martedì 8 agosto 2023

NOTIZIE DALL'UKRTAINA? LA VITA QUI COESISTE CON LA FINE DEL MONDO.


Durante i mesi trascorsi tra febbraio e luglio, mi è capitato qualcosa du strano e spiazzante: ho iniziato a diffidare della realtà. la realtà della nostra Italia, delle nostre vite di ace, era inconciliabile con quella che sapevo svolgersi simultaneamente in Ucraina. ma ho mantenuto attivi alcuni canali online, perciò di tanto in tanto un attacco missilistico mi sorprendeva nel fare tutt'aòtro, nell'essere tutt'altro. Cos'era reale in quel momento? Ciò che esisteva al di qua del confine ucraino o ciò che iniziava appena oltre?

Zone allagate e case devastate dal crollo della diga di Kakhovka. Ho visto giovani prendere il sole sulla spiaggia nucleare vicina ala centrale di Zaporizhzhia ed è un'immagine strana. la vita che coesiste con la fine del mondo. Gente che ha perso tutto, affetti, oggetti, ma non la speranza. Ho visto le cicogne nidificare sui pali della luce, i cortili del Donbass curati con fiori e ortaggi. Le notizie ci colgono nella stmchezza e nella disattenzione. Eppure quando è avvenuto, il 6 giugno scorso, per valutare l'impatto complessivo dell'esplosione della diga, servirà molto tempo, anni, anche se è più probabile che resterà un mistero. 

Forse si trattava di una catatrofe troppo inedita, troppo ampia per poterne parlare: dire <<diciotto chilometri cubi d'acqua>> è come non dire nulla, un ordine di grandezza così distante da quelli a cui siamo abituati da superare i limiti della nostra immaginazione. 

Oltre agli effetti visibili, ce ne sono altri che possiamo solo ipotizzare. Il fondale della diga, fermo da decenni, era pieno di rifiuti e sostanze tossiche, tra cui parte delle scorie radioattive di Chernobyl, che hanno in larga parte raggiunto il Mar Nero.  Inoltre l'habitat di molte forme di vita acquatiche sia stato alterato temporaneamente. In più, si stima che la massa d'acqua, spazzando i territori liberati e quelli occupati, abbia smosso qualcosa come settemila mine - settemila mine - trasportandole dio solo sa dove. 

Come posso raffigurarmela Kateryna? Come <<Terra desolata>>,  la prova del regime di imprevedibilità in cui da tempo è entrata questa guerra. Se prima esistevano dei limiti razionalità al conflitto, deboli, magari illusori, insieme alla diga di Kakhovka sono saltati anche quelli. Siamo entrati in un dominio in cui si compiono azioni inedite e abnormi senza considerarne le conseguenze, facendole e basta per averne un vantaggio immediato o soltanto per danneggiare, distruggere. Dopo la diga tutto è possibile.

Quanto agli umani, la città è passata da centodiecimila abitanti a meno ditrentamila, e i morti civili sono tanti. Da quando la diga è esplosa, la città di Nikopol è anche rimasta senz'acqua. I cani sono morti d'infarto. Vicino incombe la centrale nucleare.

Le immagini trasmesse dai vari network, si inducono a pensare:<< cos'è reale, cosa non lo è?>> Mentre tutto il mondo chiede la pace, o qualcosa che assomiglia alla pace ma che pace non è perchè la guerra è in ogni verso, in ogni espressione, e qui, tutta a mappa del dolore di questo posto nell'Europa. 

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