Il momento più terribile della colonizzazione francese nell'Algeria del XIX secolo, quello della conquista.
Lo racconta lo scrittore francese Mathieu Belezi in tutto il suo orrore e violenza, nel romanzo 'Attaccare la terra e il sole' appena arrivato in libreria per Gramma Feltrinelli, nella traduzione di Maria Baiocchi.
"Di quella situazione iniziale, di quando i francesi si
sono stabiliti per la prima volta in Algeria non se ne parla o se ne è
parlato pochissimo anche nel cinema e nella letteratura.
L'epoca della conquista è stata resa invisibile in Francia.
Perché? Mi sono interrogato a lungo su questo silenzio" dice all'ANSA
Belezi che vive tra Parigi e Roma e all'Algeria ha dedicato una
tetralogia di cui questo è l'ultimo coinvolgente volume e il primo ad
uscire in Italia. Per Gramma è prevista l'uscita anche degli altri tre.
"Bisogna tener presente che nel XIX secolo dovunque in Europa circolava
l'idea di razze inferiori e superiori e sono partito da questo. I
francesi in patria si riempivano la bocca di parole come libertà,
eguaglianza, fraternità, ma all'estero e da paese colonizzatore si sono
comportati in modo orribile. C'era il mercato delle orecchie mozzate
agli algerini del territorio e le persone, di ogni genere ed età, che si
rifugiavano nelle grotte per sfuggire ai proiettili, venivano
affumicate. Quello che si legge in questo libro e negli altri che
compongono la tetralogia algerina, è verificabile e confermato
storicamente" sottolinea Belezi che si è molto documentato, ha letto i
racconti dei coloni francesi del tempo e dei soldati. Con questo libro è
atteso il 7 giugno al Piccolo Teatro Grassi di Milano per La
Milanesiana, l' 8 giugno a Villa Bardini per La città dei lettori a
Firenze e l'11 giugno a Torino, al Circolo dei lettori.
'Attaccare la terra e il sole' è strutturato a capitoli alternati, a due
voci: quella della contadina Seraphine che parte con la famiglia da
Marsiglia e vede infrangersi le promesse di felicità in un territorio
divorato dal colera e dalla barbarie e quella di un soldato francese
asservito alla crudeltà del suo capitano che sbraita "non siamo angeli".
"La sofferenza della guerra si sente attraverso la voce delle
donne e dei bambini. Donne rese invisibili come la conquista" spiega lo
scrittore che ci tiene soprattutto a precisare: "non cerco di diffondere
o di dimostrare niente. Cerco sempre nei miei libri di trovare delle
voci. Per quella di Seraphine, che fa da contrappunto, c'è voluto molto
tempo, quasi un anno, mentre quella del soldato è arrivata subito. Ma io
lascio liberi i miei personaggi ed è questo che mi interessa nel fare
letteratura".
Guerra e violenza ci riportano all'oggi: "Sono
convinto che gli uomini, con la 'u' minuscola, abbiano bisogno della
guerra ad un certo punto e così siamo sempre nel Medioevo. Sappiamo un
decimo di quello che accade nelle guerre con cui siamo alle prese, in
Ucraina e a Gaza. Sapremo veramente cosa è successo in futuro, non ora.
Metti in mano ad un uomo un fucile d'assalto e si sentirà il re del
mondo. È quello che succede nel libro. Se questo pianeta fosse popolato
solo da donne non avremo mai avuto una guerra" sottolinea Belezi che è
nato a Limoges, ha insegnato in Louisiana, in Usa e ha vissuto in
Messico, Nepal e India.
Attaccare la terra e il sole, uscito in
Francia per Le Tripode, diventerà un film, ma trovare un editore non è
stato facile. "È stato rifiutato in Francia da cinque grossi editori. Ad
un certo punto mi sono detto 'continuo, ma forse non pubblicherò più un
pagina. Scriverò per me" racconta lo scrittore che dei precedenti
volumi ha venduto "3-4 mila copie a titolo. Credo che il problema sia la
promozione. Per la tv francese non esisto, in radio sono molto presente
e anche sui giornali. L'editore Actes Sud ha fatto un'edizione
scolastica senza censure. Non so se arriverà anche in Algeria, ma anche
lì non mi sembra abbiano molta voglia di parlare di questa faccenda. La
regista del film sarà una donna che ha vinto il Leone d'Oro a Venezia,
ma non posso dire il suo nome" racconta. Mentre il primo libro della
tetralogia 'C'etait notre terre' (Era la nostra terra) "diventerà un
grande spettacolo teatrale per la regia di un'altra donna, Celie Pauthe"
annuncia lo scrittore che ha appena iniziato un nuovo libro
sull'Algeria.
Nessun commento:
Posta un commento