Storie in modo quasi classico di Harold Brodkey, mi ha fatto pensare al romanzo Nei sogni cominciano le responsabilità, di Delmore Schwartz, Neri Pozza, meraviglioso racconto della letteratura americana. La stessa ripugnante impressione di trovarsi di fronte a uomini adulti, impantanati nelle paludi della pubertà. Ma mi permetto, a mia volta, di chiederVi: esiste un modo più educato per dare conto di un universo così dolente e asfittico?
PagineCOPYRIGHT - https://labibliotecadikatia.blogspot.com di Caterina Buttitta
mercoledì 31 gennaio 2024
DANIELE DEL GIUDICE "DEL NARRARE", EINAUDI. IL MESTIERE DI SCRIVERE NEL RIFLESSO DEL GIA' DETTO.
Nei romanzi che si scrivono oggi ci si ripiega sempre di più sul privato e, spesso, su un privato tragico al limite del tollerabile, quasi che si volesse sostituire la mancanza di un coinvolgimento oggettivo agli eventi esteriori con il dramma circoscritto di un fatto personale. la raccolta di saggi di Daniele Del Giudice riflette su come l'invasività dell'epoca dell'immagine, incida l'eesere spettatore, attraverso le immagini dei media, dove basta il vederlo, il semplice gesto del vedere. Questa "partecipazione", non è esperienza.
Uno dei grandi problemi della democrazia "riflette Daniele Del Giudice" è che questa forma di governo più di ogni altra esige da ciascuno di noi la massima qualità". E vivendo in tempi di quantità, dobbiamo forse rassegnarci all'impossibile qualità della quantità?
Del narrareEinaudi
2023 - Fuori collana
pp. XX - 276 - € 36,00
Un ulteriore tassello che ci aiuta a comprendere maggiormente chi appare
sempre piú come uno snodo imprescindibile nella letteratura europea dei
nostri tempi. Il libro
L’attività
saggistica di Del Giudice ha prodotto molte piú pagine rispetto alla
sua narrativa. Sono prefazioni, articoli su rivista, conferenze e
interventi a convegni, scritti spesso inediti o poco conosciuti. Per
tutta la sua vita di scrittore e di saggista, Del Giudice ha riflettuto
su cosa significhi raccontare un sentimento, su come rappresentare il
tempo, su come la percezione degli oggetti cambi il modo di pensare e di
vivere e dunque di scrivere. Lo ha fatto guardando l’invisibile, sia
quando esplora il nucleo primo della materia fisica, sia quando ricorda
il suo viaggio nelle terre antartiche, sia quando legge gli autori che
piú ha amato. Anche parlando di sé e del proprio lavoro di scrittore,
Del Giudice illumina «l’emergenza», cioè quel che affiora in superficie
nella «zona» del narrare, riflettendo su come si entra e come si esce
dalla trama di un racconto, sempre lavorando con precisione sul
linguaggio, il nostro «ethos naturale». Questo volume, curato da Enzo
Rammairone sulla base dei materiali conservati nell’archivio dello
scrittore dopo la sua morte, appronta una scelta di testi, la prima
parte dedicata ad alcuni autori prediletti come Conrad, Primo Levi,
Calvino, Svevo, Bernhard e Stevenson, la seconda all’atto del narrare.
martedì 30 gennaio 2024
QUALI LIBRI DEL 2024 LEGGERAI? UN VIAGGIO TRA NARRATIVA E SAGGISTICA.
QUALI LIBRI DEL 2024 LEGGERAI? UN VIAGGIO TRA NARRATIVA E SAGGISTICA.
I libri più attesi dell'anno 2024 e come aprire una porta e vedere che succede nella stanza accanto. Va sempre bene, anche quando non si vede molto, perchè è la curiosità che vince. Dei libri futuri si sa poco in genere, qualche riga di lancio, qualche blurb confezionato in anticipo, la garanzia delle schede editoriali, in genere parole bellissime.
sabato 27 gennaio 2024
FEBBRAIO 2024: NUOVE USCITE
ESCE PER FAZI EDITORE - LA SPOSA DEL VENTO DI SCILLA BONFIGLIOLI, STORIA DELL'AMORE TRA KOKOSCKA E ALMA MAHLER (FOTO NON DISPONIBILE AL MOMENTO).
Il ritorno è lontano
di Alessandra Sarchi
- Editore: Bompiani
- Collana: Narratori italiani
- Data di Pubblicazione: 28 febbraio 2024
- Pagine: 240 - Euro 18,05
Il libro
La ninnananna degli alberi
di Alice Bassoli
- Editore: Corbaccio
- Collana: Narratori Corbaccio
- Data di Pubblicazione: 6 febbraio 2024
- Pagine: 288 - Euro 16,05
Il libro
Dicembre 2018. Isabella non aveva più messo piede in quel luogo, in quel paese immerso nei boschi dell'Appennino tosco-emiliano, nella casa della zia dove andava appena iniziavano le vacanze. Doveandavano, lei e la gemella Valeria. Lì trascorrevano l'estate insieme ai ragazzi del posto facendo bagni nel torrente, chiacchierando in piazza, scambiandosi i primi baci per sentirsi adulti, esplorando una villa diroccata per vincere la noia. E tanto meglio se quella villa faceva paura perché di notte si vedevano delle luci, si sentivano dei rumori strani... Ma una sera di luglio di vent'anni prima Valeria non è tornata a casa della zia, Valeria è scomparsa, svanita nel nulla, lasciando solo domande senza risposta. Da vent'anni Isabella vive dimezzata; col tempo ha cercato di avere un'esistenza normale, ha un ex marito e una figlia, ha costruito dei muri per separarsi dai ricordi e dalle persone di allora e non li ha più oltrepassati. Fino alla morte di zia Adele, che le ha lasciato in eredità la casa e nella casa un indizio. Isabella sa che a questo punto non potrà fare altro che raccoglierlo, per lasciarsi travolgere dal passato e nel passato cercare quella verità che per vent'anni le era sfuggita.La leggenda di Anita
di Enrico Brizzi
- Editore: Ponte alle Grazie
- Collana: Scrittori
- Data di Pubblicazione: 27 febbraio 2024
- Pagine: 288 - Euro 13,52
- Argomenti: NARRATIVA DI AMBIENTAZIONE STORICA
Il libro
Impero del Brasile, prima metà dell'Ottocento. Nella cittadina di Laguna, popolata da un pugno di ricchi proprietari, una schiera di pionieri e una massa di diseredati, una bambina sogna. Si chiama Ana Maria Ribeiro, è vivace e coraggiosa, vuole seguire suo padre attraverso le montagne coperte di foresta, verso l'altipiano dove per l'intera stagione si accompagnano le mandrie al pascolo. Però questo non è un sogno adatto a una brava ragazza, soprattutto se, come Anita, è una figlia del popolo a cui è impossibile perfino andare a scuola. Costretta a sposarsi giovanissima, Anita mette da parte i desideri, ma non li dimentica, né spegne il suo senso di giustizia: perché qualcuno nasce ricco, qualcun altro stenta tutta la vita, e altri ancora si ritrovano venduti come schiavi? Idee nuove si fanno largo con forza e il fuoco della rivoluzione arriva anche a Laguna. Poi, una notte diversa da tutte le altre, il destino spinge contro la costa la nave di un giovane combattente arrivato da lontano, Giuseppe Garibaldi. La vicenda umana di Anita ha molto di leggendario: incarna la forza irresistibile che ha spinto al cambiamento i popoli di mezzo mondo. Ma a lungo la sua figura è stata messa in ombra da quella ben più celebrata del suo compagno d'amore e di lotta, e adattata a una narrazione che attribuisce l'eroismo a una sola parte. Questo libro racconta con stile caldo e coinvolgente ciò che i libri di storia hanno sempre taciuto: l'infanzia e la giovinezza di Anita, il suo spirito ribelle, l'intelligenza unita alla voglia di riscatto. L'autore evoca la giovane sognatrice e l'adolescente rivoluzionaria, la segue nel suo tumultuoso destino di madre e combattente, e la racconta come parte di una grande storia personale e universale. Anita si trasforma a un tempo in un modello per le ragazze di oggi e in un'amica della quale contemplare un'antica fotografia, una donna straordinaria capace di unire popoli e mondi in nome della libertà.QUANDO ASCOLTERAI QUESTA CANZONE DI LOLA LAFON, EINAUDI
Quando ascolterai questa canzoneEinaudi Una lunga notte di solitudine nell'<<Alloggio segreto>> di Anne Frank.
