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venerdì 28 febbraio 2020
La Biblioteca di Katia: RECENSIONE INFINITE JEST by DAVID FOSTER WALLACE -...
La Biblioteca di Katia: RECENSIONE INFINITE JEST by DAVID FOSTER WALLACE -...: David Foster Wallace INFINITE JEST EINAUDI 2016 Super ET Traduzione di Edoardo Nesi pp. 1296 € 19,00 «...
RECENSIONE #33/2020 INFINITE JEST by DAVID FOSTER WALLACE - EINAUDI
2016
«Infinite Jest è un'opera davvero spettacolare, capace di intossicarvi
con la sua comicità e la sua inesauribile inventiva,
ma anche di disintossicarvi con pagine di profonda e lucida
tristezza».
Jonathan FranzenIl libro
«Può darsi che vi giunga nuova, ma nella vita c’è di piú che starsene seduti a stabilire contatti».
In un futuro non troppo remoto e che somiglia in modo preoccupante
al nostro presente, la merce, l’intrattenimento e la pubblicità hanno
ormai occupato anche gli interstizi della vita quotidiana. Le droghe
sono diffuse ovunque, come una panacea alla noia e alla disperazione.
Finché sulla scena irrompe un misterioso film, Infinite Jest,
cosí appassionante e ipnotico da cancellare in un istante ogni desiderio
se non quello di guardarne le immagini all’infinito, fino alla morte.
Nella caccia che si scatena attorno a questa che è la droga perfetta
finiscono coinvolti i residenti di una casa di recupero per
tossicodipendenti e gli studenti di un’Accademia del Tennis; e ancora
imbroglioni, travestiti, artisti falliti, giocatori di football
professionistico, medici, bibliofili, studiosi di cinema, cospiratori.
David Foster Wallace
Di David Foster Wallace (1962-2008) Einaudi ha pubblicato: Oblio
(2004), Considera l'aragosta (ultima edizione Super ET 2014), Infinite Jest (ultima edizione Super ET, 2016), La scopa del sistema
(ultima edizione Super ET 2014), Questa è l'acqua (ultima edizione Super ET, 2017), Brevi interviste con uomini schifosi (nuova edizione completa Super ET, 2016), Il re pallido (ultima edizione Super ET, 2014), Il tennis come
esperienza religiosa (2012 e 2017), Di carne e di nulla (2013 e 2018) e Portatile (2017 e 2019).
RECENSIONE
Il clamore suscitato intorno a questo romanzo non smetteva di attrarci come un mulinello.
David Foster Wallace aveva scritto altri romanzi nel frattempo, alcuni molto apprezzati, ma la sua figura restava identificata con quel memorabile inizio, una voce apparsa unica e inconfondibile dalla prima nota, al punto da avvolgere in un'aura mitica anche l'esistenza di chi ha ricevuto il libro in dono.
Al centro della storia c'è la provincia straniante e depressiva del suo romanzo, magnifico anche se un tantino intransigente, e non solo per la lunghezza. Il mondo nel punto in cui scivola silenzioso nel niente portandosi dietro con estrema lentezza i poveri relitti umani aggrappati alla sua superficie.
Ma è uno scenario che si fa chiaro un pò alla volta, allargando il campo da un punto di vista limitatissimo, come quello di un adolescente che vede come il disagio porta a compiere azioni estreme.
La soggettiva del'uomo, si solleverà fino a diventare il totale di una visione onnisciente, per poi tornare alla soggettiva del figlio e poi subito trasformarsi in un altro punto di vista, quindi calarsi, poche pagine dopo, nello sguardo indagatore, come un viaggio e così avanti, ancora procedendo in un piano di sequenza composto da periodi sterminati dalla punteggiatura che ipnotizzano il lettore e di secondaria in secondaria lo inghiottono nelle loro spire.
Attraverso la combinazione di lunghi monologhi e un uso sapiente del discorso indiretto libero Wallace, ordisce così un'alternanza di voci, che si mescolano senza soluzione di continuità fino a diventare la nostra attualità e contemporaneità.
Ho parlato di ipnosi per non dire incantamento, perchè in effetti questo è lo stato che induce la scrittura per molti aspetti sadica del maestro newyorkese. Leggendo perdi l'orientamento fino a pensare che forse le frasi che ti ronzano in testa siano davvero le tue. Si crea un movimento mentale che avanza e indietreggia al passo di tango (come nella struttura di Infinite Jest appunto), con la numerazione di 1.079 pagine.
Il flusso inesorabile del tempo ci scorre dentro istante dopo istante, ma solo in certi romanzi possiamo averne un'esperienza così' vivida. Qui lo senti pulsare a ogni giro di frase. Wallace è in dialogo con diversi giganti c'è il sarcasmo, la sua follia sintattica. Sentori di un'aria di famiglia che nulla tolgano all'originalità dell'autore il quale, come si sarò capito, non è un avversario facile, diciamo che è indicato per lettori cintura nera. Ma, a prescindere dall'esito dell'incontro, anche uscendone malconci, difficilmente si resta delusi.
Il testo indaga il rapporto dell'uomo con il potere. Viene qui portato all'estremo, in particolare, la satira di una società opprime e violenta, in cui ottusità e crudeltà dominano incontrastate. Una società che schiaccia la libertà dei suoi abitanti, le cui grame vite si svolgono in un tempo sospeso ai confini di un' inquietante e al contempo affascinante <<fragilità umana>>, sulla quale Wallace affonda il bisturi, invitandoci in quelle zone d'ombra invalicabili.
Il bello, invece, è che Wallace ci avvicina alla lettura con l'incedere calmo di una narrazione e confidenziale e affascinante, tenendosi in equilibrio tra la necessaria dotazione di notizie, l'approfondimento critico-letterario e il ritratto psicologico di un personaggio uomo. perciò, Infinite Jest, è una lucida analisi del presente e di quello che sta per avvenire domani, nel senso stretto di domani.
In tutte queste storie ci si imbatte nella consolidata assuefazione in cui si è adagiati, e che a un certo punto entra in crisi e provoca smottamenti. I giovani hanno assimilato libertà e democrazia, Wallace, nato nel 1962 morto nel giugno 2007, è uno scrittore che, per opere ed età, rappresenta un americano dall'identità sempre più distante dall'America continentale. Una democrazia vivace, una società che riscoprre le culture e la legalizzato le unioni omosessuali.
Sempre più pesano le generazioni che non hanno memoria personale dell'America. Anagrafe e demografia prevalgono sull'ideologia. E le tematiche sociali e ambientaliste di Wallace colgono lo spirito del tempo e del luogo.
L'eroico personaggio di Hal Incandenza, di Don Gately, coinvolti nelle spire della trama. Ecco questo episodio mi ha commosso. E cominciò ad elaborare una sua identità americana. I giovani sono orientati su una visione democratica di politica e società. L'America ha toccato la percezione del futuro e le scelte delle generazioni future. Viene da domandarsi:<<Quale sarebbe il significato della propria vita nel bel mezzo del caos, in nome di un astratto nichilistico concetto come l'unità?>>
Nel mondo lo scambio culturale è sempre stato il metodo migliore per la conoscenza reciproca. Ma la cosa più importante è il rispetto della volontà dell'individuo. E' un peccato che negli anni recenti l'America abbia, al contrario, mostrato una mancanza di rispetto proprio in un contesto di scambi culturali. Vorrei che la scrittura di Infinite Jest , tratti argomenti che toccano le persone, questioni transculturali e transnazionali.
I primi personaggi ad apparire nel romanzo appartengono ai nostri giorni: sono studenti college, club che, nell'immaginazione di Wallace, rappresentano l'incarnazione estrema della dipendenza che nei progetti dell'autore si sarebbe collocata al centro della storia scompaginandone le attese e le certezze, precipitando il protagonista in una girandola di illuminazioni e smarrimenti.
Quello della cartuccia smarrita è una metafora efficace per una scrittura narrativa che intende riportare alla luce della coscienza fatti che la società preferisce dimenticare. In effetti, se devo definire in che cosa consiste il lavoro del libro, si tratta di una radiografia del presente. Wallace segnala i rischi reali.
Quello che Wallace racconta non è un fatto isolato proseguendo nelle ricerche si rende conto di quanti luoghi esistessero dove sono state perpetrate, con la benedizione dello Stato, simili atrocità. Ma c'è una differenza, perchè lui è uno scrittore, e se prende ispirazione dalla realtà, poi la fase che più gli interessa è quella dell'invenzione dei personaggi.
Veniamo alla storia del libro, l'indimenticabile protagonista del romanzo: è un ragazzino dotato di certe qualità evidenti, come la capacità di attenzione, la fame di sapere. Più in là, il suo amico e compagno di sventura, gli attribuisce anche una capacità di resistenza inaspettata per un tipo smilzo, poco incline alla violenza.
Leggendo il romanzo Infinite Jest by David Foster Wallace, mi chiedevo se nel ritratto di questo adolescente c'è qualcosa di autobiografico. In realtà, dopo una buona percentuale di pagine lette, mi sono resa conto che il problema dell'autobiografia nascosta dei personaggi.
La produzione narrativa e poetica si nutre di uno sguardo doppio: da un lato la consapevolezza dei limiti del sogno americano, intriso di irriducibile colonialismo, dall'altra l'innesto di energia che il contatto con altre culture limitrofe e spesso dominante, ha prodotto in una terra che è essenzialmente frutto di contaminazioni continue, nonostante i muri e le frontiere invocate, costruite e usate come minaccia, specie durante la presidenza di Donald Trump.
