Buongiorno. Salman Rushie attaccato a un respiratore, rischia di perdere un occhio
Lo scrittore è stato accoltellato al collo in una località dello stato di New York dove si trovava per un evento. Su di lui l’Iran aveva posto una taglia di oltre 3 milioni di dollari
Salman Rushdie, il famoso scrittore che ieri è stato attaccato e pugnalato almeno due volte mentre stava tenendo una lettura nello stato di New York, è stato operato d’urgenza e dalla notte scorsa è attaccato a un respiratore, non riesce a parlare e potrebbe perdere un occhio. Lo ha detto il suo agente, Andrew Wylie, al New York Times. «Salman probabilmente perderà un occhio, nervi del braccio sono stati recisi e il suo fegato è stato danneggiato, le notizie non sono buone», ha detto Wylie.
Il 75enne scrittore è stato colpito al collo e all’addome da un uomo che è stato arrestato e identificato dalla polizia come Hadi Matar, 24enne residente a Fairview in New Jersey. Matar è stato bloccato da alcune persone che stavano partecipando all’evento letterario che l’hanno immobilizzato fino all’arrivo degli agenti.
Rushdie era stato trasportato in un ospedale della zona in elicottero. Una foto scattata subito dopo l’aggressione mostra un agente della sicurezza con le mani sul petto di Rushdie mentre un altro gli tiene le gambe sollevate in aria.
L’attacco è avvenuto alle 10.45 ora locale (le 16.45 in Italia), poco dopo che Rushdie era salito sul palco del Chautauqua Institution, a un centinaio di chilometri da Buffalo, per tenere una conferenza. Secondo il racconto dei testimoni l’uomo, identificato in Hadi Matarche, indossava una mascherina nera, si è alzato dalla platea e si è avventato sullo scrittore. “Tutto si è svolto in una manciata di secondi”, ha detto un altro testimone che era seduto tra il pubblico.
L’autore salito alla fama mondiale negli anni ’80 del secolo scorso con il libro Versetti satanici, aveva subito una “condanna a morte” da parte delle autorità religiose dell’Iran e da quell’epoca vive costantemente sotto minaccia.
Un altro testimone parla di scena orribile. «E’ stata una cosa assolutamente orribile cui assistere» ha dichiarato Carl Levan, secondo il quale - dopo essere corso sul palco proveniente dalla parte sinistra della sala - l’aggressore ha «colpito ripetutamente» con un’arma da taglio lo scrittore. Parlando con Bbc News Channel l’uomo - che era seduto a 14, 15 file di distanza dal palco - ha riferito che i presenti sono ancora «profondamente scossi» per quanto hanno visto.
Subito dopo essere stato aggredito, Rushdie è stato soccorso dalle persone presenti che gli hanno sollevato in alto le gambe. Erano centinaia le persone presenti all’evento per assistere alla conferenza dello scrittore nell’ambito del festival letterario. Tutte sono state evacuate subito dopo l’aggressione.
La fatwa degli ayatollah
Salman Rushdie diventò famoso in tutto il mondo con il suo libro “I figli della mezzanotte” nel 1981. Ma lo scrittore anglo indiano è stato anche uno dei primi intellettuali accusati di blasfemia contro l’Islam, con minacce di morte in seguito alla sua opera “I versetti satanici”, che lo hanno costretto a vivere nove anni nascosto sotto la protezione dei servizi britannici.
A condannare a morte lo scrittore, fu una fatwa del leader supremo iraniano, l’ayatollah Khomeini, pronunciata il 14 febbraio 1986. L’Iran offrì anche 3 milioni di ricompensa per chi avesse assassinato Rushdie. In numerosi paesi musulmani vi furono manifestazioni di protesta, con copie del libro blasfemo bruciate in pubblico e librerie devastate.
Rushdie, che allora viveva a Londra, fu messo sotto la protezione dei servizi di sicurezza britannici. Ma intanto il suo traduttore giapponese, Igarashi Hitoshi, fu assassinato nel 1991 e vari altri traduttori furono aggrediti, fra cui l’italiano Ettore Capriolo. La fatwa fu poi rinnovata anche dall’attuale leader spirituale iraniano, Ayatollah Ali Khamenei.
La taglia dell’Iran
Nel 2012, una fondazione religiosa iraniana semi-ufficiale ha aumentato la taglia da 2,8 milioni a 3,3 milioni di dollari, ma Rushdie non si mostrò particolarmente preoccupato, dicendo che «non c’erano prove» che le persone fossero interessate alla ricompensa. Quell’anno, Rushdie pubblicò un libro di memorie, “Joseph Anton”, sulla fatwa.
Nel 2000, nel frattempo, lo scrittore si è trasferito negli Stati Uniti, dove vive tutt’ora e ha acquisto la cittadinanza americana. Nato a Bombay nel 1947, Rushdie ha messo l’India al centro della maggior parte dei suoi libri, combinando, spesso con ironia, realismo magico, finzione storica, oriente e occidente. Lo scrittore è stato sposato quattro volte ed è padre di due figli. L’ultimo matrimonio, con l’attrice americano indiana Padma Lakshmi, è terminato con un divorzio nel 2007.
Sostegno allo scrittore
«Siamo vicini a te Salman e ai tuoi cari dopo questo terribile evento». Lo twitta la governatrice di New York, Kathy Hochul, dopo l’aggressione subita dallo scrittore. Hochul ha quindi ringraziato la polizia e quanti sono accorsi offrendo il loro aiuto subito dopo. Pen America, l’organizzazione no profit che lavora per difendere e celebrare la libera espressione, ha condannato l’aggressione a Rushdie, definendolo «brutale e premeditato».
«Non possiamo pensare a nessun incidente paragonabile a questo violento attacco pubblico contro uno scrittore sul suolo americano», si legge in una nota dell’organizzazione. Rushdie si è sempre impegnato con «un’energia instancabile» per assistere altri come lui minacciati, scrive l’amministratore delegato, Suzanne Nossel, la quale afferma che Rushdie le aveva inviato un’e-mail poche ore prima dell’aggressione offrendo aiuto per gli scrittori ucraini. «Speriamo e crediamo fermamente che la sua voce essenziale non possa e non sarà messa a tacere», aggiunge.
Chuck Schumer: «attacco a libertà di parola e pensiero»
«Un attacco scioccante e spaventoso», «un attacco alla libertà di parola e di pensiero, due valori fondamentali del nostro paese e dell’Istituzione Chautauqua». Questo il commento di Chuck Schumer, leader della maggioranza al Senato di Washington, all’attacco compiuto contro lo scrittore Salman Rushdie. «Spero - ha aggiunto su Twitter - che il signor Rushdie si riprenda rapidamente e completamente e che l’autore risponda pienamente delle sue responsabilità e del suo gesto davanti alla giustizia».
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