giovedì 4 agosto 2022

FINO ALL'ALBA DI CAROLE FIVES - EINAUDI, SUPERCORALLI

 

Carole Fives
Fino all’alba
EINAUDI

2020 - Supercoralli
pp. 144 - € 17,00
Traduzione di Margherita Botto

«Carole Fives racconta le insospettabili lotte quotidiane di una giovane madre. Fino all'alba è un romanzo dalla parte delle donne».
«Télérama»


 

Si alza lentamente. Un solo gesto brusco e il bambino si sveglierà, pretenderà di nuovo che resti lì.“Vicino, vicino” reclama quando la sente allontanarsi. A lungo, quella sera, ha tenuto una mano sul pigiamino caldo, aspettando che il corpo del bambino si rilassasse e si abbandonasse al sonno. La porta della camera è socchiusa, la lampada è accesa.

Il libro racconta la storia di una mamma e un bambino di circa due anni. Solo loro due in un tran tran quotidiano fatto di giochi al parco, asilo nido, piccoli malesseri, pastine, bagnetto e ninna.

Quanto può resistere una donna sola a tutto questo senza implodere?
Il padre del bambino se n’è andato ma la donna aspetta sempre che torni. Ed ecco che un messaggio sul cellulare diventa un amo a cui appendersi per giorni e giorni in attesa di una visita che non avverrà mai.

Come sopravvivere al rapporto esclusivo e totalizzante tra madre e figlio? Ecco l’idea terribile, pericolosa e al limite della decenza: uscire di notte quando il piccolo è addormentato. Solo venti minuti, pochi passi di libertà lungo la strada. Girare intorno al palazzo, respirare, non sentirsi madre per pochi minuti. Ma quelle piccole, quasi innocue, pause di libertà diventano un qualcosa a cui è difficile rinunciare e la donna inizia ad allontanarsi sempre di più.

Un romanzo di appena 133 pagine che sa raccontare le lotte di una madre single e lavoratrice precaria, lo stigma sociale che giudica senza appello chiunque si allontani dallo schema familiare di due adulti con bambino, la violenza contro le donne.

Carole Fives scrive talmente bene che è quasi doloroso chiudere il libro arrivati all’ultima pagina. Un romanzo potente sulla solitudine e sulla maternità, su come una madre venga giudicata sempre e comunque, da chiunque, e su quanto sia difficile chiedere aiuto prima che sia troppo tardi.

Il libro

È sera. Una donna esce di casa e si chiude la porta alle spalle. Fa una passeggiata di pochi minuti, poi affretta il passo, irrequieta. Torna indietro. Sale di corsa le scale, riapre la porta: il bambino dorme ancora, non si è accorto di niente. La donna sa che lasciare il figlio di due anni da solo è pericoloso, ma durante le brevi fughe notturne le sembra finalmente di respirare: può dimenticare di essere una madre single, con un lavoro precario, senza aiuto né compagnia in una città nuova e impietosa. Per inseguire quella libertà clandestina allora ogni volta osa di piú. Ma quanto lontano può spingersi, fino a quando può scherzare con il fuoco?

«Vicino, vicino». Lei tenta di ignorare quella voce flebile che la implora dall’altra stanza, ma sa che non resisterà a lungo. Si alzerà nel cuore della notte per andare dal suo bambino di due anni. Per prendergli la mano, rassicurarlo: la mamma è qui, dove vuoi che vada? Preferisce non immaginare cosa succederebbe se il bambino si svegliasse durante le sue uscite notturne. A volte, infatti, le capita di fare due passi intorno all’isolato, qualche minuto, per prendere un po’ d’aria. Non è una madre irresponsabile e sa che lasciarlo da solo è rischioso, ma a volte sente il bisogno di allontanarsi da quel nido soffocante, da quell’appartamento che è rifugio e prigione al tempo stesso. Perché da quando è nato il bambino, vive con lui in una simbiosi totale: il suo compagno l’ha abbandonata, in città non ha famiglia né amici, non può permettersi la retta dell’asilo o di pagare una baby-sitter e non riesce a dedicare il tempo necessario al suo lavoro, già precario, di grafica freelance. E il mondo sembra accanirsi contro di lei: la burocrazia è un rebus irrisolvibile che l’affligge, i vicini le lanciano sguardi di biasimo – «è la madre sola del sesto» -, una svista le è valsa l’ostilità dei genitori al parco – il piccolo è caduto dallo scivolo, succede quando le madri sono «tutte prese dal loro smartphone» -, impiegati di banca e ufficiali giudiziari fanno a gara per ricordarle che sta esaurendo le risorse. In cerca di confronto – e conforto -, la protagonista ricorre a internet, legge sui forum le opinioni di altre con una situazione analoga alla sua. Ma anche in rete si imbatte in un muro di ipocrisia e perbenismo. Avvilita, scorre i commenti crudeli di chi si scaglia contro le madri single che non riescono a organizzarsi, che sanno solo piangersi addosso, che alla fine se la sono cercata. Tra senso di colpa e voglia di libertà, la donna continua allora a concedersi quelle evasioni imprudenti. Ma la meta è ogni volta piú lontana, e sempre di piú il tempo che il bambino passa da solo in casa. Fino al giorno in cui è impossibile tornare indietro…

«Questo libro ci tiene in ostaggio. Come la protagonista, restiamo in apnea, desiderosi di uscire, respirare. Ma la bravura di Carole Fives sta nel farci rimanere incollati alle sue pagine implacabili, fino alla fine, fino ad avere l’impressione di leggere di noi stessi».
«Le Parisien»

 

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