La società di domani sarà sbilanciata da questo muoversi che va governato: la restanza di chi vuole restare attivo, l'arrivanza del resto del mondo, la tornanza di chi è andato e ha fallito. Non è facile. La partenza è nostalgia di quello che hai lasciato. Ma la restanza è nostalgia di quello che hai tralasciato. E se assaggi l'America, poi è frustante tornare e restare. Il viaggio non ha sempre una meta migliore dal punto di partenza.
Conflitti che modificano le scelte di una nazione senza controllo, preda di traffici e droga. Infinite Jest di David Foster Wallace
è la narrazione in bianco e nero della difficile convivenza quotidiana
di una cultura giovane, vivace, di popoli tradizionali, con
ineguaglianze, violenza e oppressioni diffuse e impunite.
Wallace dà fuoco a tutte le polveri: metafore, citazioni, un uso straordinario estrovisivo braccato dall'imperativo di dover essere a tutti i costi visionario, come se da subito, dalla lingua in sè, fosse possibile per salto quantico contemplare direttamente il mistero cui queste esistenze, nella loro totale accidentalità, Wallace compreso, alludono. Non ci riesce se non nella parte finale, un futuro imprecisato in cui il progetto è superato.
I personaggi si ritrovano incastonati nell'involucro digitale che conserva coscienza e ricordi. Qui la scrittura di Wallace, che passa anche per una tematica di tipo autobiografico, si risolve nella testimonianza dell'incarnazione estrema della dipendenza, e di un presente irredento e tremendo.
Davanti agli occhi dello scrittore Wallace, scorrono le scene senza riscatto di una storia segnata dallo stigma dell'ingiustizia e della violenza. Così assistiti dalla natività di una guerra, vedi persone confuse, nella grana del televisore, gettarsi nel vuoto. Corpi su corpi in attesa di smistamento e poi bare allineate.
La scrittura non serve qui a commentare e giudicare, ma a trascinarci nel mezzo dell'evento. Nel fuoco dell'avvenimento dobbiamo riconoscerci, affinare il nostro piccolo <<io>> e commisurarlo all'attesa di una musica aspra, al suono oggettivo del dolore del mondo.
Infinite Jest di David Foster Wallace
ha saputo rappresentare le derive nevrotiche dei singoli, non già in un
contesto metropolitano, ma in un mondo inquieto e incattivito,
impaurito e angosciato da un senso di fine, di un'identità smarrita, da
un formalismo burocratico senz'anima.
Wallace ha
descritto con acuta sensibilità la faglia che sta spaccando le genti
americane irriducibilmente antagoniste nell'atmosfera morale immersa
nella Brexit: la porzione fortemente identitaria della periferia della
vita, dei suoi valori tradizionali, del suo orgoglio nazionale ferito,
delle sue radici antiche e provinciali e quella cosmopolita e moderna,
agiata e sradicata, spavaldamente insediata nel cuore dell'America.
Nel romanzo Infinite Jest, vengono mostrate le crepe del mondo <<inclusivo>>. Nel romanzo di David Foster Wallace
a essere rappresentata è la frustazione sorda dei nuovi
<<esclusi>>, dei giovani e meno giovani che vedono spezzarsi
i meccanismi dell'emancipazione sociale promessa dalla modernità e non
sanno come arginare la delusione di una promessa non mantenuta.
Dettagli.
Dettagli di un disagio, di una disperazione sottile ma, invincibile che
spiega tante cose sulla sensibilità collettiva di questa
contemporaneità europea. I dettagli che la letteratura riesce a
cogliere, più e meno di un trattato di sociologia politica.
"Le università americane, come l'ETA sono ancora un luogo di confronto sui diritti civili, le guerre, la libertà di espressione? O sono <<bolle>> lontane dall'America vera?
Infinite Jest, esprime e anzi imprime una visione del mondo: oscura, lacerata, enfatica e risonante, inesorabile nell'infilzare sullo spillone dello stile tutto ciò che può esemplificarla. Non c'è desiderio che non venga punito, felicità che non venga sporcata, innocenza che possa tenere banco per più di due o tre righe. Un universo reso con un linguaggio che gli è perfettamente congruo e che preme con violenza sotto la superficie della lingua ordinaria con un effetto di necessità mai gravità. Al pari di molti altri suoi contemporanei, Wallace poggia sulla scrivania dell'arte, la società attuale.
Essa ha prodotto sia la contestazione violenta, sia il fenomeno droga (come somma di fatti individuali), sia tentativi di sviluppo sociale alternativo. Anche in questi movimenti contro culturali può essere presente la droga ma, di solito si tratta di droghe leggere che agiscono come memento aggregante del gruppo e sviluppano una ideologia destinata a cementare quella collettività.
Per coloro che fanno uso di droga, l'assunzione solitaria costituisce una pura e semplice evasione, una forma individuale di rifiuto della società. Invece, quando il consumo di droga avviene collettivamente e nell'ambito di movimenti alternativi, il fumo acquista un valore ideologico. Significa che la droga è il mezzo attraverso il quale il gruppo si amalgama e costituisce il simbolo di ribellione e alla società, che vieta questa condotta; l'assunzione di droga, in tali casi, rappresenta un rituale di appartenenza e riveste un carattere di iniziazione.
"Le manifestazioni di disfunzionalità psichica e pedagogica del nucleo familiare in correlazione con l'uso della droga, sono numerose ... Inoltre, il gap generazionale, latente nella società, è vissuo in manierea più intensa all'interno della famiglia dove è più evidente lo scarto di valori fondamentali e la primarietà dei rapporti inter-personali di essa rende drammatico il gap (distacco, vuoto), tra le due generazioni all'interno del gruppo. A questa incertezza spirituale, risponde anche la droga."
"Le università americane, come l'ETA sono ancora un luogo di confronto sui diritti civili, le guerre, la libertà di espressione? O sono <<bolle>> lontane dall'America vera?
Infinite Jest, esprime e anzi imprime una visione del mondo: oscura, lacerata, enfatica e risonante, inesorabile nell'infilzare sullo spillone dello stile tutto ciò che può esemplificarla. Non c'è desiderio che non venga punito, felicità che non venga sporcata, innocenza che possa tenere banco per più di due o tre righe. Un universo reso con un linguaggio che gli è perfettamente congruo e che preme con violenza sotto la superficie della lingua ordinaria con un effetto di necessità mai gravità. Al pari di molti altri suoi contemporanei, Wallace poggia sulla scrivania dell'arte, la società attuale.
Essa ha prodotto sia la contestazione violenta, sia il fenomeno droga (come somma di fatti individuali), sia tentativi di sviluppo sociale alternativo. Anche in questi movimenti contro culturali può essere presente la droga ma, di solito si tratta di droghe leggere che agiscono come memento aggregante del gruppo e sviluppano una ideologia destinata a cementare quella collettività.
Per coloro che fanno uso di droga, l'assunzione solitaria costituisce una pura e semplice evasione, una forma individuale di rifiuto della società. Invece, quando il consumo di droga avviene collettivamente e nell'ambito di movimenti alternativi, il fumo acquista un valore ideologico. Significa che la droga è il mezzo attraverso il quale il gruppo si amalgama e costituisce il simbolo di ribellione e alla società, che vieta questa condotta; l'assunzione di droga, in tali casi, rappresenta un rituale di appartenenza e riveste un carattere di iniziazione.
"Le manifestazioni di disfunzionalità psichica e pedagogica del nucleo familiare in correlazione con l'uso della droga, sono numerose ... Inoltre, il gap generazionale, latente nella società, è vissuo in manierea più intensa all'interno della famiglia dove è più evidente lo scarto di valori fondamentali e la primarietà dei rapporti inter-personali di essa rende drammatico il gap (distacco, vuoto), tra le due generazioni all'interno del gruppo. A questa incertezza spirituale, risponde anche la droga."
mercoledì 26 febbraio 2020
La Biblioteca di Katia: RECENSIONE #32/2020 UMILIATI E OFFESI by FEDOR DOS...
La Biblioteca di Katia: RECENSIONE #32/2020 UMILIATI E OFFESI by FEDOR DOS...: Colpi di scena, intricate vicende amorose, inquietudine, sopraffazione, malattie si intrecciano seguendo ritmi narrativi ora precipitosi or...
RECENSIONE #32/2020 UMILIATI E OFFESI by FEDOR DOSTOEVSKJI - EINAUDI
Colpi di scena, intricate vicende amorose, inquietudine, sopraffazione, malattie si intrecciano seguendo ritmi narrativi ora precipitosi ora trattenuti, ma sempre avvincenti, in una narrazione a effetto, spesso avvolta nel mistero.
EINAUDI
ET Classici
pp. XII - 380
€ 13,00
Il libro
Il
perfido principe Valkovskij si staglia sulla schiera delle sue vittime,
umiliate e offese: la spartizione tra bene e male, luce e tenebre, non
si spegne però mai in un facile schematismo. Trova ragione e spessore
nella profondità dell’ideale umanitario dell’autore, nella sua indagine
psicologica, nell’intensità dei sentimenti ritratti che, pagina dopo
pagina, mantengono viva la tensione.