L'autrice francese Lola Lafon racconta la sua esperienza sulla soglia della camera della ragazzina che scrisse il celebre <<Diario>> <<Quando ascolterai questa canzone>>, Einaudi. Non una biografia, non un reportage letterario, non un saggio: elusivo e sfuggente Quando ascolterai questa canzone di Lola Lafon (Einaudi, tradotto da Silvia Manzio, pp. 160, euro 17,50) è un viaggio nel tempo e nello spazio a partire da un luogo che avrebbe tutte le caratteristiche per essere claustrofobico e che si rivela, invece, denso di storie, di persone, di vita. Un luogo che trasforma, fa emergere pezzi di sè e risveglia connessioni tra passato e futuro. E' il 18 agosto 2021 quando Lafon decide di passare una notte ad Amsterdam dentro l'Alloggio segreto, la soffitta dove Anne Frank.
Lola Lafon
Quando ascolterai questa canzone
Einaudi
Lola Lafon ha trascorso una notte intera nell'Alloggio segreto di Anne Frank, da sola. Vagando da una stanza all'altra, ha contato i pochi passi a disposizione di chi abitò quello spazio angusto per venticinque lunghi mesi e ne ha ascoltato le voci in fondo al buio. Nell'assenza Lola Lafon ha cercato Anne Frank, la ragazza dietro l'icona, il volto dietro l'immagine riprodotta all'infinito, la scrittrice dietro l'autrice del diario, cosí noto che nessuno lo conosce davvero. Ora dopo ora, la notte si è popolata di storie, ricordi, fantasmi, verità. È nel vuoto dell'Alloggio segreto che Lola Lafon ha trovato tutto.
«Quando ascolterai questa canzone dice cose inedite su un tema molto dibattuto, restituendo Anne Frank alla letteratura. Un'impresa eccezionale».
«Elle»
Il libro
Il 18 agosto del 2021 Lola Lafon prende un treno per Amsterdam. Passerà la notte – l’intera notte – da sola nell’Alloggio segreto di Anne Frank. Una casa editrice francese le ha proposto il progetto, la scelta del museo spettava a lei. A questa richiesta esterna Lola Lafon ha risposto con un imperativo interiore: andare a conoscere, a sapere, Anne Frank, nell’appartamento in cui visse per venticinque lunghi mesi, dove ogni anno migliaia di visitatori sfilano «davanti all’assenza». Lola Lafon fa il suo ingresso nell’Alloggio segreto dopo la chiusura serale del museo. Un taccuino, un quaderno e poco altro come bagaglio per il viaggio che, seppure nello spazio di qualche ora, la porterà lontano. Vagando da una stanza all’altra, scandaglia i pochi metri quadrati sulle tracce della quotidianità di Anne Frank, della ragazza vitale, fremente, di cui resta un’immagine fissata per sempre in alcune fotografie sbiadite. L’insolito vagabondare notturno si rivela un’occasione per strappare al silenzio anche gli altri occupanti del nascondiglio: Fritz Pfeffer, i Van Pels, la sorella maggiore Margot, la madre Edith e il padre Otto, a cui si deve la pubblicazione degli scritti della figlia. Lola Lafon ripensa allora i contorni dell’autrice Anne Frank, che da vera scrittrice curò le sue pagine con rigore e determinazione, e illustra le vicende del Diario dal 1947 a oggi, riflettendo sulle prime edizioni, le interpretazioni arbitrarie, certe distorsioni negli adattamenti, l’ossessione di chi ha voluto appropriarsene. Rimandando l’entrata nella stanza di Anne Frank – qualcosa di indefinito la trattiene -, Lola Lafon prova a indagare le ragioni che l’hanno condotta fino a lí. Tornando sulle strade della Storia europea percorse dai suoi cari e da lei stessa, nella solitudine dell’Alloggio segreto Lola Lafon si ritrova in compagnia dei fantasmi che a lungo l’hanno attesa. In quella notte incontra tanti membri della sua famiglia, tra cui i nonni materni, nati nell’Europa dell’Est, emigrati, perseguitati, sopravvissuti, per sempre stranieri. Dialoga con la bambina che è stata nella Romania di Ceaușescu, poi con la ragazzina appena arrivata in Francia ansiosa di omologarsi. E raccoglie le forze per rendere finalmente omaggio a una persona tanto amata che una volta le scrisse i versi di una canzone.
«Lola Lafon ha trovato le parole piú giuste e piú belle per sconfiggere l’oblio».
«Les Échos»
mercoledì 24 gennaio 2024
PROPHET SONG - IL CANTO DEL PROFETA DI PAUL LYNCH, 66THAND2ND
In Italia a marzo il libro del Booker Prize 2023 Paul Lynch.
Il canto del Profeta uscirà per la casa editrice 66thand2nd 66
Sarà nelle librerie italiane l'8 marzo 2024, Prophet Song, il romanzo con cui Paul Lynch ha vinto il Booker Prize 2023.
