epoca in cui nascere donna è una condanna. Un personaggio femminile incantevole, che è impossibile non amare. Un rapporto fra padre e figlia osservato con una delicatezza e una profondità che commuovono.
 
 
Il libro 
 

«Io non lo so se sono favorevole al matrimonio. Per questo in strada vado sempre di corsa: il respiro dei maschi è come il soffio di un mantice che ha mani e può arrivare a toccare le carni».

È il 1960, Oliva Denaro ha quindici anni, abita in un paesino della Sicilia e fin da piccola sa – glielo ripete ossessivamente la madre – che «la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia». Le piace studiare e imparare parole difficili, correre «a scattafiato», copiare di nascosto su un quaderno i volti delle stelle del cinema (anche se i film non può andare a vederli, perché «fanno venire i grilli per la testa»), cercare le lumache con il padre, tirare pietre con la fionda a chi schernisce il suo amico Saro. Non le piace invece l’idea di avere «il marchese», perché da quel momento in poi queste cose non potrà piú farle, e dovrà difendersi dai maschi per arrivare intatta al matrimonio. Quando il tacito sistema di oppressione femminile in cui vive la costringe ad accettare un abuso, Oliva si ribella e oppone il proprio diritto di scelta, pagando il prezzo di quel no. Viola Ardone sa trasformare magnificamente la Storia in storia raccontando le contraddizioni dell’amore, tra padri e figlie, tra madri e figlie, e l’ambiguità del desiderio, che lusinga e spaventa, soprattutto se è imposto con la forza. La sua scrittura scandaglia la violenza dei ruoli sociali, che riguarda tutti, uomini compresi. Se Oliva Denaro è un personaggio indimenticabile, quel suo padre silenzioso, che la lascia decidere, con tutto lo smarrimento che dover decidere implica per lei, è una delle figure maschili piú toccanti della recente narrativa italiana.

 
RECENSIONE
 

Distilla poesia e regala immagini di grande suggestione questo romanzo di Viola Ardone. Si tratta della storia di Oliva Denaro, dal cui nucleo scaturiscono pagine di intenso lirismo, governate con mano ferma da una scrittura meditata e curata, che trova nella descrizione dei paesaggi e nello scavo degli stati d'animo (spesso due facce della stessa medaglia), la sua cifra migliore.

L'amore perduto, l'angoscia della solitudine, il terrore del vuoto che tutto questo produce nell'animo di Oliva sono scandagliati in ogni possibile anfratto della scrittrice che, accompagna passo passo la protagonista nella sua lotta per uscire dal pantano del dolore e superare l'ossessione che <<si esaurisce da sola o esaurisce la sua preda, il sè - unico e solo, e poi il mondo intorno comincia a farsi riconoscere come una persona che torna dopo tanti anni che è stata cacciata via, traboccante della sua stessa vita>>. 

Lei, sia pure, con fatica, la sua ossessione riuscirà a superarla ma soltanto dopo aver lottato <<nella cella della propria mente (...) per diventare tante altre persone, e così trovare il proprio posto.