Autore
Fëdor Dostoevskij
Di Fëdor Michajlovic Dostoevskij (Mosca 1821 - Pietroburgo 1881). Fu uno dei più grandi prosatori russi di tutti i tempi. Sin dalla fanciullezza manifestò una precoce intelligenza e una grande nobiltà d'animo. Nel 1848 fu condannato a morte per motivi politici, ebbe la condanna commutata ai lavori forzati, per cui fu deportato in Siberia, ove rimase quattro anni. Frutto di questa crudele e disumana esperienza fu il libro <<Ricordo di una cosa morta>>. Anche dopo la liberazione trascorse una vita agitata, tra ristrettezze finanziarie trascorse una vita agitata, tra ristrettezze finanziarie e sofferenze che minarono la sua già debole fibra. Tra i suoi capolavori: <<Le notti bianche>>, <<Il giocatore>>, <<L'idiota>>, <<I demoni>>, <<L'adolescente>> e <<I fratelli Karamazov>>. Einaudi ha pubblicato: Memorie del sottosuolo, Umiliati e offesi, Delitto e castigo, I demoni, L'adolescente, L'idiota, I fratelli Karamazov, Diario di uno scrittore, Le notti bianche, Il sogno dello zio e L'eterno marito.
RECENSIONE
Nell'opera <<Umiliati e offesi>> come in altre dello stesso autore, il tema dominante è il dramma spirituale dei personaggi che assume uno straordinario risalto. <<Il cuore umano>>, scrisse Dostoevskji <<non è che il campo di battaglia su cui lottano Dio e il diavolo>>, esprimendo così che il bene e il male sono presenti nella nostra natura. Dal loro contrasto continuo e incessante nascono il tormento e l'angoscia dell'uomo, ora elevato alle vette della perfezione, oa scagliato come di una forza malefica e invincibile nelle colpe più ripugnanti.
Per questi motivi non si trova forse in tutto l'Ottocento un scrittore che abbia rappresentato con maggior lucidità l'estrema complessità dello spirito umano. Il protagonista del romanzo è un giovane scrittore, nel quale Dostoevskji raffigura se stesso: Ivan Petrovic, detto Vanja. E' stato allevato dagli Ikmenev con la loro figlia Natascia. Mentre egli studia a Pietroburgo, il principe Valkonsky affida a Ikmenev, suo amministratore, il figlio Alioscia: il ragazzo ha condotto vita scapestrata e il padre intende punirlo mandandolo in campagna. Alioscia frequenta Natascia, attratto dalla sua grazia. Si diffondono pettegolezzi, e ne nasce un piccolo scandalo.
Il principe, che è assolutamente contrario a questa storia d'amore, deciso a separare i due giovani, provoca la rovina di Ikmenev che egli considera responsabile di quanto è avvenuto, Vanja si fidanza con la giovane la quale però non gli nasconde di essere sempre innamorata di Alioscia. Non appena, infatti, lo ritrova, abbandona per lui la propria famiglia e il fidanzato. Da questo amore appassionato e folle Natascia riceverà molto dolore: Alioscia infatti la abbandonerà per sposare la bella e ricca Katja, la fidanzata che suo padre ha scelto per lui.
Nel frattempo Vanja ha accolto in casa sua un'orfanella, Nelly, malata, che morirà dopo aver fatto riconciliare Ikmenev con Natascia.
Nelle prime pagine del romanzo, lo scrittore racconta una strana avventura che gli capitò una sera quando, dopo aver vagato per la città alla ricerca d'un alloggio, arrivò davanti al bar Miller. Dal lato opposto della strada vide avanzare un vecchio seguito da un cane.
IL VECCHIO E IL CANE - E' una scena descritta nel romanzo
Il caffè è frequentato soprattutto da tedeschi e vi regna una certa aria familiare. Poco dopo essere entrato nel locale, lo scrittore si addormenta. Al risveglio una strana scena attira la sua attenzione. Il vecchio guarda con insistenza, ma con uno sguardo spento, come se egli non vedesse, un certo Adamo Ivanovic Schulz, mercante di Riga, intento a leggere un giornale. Questi si accorge di essere continuamente osservato dal vecchio e se ne offende. Gli domanda perchè lo guardi, ma l'altro non risponde. Ripete allora la domanda, con maggiore ira.
Benchè la scena sia descritta nel mondo più realistico possibile, l'atmosfera che la domina è quella dell'allucinazione e dell'incubo. Già l'apparizione del vecchio e del cane - due figure indimenticabili nel loro squallore che le rende simili ad esseri fuori del tempo - conferisce al brano una nota di inquietudine, di attesa e di mistero che le vicende successive intensificano.
Ciò che avviene rientra nella più assoluta normalità (un vecchio solo, il suo cane, un bar, i clienti, un diverbio), ma Dostoevskji <<sente>>, in modo indefinibile e pur certo, la presenza, in quell'uomo che tutti evitano con un moto di ribrezzo, di un dramma le cui origini risalgono assai addietro nel tempo.
Lo scrittore, isolando al centro della scena questo personaggio impenetrabile che fino all'ultimo manterrà nascosto il suo segreto, e rappresentando gli altri come mossi da lui, inspiegabilmente turbati e condizionati dalla sua presenza che li innervosisce in modo innaturale, rappresenta una situazione in cui la tensione cresce via via, tanto che un piccolo incidente provoca, prima, una reazione esageratamente violenta da parte di Schulz, poi una profondissima pietà, non meno illogica dell'ira precedente, da parte dello stesso e degli altri avventori del locale.
Ma il tema dominante, sia prima, sia dopo la lite, è l'ansia da cui tutti sono presi. Essa è ben visibile nelle parole di circostanza che ognuno si sente in obbligo di pronunciare dopo la morte del cane. Se rileggi quel passo noterai che il verbo impagliare e il sostantivo abnegazione ritornano di frequente a dimostrare l'imbarazzo dei presenti che Dostoevskji registra con una nota appena percettibile di ironia (Miller e Krigher ripetono quasi le stesse frasi.)
Chi è querl vecchio? Quale mistero nasconde? Di quale male è morto il cane? Perchè non si separavano mai l'uno dall'altro? Perchè l'animale è morto in quel locale, proprio mentre il suo padrone veniva ingiurato? Perchè il vecchio non reagisce all'ira di Schulz e poi trema, come terrorizzato, quando tutti si mostrano gentili con lui? Sono domande che lo scrittore ci costringe a porre e che lascia senza risposta.
L'unica certezza che il lettore ha è la sofferenza di uel vecchio, respinto dalla società, offeso dagli altri e pur abituato a sopportare come naturali le umiliazioni che gli vengono inflitte. Sentiamo che la storia, la vita che il vecchio ha vissuto sono all'origine del suo stato presente, di abbattimento e di pena. Ma da quando nel colloquio che lo scrittore ha con lui alla fine, l'enigma è sul punto di essere svelato e ci attendiamo la rivelazione, essa non viene. La verità del vecchio ci sfugge così, definitivamente.
Le ultime frasi del romanzo, tanto brevi, incalzanti e drammatiche. Esse esprimono la concitazione e l'ansia del protagonista che <<sente>> la morte del vecchio prima di averne le prove. Mi pareva che tutto ciò accadesse in un sogno conclude l'autore e veramente in tutta la pagina la realtà stessa sembra diventare paurosa e misteriosa, evanescente e inafferabile come una visione grottesca.
E' certamente possibile ricondurre questo tema della morte e del mistero a certi motivi macabri del primo romanticismo europeo. Ciò nonostante l'originalità di Dostoevskji resta assoluta perchè in lui morte, mistero, incubo sono riferiti costantemente alla coscienza dell'uomo che è la fonte di ogni sensazione. Il <<terrore>> non è insomma nelle cose in sè, ma nella nostra anima sconvoltà. Solo nello spirito, secondo Dostoevskji, è la realtà, poichè esso è come il punto da cui i <<fatti>> prendono avvio e a cui in un certo senso ritornano.
ET Classici
pp. XII - 380
€ 13,00
Il libro
Il
perfido principe Valkovskij si staglia sulla schiera delle sue vittime,
umiliate e offese: la spartizione tra bene e male, luce e tenebre, non
si spegne però mai in un facile schematismo. Trova ragione e spessore
nella profondità dell’ideale umanitario dell’autore, nella sua indagine
psicologica, nell’intensità dei sentimenti ritratti che, pagina dopo
pagina, mantengono viva la tensione.
Autore
Fëdor Dostoevskij
Di Fëdor Michajlovic Dostoevskij (Mosca 1821 - Pietroburgo 1881). Fu uno dei più grandi prosatori russi di tutti i tempi. Sin dalla fanciullezza manifestò una precoce intelligenza e una grande nobiltà d'animo. Nel 1848 fu condannato a morte per motivi politici, ebbe la condanna commutata ai lavori forzati, per cui fu deportato in Siberia, ove rimase quattro anni. Frutto di questa crudele e disumana esperienza fu il libro <<Ricordo di una cosa morta>>. Anche dopo la liberazione trascorse una vita agitata, tra ristrettezze finanziarie trascorse una vita agitata, tra ristrettezze finanziarie e sofferenze che minarono la sua già debole fibra. Tra i suoi capolavori: <<Le notti bianche>>, <<Il giocatore>>, <<L'idiota>>, <<I demoni>>, <<L'adolescente>> e <<I fratelli Karamazov>>. Einaudi ha pubblicato: Memorie del sottosuolo, Umiliati e offesi, Delitto e castigo, I demoni, L'adolescente, L'idiota, I fratelli Karamazov, Diario di uno scrittore, Le notti bianche, Il sogno dello zio e L'eterno marito.
RECENSIONE
Nell'opera <<Umiliati e offesi>> come in altre dello stesso autore, il tema dominante è il dramma spirituale dei personaggi che assume uno straordinario risalto. <<Il cuore umano>>, scrisse Dostoevskji <<non è che il campo di battaglia su cui lottano Dio e il diavolo>>, esprimendo così che il bene e il male sono presenti nella nostra natura. Dal loro contrasto continuo e incessante nascono il tormento e l'angoscia dell'uomo, ora elevato alle vette della perfezione, oa scagliato come di una forza malefica e invincibile nelle colpe più ripugnanti.
