venerdì 15 ottobre 2021

RECENSIONE "LE SCRITTRICI DELLA NOTTE" by LOREDNA LIPPERINI - IL SAGGIATORE

 NOTTE DA INCUBO NEI LABIRINTI DEL SIMULACRO

ANIME BRUCIATE INTORNO ALLA NOTTE

Caterina Buttitta

 

LOREDANA LIPPERINI

LE SCRITTRICI DELLA NOTTE

IL SAGGIATORE

Pagine 208

Euro 19,00

«C’è uno strano equivoco che,
specie negli ultimi anni, coinvolge il romanzo:
pretendere che la letteratura racconti la realtà.
Tuttavia bisogna cercare, tramite il fantastico,
forme di reincanto, tra cui il confronto,
continuo, con il Male.»



Il Libro


Cimiteri infestati, bare inchiodate troppo in fretta, corpi
palpitanti di terrore, simulacri in cui albergano divinità in-
trappolate e spettri assassini di donne innamorate. Loreda-
na Lipperini indice una seduta spiritica e chiama a raccolta
le scrittrici della notte: donne che hanno sfidato il canone
letterario, che si sono cimentate con il fantastico e con il
perturbante e ancora terrorizzano chi mette gli occhi sulle
loro pagine. La corona di racconti composta da Loredana
Lipperini mostra tutte le sfumature nella palette del buio
letterario. Troviamo il gotico spettrale di Carolina Inverni-
zio e Marchesa Colombi, la tensione al sublime e all’eroico
di Paola Masino, il fantastico frammisto al folklore di Grazia
Deledda e Matilde Serao, la fusione di ricordo e fantastiche-
ria di Anna Maria Ortese, la visionarietà poetica di Gilda
Musa e Chiara Palazzolo – due autrici che hanno scardinato
i cancelli della letteratura di genere e che, come Paola Ca-
priolo, hanno saputo aprire il fantastico a nuove, contem-
poranee vastità. Instancabile esploratrice di libri, Loredana
Lipperini scava nella terra del nostro passato letterario e ne
riemerge con nuove possibilità per il lettore del presente e
del futuro, componendo con Le scrittrici della notte l’anto -
logia definitiva dell’orrore al femminile; il canone inverso
dell’inquietudine più dolce e terribile che la nostra lettera-
tura abbia conosciuto-

Loredana Lipperini (Roma, 1956) è una giorna-
lista, scrittrice e conduttrice radiofonica. Condu-
ce il programma Fahrenheit su Radio 3, collabora
con diverse testate nazionali e cura il blog Lip-
peratura. Ha pubblicato saggi e romanzi, tra cui
Di mamma ce n’è più d’una (Feltrinelli, 2013), An-
cora dalla parte delle bambine (Feltrinelli, 2014),
L’arrivo di Saturno (Bompiani, 2017), Magia nera
(Bompiani, 2019), Non è un paese per vecchie
(Bompiani, 2020) e La notte si avvicina (Bompia-
ni, 2020).

 

RECENSIONE

Anche glie eroi hanno paura, soprattutto quando si trovano per la prima volta di fronte al Male. Un romanzo a più voci: con ogni personaggio che la pronuncia con un proprio modo, tono e linguaggio. Anche se non tutti i personaggi hanno una propria voce diretta.

Ed è la voce del Male, ossia di chi, nel combatterlo osessivamente ha finito per incarnarlo; una voce, in questo caso, meditata dai racconti dei personaggi che sono venuti a contatto. Ed è tema, quello del Male, che passa nel romanzo non senza tracce del passato, ma che si ritrova a incrociare strettamente quello dell'amore.

Un meccanismo perfetto, sorprendente, che ci costringe a confrontarci con quanto è diventato difficile per la Letteratura il confronto continuo con il Male. Umano e Disumano convivono nella storia universale, ma oggi l'equilibrio si è ancora una volta spezzato.

Il libro si divide in tre parti: Sepolture, Violazioni, Visioni. Sono tutte donne scrittrici è questo le ha relegate a Demonio del Diavolo. C'è un'esposizione personale, basta per esplodere. Niente memorie intime, per scrivere bisogna esagerare. Le idee di certo dovrebbero essere più flessibili delle ossa.

Sono proprio le donne a raccontare e riassumere quelle vite, sulla cui fine aleggia un mistero. Le voci, dianzi ai corpi distesi, cimieri,simulacri, riattivano il passato e lo ricompongono attraverso la frammentarietà di ricordi che, si alternano in sessioni nel tentativo di risvegliarla. 

Ricordi dalla espressività arruffata, proprio della stessa vita dei personaggi, nelle quali si rivivono momenti felicità e scoperta del sesso. Ricordi, e presente, con cadenze di parlato che si traducono in urla, per una lingua della realtà più che della possibilità, pur senza mai dismettere la speranza. 

E infine, e soprattutto c'è la voce mentale, nel rivivere un suo passato ricco di segni, e però a sua volta divisa, tra il lasciarsi andare e il resistere. La Lipperini gestisce sapientemente la mimesi linguistica per ciascuno dei personaggi, dal rilasciarsi all'accumulo anche sintattico, alla frammentazione nel trascorrere dal dialogico al riflessivo.

 

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