Uscirà per con il titolo Il canto del Profeta (pp 304, euro 18,00), nella traduzione di Riccardo Duranti, per la casa editrice 66thand2nd, suo editore italiano.
"Cercavo di scrutare nel caos moderno. Le agitazioni nelle democrazie occidentali. Il dramma della Siria - l'implosione di un'intera nazione, la portata della crisi dei rifugiati e l'indifferenza dell'Occidente. Prophet Song è in parte un tentativo di empatia radicale.
Per capire meglio, dobbiamo prima sperimentare il problema in prima persona. Ho quindi cercato di approfondire la distopia apportandovi un alto grado di realismo. Volevo che l'immersione del lettore fosse tale che alla fine del libro non solo conoscesse, ma sentisse il problema in prima persona" ha detto Paul Lynch.
Romanzo visionario, che immagina un'Irlanda sprofondata nel totalitarismo, Il canto del Profeta ci porta a Dublino, in una sera buia e piovosa in cui la scienziata Eilish Stack apre la porta di casa e si trova di fronte due agenti della polizia segreta. Sono lì per interrogare suo marito, un sindacalista. In questa inquietante distopia, Lynch scrive di una Repubblica che scivola nel totalitarismo dopo l'ascesa del partito di destra National Alliance, che ha preso il potere in risposta alle pressioni dei sindacati per l'aumento dei salari degli insegnanti. La deriva totalitaria arriva gradualmente, attraverso passaggi a prima vista innocui che si accumulano fino a creare una società da incubo. Le persone si rendono conto che le loro libertà sono state cancellate solo quando è troppo tardi. Con una scrittura rapida e senza pause, il romanzo ricrea l'atmosfera carica di tensione di una dittatura in ascesa e segue le vicende della protagonista, che dovrà capire fino a che punto può spingersi per salvare sé stessa e le persone che ama.
Di Paul Lynch, nato a Limerick nel 1977 e considerato tra i migliori scrittori irlandesi della sua generazione, la casa editrice 66thand2nd, ha pubblicato gli altri quattro romanzi: Cielo rosso al mattino (2017), accolto dalla stampa come un caso letterario, Neve nera (2018), Grace (2020) e Oltremare (2022).
REVIEW "OLTRE LA FRONTIERA" DI SHREE GEETANJALI, PUBBLICATO DA SOLFERINO.
A gennaio esce in Italia l'acclamato romanzo di Shree
Oltre la frontiera, vincitore dell'International Booker Prize
GEETANJALI SHREE, RET SAMADHI - OLTRE LA FRONTIERA (SOLFERINO, PP.
352, EURO 19,50)
Sarà disponibile in Italia dal 19 gennaio, edito da Solferino, Ret Samadhi - Oltre la frontiera di Geetanjali Shree.
Il libro, che risale al 2018, si è aggiudicato nel 2022 l'International Booker Prize. Geetanjali Shree, classe '57, grazie a quest'opera è diventata la prima scrittrice indiana a vincere il prestigioso premio britannico. La versione originale del romanzo è in lingua hindi.
Ret Samadhi, in inglese tradotto con il titolo Tomb of Sand, racconta una saga familiare. Al centro una ottantenne che cade in depressione dopo la morte del marito. La storia privata s'intreccia alle vicende del Paese, la Partition del 1947, quando il subcontinente indiano fu diviso in due stati indipendenti, l'India a maggioranza indù e il Pakistan a maggioranza musulmana. La protagonista è una donna che sfida le convenzioni. I temi affrontati sono seri - le differenze religiose, i conflitti generazionali -, Geetanjali Shree tiene insieme la materia con un tocco leggero, esuberante e originale.
"Siamo stati sopraffatti dalla gioiosa polifonia di Ret Samadhi, un libro che esplora i temi cruciali del lutto, dell'identità e dell'appartenenza con brio e umorismo, senza perdere nulla in umanità. Non ho mai letto niente che gli assomigli: è un romanzo molto intimo, eppure mantiene un respiro epico; è tenero, divertente, eppure scende in profondità", così lo definisce Frank Wynne, traduttore e scrittore, presidente dell'International Booker Prize 2022.
Nelle pagine di Shree si rintracciano echi di Rabindranath Tagore, Chinua Achebe e Gao Xingjian.
lunedì 22 gennaio 2024
REVIEW: L'OSPITE, EMMA CLINE, EINAUDI.
EMMA CLINE, L'OSPITE (EINAUDI, PP. 274, EURO 18) Storia di Alex, una escort ventenne che sogna Long Islan.
Emma Cline, l'autrice statunitense dell'acclamato bestseller Le ragazze (Einaudi, 2016), è tornata con L'ospite, uscito in Italia per Einaudi, nella traduzione di Monica Pareschi.
Il romanzo, conturbante e magnetico, scandaglia i labirinti più oscuri dell'anima.
La letteratura per Emma Cline - fra le scrittrici contemporanee più
interessanti e amate dal pubblico -, è lo spazio libero in cui poter
analizzare le infinite contraddizioni che plasmano gli esseri umani.
L'ospite, dalle atmosfere rarefatte, passa al setaccio la vita ovattata
dei ricchi e la disperazione degli ultimi; tra i vinti figurano ragazze
affamate che attendono "un'uscita di sicurezza", un appiglio.
Alex, la protagonista, ama nuotare. Nell'acqua, Alex si sente come chiunque altro. Lontana da ogni giudizio esterno.
Soprattutto, mentre resta a galla, in piscina o nell'oceano, può
godersi lo spettacolo inebriante del cielo azzurro. Alex vive a New
York. Ha ventidue anni. Si guadagna da vivere facendo la escort.
Imbrigliata in una vita turbolenta, sgomita per inserirsi negli ambienti
chic. All'improvviso arriva l'incontro fortunato, tanto atteso: il
bello e ricco Simon. Lui salta da una festa all'altra. Lei considera
quest'uomo una benedizione, un deus ex machina a cui affidarsi, l'unico
che possa tirarla fuori dai guai. Ma il mondo narcisistico luccicante -
di ville, ostriche, elicotteri e champagne - sembra ripudiare le
sbandate come Alex.
Consapevole di ciò, lei nasconde la miseria, l'imperfezione e le magagne, si sforza di tenere le unghie pulite, di spazzolarsi i denti; mente, inventa. Simon la accoglie nella villa di Long Island, la invita a restare fino alla festa del Labor Day, la ricopre di vestiti, gioielli, le mette a disposizione l'automobile. Però quando Alex, ubriaca, tenta di sedurre un uomo durante un party, Simon la caccia di casa in quattro e quattr'otto. Lei si vendica mentre prepara in fretta la valigia: "Trovò cinquanta dollari nella tasca dei pantaloni di Simon, un paio che lui aveva lasciato nel cesto delle cose da lavare, poi prese in mano e posò per due volte uno dei suoi orologi; infine lo lasciò cadere nella borsetta. La borsa che le aveva comprato Simon".