Per questi motivi non si trova forse in tutto l'Ottocento un scrittore che abbia rappresentato con maggior lucidità l'estrema complessità dello spirito umano. Il protagonista del romanzo è un giovane scrittore, nel quale Dostoevskji raffigura se stesso: Ivan Petrovic, detto Vanja. E' stato allevato dagli Ikmenev con la loro figlia Natascia. Mentre egli studia a Pietroburgo, il principe Valkonsky affida a Ikmenev, suo amministratore, il figlio Alioscia: il ragazzo ha condotto vita scapestrata e il padre intende punirlo mandandolo in campagna. Alioscia frequenta Natascia, attratto dalla sua grazia. Si diffondono pettegolezzi, e ne nasce un piccolo scandalo.
Il principe, che è assolutamente contrario a questa storia d'amore, deciso a separare i due giovani, provoca la rovina di Ikmenev che egli considera responsabile di quanto è avvenuto, Vanja si fidanza con la giovane la quale però non gli nasconde di essere sempre innamorata di Alioscia. Non appena, infatti, lo ritrova, abbandona per lui la propria famiglia e il fidanzato. Da questo amore appassionato e folle Natascia riceverà molto dolore: Alioscia infatti la abbandonerà per sposare la bella e ricca Katja, la fidanzata che suo padre ha scelto per lui.
Nel frattempo Vanja ha accolto in casa sua un'orfanella, Nelly, malata, che morirà dopo aver fatto riconciliare Ikmenev con Natascia.
Nelle prime pagine del romanzo, lo scrittore racconta una strana avventura che gli capitò una sera quando, dopo aver vagato per la città alla ricerca d'un alloggio, arrivò davanti al bar Miller. Dal lato opposto della strada vide avanzare un vecchio seguito da un cane.
IL VECCHIO E IL CANE - E' una scena descritta nel romanzo
Il caffè è frequentato soprattutto da tedeschi e vi regna una certa aria familiare. Poco dopo essere entrato nel locale, lo scrittore si addormenta. Al risveglio una strana scena attira la sua attenzione. Il vecchio guarda con insistenza, ma con uno sguardo spento, come se egli non vedesse, un certo Adamo Ivanovic Schulz, mercante di Riga, intento a leggere un giornale. Questi si accorge di essere continuamente osservato dal vecchio e se ne offende. Gli domanda perchè lo guardi, ma l'altro non risponde. Ripete allora la domanda, con maggiore ira.
Benchè la scena sia descritta nel mondo più realistico possibile, l'atmosfera che la domina è quella dell'allucinazione e dell'incubo. Già l'apparizione del vecchio e del cane - due figure indimenticabili nel loro squallore che le rende simili ad esseri fuori del tempo - conferisce al brano una nota di inquietudine, di attesa e di mistero che le vicende successive intensificano.
Ciò che avviene rientra nella più assoluta normalità (un vecchio solo, il suo cane, un bar, i clienti, un diverbio), ma Dostoevskji <<sente>>, in modo indefinibile e pur certo, la presenza, in quell'uomo che tutti evitano con un moto di ribrezzo, di un dramma le cui origini risalgono assai addietro nel tempo.
Lo scrittore, isolando al centro della scena questo personaggio impenetrabile che fino all'ultimo manterrà nascosto il suo segreto, e rappresentando gli altri come mossi da lui, inspiegabilmente turbati e condizionati dalla sua presenza che li innervosisce in modo innaturale, rappresenta una situazione in cui la tensione cresce via via, tanto che un piccolo incidente provoca, prima, una reazione esageratamente violenta da parte di Schulz, poi una profondissima pietà, non meno illogica dell'ira precedente, da parte dello stesso e degli altri avventori del locale.
Ma il tema dominante, sia prima, sia dopo la lite, è l'ansia da cui tutti sono presi. Essa è ben visibile nelle parole di circostanza che ognuno si sente in obbligo di pronunciare dopo la morte del cane. Se rileggi quel passo noterai che il verbo impagliare e il sostantivo abnegazione ritornano di frequente a dimostrare l'imbarazzo dei presenti che Dostoevskji registra con una nota appena percettibile di ironia (Miller e Krigher ripetono quasi le stesse frasi.)
Chi è querl vecchio? Quale mistero nasconde? Di quale male è morto il cane? Perchè non si separavano mai l'uno dall'altro? Perchè l'animale è morto in quel locale, proprio mentre il suo padrone veniva ingiurato? Perchè il vecchio non reagisce all'ira di Schulz e poi trema, come terrorizzato, quando tutti si mostrano gentili con lui? Sono domande che lo scrittore ci costringe a porre e che lascia senza risposta.
L'unica certezza che il lettore ha è la sofferenza di uel vecchio, respinto dalla società, offeso dagli altri e pur abituato a sopportare come naturali le umiliazioni che gli vengono inflitte. Sentiamo che la storia, la vita che il vecchio ha vissuto sono all'origine del suo stato presente, di abbattimento e di pena. Ma da quando nel colloquio che lo scrittore ha con lui alla fine, l'enigma è sul punto di essere svelato e ci attendiamo la rivelazione, essa non viene. La verità del vecchio ci sfugge così, definitivamente.
Le ultime frasi del romanzo, tanto brevi, incalzanti e drammatiche. Esse esprimono la concitazione e l'ansia del protagonista che <<sente>> la morte del vecchio prima di averne le prove. Mi pareva che tutto ciò accadesse in un sogno conclude l'autore e veramente in tutta la pagina la realtà stessa sembra diventare paurosa e misteriosa, evanescente e inafferabile come una visione grottesca.
E' certamente possibile ricondurre questo tema della morte e del mistero a certi motivi macabri del primo romanticismo europeo. Ciò nonostante l'originalità di Dostoevskji resta assoluta perchè in lui morte, mistero, incubo sono riferiti costantemente alla coscienza dell'uomo che è la fonte di ogni sensazione. Il <<terrore>> non è insomma nelle cose in sè, ma nella nostra anima sconvoltà. Solo nello spirito, secondo Dostoevskji, è la realtà, poichè esso è come il punto da cui i <<fatti>> prendono avvio e a cui in un certo senso ritornano.
E' certamente possibile ricondurre questo tema della morte e del mistero a certi motivi macabri del primo romanticismo europeo. Ciò nonostante l'originalità di Dostoevskji resta assoluta perchè in lui morte, mistero, incubo sono riferiti costantemente alla coscienza dell'uomo che è la fonte di ogni sensazione. Il <<terrore>> non è insomma nelle cose in sè, ma nella nostra anima sconvoltà. Solo nello spirito, secondo Dostoevskji, è la realtà, poichè esso è come il punto da cui i <<fatti>> prendono avvio e a cui in un certo senso ritornano.
martedì 25 febbraio 2020
La Biblioteca di Katia: POST #30/2020 LA BABYSITTER E ALTRE STORIE by ROBE...
La Biblioteca di Katia: POST #30/2020 LA BABYSITTER E ALTRE STORIE by ROBE...: L'americano Robert Coover, 87 anni compiuti il 4 febbraio, è un maestro del postmoderno accanto a Thomas Pynchon e Don Lillo, poco cono...
La Biblioteca di Katia: RECENSIONE #31/2020 LA BABYSITTER E ALTRE STORIE b...
La Biblioteca di Katia: RECENSIONE #31/2020 LA BABYSITTER E ALTRE STORIE b...: Robert Coover La babysitter e altre storie NNEDITORE Numero Pagine : 416 Prezzo : 20 € Il libro ...
POST #30/2020 LA BABYSITTER E ALTRE STORIE by ROBERT COOVER -- NNEDITORE
L'americano Robert Coover, 87 anni compiuti il 4 febbraio, è un maestro del postmoderno accanto a Thomas Pynchon e Don Lillo, poco conosciuti in Italia ma, famosi in America, dove Coover è docente alla Brown University, considerato uno dei padri letterari di David Foster Wallace.
Robert Coover è un autore considerato <<duro>> per intenderci se Raymond Caver, un realista, ha narrato il Tinello Americano, Coover la fa letteralmente a pezzi.
Proprio la babysitter e altre storie, che la NNEditore ha affidato a 30 tra i traduttori italiani più noti, è considerata <<la raccolta definitiva>>, del mondo di Coover: i racconti attraversano la sua carriera dal 1962 al 2016, e contengono tutti i suoi stratagemmi narrativi. Come per esempio nel racconto tradotto da Guido Calza, Il viandante, del 1968, narra la storia di un agente che incontra per caso un viandante ed espone il lettore con un monologo nevrotico che interrompe soltanto quando spara al malcapitato.
Robert Coover
La babysitter e altre storie
NNEDITORE
Numero Pagine : 416Prezzo : 20 €
Il libro
Le trenta storie di questa raccolta ripercorrono la carriera di Robert Coover, uno dei padri della letteratura americana.
Ognuna di esse si avventura oltre i confini della realtà, catapultando il lettore in universi fantastici come quelli dell’Uomo Invisibile o dei cartoni animati, oppure riscrivendo le narrazioni del mondo occidentale, dalla Bibbia alle fiabe classiche, dai film ai fumetti.
Rovesciando e moltiplicando la realtà a colpi di paradossi e contraddizioni, Coover cala i personaggi in versioni nuove e imprevedibili delle loro storie; e così facendo, personaggi e lettori si trovano insieme, stupiti e impauriti, in balìa della fantasia senza freni di uno scrittore dall’immaginario funambolico.
