Un viaggio iniziatico, in cerca di un’intervista impossibile, nei
meandri di un giardino segreto da cui, una volta entrati, non si riesce
più a uscire. Una serie di personaggi esilaranti. La scoperta di una
voce nuova, fresca e irriverente, della narrativa italiana.
Il libro
Nel «giorno più caldo di una delle estati più calde che si ricordino», Federico Desideri, giovane giornalista di belle speranze ma di scarse soddisfazioni, riceve dal direttore della rivista «di nicchia» con cui collabora l’incarico di andare a Roma a intervistare un famoso regista, autore di un film di strepitoso successo al centro del quale giganteggia un memorabile, fascinoso cialtrone. Federico scoprirà ben presto che il regista è latitante, ma in compenso, nel corso di una serata mondana, gli verrà indicato colui che di quel personaggio si dice sia stato il modello: Barry Volpicelli. Sorta di psicopompo a metà strada tra un pifferaio magico e il Bruno Cortona del Sorpasso, Barry condurrà Federico in un luogo incantato: il Paradiso, immenso compound di ville e bungalow sgarrupati sul litorale laziale, dove vive in compagnia di un ristretto gruppo di vecchi freak amabili e strampalati. Un ambasciatore che accumula prodotti di discount, un ginecologo a riposo che alleva galline ornamentali, il principe Gelasio Aldobrandi che – in preda a una perenne angoscia «misticoaraldica» – persegue il sogno irrealizzabile di un erede, una coppia di lesbiche che rimpiangono i giorni fasti in cui venivano invitate in Vaticano da papa Ratzinger, una ex bellona che accusa l’intero cinema italiano di averle rubato le idee e, non ultime, la prima e la seconda signora Volpicelli. Fra interminabili conversazioni di delirante futilità, e una notte in cui qualcuno rischia di uccidere uno degli ospiti, fra l’arrivo di una celebre influencer e una morte sospetta, molte sono le cose che il giovane Federico vedrà e imparerà durante il suo soggiorno al Paradiso. Fino al momento in cui si renderà conto di non poterne, o non volerne, più uscire.
L'Inferno può essere il Paradiso, è il paradosso in cui ti trascina Michele Masneri nel suo ultimo romanzo, così grottesco da essere tremendamente vero, così divertente da essere tragico.
Nelle sue pagine scorre quel sublime insieme di
eleganza e ripugnanza che lo accumuna da una parte alla città di cui
parla, Roma, dall'altra ad alcuni autori che l'hanno sublimata nella
loro scrittura pur affondando le proprie radici nella natia Milano, come
Carlo Emilio Gadda e Giorgio Manganelli.
Da Milano e verso Roma
viaggia anche Federico Desideri, giornalista appena trentenne, anzi
trentunenne, ed aspirante scrittore, che ad un certo punto, proprio nel
giorno del suo compleanno, viene spedito per misteriosi motivi dal
direttore della rivista per cui lavora, Comic sans, da Milano a Roma
appunto sulle tracce di un regista premio Oscar che abita a Piazza
Vittorio, Mario Maresca.
Impossibile non leggere tra le righe le
similitudini tra Maresca e Paolo Sorrentino, così come è impossibile
non cogliere in Barry Volpicelli, scalcagnato dandy dalla Rolls Royce di
seconda mano, l'eco di quel Jep Gambardella protagonista de La grande
bellezza. Del resto Paradiso è un romanzo che viaggia tra mille rivoli
di citazioni che vanno dal cinema alla letteratura, muovendosi tra le
mura di una città inflazionata dalle riproduzioni, dove ad ogni abitante
scorrono nelle vene le rovine dell'antica Roma e tutto quello che è
venuto dopo, lasciando un prezioso obolo a Federico Fellini.
I
riferimenti fanno parte della gioiosa rete delle similitudini in cui
questo romanzo riesce a catturare in modo del tutto originale il
lettore, trascinandolo continuamente dall'alto in basso. È un po' lo
stesso destino del suo protagonista: Federico è pronto a compiere un
viaggio, anzi ad abbandonarsi ad un viaggio paradossale tra terrazze
romane e ristoranti di Sabaudia, tra case principesche e desolata
periferia, che lo porterà dritto dritto verso quel Paradiso da cui non
vorrà più tornare indietro. Lì troverà una squadra di squinternati
personaggi, che lo accoglieranno come si accoglie a Roma chiunque perché
si ha sempre l'impressione di averlo visto prima, con il garbo
scanzonato dell'aristocrazia decaduta.
Masneri non fa sconti a
nessuno, e con una scrittura politicamente scorretta riesce a costruire
un affresco sublime della futile essenza di una società che cerca solo
un capolinea purché sia affacciato sul mare. Si esattamente come il
Paradiso.
Michele Masneri presenta Paradiso - in libreria dal 18
giugno - a Roma con Annalena Benini e Francesco Piccolo, letture di
Iaia Forte Roma, Libreria Spazio Sette il 17 giugno alle 18.30.
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