venerdì 8 ottobre 2021

ABDULRAZAK GURNAH PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA 2021- RECENSIONE IL DISERTORE DI ABDULRAZAK GURNAH - RECENSIONE: PARADISO DI ABDULRAZAK GURNAH - LA NAVE DI TESEO

 E' stato annunciato il vincitore del NOBEL PER LA LETTERATURA 2021 va allo  scrittore tanzaniano

Abdulrazak Gurnah

Uno sguardo severo e schietto, ma anche capace di autocritica e di ottimismo di un credente nella ragione. "A tutti coloro che si sono battuti e si battono per la libertà di scelta di fronte alla vita e alla morte".

Caterina Buttitta

Quando si prende in mano un romanzo come di  Abdulrazak Gurnah, la prima cosa che colpisce è il rispetto. Ancor più, forse, a chi i libri li scrive e sa quanto costi riempirli in modo coerente e quanto tale costo si moltiplichi esponenziale all'aumentare delle pagine. 

Abdulrazak Gurnah è stato premiato per la"intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti”. Il suo "Il disertore", edito nel 2006 da Garzanti, è ormai introvabile.

Possibile che un autore di un così alto prestigio sia dimenticto in Italia? 

La storia dell'editoria ci insegna che, sì, è possibile, ma ci insegna anche che, prima o poi, ciò che vale qualcosa tende ad emergere. 

Lo scrittore tanzaniano è autore di “Il disertore”, “Paradiso” e “Sulla riva del mare”, pubblicati in italiano da Garzanti

RECENSIONE 

“Il disertore”

Il suo capolavoro “Il disertore” si impone come accorata e precisa esplorazione del modo in cui la memoria ci consola e ci delude.

Protagonista del romanzo è Hassanali, che è diretto verso la moschea, ma dal deserto emerge la sagoma di un inglese, che crolla esausto ai suoi piedi. Martin Pearce, viaggiatore, scrittore e studioso dell’Oriente, ha attraversato il deserto ed è allo stremo. Hassanali lo salva e lo porta nella casa dell’unico bianco della cittadina, un ufficiale. Quando Pearce torna a ringraziare Hassanali per averlo salvato, incontra anche sua sorella Rehana: resta immediatamente affascinato dal suo sguardo e in questa città ai margini dell’impero, affacciata sulla costa africana dell’Oceano Indiano, nasce una storia d’amore destinata a riverberarsi per tre generazioni.

RECENSIONE
“Paradiso”

Tradotto in italiano da Garzanti nel 2007, è ambientato in Kenia, alla vigilia della prima guerra mondiale. Il protagonista è Yusuf, che ha solo 12 anni quando suo padre lo affida allo zio Aziz, un ricco mercante. Vicino a Mombasa, nella bottega di Aziz, il ragazzo scopre che non si tratta di suo zio, ma del suo padrone. Venduto per pagare i debiti del padre, è costretto a lavorare duramente. Poi un giorno Aziz decide di portarlo con sé per un lungo viaggio all’interno del continente africano. Yusuf conosce la morte e la violenza e impara le difficili regole di convivenza di un mondo sull’orlo del conflitto, dove musulmani, missionari cristiani e indiani coesistono in un fragile equilibrio. Al ritorno Yusuf è un altro: un giovane robusto e avvenente. È ancora schiavo, ma a dargli la libertà del cuore c’è l’amore, quello per la giovane ancella della padrona, Amina. Ma la ragazza cela un terribile segreto e, mentre il colonialismo europeo stringerà le sue maglie sul continente africano, Yusuf capirà il cammino che dovrà intraprendere.

 


                                                      

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