Con una lingua evocativa, densa, ostinatamente precisa, nella Babysitter e altre storie Robert Coover sonda gli aspetti più commoventi, sublimi e grotteschi dell’esistenza, frantumando l’inganno del mondo e portando alla luce l’indicibile che scorre sotto ogni vita come un raggiante fiume sommerso.
Ognuna di esse si avventura oltre i confini della realtà, catapultando il lettore in universi fantastici come quelli dell’Uomo Invisibile o dei cartoni animati, oppure riscrivendo le narrazioni del mondo occidentale, dalla Bibbia alle fiabe classiche, dai film ai fumetti.
Rovesciando e moltiplicando la realtà a colpi di paradossi e contraddizioni, Coover cala i personaggi in versioni nuove e imprevedibili delle loro storie; e così facendo, personaggi e lettori si trovano insieme, stupiti e impauriti, in balìa della fantasia senza freni di uno scrittore dall’immaginario funambolico.
Con una lingua evocativa, densa, ostinatamente precisa, nella Babysitter e altre storie Robert Coover sonda gli aspetti più commoventi, sublimi e grotteschi dell’esistenza, frantumando l’inganno del mondo e portando alla luce l’indicibile che scorre sotto ogni vita come un raggiante fiume sommerso.
30 racconti per 30 traduttori
Ada Arduini, Chiara Baffa, Katia Bagnoli, Massimo Bocchiola, Luca
Briasco, Guido Calza, Silvia Castoldi, Franca Cavagnoli, Gaja
Cenciarelli, Matteo Colombo, Fabio Cremonesi, Serena Daniele, Riccardo
Duranti, Laura Gazzarrini, Daniele A. Gewurz, Gioia Guerzoni, Eva
Kampmann, Cristiana Mennella, Laura Noulian, Vito Ogro, Monica Pareschi,
Silvia Pareschi, Alberto Rollo, Silvia Rota Sperti, Roberto Serrai,
Chiara Stangalino, Sara Sullam, Claudia Tarolo, Martina Testa, Isabella
Zani.
Robert Coover (1932) è autore di romanzi e raccolte di
racconti, ed è considerato uno dei padri del postmoderno americano. Ha
insegnato per più di trent’anni alla Brown University, dove ha fondato
l’International Writers Project, un programma rivolto a scrittori
internazionali perseguitati per le loro idee e i loro scritti. Con il
suo primo romanzo, The Origin of the Brunists, ha ricevuto il William
Faulkner Foundation First Novel Award, e con The Public Burning (1977) è
stato finalista al National Book Award. NNE pubblicherà anche il suo
romanzo Huck Out West.
RECENSIONE #31/2020 LA BABYSITTER E ALTRE STORIE by ROBERT COOVER - NNEDITORE
Robert Coover
La babysitter e altre storie
NNEDITORE
Numero Pagine : 416Prezzo : 20 €
Il libro
Le trenta storie di questa raccolta ripercorrono la carriera di Robert Coover, uno dei padri della letteratura americana.
Ognuna di esse si avventura oltre i confini della realtà, catapultando il lettore in universi fantastici come quelli dell’Uomo Invisibile o dei cartoni animati, oppure riscrivendo le narrazioni del mondo occidentale, dalla Bibbia alle fiabe classiche, dai film ai fumetti.
Rovesciando e moltiplicando la realtà a colpi di paradossi e contraddizioni, Coover cala i personaggi in versioni nuove e imprevedibili delle loro storie; e così facendo, personaggi e lettori si trovano insieme, stupiti e impauriti, in balìa della fantasia senza freni di uno scrittore dall’immaginario funambolico.
Con una lingua evocativa, densa, ostinatamente precisa, nella Babysitter e altre storie Robert Coover sonda gli aspetti più commoventi, sublimi e grotteschi dell’esistenza, frantumando l’inganno del mondo e portando alla luce l’indicibile che scorre sotto ogni vita come un raggiante fiume sommerso.
Ognuna di esse si avventura oltre i confini della realtà, catapultando il lettore in universi fantastici come quelli dell’Uomo Invisibile o dei cartoni animati, oppure riscrivendo le narrazioni del mondo occidentale, dalla Bibbia alle fiabe classiche, dai film ai fumetti.
Rovesciando e moltiplicando la realtà a colpi di paradossi e contraddizioni, Coover cala i personaggi in versioni nuove e imprevedibili delle loro storie; e così facendo, personaggi e lettori si trovano insieme, stupiti e impauriti, in balìa della fantasia senza freni di uno scrittore dall’immaginario funambolico.
Con una lingua evocativa, densa, ostinatamente precisa, nella Babysitter e altre storie Robert Coover sonda gli aspetti più commoventi, sublimi e grotteschi dell’esistenza, frantumando l’inganno del mondo e portando alla luce l’indicibile che scorre sotto ogni vita come un raggiante fiume sommerso.
30 racconti per 30 traduttori
Ada Arduini, Chiara Baffa, Katia Bagnoli, Massimo Bocchiola, Luca
Briasco, Guido Calza, Silvia Castoldi, Franca Cavagnoli, Gaja
Cenciarelli, Matteo Colombo, Fabio Cremonesi, Serena Daniele, Riccardo
Duranti, Laura Gazzarrini, Daniele A. Gewurz, Gioia Guerzoni, Eva
Kampmann, Cristiana Mennella, Laura Noulian, Vito Ogro, Monica Pareschi,
Silvia Pareschi, Alberto Rollo, Silvia Rota Sperti, Roberto Serrai,
Chiara Stangalino, Sara Sullam, Claudia Tarolo, Martina Testa, Isabella
Zani.
ROBERT COOVER
Robert Coover (1932) è autore di romanzi e raccolte di racconti, ed è
considerato uno dei padri del postmoderno americano. Ha insegnato per
più di trent’anni alla Brown University, dove ha fondato l’International
Writers Project, un programma rivolto a scrittori internazionali
perseguitati per le loro idee e i loro scritti. Con il suo primo
romanzo, The Origin of the Brunists, ha ricevuto il William Faulkner
Foundation First Novel Award, e con The Public Burning (1977) è stato
finalista al National Book Award. NNE pubblicherà anche il suo romanzo
Huck Out West.
RECENSIONE
Il romanzo La babysitter, del 1969, tradotto da Luca Briasco, in cui <<i temi presenti>> si intrecciano, (la babysitter uccide il bambino, la babysitter viene violentata, la babysitter finisce tranquilla la sua serata di lavoro) e spetta al lettore decidere cosa è successo.
Nel romanzo Variazioni su Riccioli d'oro tradotto da Martina Testa, con i riccioli dell'intrusa i tre orsi giocano a spazzare il pavimento.
Di questa insolita impresa editoriale, quasi postmoderna, che fa conoscere Coover al pubblico si è cimentato Massimo Bocchiola, con il racconto "Il ritorno dei bambini oscuri, del 2020 - versione horror del Pifferaio magico, ma con zombi.
"E' un racconto raggelante, proprio fa paura."
Mi ha fatto pensare a Poe, a una fiaba incrociata con il terrore, in realtà è un racconto su ciò che ci distrugge, l'avidità, l'incapacità, di accettare i limiti e accoglierne altri. Si nota in realtà la ricchezza lessicale, la versatilità, cambia spesso registro ma, tiene sullo sfondo i miti e le fiabe.
Gli viene attribuito a Coover: realismo magico. E' un uomo che non appena il lettore nota qualcosa, lui tende a trasformarla in qualcos'altro. Aldilà delle traduzioni Coover, nella babysitter, del 1969, Borges lo definisce un modello a scatole cinesi, e poi come fosse un film, gioca a mandare avanti e indietro la scena, che cambia ogni volta. Ogni traduttore che si è trovato a lavorare al romanzo è stato particolarmente attento alle <<ricorrenze, cioè ripetizioni volute>> insomma, un vero puzzle sia per il lettore che per il traduttore.
Di interessante al di là della forma, Coover tiene a stabilire una ecletticità, <<molto avanti>>, per la sua epoca, sul gender, sulla violenza e a differenza di altri postmoderrni, non soffre il tempo.
Ogni traduttore ha trovato nel proprio racconto, il riassunto di una vita. Lo scrittore gioca
a(ri)mandare avanti e indietro la macchina da presa. Il risultato è una vita intera in poche immagini, così lo descrive Laura Noulian che ha tradotto "Farsi una birra (2011)."
Il fratello è stato tradotto da Matteo Colombo, alludendo al racconto del 1962: privo di punteggiatura, narra la storia di un uomo che resta a terra quando arriva un diluvio, forse quello di Noè. Un tema biblico, commenta Colombo, che diventa un flusso di coscienza impetuoso, proprio come un diluvio. La lingua di Coover è quella della povrera gente, e la mette su uno sfondo grandioso ed epico.
Guido Calza ha tradotto "Il viandante del 1968", del quale Calza precisa: che è difficile distinguere quale sia il lavoro dell'autore da quello del traduttore.
Variazioni su Riccioli d'oro, del 2013, è stato tradotto da Martina Testa. Qui Coover mette al centro infiniti punti di vista. Egli lavora sulla tradizione e si diverte a reinventarla, ma c'è un altro elemento: i personaggi di questa fiaba, sanno di essere personaggi e si pensano e si guardano, come in una riflessione sul lavoro dello scrittore, che inventa storie quasi a dire:
"Ora quali giochi scegliamo? dicono gli orsi."
