venerdì 29 ottobre 2021

RECENSIONE "NELLA QUIETE DEL TEMPO" by OLGA TOKARCZUK - BOMPIANI

Il cuore a Est si affida alle frontiere. Realtà ancestrali e lacerazioni di un'immensa provincia. 

Che cosa succede nella provincia profonda di questo nostro vicinissimo Oriente, negli innumerevoli villaggi e cittadine che compongono quell'idea cangiante che è l'Europa dell'Est? 

La sintesi più profonda l'ha realizzata forse la Nobel polacca Olga Tokarcuk: Prawiek, epicentro e vera protagonista di Nella quiete del tempo, ripubblicato da Bompiani, è una città ora terragna ora eterea, sballottata tra occupanti tedeschi e russi ma in realtà appartenente a una dimensione tanto ancestrale da trascendere la storia. 

Cittadina-crocevia e cittadina-confine, è più di una <<ur-provincia>> polacca, una provincia primaria ed elevata al quadrato: potrebbe essere <<l'ur-provincia>> di ogni Europa dell'Est.

Caterina Buttitta

Narratori stranieri
Nella quiete del tempo


Il libro

Prawiek è un villaggio sospeso nel tempo, “un luogo al centro dell’universo”: percorso dai fiumi Bianca e Nera, punteggiato da alture come la Collina dei Maggiolini, ha quattro arcangeli a vegliare i suoi confini e un Tempo scandito dalle consuetudini più semplici. Le guerre e gli eventi della storia portano scompiglio anche qui, come nel resto del mondo, ma a Prawiek le giornate ruotano attorno alle preghiere, al mulino e al macinacaffè, alle nascite e alle morti, alle piccole storie degli eccentrici personaggi che lo abitano: Spighetta, che si nutre di ciò che resta dopo la mietitura; il castellano Popielski, che dedica la vita a un misterioso gioco da tavolo; Ruta, che ama i funghi più delle piante e degli animali; l’Uomo Cattivo, rimasto solo così a lungo da dimenticare la sua natura umana. Una fiaba dal passo solenne e rarefatto sulla stretta inesorabile del tempo e sul rapporto sublime e grottesco tra uomo e mondo.

“Olga Tokarczuk ci ricorda perché leggiamo romanzi: per entrare in un mondo immaginario, del tutto estraneo e infinitamente familiare allo stesso tempo.” The Prague Post

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