Alex è una sorta di fantasma, una donna in fuga,
insicura, spaventata, oscura, desiderosa di una compassione a cui forse
neanche lei crede. Il passato orrendo che vorrebbe cancellare per sempre
le piomba addosso puntuale. Dalla penna di Emma Cline prende forma un
personaggio tragico, in perenne attesa, una pretty woman drammatica che
risuona a lungo nella mente del lettore.
domenica 21 gennaio 2024
REVIEW "TACCUINO PROIBITO" DI ALBA DE CESPEDES, MONDADORI
De Cespedes, Taccuino Proibito nella Top 100 del NYT
Decenni dopo la prima edizione in inglese, il Quaderno Proibito di Alba De Cespedes entra nella lista dei 100 libri dell'anno del New York Times assieme a titoli diversissimi come The Fraud di Zadie Smith, Holly di Stephen King, Kairos di Jenny Erpenbeck e l'Iliade nella nuova traduzione di Emily Wilson "fatta per leggere il poema omerico a voce alta".
Il libro della De Cespedes e' stato pubblicato all'inizio dell'anno da Astra House, complice Ann Goldstein, la traduttrice che ha fatto conoscere Elena Ferrante agli americani.
Grazie a un'arte particolare nel trasmettere al lettore il pieno potere del registro emotivo femminile, Goldstein ha ridato vigore al testo recuperandone, tanto per cominciare, il titolo: Forbidden Notebook. Il romanzo della De Cespedes e' l'unico testo italiano entrato nella top 100.
Autrice di bestseller e celebre anti-fascista, De Cespedes
era caduta "in un ingiusto dimenticatoio", scrive il giornale
dell'autrice di questa "elegante novella" anni '50 che racconta
la storia di Valeria e del suo diario segreto. La prefazione e'
di Jhumpa Lahiri che ha salutato l'autrice come "una delle
scrittrici italiane piu' cosmopolite, incendiarie, perspicaci e
trascurate".
La traduzione della Goldstein fa seguito alla riedizione nel
2011 nei Meridiani di Mondadori delle opere della scrittrice.
"Quaderno Proibito" era uscito in inglese la prima volta nel
1958 col titolo 'The Secret" e gia' allora il 'New York Times'
aveva definito de Cespedes "una delle poche scrittrici dal tempo
di Colette capaci di afferrare efficacemente cosa significa
essere donna".
Scritta in parte negli Stati Uniti dove il secondo marito
Franco Bounous lavorava all'Ambasciata di Washington, la novella
prende il titolo da un quadernetto nero che la protagonista
comincia a usare come diario nascondendolo prima in un armadio,
poi in una valigia, infine sotto una pila di stracci. Valeria
non aveva mai sospettato fino ad allora quanto fosse diventata
infelice nella squallida insignificanza della sua rispettabile
vita borghese. Schiacciata tra i ruoli di moglie e impiegata con
due figli adulti e nessun aiuto in casa, la quarantenne aveva
cominciato a scrivere pensando di raccontare la storia
tranquilla della sua famiglia, invece, mettendo i ricordi nero
su bianco, non tutto quello che accadeva in casa le sembro'
piacevole.
Negli anni '50 Alba era famosissima in Italia, "il che rende
la sua lunga scomparsa dagli scaffali ancora piu' difficile da
immaginare", aveva scritto il 'New York Times' a gennaio
annunciando la nuova vita della novella. Prima di diventare
romanzo, il Quaderno Proibito fu pubblicato a puntate sulla
rivista La Settimana Incom Illustrata con il diario che apparve
in tempo praticamente reale dal dicembre 1950 a giugno 1952.
Dieci anni dopo, il romanzo fini' a teatro con Andreina Pagnani,
nel 1980 la Rai ne fece uno sceneggiato con Lea Massari
protagonista.
lunedì 15 gennaio 2024
I LIBRI CHE RESISTONO TRANQUILLAMENTE A SESSANT'ANNI DALL'USCITA.
Nel 2023 il confronto inevitabile era con il 1963, anno miracoloso di capolavori italiani che gloriosamente resistono nel tempo. Il 2024 non ha ricorrenze così plateali: il 1964 è l'anno in cui Jean-Paul Sartre rifiutò il Nobel. E' l'anno della Camera azzurra di Georges Simenon, che avrebbe meritato il Nobel almeno quanto Sartre. E' l'anno di Herzog, opera suprema del maestro di tutti, Saul Bellow. In Italia è l'anno della Battaglia soda di Luciano Bianciardi, uno dei suoi romanzi <<risorgimentali>>. E' l'anno di Dietro la porta, il quarto libro del <<romanzo di Ferrara>> di Giorgio Bassani. E' l'anno delle Due città di Mario Soldati, mai abbastanza celebrato, del Male oscuro di Giuseppe Berto e dei Tre racconti di Tommaso Landolfi. Libri che resistono tranquillamente a sessant'anni dall'uscita.
Per Pasolini, è l'anno delle Poesie in forma rosa. Il 1974 porta il litigio tra Garzanti ed Einaudi per contendersi Corporale di Paolo Volponi, facilità di lettura antitetica rispetto a La storia di Elsa Morante, che uscì in giugno, sempre per Einaudi con la scritta in copertina:<<Uno scandalo che dura da diecimila anni>>. Lo scandalo era, a detta della stessa Morante, un'<<ovvietà>>: <<ogni società umana si rivela un campo straziato, dove una squadra esercita la violenza e una folla la subisce ... La vita nella sua realtà, sta tutta e soltanto dall'altra parte: con le vittime dello scandalo>>. Forse era un'ovvietà allora: oggi viene chiamto buonismo. Il successo del libro, immediato (e strenuamente voluto dalla Morante), segnò la divaricazione massima tra il gusto del pubblico e quello di molti critici (di <<Kolossal>> tipo Via col vento parlò Asor Rosa). Ne nacque un dibattito politico-culturale che per un anno coinvolse storici, psicologi, politici, scrittori e che nel 2024 sarebbe impensabile. Il 1974 è anche l'anno di Todo modo, il giallo politico di Leonardo Sciascia che decretò l'irresolubilità degli intrighi umani. E' anche l'anno in cui Guido Morselli fu pubblicato per la prima volta: il suo romanzo distopico, Roma senza Papa, uscì da Adelphi quando lo scrittore varesino era già morto suicida, disperato anche per i numerosi rifiuti editoriali che aveva subito in vita. Ci sarebbero gli altri decennali. Fermiamoci al 1984. Con due titoli soltanto: L'amante di Marguerite Duras e L'anno della morte di Ricardo Reis di Josè Saramago. Resistono, resistono.
domenica 14 gennaio 2024
ASPETTI, PERSONALITA' E LINGUAGGI DELLA NUOVA LETTERATURA.