Alla fine c'è la distruzione, la morte, ma perdersi nelle storie pur sapendo che è illusorio ci allunga la vita. Questo slancio, ideale e disilluso, ci riscalda il cuore.
La Biblioteca di Katia: RECENSIONE #30/2020 IL TRENO DEI BAMBINI by VIOLA ...
La Biblioteca di Katia: RECENSIONE #30/2020 IL TRENO DEI BAMBINI by VIOLA ...: A volte dobbiamo rinunciare a tutto, persino all'amore di una madre, per scoprire il nostro destino. Nessun romanzo lo aveva mai racco...
La Biblioteca di Katia: POST #29/2020 IL TRENO DEI BAMBINI by VIOLA ARDONE...
La Biblioteca di Katia: POST #29/2020 IL TRENO DEI BAMBINI by VIOLA ARDONE...: Viola Ardone racconta una vicenda dimenticata del dopoguerra: bambini del Sud <<adottati>> per brevi periodi, da famiglie del No...
RECENSIONE #30/2020 IL TRENO DEI BAMBINI by VIOLA ARDONE - EINAUDI STILE LIBERO
A volte dobbiamo rinunciare a tutto, persino all'amore di una madre, per
scoprire il nostro destino. Nessun romanzo lo aveva mai raccontato con
tanto ostinato candore.
Il caso editoriale italiano dell'ultima Fiera di Francoforte, in corso di traduzione in 25 lingue.
VIOLA ARDONE
IL TRENO DEI BAMBINI
Stile Libero Big
pp. 248
€ 17,50
Il libro
È il
1946 quando Amerigo lascia il suo rione di Napoli e sale su un treno.
Assieme a migliaia di altri bambini meridionali attraverserà l’intera
penisola e trascorrerà alcuni mesi in una famiglia del Nord;
un’iniziativa del Partito comunista per strappare i piccoli alla miseria
dopo l’ultimo conflitto. Con lo stupore dei suoi sette anni e il piglio
furbo di un bambino dei vicoli, Amerigo ci mostra un’Italia che si
rialza dalla guerra come se la vedessimo per la prima volta. E ci affida
la storia commovente di una separazione. Quel dolore originario cui non
ci si può sottrarre, perché non c’è altro modo per crescere.
«Un romanzo appassionante e scritto benissimo. La storia di questo bambino del dopoguerra, della sua lotta per la sopravvivenza e l’amore, tiene incollati alle pagine».
Marion Kohler, DVA-Penguin, Germania
«Originale, emotivo, di grande qualità letteraria. Un libro che tutti dovrebbero leggere».
Anne Michel, Albin Michel, Francia
«Uno splendido romanzo. Viola Ardone ci fa riflettere, con delicatezza e maestria, su come certe decisioni possano cambiare per sempre la nostra vita».
Elena Ramírez, Seix Barral, Spagna
VIOLA ARDONE
«Un romanzo appassionante e scritto benissimo. La storia di questo bambino del dopoguerra, della sua lotta per la sopravvivenza e l’amore, tiene incollati alle pagine».
Marion Kohler, DVA-Penguin, Germania
«Originale, emotivo, di grande qualità letteraria. Un libro che tutti dovrebbero leggere».
Anne Michel, Albin Michel, Francia
«Uno splendido romanzo. Viola Ardone ci fa riflettere, con delicatezza e maestria, su come certe decisioni possano cambiare per sempre la nostra vita».
Elena Ramírez, Seix Barral, Spagna
VIOLA ARDONE
Viola Ardone (Napoli 1974) insegna
latino e italiano al liceo.
RECENSIONE
Il protagonista del romanzo di Viola Ardone è Amerigo, un bambino povero dei vicoli di Napoli, vive insieme alla madre, anche se spesso in casa sua si aggira un signore che li fa lavorare per dare loro un pò di soldi, e che si chiude in camera da letto con la madre.
La donna un giorno porta Amerigo a fare il colloquio per partire con il treno dei bambini, perchè la speranza è più forte di tutti i timori, e le condizioni che vivono qui spingono a rischiare di essere vittime della leggenda.
Il romanzo è attraversato da scene potenti, come quando: alla stazione i bambini, che stanno per partire, si tolgono i cappotti e li lasciano alle madri, perchè qualcuno ha suggerito loro che se vanno via senza, poi glieli procureranno, e quindi questi cappottini lisi e rivoltati possono essere lasciati ai fratellini che restano. Amerigo sarà testimone dello strazio di vedere famiglie che prelevano altri bambini.
Resterà poi l'ultimo, il più piccolo, il più gracile, assegnato ad una zitella che non sa bene come ci si comporta con un essere umano di quell'età. Amerigo è stato fortunato, la famiglia assegnatagli a cibo in abbondanza, scoprirà che esiste il cibo abbondante, i rapporti familiari, le carezze di una nuova madre, una scuola, qualcuno che ti insegna la musica che coltivi passione: ma il problema sta nel fatto, che prima o poi tutto questo fnirà, e Amerigo come tutti gli altri bambini, devono ritornare a casa, la casa dalle quali erano partiti in cerca di un futuro migliore.
In un gioco di specchi Amerigo paragona ciò che ha trovato da ciò che ha vissuto prima di prendere il treno. Adesso è in grado di capire che la madre lo vuole tenere (dentro quella realtà), e lui vuole altro. Fa ancora parte di quella vita, e allo stesso tempo non riesce più a farne parte. L'unica pecca è il nodo che il libro fatica a sciogliere è quello della lingua che risulta faticosa e artificiale, a volte perfino un ostacolo alla fluidità del racconto.
Per ora, si resta concentrati su Amerigo, che sale sul treno dei bambini e sradica dolcemente le sue radici, che è uno dei modi per diventare adulti.
POST #29/2020 IL TRENO DEI BAMBINI by VIOLA ARDONE - EINAUDI STILE LIBERO
Viola Ardone racconta una vicenda dimenticata del dopoguerra: bambini del Sud <<adottati>> per brevi periodi, da famiglie del Nord.
"Per non dimenticare." "La memoria va ricordata."
VIOLA ARDONE
IL TRENO DEI BAMBINI
Viola Ardone (Napoli 1974) insegna
latino e italiano al liceo.
"Per non dimenticare." "La memoria va ricordata."
VIOLA ARDONE
IL TRENO DEI BAMBINI
Stile Libero Big
pp. 248
€ 17,50
A volte dobbiamo rinunciare a tutto, persino all'amore di una madre, per
scoprire il nostro destino. Nessun romanzo lo aveva mai raccontato con
tanto ostinato candore.
Il caso editoriale italiano dell'ultima Fiera di Francoforte, in corso di traduzione in 25 lingue.
Il caso editoriale italiano dell'ultima Fiera di Francoforte, in corso di traduzione in 25 lingue.
Il libro
È il
1946 quando Amerigo lascia il suo rione di Napoli e sale su un treno.
Assieme a migliaia di altri bambini meridionali attraverserà l’intera
penisola e trascorrerà alcuni mesi in una famiglia del Nord;
un’iniziativa del Partito comunista per strappare i piccoli alla miseria
dopo l’ultimo conflitto. Con lo stupore dei suoi sette anni e il piglio
furbo di un bambino dei vicoli, Amerigo ci mostra un’Italia che si
rialza dalla guerra come se la vedessimo per la prima volta. E ci affida
la storia commovente di una separazione. Quel dolore originario cui non
ci si può sottrarre, perché non c’è altro modo per crescere.
«Un romanzo appassionante e scritto benissimo. La storia di questo
bambino del dopoguerra, della sua lotta per la sopravvivenza e l’amore,
tiene incollati alle pagine».
Marion Kohler, DVA-Penguin, Germania
Marion Kohler, DVA-Penguin, Germania
«Originale, emotivo, di grande qualità letteraria. Un libro che tutti dovrebbero leggere».
Anne Michel, Albin Michel, Francia
Anne Michel, Albin Michel, Francia
«Uno splendido romanzo. Viola Ardone ci fa riflettere, con
delicatezza e maestria, su come certe decisioni possano cambiare per
sempre la nostra vita».
Elena Ramírez, Seix Barral, Spagna
Elena Ramírez, Seix Barral, Spagna
VIOLA ARDONE
POST #28/2020 IL TRENO DEI BAMBINI by VIOLA ARDONE - EINAUDI STILE LIBERO
A volte dobbiamo rinunciare a tutto, persino all'amore di una madre, per
scoprire il nostro destino. Nessun romanzo lo aveva mai raccontato con
tanto ostinato candore.
Il caso editoriale italiano dell'ultima Fiera di Francoforte, in corso di traduzione in 25 lingue.
Il caso editoriale italiano dell'ultima Fiera di Francoforte, in corso di traduzione in 25 lingue.
IL TRENO DEI BAMBINI
Stile Libero Big
pp. 248
€ 17,50
Il libro
È il
1946 quando Amerigo lascia il suo rione di Napoli e sale su un treno.
Assieme a migliaia di altri bambini meridionali attraverserà l’intera
penisola e trascorrerà alcuni mesi in una famiglia del Nord;
un’iniziativa del Partito comunista per strappare i piccoli alla miseria
dopo l’ultimo conflitto. Con lo stupore dei suoi sette anni e il piglio
furbo di un bambino dei vicoli, Amerigo ci mostra un’Italia che si
rialza dalla guerra come se la vedessimo per la prima volta. E ci affida
la storia commovente di una separazione. Quel dolore originario cui non
ci si può sottrarre, perché non c’è altro modo per crescere.
«Un romanzo appassionante e scritto benissimo. La storia di questo
bambino del dopoguerra, della sua lotta per la sopravvivenza e l’amore,
tiene incollati alle pagine».
