Miracoli e viaggi, il fiume che ha plasmato il mondo moderno. Un fiume che ripercorre vita e fortuna della famiglia Crespi.
Caterina Giuseppa Buttitta
Al di qua del fiume
ALESSANDRA SELMI
EDITRICE NORD
«Un
mondo prende vita in queste pagine. È bellissimo camminare accanto ai
protagonisti: gioire con loro, soffrire con loro, sperare con loro. È
questo il segreto di un grande romanzo.»
Stefania Auci
È solo
un triangolo di terra delimitato dal fiume Adda, lo si può abbracciare
con uno sguardo. Ma, nel 1877, agli occhi di Cristoforo Crespi
rappresenta il futuro. Lui, figlio di un tengitt, di un
tintore, lì farà sorgere un cotonificio all’avanguardia e, soprattutto,
un villaggio per gli operai come mai si è visto in Italia, con la sua
chiesa, la sua scuola, case accoglienti con giardino. Si giocherà tutto
quello che ha, Cristoforo, per realizzare quel sogno. I soldi, la
reputazione e anche il rapporto col fratello Benigno, ammaliato dalle
sirene della nobiltà di Milano e dal prestigio di possedere un giornale.
Per Cristoforo, invece, ciò che conta è produrre qualcosa di concreto e
cambiare in meglio la vita dei suoi operai.
E la vita della giovane
Emilia cambia il giorno in cui si trasferisce nel nuovo villaggio.
Figlia di uno dei più fedeli operai dei Crespi, e con una madre
tormentata da cupe premonizioni del futuro, Emilia è spettatrice della
creazione di un mondo autosufficiente al di qua del fiume, e la sua
esistenza, nel corso degli anni, si legherà ineluttabilmente a quella
degli altri abitanti di Crespi d’Adda. Come la famiglia Malberti,
l’anima nera del villaggio, o gli Agazzi, idealisti e ribelli. Con loro,
Emilia vive i piccoli e grandi stravolgimenti di quel microcosmo e
affronta le tempeste della Storia: i moti per il pane del 1898, la prima
guerra mondiale, le sollevazioni operaie… Tuttavia il destino farà
incrociare la sua strada anche con quella di Silvio Crespi, erede
dell’azienda e della visione del padre Cristoforo. Nonostante l’abisso
sociale che li divide, tra i due s’instaura un rapporto speciale che
resisterà nel tempo, e sarà Emilia il sostegno di Silvio nel momento in
cui i Crespi - forse diventati troppo ricchi, troppo orgogliosi, troppo
arroganti - rischieranno di perdere tutto. Fino all’avvento del
fascismo, quando il villaggio Crespi, come il resto del Paese, non sarà
più lo stesso.
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