martedì 9 gennaio 2024

CI SONO VITE DA LEGGERE COME UN LIBRO.

Le persone sono mondi che si incontrano ... youtubers, lettori, blog, casalinghe, operai, impiegati, studenti, migranti, ex detenuti, malati. 

Promuovere il rispetto, praticare la solidarietà, incoraggiare il riscatto sociale attraverso la condivisione e l'empatia. I libri: letti, recensiti, pubblicati, da una biblioteca vivente (o umana) fanno proprio questo. Non si sfogliano, ma si interagisce con loro e ci si emoziona. Occhi negli occhi, i libri umani si mettono a nudo per raccontare la propria storia di vita, a contatto con l'emarginazione, la malattia - mentale o fisica - con orientamenti religiosi o sessuali diversi. 

Tutto questo grazie a una patto limpido con il lettore: la fiducia. Il coraggio di confidare la propria esperienza a uno sconosciuto deve infatti essere proporzionale alla disposizione all'ascolto, senza pregiudizi. Non bisogna mai dimenticare che di fronte si ha una persona che decide di condividere con un estraneo il proprio vissuto personale, spesso delicato, talvolta persino traumatico.  

I libri umani hanno raccontato la loro esperienza di carcerati, come rifugiati, con la disabilità, ma anche storie di genarazioni, con la partecipazione di giovani e anziani. Sull'onda della buona riuscita di questa esperienza, il 5 dicembre arriverà una nuova biblioteca vivente. Sarà allestita nel capoluogo ligure, nell'ambito di Genova Capitale italiana.

Come ogni biblioteca, poi, anche qui si potrà essere aiutati da un bibliotecario, che spiegherà ai nuovi utenti le regole da rispettare o indirizzerà la persona al libro più adatto secondo le proprie sensibilità. Chiunque, in ogni caso, può scegliere se ascoltare una storia più vicina al proprio vissuto personale, così da creare un legame più stretto e intimo con il <<libro>>, oppure se spaziare tra i <<generi>>, scoprendo nuove realtà e modi di pensare. 

Il progetto dichiara il suo creatore: <<Fermarsi a parlare con persone che non conosciamo, può contribuire a superare pregiudizi e a formare una coscienza personale libera da banali giudizi e disciminazioni>>. Inoltre, aggiunge:<<è come se il teatro consapevole della sua identità primordiale e più autentica: spogliarsi di tutto e raccontarsi a un'altra persona è la condizione di Odisseo che arriva nudo all'Isola dei Feaci è salvo finchè ha una storia da raccontare>>. 

Creare una biblioteca vivente significa sviluppare una nuova occasione per connettere persone e promuovere il dialogo, per affronatre gli stereotipi e sfidare i pregiudizi più comuni, oltre che per prevenire i conflitti.

Nessun commento:

Posta un commento