Marion Kohler, DVA-Penguin, Germania
Marion Kohler, DVA-Penguin, Germania
«Originale, emotivo, di grande qualità letteraria. Un libro che tutti dovrebbero leggere».
Anne Michel, Albin Michel, Francia
Anne Michel, Albin Michel, Francia
«Uno splendido romanzo. Viola Ardone ci fa riflettere, con
delicatezza e maestria, su come certe decisioni possano cambiare per
sempre la nostra vita».
Elena Ramírez, Seix Barral, Spagna
Elena Ramírez, Seix Barral, Spagna
VIOLA ARDONE
Viola Ardone (Napoli 1974) insegna
latino e italiano al liceo.
sabato 22 febbraio 2020
La Biblioteca di Katia: POST #27/2020 SYLVIA PENTON ESCE DAL LETARGO by JA...
La Biblioteca di Katia: POST #27/2020 SYLVIA PENTON ESCE DAL LETARGO by JA...: "IL PUNTO DI VISTA DEL RICCIO." Sylvia Penton esce dal letargo di ...
POST #27/2020 SYLVIA PENTON ESCE DAL LETARGO by JANE O'CONNOR - CORBACCIO
"IL PUNTO DI VISTA DEL RICCIO."
Sylvia Penton esce dal letargo
di Jane O'Connor
CORBACCIO
Pagine 324
Euro 17,90 €
Il libro
A volte bisogna ricordarsi di abbassare gli aculei per lasciarsi amare. E per imparare a vivere la vita. La nostra vita.
Sylvia Penton custodisce gelosamente un segreto,
che l’ha portata a vivere in una sorta di ibernazione per anni. Non c’è
da meravigliarsi che appaia un po' spigolosa… Vive da sola in un
appartamento londinese e dedica tutta se stessa al suo lavoro in
Università dove è segretaria personale di un professore. Durante i
weekend fa la volontaria presso un centro di recupero per ricci, perché
così ha qualcosa di cui parlare il lunedì con i colleghi e perché così
la gente pensa che sia più simpatica di quanto non è nella realtà. Il
suo chiodo fisso è il professore con cui lavora, di cui è perdutamente
innamorata: certa che lui stia solo aspettando il momento giusto per
porre fine a un matrimonio in crisi irreversibile, Sylvia nel frattempo
fa scorta di ogni scampolo di affetto che il professore le elargisce e
ostacola abilmente chiunque possa intralciare il suo grande progetto
d’amore. Ma quando una brillante, nonché appariscente, dottoranda
cattura lo sguardo del professore, il sogno coltivato e coccolato per
anni da Sylvia rischia di finire in mille pezzi, spingendola a prendere
misure drastiche e per certi versi disperate. È come se Sylvia si fosse
ridestata all’improvviso da un sonno in cui si cullava da un tempo
infinito: il risveglio è brusco, certo, ma adesso che lei è
perfettamente sveglia, le cose dovranno per forza cambiare…
La Biblioteca di Katia: RECENSIONE # /2020 29 SECONDI by T.M. LOGAN - LA ...
La Biblioteca di Katia: RECENSIONE # 29 /2020 29 SECONDI by T.M. LOGAN - LA ...: Una storia, una telefonata di 29 secondi. Un racconto in cui T.M. Logan mostra la sua straordinaria capacità di penetrare nell’animo umano...
RECENSIONE # 29 /2020 29 SECONDI by T.M. LOGAN - LA CORTE EDITORE
Una storia, una telefonata di 29 secondi. Un racconto in cui T.M. Logan mostra la sua straordinaria capacità di penetrare nell’animo umano e di restituirne con precisione fragilità e disincanto.
29 SECONDI – T.M. Logan
LA CORTE EDITORE
Traduttore: Federico Ghirardi
Pag: 360
18,90€Il libro
Dammi un nome. Una persona. E io la farò scomparire.
Sarah vive da anni un’insostenibile
situazione che la vede vittima delle molestie del suo capo, un
maschilista della peggior specie, che tratta le donne come oggetti.
Quando un giorno salva una bambina in difficoltà, non si aspetta niente in cambio. Ma il suo gesto coraggioso fa sì che un uomo tanto potente quanto pericoloso si senta in debito con lei. L’uomo vive in modo brutale e, nel suo particolare codice, tutti i debiti devono essere saldati.
Sarah potrebbe avere così una via d’uscita, un modo per liberarsi in un attimo di tutti i suoi problemi e avere finalmente la vita che merita.
Ci sono solo tre condizioni: ha 72 ore per fornire un nome. Se rifiuta, l’offerta svanisce. E se accetta, non può più tirarsi indietro.
è un patto irripetibile, un’offerta di quelle che capitano una volta sola. Nessuna conseguenza, nessun rischio di essere collegati, nessuna possibilità di essere scoperti. Non deve fare altro che una telefonata. Da 29 secondi.
Perché, in fondo, ciascuno di noi ha un nome da dare. Non è così?
Quando un giorno salva una bambina in difficoltà, non si aspetta niente in cambio. Ma il suo gesto coraggioso fa sì che un uomo tanto potente quanto pericoloso si senta in debito con lei. L’uomo vive in modo brutale e, nel suo particolare codice, tutti i debiti devono essere saldati.
Sarah potrebbe avere così una via d’uscita, un modo per liberarsi in un attimo di tutti i suoi problemi e avere finalmente la vita che merita.
Ci sono solo tre condizioni: ha 72 ore per fornire un nome. Se rifiuta, l’offerta svanisce. E se accetta, non può più tirarsi indietro.
è un patto irripetibile, un’offerta di quelle che capitano una volta sola. Nessuna conseguenza, nessun rischio di essere collegati, nessuna possibilità di essere scoperti. Non deve fare altro che una telefonata. Da 29 secondi.
Perché, in fondo, ciascuno di noi ha un nome da dare. Non è così?
Il nuovo thriller psicologico dell’autore di Bugie
(oltre 300.000 copie vendute in Inghilterra; al numero 1 su Amazon) che
mette in scena la claustrofobica realtà a cui possono essere costrette
diverse donne.
“Una lettura ipnotica, con un colpo di scena che non ti aspetteresti”
Lee Child su Bugie
Lee Child su Bugie
T.M. LOGAN
è nato in Inghilterra ed è un giornalista del Daily Mail,
sul quale racconta i nuovi sviluppi del settore scientifico.
Precedentemente ha lavorato come vicedirettore della comunicazione
all’Università di Nottingham e vive nel Nottinghamshire con la moglie e
due figli. Il suo thriller d’esordio, Bugie (La Corte Editore), ha già venduto oltre 300.000 copie in tutto il mondo, diventando un vero e proprio caso letterario.
RECENSIONE
Sarah colleziona una serie di insuccessi a cominciare dai
suoi affascinanti e inseparabili figli, che però le causano non poche
preoccupazioni? Da un matrimonio andato a rotoli, è bello
per lei sentirsi di nuovo pronta ad affrontare le sfide della vita. Incomincia però, a ricevere dei messaggi minacciosi che corrodono la sua
ritrovata fiducia in se stessa. Qualcuno, evidentemente, l’ha presa di
mira e ha deciso di distruggerla.
Mentre sta guidando, è spettatrice di una scena raccapricciante, un uomo viene aggredito brutalmente e ha intravisto l’omicida che si dava
alla fuga e che non è mai stato identificato. Insieme all'uomo c'era anche una bambina. «Perché l'uomo è dovuto
morire?» è la domanda che tormenta Sarah da allora, così come il volto
dell’assassino tormenta ogni notte i suoi sogni. Finché un giorno, con una carriera sulla rampa di lancio: le è stato appena affidato il suo primo caso.
Sarah lo vuole rintracciare a tutti i costi l'assassino ma, viene coinvolta in un
macabro gioco da cui non sa come uscire. Chi è quella bambina? Cosa le è
successo? E chi è veramente l'Uomo Nero? Sarah non può far altro che
tentare di mettere insieme le tessere di un puzzle diabolico, mentre
precipita in un abisso di violenza, paranoia e angoscia. Eppure sa che,
alla fine, tutti i nodi verranno al pettine...
Di fronte agli ostacoli che incontrano le indagini, a causa del tempo
trascorso e di un clima di persistente diffidenza, Sarah decide di
esporsi in prima persona, senza calcolare che la sua vita stessa verrà scandagliata, e
il suo passato con tutte le sue zone d’ombra e i ricordi rimossi finirà
sotto gli occhi di tutti. Compresi i suoi.
Che cosa resta quando una speranza, un’illusione vanno in frantumi?
Perché non possiamo evitare di affidarci ad altre speranze e illusioni
ancora? Perché ci è impossibile affrontare la vita senza dire e dirci
menzogne?
Non riusciva a prendere sonno. Aveva il
cervello in fibrillazione che continuava a replicare la conversazione
nella testa. La telefonata escludeva ogni altro pensiero. Nessuno crede alla sua teoria, nè Lovercraft, nè la sua amica, entrambi cercano di sviarla dall'indagine, affermando di essere certi che
si tratti di una coincidenza, ma niente e nessuno riusciranno a
distogliere Sarah da un’indagine che è diventata la sua ragione di vita.
Anche se non sa a che prezzo riuscirà infine, a scoprire la verità.
