lunedì 27 gennaio 2020

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Partecipo!

<<Mi accorgo che stai facendo il solito numero, vero Evita? Sei esausta? O soltanto sul punto di crollare. >>

<<Mamma ha fallito nella vita, ed è morta. Io invece voglio avere successo, e un modo per riuscirci deve essere per forza non fare le cose che faceva lei. Imparare dai suoi errori e fare il contrario.>>

<<Papà mi ripeté più volte di non angosciarmi, di non aver paura. Crescere, mi disse, è perdere opportunità, scegliere una sola esistenza tra le infinite possibili. Lo conosceva bene, lui, lo strazio di dover decidere, di non sentirsi all'altezza di niente. Lo trovava naturale, qualche volta salutare; diffidava delle certezze.>>

<<Le mie sorelle e le mie amiche non si sono piegate ad alcuno stereotipo, non si sono conformate a nessun cliché, non hanno compiaciuto nessuna aspettativa. Sono state per lo più impazienti. Sono state radicali e poco accomodanti. Sono state tremendamente oneste. A dirla tutta, sono state piuttosto antipatiche. Ognuna di loro ha condotto con onestà e determinazione la propria ricerca, spesso nella solitudine, aprendo un varco nel tempo. Da lì, come una fiamma, ha illuminato il presente in cui viveva, ma anche il futuro.>>

<<Alcuni mi giudicano radicale e inflessibile, ma, quando Dio non si occupa di te, come puoi essere morbida con gli altri, o anche solo meno severa? Dev'esserci stato un momento in cui ero nella Sua grazia, ma poi è venuta meno e Lui ha smesso di parlarmi. E io, che mi sono sempre sentita speciale, all’inizio non potevo capacitarmene. “Sarà solo una prova” mi dicevo, “cambierà”. Tuttavia non è accaduto e ancora adesso non la distinguo, la Sua voce. Eppure avrei così bisogno di un Suo consiglio.>>

<<Evita, sentì che per tutta la vita avrebbe oscillato tra una percezione di pericolo e una di sicurezza, senza sapere mai come stavano davvero le cose.>>

<<Il giorno in cui aveva lasciato l’ospedale con Emi fra le braccia, le era parso di trovarsi su un pianeta diverso da quello in cui viveva prima. La gente la guardava giusto il tempo di togliersi di mezzo. Se qualcuno si fermava a parlare con lei, le dava attenzione, si trattava sempre di un’altra donna, una donna con tanti consigli su come fare la madre, una donna che voleva sapere il nome della bambina e quanto aveva. Era entrata in un mondo composto esclusivamente da donne che, pur rivolgendosi a lei in tono amichevole, la trattavano come una nuova collega la cui incompetenza era risaputa.>>

<<Non c’è all’angoscia, alla solitudine, che pervade l’ultimo, intenso ricordo “Tu, che scompari”. Questa apocalisse di tanto in tanto ruba qualcosa, e ingoia anche ricordi interi. Non volevo esserci quando mi avresti dimenticato. Non volevo vedermi scivolare via dalla tua mente. Speravo di dimenticarti per prima. A volte però questa convinzione vacillava. Ti telefonavo e mi arrabbiavo come se fossi tu quello che aveva così tanta paura di essere dimenticato da sentirsi costretto a lasciare l’appartamento, la città, e stabilirsi altrove, dove nulla era familiare, o tanto familiare da temere di perderlo. >>

Risposta a
Anna Perillo Ho paura di non riuscire a lasciare un segno nella vita delle persone che amo e quindi di essere poi dimenticata. I ricordi, rendono le persone immortali.

"La passione non conosce le buone maniere. Le dita di lei colpivano nel segno. Mi avrebbe voluto legare a sé con delle corde, stringere a sé senza che ci potessimo muovere, se non corpo su corpo, e non sentendo altro che il reciproco sentirsi. Ci avrebbe privato di ogni senso, tranne che del tatto e dell'olfatto. In un mondo cieco, sordo e muto avremmo potuto soddisfare la nostra passione all'infinito. La fine sarebbe stata un nuovo inizio. Solo lei, solo io. Era gelosa, ma lo ero anch'io. Era animalesca nell'amore, ma lo ero anch'io. Eravamo tanto pazienti da contarci i capelli in testa, troppo impazienti di spogliarci. Non c'era un vincitore, le nostre ferite si equivalevano."

#Anna Perillo - Dicesti: "Me ne vado via da lui perché il mio amore per te fa di ogni altra vita una menzogna".Ho nascosto queste parole nella fodera del cappotto. Le tiro fuori come fa un ladro di gioielli quando nessuno lo vede. Non sono sbiadite. Niente di te è sbiadito. Sei ancora del colore del mio sangue. Sei il mio sangue. Quando mi guardo allo specchio, non è la mia faccia quella che vedo. Il tuo corpo è raddoppiato. Una volta sei tu e una volta io. Chi è chi? 

  "A volte, credo di dimenticarlo il tuo nome. Non lo ricordo, ecco. Credo di ricordarlo e poi non lo ricordo più. Il tuo nome diventa tutti gli altri nomi, distillati tutti insieme in un unico suono bianco." 

"L'assenza muove la mia vita. Sono un corpo dimezzato, un'anima senza contorni. Non ci sono pareti da toccare, dentro di me."
  
"Ho riso anch'io, per un istante la vita si è messa in mezzo e ha dato movimento. Ma guardavo te, volevo le tue parole e le parole dietro le parole.""Il tuo nome spicca in mezzo agli altri come un fiore giallo, una chiazza di sangue. L'oggetto della mail dice: non ti ho dimenticata.Sposto il cursore del mouse su vecchi messaggi di altre persone. Li evidenzio, li rileggo.Prendo tempo.So che stai tornando. Lo so prima di sapere. "

Mi fanno sempre impressione gli addii, quando il nulla, un grigio scorcio di città, anonimi binari di ferro, s'inghiottono la famigliarità d'un volto, il profumo d'una persona cara.Mi era rimasta addosso una strana malinconia. Mi sono stretta al mio corpo solitario e, passo dopo passo, diventavo sempre più triste. Sapevo il motivo di quella tristezza. Avevo voglia d'amore anch'io, di carezze furtive, di un cuore in subbuglio. Era ormai il tramonto. Gli umani che camminavano sul mio stesso marciapiede andavano tutti di prescia. Molto di loro, forse, correvano verso un amore, verso braccia protese nella notte. Due innamorati, stretti l'uno all'altro, mi sono passati accanto senza vedermi. Avrei voluto seguirli come facevo da bambina con i clienti (i genitori avevano un albergo sgangerato, n.d.r.) , e chiedergli di tenermi un po' con loro, sotto il cappotto. Ma nel loro mondo non c'era posto per me. Ho stretto i pugni nelle tasche per farmi un po' di coraggio.

"Ma è una specie di arco, no? Può essere tondo o lungo o basso o stretto e alto come una porta, e magari prima ancora che tu incontri qualcuno hai già dentro di te l'inizio di una curva e lo senti e non capisci cosa sia. Poi ci sei sopra e fino a un certo punto ti sembra di salire soltanto, e ti fermi e sei in alto e ti sembra che possa durare così per sempre e non ti rendi conto che stai già cominciando a scendere verso terra di nuovo."

"Lui chiede ancora com'era quell'amore, com'era vissuto. Lei dice: - Come un amore che ha un inizio e una fine, indimenticabile anche quando lo si è dimenticato, non ricordo più".

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