Nei paesi capitalistici l'attività letteraria è spesso volta ad operazione critica e di denuncia del conformismo sociale e delle situazioni spesso assurde create dallo sviluppo della tecnologia e dei consumi. Ma anche nei paesi del mondo comunista l'attività letteraria più nota e significativa si è posta coraggiosamente in un atyteggiamento di denuncia della mancanza di libertà e del soffocamento delle scelte individuali. La contestazione e la critica al sistema dominante appaiono quindi atteggiamenti che, in forme diverse, si presentano spesso nei paesi di più antica tradizione culturale e che ancora dominano la vita politica ed economica mondial. Ecco due esempi: il primo tratto dall'opera di Aleksandr Solzenicyn, il più noto ed emblematico autore della <<cultura del dissenso>> dell'Unione Sovietica, il secondo preso dalle pagine del romanzo americano che ha aperto la letteratura della contestazione, Il giovane Holden di Jerome D. Salinger.
Ma una caratteristica del nostro tempo è anche l'affermazione i nuove voci e di nuove culture nei paesi del Terzo Mondo, che stanno uscendo da secoli di chiusura intellettuale e di soggezione ai modelli culturali proposti dalle nazioni più evolute. L'America latina e l'Africa ci hanno presentato negli anni recenti opere rivelatrici di un'umanità che cerca di recuperare i valori della propria tradizione. Due autori sudamericani sono gli esempi più significativi di questa evoluzione che allarga gli orizzonti della vita culturale mondiale: l'argentino Jorge Luis Borges ed il guatemalteco Miguel Angel Asturias.
Infine, per cogliere anche un'indicazione della trasformazione del linguaggio teatrale e dei tentativi di interpretare sulla scena la condizione e l'angoscia dell'uomo d'oggi in forme nuove ed opposte alla drammaturgia tradizionale, presento una scena dell'opera più discussa ed originale del teatro contemporaneo, Aspettando Godot, dello scrittore irlandese Samuel Beckett.
LA LINGUA DELL'ODIO.
Le parole sono diventate il campo di battaglia della politica, il <<noi>> contro <<voi>>, e la categoria del politicamente corretto, appare inadeguata ad affronatre la questione. Meglio allora, pensare a un uso civilmente responsabile o umanamente rispettoso dell'italiano?
Che la situazione stia diventando grave lo dice il fatto ch per ben due volte a distanza di sette anni il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ritenuo necessario denunciarla nel discorso di fine anno. Nel 2016 aveva detto:<<L'odio e la violenza verbale, quando vi penetrano, si propagano nella società, intossicandola>>. Pochi giorni fa, dopo aver esordito parlando dell'angoscia per la violenza <<tra gli Stati, nella società, nelle strade, nelle scene di vita quotidiana>>, ha ribadito:<<Non stupisce, allora, che continuino a uscire libri in cui - affrotando la questione da diversi punti di vista - si provano a indicare possibili soluzioni.
Il punto non è stabilire le regole meccaniche di una sorta di nuovo purismo puritano, ma prendere atto che certe parole feriscono, <<Tullio De Mauro censiva nel 2016 un lungo elenco di queste <<parole per ferire>>. La lingua cambia continuamente nel tempo, in stretto rapporto con i mutamenti della società: in base a una nuova sensibilità largamente diffusa e condivisa parole come ad esempio: negro, zingaro, mongoloide, invertito, sono ormai diventate inequivocabilmente denigratorie e socialmente inaccettabili. Allora possiamo chiederci perchè, per definire una normale trasformazione avvenuta nel comune senso della lingua, si debba ricorrere a una categoria opaca - d'origine storicamente e geograficamente remota - come quella di <<politicamente corretto>>.
Nell'etichetta politicamente corretto - però - a non funzionare non è solo l'avverbio, ma anche l'aggettivo. La correttezza rinvia infatti, a un'idea normativa di lingua, in cui ogni alternativa a certi usi viene considerata come errore. E invece, quello cui si basa il rispetto reciproco non può essere che un equilibrio dinamico, costantemente aperto al dialogo. Meglio parlare, allora, di linguaggio civilmente responsabile o umanamente rispettoso.
La questione non è proibire le parole, ma farne capire la portata, gli effetti: insegnare: fin dagli anni della scuola - il loro uso adeguato, perchè il loro uso può ferisce la persona l'integrità personale e sociale, dell'indiviudo alla quale viene indirizzata.
sabato 13 gennaio 2024
PERCHE' LEGGERE?
La lettura ci insegna a osservare il mondo senza giudicare, ad avvicinarci a se stessa, e soprattutto, ad amare.
giovedì 11 gennaio 2024
WILKIE COLLINS.
Wilkie Collins, il bicentenario del padre del giallo moderno
Il corpo dele donne, trascina con sè il peso dei condizionamenti a distorcere gli impulsi. Quello della bambina/adolescente/adulta chiede di essere desiderata. E quindi usa tutti gli strumenti che trova attorno a sè per appagare questo desiderio. Siamo noi adulti che leggiamo in quegli strumenti una cosa maliziosa e sessuale e tutta questa morbosità ha un impatto sulla piccola e la tasforma.
Il sen(n)o è un ragionamento su come lo sguardo di oggi sia
Il corpo dele donne, trascina con sè il peso dei condizionamenti a distorcere gli impulsi. Quello della bambina/adolescente/adulta chiede di essere desiderata. E quindi usa tutti gli strumenti che trova attorno a sè per appagare questo desiderio. Siamo noi adulti che leggiamo in quegli strumenti una cosa maliziosa e sessuale e tutta questa morbosità ha un impatto sulla piccola e la tasforma.
Il sen(n)o è un ragionamento su come lo sguardo di oggi sia continuamente manipolato in quel senso. Perchè una bambina/adolescente/adulta, nota che il suo seno è cresciuto? E' colpa della madre, lei è l'unica responsabile? Come trattare la materia astenendosi dal giudizio morale?
Mi sono addentrata molto in umateria così toccante, complessa e piena di riverberi come la manipolazione continua della nostra identità che viviamo, immersi come siamo in modelli di marketing più che in situazioni reali. Una manipolazione <<ancora più violenta e fuori controllo nel momento dell'infanzia e adolescenza>>. Tutto ruota attorno a questa domanda: <<Pensiamo che il seno/il ciclo/il menarca, sia una cosa oscura o che sia quello che è e basta?
continuamente manipolato in quel senso. Perchè una bambina/adolescente/adulta, nota che il suo seno è cresciuto? E' colpa della madre, lei è l'unica responsabile? Come trattare la materia astenendosi dal giudizio morale?