Sarah incontra individui misteriosi, frequenta persone pericolose,
viene raggirata, e poi racconta le
sue avventure alla sua amica, finché non viene assalita da un terribile
dubbio: qualcuno sta influenzando gli avvenimenti? E se fosse il suo
stesso capo a guidarli, come un novello Frankenstein con la sua
creatura? Dovrà scoprirlo in fretta, perché quando s'inoltra
nell'indagine ci ricorda il terreno paludoso che esiste tra bugia e
verità, bene e male e, minaccia di rompere il patto di non farsi
coinvolgere nelle avance inopportune di Lovercraft, una serie di
eventi le si stringe attorno come un vortice, mettendo
in pericolo la sua stessa vita.
Sa che Lovercraft, vive al limite della legalità e che intorno ad esso si
ingarbuglia una serie infinita di affari pericolosi, ma ha deciso: anche
lei desidera i soldi, il successo e il carisma di Logan. Ma qualcuno nell'ombra conosce i segreti più nascosti della storia,
qualcuno che vuole farle pagare ciò che ha fatto e che non si fermerà
fino a quando lei non avrà perso tutto quello che ha di più caro.
Dopo improvvise avance del capo, il cui gusto per l'estremo supera i confini di ciò che lei è in grado di
sopportare. Salvare la bambina potrebbe essere il primo passo per
salvare anche se stessa. Sarah capisce di essersi spinta troppo
oltre e cerca di prendere le distanze da quell'uomo, una verità
inaspettata verrà a galla, una verità che gli farà capire di essere
sempre stata soltanto una pedina nelle mani di Lovercraft, e delle persone piú
insospettabili.
Qual è il segreto di Lovercraft? Da che
cosa sta scappando? Perché appare così turbata quando lui le racconta
una verità sconcertante? E,
soprattutto, quando viene a sapere una notizia inquietante, l'equilibrio che Sarah che si era imposta comincia
precipitosamente a frantumarsi. Un turbine di eventi sconvolgerà la vita
di tutti, il passato tornerà imperioso a saldare i conti, ma fino a che
punto Sarah si spingerà per salvaguardare le persone che ama veramente?
Nel romanzo di Logan, non vi è nessuna parola
di troppo, nessuna frase priva di senso. Con la sua impeccabile
scrittura, T. M. Logan, conduce il lettore al cospetto di
protagonisti che, intrappolati nel loro ego, cercano di rammendare la
propria vita con un tessuto di bugie e silenzi capace di velare
passioni, soffocare sentimenti, celare piccoli e grandi conflitti.
Citazioni del libro
“Ed allora veniva colta da una sensazione nauseante e vertiginosa,
come se le fosse scivolato di mano un vaso di porcellana e lei sapesse
che si sarebbe frantumato in mille pezzi non appena avesse colpito il
duro pavimento. E lo guardava cadere al rallentatore.
Una telefonata. Neanche mezzo minuto. Forse quello sarebbe stato il
momento che avrebbe diviso la sua vecchia vita dalla nuova, portandola
dall’innocenza alla colpevolezza”.
"…Ma non riusciva a dimenticarla. Non ci riusciva. Perché non appena
le aveva fatto la sua offerta, proprio nell’istante in cui le parole
avevano lasciato le sue labbra, lei aveva avuto un unico pensiero…Non
aveva impiegato minuti, e nemmeno secondi, per venirle in mente. Nome,
cognome. Due parole, quattro sillabe. Certo che aveva un nome da dargli.
Tutti avevano un nome da dare, non è così?”
giovedì 20 febbraio 2020
La Biblioteca di Katia: POST #26/2020 INFINITE JEST by DAVID FOSTER WALLAC...
La Biblioteca di Katia: POST #26/2020 INFINITE JEST by DAVID FOSTER WALLAC...: Infinite Jest di David Foster Wallace ha saputo rappresentare le derive nevrotiche dei singoli, non già in un contesto metropolitano, ma ...
POST #26/2020 INFINITE JEST by DAVID FOSTER WALLACE - EINAUDI
Infinite Jest di David Foster Wallace ha saputo rappresentare le derive nevrotiche dei singoli, non già in un contesto metropolitano, ma in un mondo inquieto e incattivito, impaurito e angosciato da un senso di fine, di un'identità smarrita, da un formalismo burocratico senz'anima.
Wallace ha descritto con acuta sensibilità la faglia che sta spaccando le genti americane irriducibilmente antagoniste nell'atmosfera morale immersa nella Brexit: la porzione fortemente identitaria della periferia della vita, dei suoi valori tradizionali, del suo orgoglio nazionale ferito, delle sue radici antiche e provinciali e quella cosmopolita e moderna, agiata e sradicata, spavaldamente insediata nel cuore dell'America.
Nel romanzo Infinite Jest, vengono mostrate le crepe del mondo <<inclusivo>>. Nel romanzo di David Foster Wallace a essere rappresentata è la frustazione sorda dei nuovi <<esclusi>>, dei giovani e meno giovani che vedono spezzarsi i meccanismi dell'emancipazione sociale promessa dalla modernità e non sanno come arginare la delusione di una promessa non mantenuta.
Dettagli. Dettagli di un disagio, di una disperazione sottile ma, invincibile che spiega tante cose sulla sensibilità collettiva di questa contemporaneità europea. I dettagli che la letteratura riesce a cogliere, più e meno di un trattato di sociologia politica.
Infinite Jest
EINAUDI
2016
Super ET
Traduzione di
Edoardo Nesi
pp. 1296
€ 19,00
«Infinite Jest è un'opera davvero spettacolare, capace di intossicarvi
con la sua comicità e la sua inesauribile inventiva,
ma anche di disintossicarvi con pagine di profonda e lucida
tristezza».
Jonathan Franzen
Il libro
«Può darsi che vi giunga nuova, ma nella vita c’è di piú che starsene seduti a stabilire contatti».
In un futuro non troppo remoto e che somiglia in modo preoccupante
al nostro presente, la merce, l’intrattenimento e la pubblicità hanno
ormai occupato anche gli interstizi della vita quotidiana. Le droghe
sono diffuse ovunque, come una panacea alla noia e alla disperazione.
Finché sulla scena irrompe un misterioso film, Infinite Jest,
cosí appassionante e ipnotico da cancellare in un istante ogni desiderio
se non quello di guardarne le immagini all’infinito, fino alla morte.
Nella caccia che si scatena attorno a questa che è la droga perfetta
finiscono coinvolti i residenti di una casa di recupero per
tossicodipendenti e gli studenti di un’Accademia del Tennis; e ancora
imbroglioni, travestiti, artisti falliti, giocatori di football
professionistico, medici, bibliofili, studiosi di cinema, cospiratori.
David Foster Wallace
Di David Foster Wallace (1962-2008) Einaudi ha pubblicato: Oblio (2004), Considera l'aragosta (ultima edizione Super ET 2014), Infinite Jest (ultima edizione Super ET, 2016), La scopa del sistema (ultima edizione Super ET 2014), Questa è l'acqua (ultima edizione Super ET, 2017), Brevi interviste con uomini schifosi (nuova edizione completa Super ET, 2016), Il re pallido (ultima edizione Super ET, 2014), Il tennis come esperienza religiosa (2012 e 2017), Di carne e di nulla (2013 e 2018) e Portatile (2017 e 2019).La Biblioteca di Katia: POST #25/2020 INFINITE JEST by DAVID FOSTER WALLAC...
La Biblioteca di Katia: POST #25/2020 INFINITE JEST by DAVID FOSTER WALLAC...: Conflitti che modificano le scelte di una nazione senza controllo, preda di traffici e ...
POST #25/2020 INFINITE JEST by DAVID FOSTER WALLACE - EINAUDI
Conflitti che modificano le scelte di una nazione senza controllo, preda di traffici e droga. Infinite Jest di David Foster Wallace è la narrazione in bianco e nero della difficile convivenza quotidiana di una cultura giovane, vivace, di popoli tradizionali, con ineguaglianze, violenza e oppressioni diffuse e impunite.
Infinite Jest
EINAUDI
2016
«Infinite Jest è un'opera davvero spettacolare, capace di intossicarvi
con la sua comicità e la sua inesauribile inventiva,
ma anche di disintossicarvi con pagine di profonda e lucida
tristezza».
Jonathan FranzenIl libro
«Può darsi che vi giunga nuova, ma nella vita c’è di piú che starsene seduti a stabilire contatti».
In un futuro non troppo remoto e che somiglia in modo preoccupante
al nostro presente, la merce, l’intrattenimento e la pubblicità hanno
ormai occupato anche gli interstizi della vita quotidiana. Le droghe
sono diffuse ovunque, come una panacea alla noia e alla disperazione.
Finché sulla scena irrompe un misterioso film, Infinite Jest,
cosí appassionante e ipnotico da cancellare in un istante ogni desiderio
se non quello di guardarne le immagini all’infinito, fino alla morte.
Nella caccia che si scatena attorno a questa che è la droga perfetta
finiscono coinvolti i residenti di una casa di recupero per
tossicodipendenti e gli studenti di un’Accademia del Tennis; e ancora
imbroglioni, travestiti, artisti falliti, giocatori di football
professionistico, medici, bibliofili, studiosi di cinema, cospiratori.
David Foster Wallace
Di David Foster Wallace (1962-2008) Einaudi ha pubblicato: Oblio
(2004), Considera l'aragosta (ultima edizione Super ET 2014), Infinite Jest (ultima edizione Super ET, 2016), La scopa del sistema
(ultima edizione Super ET 2014), Questa è l'acqua (ultima edizione Super ET, 2017), Brevi interviste con uomini schifosi (nuova edizione completa Super ET, 2016), Il re pallido (ultima edizione Super ET, 2014), Il tennis come
esperienza religiosa (2012 e 2017), Di carne e di nulla (2013 e 2018) e Portatile (2017 e 2019).
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