lunedì 1 luglio 2024

LA VITA DI CALVINO E I SUOI LIBRI DI LUCIO GAMBETTI, LUNI


La vita di Calvino attraverso i suoi libri

Esce biografia dell'autore di Palomar 
 
LUCIO GAMBETTI
ITALO CALVINO E I SUOI LIBRI 
LUNI
PP. 240, EURO 25
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Italo Calvino e i suoi libri – “Che barba fare lo scrittore”

«La biografia di uno scrittore non è importante» – scriveva Calvino – «l’unica cosa che conta, l’essenziale, è costituito dalla sua opera». Nel caso di Calvino, forse più che in quello di molti altri scrittori, osservare i suoi libri e leggere come venivano da lui raccontati o commentati consente di comprendere la sua vita di scrittore e di editore meglio di quanto potrebbe fare una sua per quanto accurata biografia. 

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Lucio Gambetti, con questo libro straordinario per ricerca e “tassonomia” di tutti gli scritti di Calvino, traccia la storia e la vita di questo grande scrittore a partire da questa premessa, quasi in punta di piedi, limitando al minimo indispensabile l’intromissione nella sua vita privata.
Anziché una biografia di Calvino che racconti i suoi libri, in questo caso sono i libri di Calvino a raccontare la sua biografia.

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Scrive Gambetti nell’introduzione: «Una tra le sintesi più efficaci utilizzate per definire l’editoria letteraria nel secolo scorso è stata quella che ha interpretato il Novecento come il secolo dei “letterati editori”. Tra le numerose figure che hanno ricoperto questo ruolo, Italo Calvino è stato certamente, per la seconda metà del secolo, uno tra i pochi che sono riusciti a far convivere il ruolo di scrittore con quello di editore, senza che il secondo impoverisse il primo».

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Anche in considerazione di questo doppio ruolo l’obiettivo di questo libro è quello di ricostruire il percorso intellettuale di Calvino e la sua carriera di scrittore e di editore attraverso i libri che ha scritto ma anche attraverso quelli che, nel corso della sua attività editoriale, ha curato direttamente o ha pubblicato nelle collane da lui dirette.

La raccolta iconografica qui contenuta presenta al lettore per la prima volta in un corpo unitario tutti i libri scritti, curati e/o tradotti da Calvino, nonché, quasi interamente, quelli ai quali ha partecipato con scritti o racconti d’occasione.
Ne viene fuori così un quadro complessivo di quella che è stata una vita nei libri, con i libri, per i libri di uno tra i più grandi scrittori italiani del secondo Novecento.

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Lucio Gambetti vive a Genova e si occupa da anni di bibliografia e di storia dell’editoria.
Diversi suoi scritti sono apparsi sui periodici «L’Esopo» e «Charta» e sull’annuario dell’Associazione Librai Antiquari Italiani «ALAI». Ha pubblicato La letteratura italiana del Novecento. Repertorio delle prime edizioni, con Franco Vezzosi (1997), Rarità bibliografiche del Novecento, con Franco Vezzosi (2007), A proprie spese. Piccole vanità di illustri scrittori (2015), Rarissimi. Riflessioni sul collezionismo letterario del Novecento italiano (2015), Il Pesanervi Bompiani (2021), Libri memorabili. Una storia della microeditoria italiana del Novecento (2021), Un’odissea editoriale. A cento anni dall’Ulisse di Joyce (2022). Per Luni ha pubblicato Storia della letteratura autoprodotta. Da Ariosto ai self-publishers (2022) e ha curato insieme a Mauro Chiabrando L’utile e il futile. Tutti gli scritti di bibliofilia di Roberto Palazzi (2023).
 

I fan di Calvino troveranno numerosi aneddoti e curiosità in questa biografia centrata sui libri, uscita per Luni e firmata Lucio Gambetti, esperto di bibliografia e storia dell'editoria, che in questo volume traccia un ritratto dell'autore di Palomar e Marcovaldo attraverso un focus sulle opere e i testi.

L'obiettivo è "ricostruire il percorso intellettuale di Calvino e la sua carriera di scrittore con pochi e limitati dettagli biografici, ma soprattutto attraverso i suoi libri, intendendo con 'suoi libri' sia quelli da lui scritti sia quelli curati", spiega Gambetti nell'introduzione.
    Pagina dopo pagina, si delinea il profilo, dalla giovinezza alla maturità: dai sei che prendeva a scuola a quando, poco dopo il diploma di maturità, si diletta a scrivere recensioni a film come San Giovanni decollato, con protagonista Totò.

 
    Calvino si laurea con una tesi su Conrad e il voto di 103 su 110, legge l'Orlando innamorato, il Don Chisciotte, il Barone di Münchausen, tre classici fonte d'ispirazione per Il visconte dimezzato: "Nel 1951 … mi sono messo a scrivere come mi veniva più naturale cioè inseguendo i ricordi delle letture che m'avevano più affascinato fin da ragazzo … Anziché sforzarmi di costruire il libro che io dovevo scrivere … preferii immaginarmi il libro che mi sarebbe piaciuto leggere… volevo soprattutto scrivere una storia divertente per divertire me stesso e possibilmente per divertire gli altri", rivelava Calvino.

Quanto al Barone rampante: "Volevo raccontare di quando da ragazzo m'arrampicavo sugli alberi e ci passavo delle ore; poi l'ho portato alle estreme conseguenze ed ho finito per farne una specie di simbolo …dello scrittore, del poeta che è staccato dal mondo per vederlo a una certa distanza", confessava Calvino che a proposito del narrare storie pensava: "Quello cui io tendo, l'unica cosa che vorrei poter insegnare è un modo di guardare, cioè di essere in mezzo al mondo. In fondo la letteratura non può insegnare altro." Nel saggio testimonianze di persone che l'hanno conosciuto, fra cui Beppe Oreffice che girò l'Italia insieme a lui per organizzare la Settimana Einaudi, un ciclo di incontri con i librai:"Calvino aveva un carattere complicato, dalle diverse sfaccettature, che non rendeva facile il rapporto con lui.
 
    Alternava a momenti di estrema simpatia, in cui era divertentissimo, quasi buffo e paradossale …pause in cui si faceva taciturno e lontano, in cui sembrava non avesse anima né sentimenti". Calvino, quando parlava di sé, si paragonava a Palomar:"E' una proiezione di me stesso. Questo è il libro più autobiografico che io abbia scritto, un'autobiografia in terza persona: ogni esperienza di Palomar è una mia esperienza." 

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