Mi sono addentrata molto in umateria così toccante, complessa e piena di riverberi come la manipolazione continua della nostra identità che viviamo, immersi come siamo in modelli di marketing più che in situazioni reali. Una manipolazione <<ancora più violenta e fuori controllo nel momento dell'infanzia e adolescenza>>. Tutto ruota attorno a questa domanda: <<Pensiamo che il seno/il ciclo/il menarca, sia una cosa oscura o che sia quello che è e basta?
martedì 9 gennaio 2024
PICCOLE GRANDI LETTURE.
I racconti a misura di Kafka e Tolstoj, le storie anche per ragazzi di Dostoevskij o Gogol. Poi volumi e nuove edizioni che propongono tetsi di autori un pò dimenticati come i <<101 dalmata>> di Dodie Smith.
Grandi autori per piccoli lettori. Sono molti i casi di scrittori affermati che si sono misurati con storie per bambini o con racconti che risultano adatti anche ai giovani. E' il caso de Il coccodrillo di Fedor Dostoevskij (da 12 anni) di cui esce per Feltrinelli una riedizione (nella traduzione di Serena Prina). Al centro la surreale vicenda del funzionario Ivan Matveich che, siamo nella Russia del Secondo Ottocento, avvicinatosi troppo a un coccodrillo (vero), attrazione esotica del negozio, finisce mangiato in un sol boccone: a sorpresa si accorgerà di non trovarsi così male nella pancia del grosso rettile.
E ancora: se una notte d'inverno un giovane su una strana cavalcatura si presentasse all aporta in cerca d'aiuto? Succede a un pacifico carbonaio nel racconto Il cavaliere del secchio (da 7anni), racconto di Franz Kafka proposto da Topipittori con le illustrazioni di Anais Tonelli e la traduzione di Anita Raja. In questa parabola di chi ha tutto e chi nulla, toccherà alla moglie del carbonaio mettere la parola fine alle richieste dello strambo cavaliere... Questo stesso racconto insieme ad altri quali L'incrocio, su uno bizzarro animale mezzo gatto e mezzo agnello, e Una piccola storia tornano nel volume di Kafka per bambini. Il cavaliere del secchio e altri racconti (illustrazioni di Strambetty alias Elisabetta Barbaglia) che presenta il volto infantile dell'autore praghese. Il libro è pubblicato da Atmosphere, piccola casa editrice che ha dedicato una collana ai testi a misura di bambini dei giganti della letteratura da Anton Cechov con L'avventura di una cagnolina a Lewis Carroll.
Cattura l'attenzione di lettori di ogni età, piccoli compresi, la buffa vicenda capitata il 25 marzo di un anno non meglio precisato al barbiere Ivan Jakovlèvic. L'uomo trova dentro il panino che stava per addentare nientemeno che un naso umano, quello, si scoprirà, del maggiore Kovalèv. Succede nel racconto Il naso di Nikolaj Gogol, tra le edizioni piccina, maneggevole e a misura di bambino è quella di 13Lab (traduzione di Giovanni Nebuloni). E' invece un albo in grande formato, con le illustrazioni di Chiara Ficarelli, a far rivivere il racconto La gente povera (OrecchioAcerbo) di Lev Tolstoj (traduzione di Igor Sibaldi): l'autore di Guerra e Pace si misura qui con una vicenda di una famiglia sventurata. Con il padre pescatore disperso in mare e la madre sola con tre figli a casa in attesa, sarà la vicina di casa a portare un pò di speranza.
Al pari di testi di grandi autori del passato ci sono autori moderni un pò spariti e un pò dimenticati i cui lavori sanno attraversare le età dei lettori e i decenni per arrivare ora ancora freschi in libreria. Tra gli ultimi arrivi sugli scaggali 101 dalmata (Camelozampa), Madeline (Lupoguido) e Strider (il Barbagianni). Il primo è il romanzo uscito nel 1956 (in Italia nel 1959) che ha reso celebre la scrittrice e sceneggiatrice inglese Dodie Smith (1896-1990), diventato poi un cartone animato, grande successo di Walt Disney al cinema e in tv. Il libro che racconta le vicende parallele dei cani dalmata Pongo e Miss Pongo e dei loro <<umani domestici>>, il signor e signora Darling è riproposto da Camelozampa con le illustrazioni di Giulia Sagramola e la traduzione di Sara Saorin. Madeline di Ludwig Bemelmans (1898-1962) è un libro scritto nel 1939: racconta di una ragazzina orfana di irresistibile tenerezza. Dalla prima avventura (traduzione di Alessandro Riccioni, da 3 anni) è nata una serie, approdata anche al cinema e in tv. E, infine, ecco Strider (1991; tradotto da Susanna Mattiangeli; da 8 anni) della scrittrice americana Beverly Cleary (1916-2021), già famosa per la serie con il personaggio di Ramona. Il libro esplora il legame tra esseri umani e animali: racconta l'amicizia tra un cane randagio e un adolescente alle prese con il divorzio dei genitori.
CI SONO VITE DA LEGGERE COME UN LIBRO.
Promuovere il rispetto, praticare la solidarietà, incoraggiare il riscatto sociale attraverso la condivisione e l'empatia. I libri: letti, recensiti, pubblicati, da una biblioteca vivente (o umana) fanno proprio questo. Non si sfogliano, ma si interagisce con loro e ci si emoziona. Occhi negli occhi, i libri umani si mettono a nudo per raccontare la propria storia di vita, a contatto con l'emarginazione, la malattia - mentale o fisica - con orientamenti religiosi o sessuali diversi.
Tutto questo grazie a una patto limpido con il lettore: la fiducia. Il coraggio di confidare la propria esperienza a uno sconosciuto deve infatti essere proporzionale alla disposizione all'ascolto, senza pregiudizi. Non bisogna mai dimenticare che di fronte si ha una persona che decide di condividere con un estraneo il proprio vissuto personale, spesso delicato, talvolta persino traumatico.
I libri umani hanno raccontato la loro esperienza di carcerati, come rifugiati, con la disabilità, ma anche storie di genarazioni, con la partecipazione di giovani e anziani. Sull'onda della buona riuscita di questa esperienza, il 5 dicembre arriverà una nuova biblioteca vivente. Sarà allestita nel capoluogo ligure, nell'ambito di Genova Capitale italiana.
Come ogni biblioteca, poi, anche qui si potrà essere aiutati da un bibliotecario, che spiegherà ai nuovi utenti le regole da rispettare o indirizzerà la persona al libro più adatto secondo le proprie sensibilità. Chiunque, in ogni caso, può scegliere se ascoltare una storia più vicina al proprio vissuto personale, così da creare un legame più stretto e intimo con il <<libro>>, oppure se spaziare tra i <<generi>>, scoprendo nuove realtà e modi di pensare.
Il progetto dichiara il suo creatore: <<Fermarsi a parlare con persone che non conosciamo, può contribuire a superare pregiudizi e a formare una coscienza personale libera da banali giudizi e disciminazioni>>. Inoltre, aggiunge:<<è come se il teatro consapevole della sua identità primordiale e più autentica: spogliarsi di tutto e raccontarsi a un'altra persona è la condizione di Odisseo che arriva nudo all'Isola dei Feaci è salvo finchè ha una storia da raccontare>>.
Creare una biblioteca vivente significa sviluppare una nuova occasione per connettere persone e promuovere il dialogo, per affronatre gli stereotipi e sfidare i pregiudizi più comuni, oltre che per prevenire i conflitti.
lunedì 8 gennaio 2024
TUA FIGLIA ANITA DI PAOLO MASSARI, NUTRIMENTI.
Paolo Massari
Tua figlia Anita
Nutrimenti
176 pagine - €8,99 – €17,00 - ottobre 2023
In copertina: © 1980’s Polaroid by PeterGriffin
Da dove si comincia a raccontare una vita? E una vita passata insieme? Conta l’inizio, o c’è un dettaglio più importante? Gli anni dell’università, l’appartamento condiviso, affacciato su una piazza allegra. I pranzi di famiglia in cui ci si parla senza parlare. La passione. I tentativi di avere un bambino. Le illusioni e le delusioni.
La vita come doveva essere o la vita come è stata?
La parte in luce. La parte in ombra. Da dove si comincia a raccontare una vita? E una vita passata insieme? Conta l’inizio, o c’è un dettaglio più importante? Gli anni dell’università, l’appartamento condiviso, affacciato su una piazza allegra. I pranzi di famiglia in cui ci si parla senza parlare. La passione. I tentativi di avere un bambino. Le illusioni e le delusioni.
La vita come doveva essere o la vita come è stata?
La parte in luce. La parte in ombra.
Giacomo, ora che Anita non c’è più, può finalmente raccontare la sua storia con lei con una libertà imprevista e dolorosa. Si rivolge al padre di lei. Ed è questa insolita interlocuzione a fornire al racconto una misteriosa urgenza. Affida a un altro uomo la parte più segreta di una relazione. Ma quell’uomo è il padre di Anita. Perché questa imprevista confessione? E perché affidarla proprio a lui? Forse è un tentativo estremo di dimostrare e insieme di capire qualcosa, liberandosi del pudore, investigando il segreto di un legame che è stato anche turbolento, goffo, disperato. Autentico.
“Una resa dei conti senza pistole, fatta di voci e di richiami lontani… Riducendo l’intercapedine che separa i vivi dai morti, alla fine i due mondi, finalmente sfiorandosi, stabiliscono la tregua che prelude alla pace.
Stupisce una lingua emotiva ma asciutta, dove le parole costano care e si usano solo quelle necessarie. Massari mostra una maturità che non lascia spazio a sciatterie. Una maturità che è frutto di una cultura mai sfoggiata perché autentica”.
Romana Petri
Tua figlia Anita – con una prosa trasparente e quieta, che per paradosso ha qualcosa di inquieto e perturbante – rompe lo schema dei legami familiari, polverizza i non detti, scava nell’implicito. E restituisce una fotografia nitida, commovente, piena di compassione di un uomo e di una donna che forse ci somigliano. E imparano che amare è soprattutto fare i conti con le imperfezioni umane.
Ne parlano
Fahrenheit
Libro del mese
Intervista a Paolo Massari
Convenzionali
Gabriele Ottaviani
"Tua figlia Anita"
Il Messaggero
Ebe Pierini
Più libri più liberi: suggerimenti per gli eventi del 9 dicembre
SoloLibri
Alessandra Stoppini
"Tua figlia Anita" di Paolo Massari
L'Indice dei libri del mese
Eduardo Savarese
Paolo Massari – Tua figlia Anita
LuciaLibri
Redazione
“Tua figlia Anita”, il primo capitolo del romanzo di Paolo Massari
Tellusfolio
Marisa Cecchetti
“Tua figlia Anita” di Paolo Massari
Gazzetta di Parma
Gabriele Grasselli
Una resa dei conti senza le pistole
Il Mattino
Ebe Pierini
Più libri più liberi: suggerimenti per gli eventi del 9 dicembre
Radio Onda Rossa
Tabula rasa
Intervista a Paolo Massari
Leggo
Ebe Pierini
Più libri più liberi: suggerimenti per gli eventi del 9 dicembre
Casalettori
Maria Anna Patti
"Tua figlia Anita" Paolo Massari
A tutto Volume
Gabrio
Tua figlia Anita
Il mestiere di leggere
Pina Bertoli
Paolo Massari, Tua figlia Anita
Pulp Magazine
Greta Sturm
Paolo Massari / Vite raccontate
Corriere Adriatico
Ebe Pierini
Più libri più liberi: suggerimenti per gli eventi del 9 dicembre
Paolo Massari
Paolo Massari è nato nel 1988 e vive a Roma. Ha
conseguito il dottorato di ricerca in Italianistica alla Sapienza di
Roma con una tesi sul rapporto tra letteratura e nuovi media (Letteratura e nuovi media. Come la scrittura cambia dimensione, Bulzoni, Roma 2018). Tua figlia Anita è il suo primo romanzo.
DEMON COPPERHEAD DI BARBARA KINGSOLVER, NERI POZZA
Che cosa avremmo fatto noi se fossimo nati negli Appalchi?
Il libro di Barbara Kingsolver "David Copperhead", ha ricevuto il Premio Pulitzer per la narrativa.
Barbara Kingsolver
Demon Copperhead
Ambientato nel Sud degli Stati Uniti,
il romanzo Premio Pulitzer 2023 getta una luce sull’epidemia di oppioidi
che ha colpito gli Stati Uniti e che si è lasciata dietro una
generazione di orfani.
Ispirandosi all’opera iconica di Dickens, Barbara Kingsolver accompagna
il lettore in un viaggio che impone di riflettere sulle vite marginali
di coloro che il sistema considera invisibili.
Il libro
Questa è la storia di un ragazzo che tutti chiamano Demon
Copperhead, un eroe dei nostri tempi. Un ragazzo che può contare solo
sulla bella faccia ereditata da suo padre, una criniera di capelli color
rame, lo spirito aguzzo e il vizio di sopravvivere. Il suo esordio
nell’universo – mamma di diciott’anni che partorisce sola con una
bottiglia di gin, anfetamine e oppioidi –, in una casa mobile sperduta
negli Appalachi meridionali, dà il la a ciò che verrà dopo. Demon inizia
la sua corsa a perdifiato attraverso la vita, sfreccia per le selve
oscure dell’affido, del lavoro minorile, delle scuole fatiscenti, fino
al sogno, e poi all’ebbrezza del successo atletico, con la conseguente
caduta nella dipendenza. Nel mentre, si ossessiona con gli eroi della
Marvel, si disegna i suoi fumetti riempiendoli di cattivi veri, si
inerpica per le vette vertiginose del grande amore e sprofonda nel
dolore straziante della perdita. Attraverso tutto questo, Demon deve
combattere, armato del suo caustico umorismo e poco altro, contro la
propria invisibilità in un mondo dove persino i suoi amati supereroi
hanno abbandonato le terre selvagge per la città. La sua voce è quella
di una generazione di ragazzi perduti, nati in posti splendidi e
maledetti che neanche per un istante concepiscono di abbandonare. Ma
Demon è un combattente, un sopravvissuto, come era un sopravvissuto
David Copperfield nella sua disgraziata Londra.
Demon Copperhead, Premio Pulitzer 2023, è un omaggio a
David Copperfield, ma è anche il tentativo di un'autrice, che da sempre
usa la letteratura come uno strumento politico, di accompagnare il
lettore in un viaggio che attraversa l'epidemia di oppiodi che ha
colpito gli Stati Uniti, l'indifferenza dei servizi sociali e
l'impossibilità di riscatto per coloro che il sistema si rifiuta di
vedere.
Irene Graziosi, Lucy sulla cultura
«Un David Copperfield trapiantato negli Appalachi devastati dalla povertà e dalla droga. Un romanzo sfolgorante».
Times Literary Supplement
«Demon è una voce che risuonerà negli anni a venire, come quella di Huck Finn e Holden Caulfield, ma ancora più resiliente».
Beth Macy, autrice di Dopesick
«Ironica e toccante, questa è la storia di un ragazzo che nessuno
vuole ma che i lettori adoreranno. La dimostrazione perfetta di come un
romanzo possa divertire, straziare, reclamare a gran voce il
cambiamento».
The Washington Post
«Straordinario. Come Shuggie Bain o David Copperfield, il monologo interiore di Demon, disgraziato dal cuore d’oro, è pieno di colpi di trama che si susseguono senza sosta».
San Francisco Chronicle
«Questo è storytelling al suo meglio».
Stephen King
COSA TI ASPETTI DA QUESTO 2024? NUOVI SGUARDI SUL NOSTRO PRESENTE.
Lo scenario è Parigi, enorme organismo in movimento, crocevia per assimilare e per distribuire energie e idee, capitale della Beautè moderne Bellezza moderna, che affascina artisti, poeti e intellettuali di tutta Europa. Per respirare questo benefico vento di follia, occorre recarsi ai Salon, antenati delle Biennali e delle fiere contemporanee.
Il 15 aprile 1874 accade qualcosa di imprevisto.
Da una parte gli Antichi. Che espongono al Salon ufficiale, impenetrabile castello dove si tramandano le tradizioni. Si tratta di pittori e di scultori minori, oggi dimenticati, sostenuti da critici portati a comportarsi come corifei del mondo di ieri. Tra questi pesi piuma della storia dell'arte; Paul Dubois, Pierre Lehoux, Henri Gervex. Che, con Satyre jouant avec une bacchante, ci consegna un esercizio di riscrittura, in chiave simbolica, di un episodio legato alla sfera del mito, fondato sulla concezione dell'arte come attività spirituale e antinaturalistica, tesa a rievocare il fantasma della classicità, posto in stridente contrasto con le turbolenze della cronaca.
Dall'altra parte, i Moderni. Sono barbari, per molti osservatori borghesi. Una banda di giovani eretici che, negli stessi giorni in cui si inaugura il Salon ufficiale, si ritrova nello studio del fotografo Nadar, In Boulevard des Capucines. Cronista di quell'evento, E'mile Zola che, nel romanzo L'opera, scriverà:<<Si inaugurava il Salon des Refusès, una novità di quell'anno. La folla, già densa, aumentava di minuto in minuto poichè tutti disertavano il Salon ufficiale, correvano spinti dalla curiosità, stuzzicati dal desiderio di giudicare i giudici, divertiti, soprattutto, fin dalla soglia, dalla certezza di vedere cose estremamente buffe.
La polemica con la giuria conservatrice che seleziona le opere è aspra, nel 1863 su iniziativa di Napoleone III nasce il Salon des Refusès che raccoglie gli esclusi dal Salone ufficiale. Una battuta che, subito, si fa sigillo. E annuncia la nascita del gruppo impressionista, animato da artisti che inventano la rima ipotesi di avanguardia, sulle cuiorme muoveranno, nel Novecento, cubisti e futuristi, dadaisti e surrealisti, costruttivisti e neoplasticisti, espressionisti e neoespressionisti. Una specie di arco di trionfale da cui l'arte europea è passata per entrare nel XX secolo, ha scritto John Berger.
Nonostante le differenze, le distanze che condividono, quegli incongregabili, come li avrebbe definiti Savinio) si richiamano a valori affini: il rifiuto dell'accademismo trionfante ai Salon; l'idea dell'arte come dispositivo privilegiato di conoscenza del mondo; la contestazione delle consuetudini proprie degli atelier; la vocazione realista; il lavoro dal vivo; la predilezione per la pittura di paesaggio. Questi elementi vengono declinati in modi diversi. Artisti dediti a un'ostinata meditazione sull'essenza del fare arte. Ma, per incontrare la più intransigente voce del movimento, occorre riferirsi proprio all'autore di Impression, Soleil Levant, unico per la sensibilità della retina, supremo analizzatore della luce, maestro dello spettro. Monet qui si fa aedo di uno scandalo, senza mai tradire una precisa convinzione estetica:Il soggetto ha per me un'importanza secondaria: io voglio rappresentare ciò che vive tra l'oggetto e me.
Grazie a ciò, l'arte non è più stata quello che fu per quattro secoli. Declinano liturgie e ritualità. Una liberazione. Concepire l'arte non come esperienza raggiunta, ma come esperienza inesatta e fragile. Sottrarsi a ogni nostalgia e a ogni abbandono concettuale. Farsi profeti di una modernità liquida, instabile, insicura. Evitare fughe verso la trascendenza, per sottomettersi alle leggi dell'immanenza. dare al mondo non scritto la possibilità di esprimersi per dirla con Italo Calvino. Porsi di fronte al tema scelto. Curvarsi sulle apparenze della quotidianità. Donare spazio all'assenza dionisiaca di un tempo policromo e plurale. Porsi in ascolto di una concatenazione discontinua di attimi irripetibili, dall'aspetto brutale. Aderire al presente, colto nella sua immediatezza, senza passato nè futuro. Eliminare ogni filtro tra artista e oggetto. Prediligere e celebrare il potere dell'innocenza. E sollecitare, nello spettatore, sensazioni, ricordi, corrispondenze.