domenica 26 gennaio 2020

RECENSIONE #16/2020 STORIA DELLA NOSTRA SCOMPARSA by JING JING LEE - FAZI EDITORE


Jing-Jing Lee

Storia della nostra scomparsa

FAZI EDITORE

Traduzione di Stefano Tummolini

Pagine: 400 
Prezzo in libreria: € 17

#Fazi Editore #Romanzo #Libro #Jing Jing Lee # Donne # Singapore # Esercito Imperiale
 # Comfort Women #Capitoli
 
Wang Di ha soltanto sedici anni quando viene portata via con la forza dal suo villaggio e dalla sua famiglia. È poco più che una bambina. Siamo nel 1942 e le truppe giapponesi hanno invaso Singapore: l’unica soluzione per tenere al sicuro le giovani donne è farle sposare il più presto possibile o farle travestire da uomini. Ma non sempre basta. Wang Di viene strappata all’abbraccio del padre e condotta insieme ad altre coetanee in una comfort house, dove viene ridotta a schiava sessuale dei militari giapponesi. Ha inizio così la sua lenta e radicale scomparsa: la disumanizzazione provocata dalle crudeltà subite da parte dei soldati, l’identificazione con il suo nuovo nome giapponese, il senso di vergogna che non l’abbandonerà mai. Quanto è alto il costo della sopravvivenza?
Sessant’anni più tardi, nella Singapore di oggi, la vita dell’ormai anziana Wang Di s’incrocia con quella di Kevin, un timido tredicenne determinato a scoprire la verità sulla sua famiglia dopo la sconvolgente confessione della nonna sul letto di morte. È lui l’unico testimone di quell’estremo, disperato grido d’aiuto, e forse Wang Di lo può aiutare a far luce sulle sue origini. L’incontro fra la donna e il ragazzino è l’incontro fra due solitudini, due segreti inconfessabili, due lunghissimi silenzi che insieme riescono finalmente a trovare una voce.
Con una scrittura poetica e potente, in questo romanzo d’esordio Jing-Jing Lee attinge alla sua storia familiare raccontando la memoria dolorosa e a lungo taciuta di una generazione di donne delle quali è stata per decenni negata l’esistenza: una pagina di storia che troppo a lungo è stata confinata all’oblio.

«Una storia straziante, ma colma di speranza, sulla memoria, il trauma e l’amore».
«The New York Times»

«Un libro autentico, un’autrice che dimostra una grazia ammirevole nella scrittura».
«The Sunday Times»

«Una storia avvincente sulle generazioni tormentate dalla guerra e dal silenzio che circonda le loro sofferenze».
«Kirkus Reviews» 


Jing-Jing Lee

È nata e cresciuta a Singapore. Nel 2011 ha conseguito il master in Scrittura creativa a Oxford. Alcuni suoi racconti e poesie sono apparsi in diversi giornali e antologie. Nel 2013 è stato pubblicato il suo racconto lungo If I Could Tell You (Marshall Cavendish) e nel 2015 è stata pubblicata la sua prima raccolta di poesie intitolata And Other Rivers (Math Paper Press). Attualmente vive ad Amsterdam. Storia della nostra scomparsa è il suo primo romanzo.
RECENSIONE

Storia della nostra scomparsa è un racconto di dolorosa memoria di donne che vollero dimenticare se stesse. Esordio romanzesco di Jing-Jing Lee, ispirato alle vicende di guerra della sua famiglia, che narra la vita di Wang Di, una delle tante donne ridotta in schiavitù sessuale.
Le chiamano <<donna di conforto>>, schiavizzate sessualmente in un bordello di militari giapponesi, durante l'occupazione di Singapore (1942-1945), quando la città era colonia britannica. Un dramma che coinvolge i territori occupati dall'esercito imperiale di Hirohito: molte donne: cinesi, coreane, filippine e di altri Paesi del Sud-Est asiatico, venivano rapite e costrette a prostituirsi nelle prigioni-bordello (le comfort station), dove la maggior parte morì per le condizioni sanitarie, le conseguenze degli aborti, le sevizie, i suicidi.

La parola <<scomparsa>> è importante nel titolo del libro per focalizzare un dolore lontano, per come le ex comfort women sono scomparse. Nel romanzo, prosegue Lee, descrive gli effetti duraturi del trauma della guerra, quando Wang Di, il cui nome significa <<speranza di un fratello>>, perchè la nascita di una femmina non avrebbe portato niente di buono.

Dopo la morte del marito il Vecchio, Chia Soon Wei, rimasta sola e povera, all'età di 75 anni Wang Di vive nel suo appartamento. Non ha mai raccontato la sua storia e di come la ammonì la madre:

"Non dirlo a nessuno. Nè a me, nè a tuo padre, nè ai vicini. E soprattutto non dirlo all'uomo che sposerai (...) Nessuno deve saperlo."

Ora Wang Di rimasta vedova si rende conto, ormai tardi, che avrebbe dovuto essere sincera sul suo passato, che si arricchisce delle parole del Vecchio:

"Non c'è niente di cui vergognarsi (...). Non hai fatto niente. Niente di male>>.

Attraverso le parole dell'autrice che descrivno la vergogna rimasta addosso alle sopravvisute, specialmente quelle segnate da ferite fisiche, malate croniche o infertili. Alcune hanno raccontato la sua esperienza solo da anziana.

Qualcuna non è mai tornata a casa per paura di non essere accettata, altre sono rimaste sole tutta la vita. E ancora oggi, molte donne singaporiane non hanno ammesso di essere un'ex comfort woman. La trama racconta di una ragazza di 16 anni che vive con i genitori e i fratelli più piccoli nel Kumpong, il villaggio, dove aiuta in casa e lavora al mercato.

Quando è scoppiata la guerra, le cose cambiano. E cominciano le razzie nelle case, non solo di cibo: molte donne e ragazziene vengono aggredite nelle loro case dai soldati. Non serve che il padre la travesta da maschio, nel 1942 Wang Di viene strappata alla famiglia.

Nella <<stazione di comforto>> dove viene portata, la sua agonia dura tre anni. Prima è il nome a scomparire (ora si chiamerà Fujiko), poi il corpo (non le appartiene più, è diventato di proprietà degli sconosciuti). Scompare la sua dignità (non riuscirà più a guardare la sua famiglia negli occhi). Le resta la vergogna. E il disonore. 

"Certi dicevano che l'aveva fatto per soldi. Che voleva trovarsi un marito. Che aveva fatto la vita facile. Perfino dopo il matrimonio la vergogna le era rimasta addosso."

La storia di Wang Di, subisce un salto temporale. Sarà Kevin, un tredicenne, ad aprire un varco nel passato di Soon Wei, dopo la confessione di sua nonna sul letto di morte. Ed è questa vicenda a ispirarsi ai fatti della famiglia Lee.
Durante l'invasione, il Giappone fu respinto per un periodo dalla Resistenza. Per vendicarsi, l'esercito assal' il villaggio dove viveva il bisnonno. Fu un massacro. Anni dopo, quando il padre incontra una donna identica alla madre, pensa che potrebbe essere sua zia, la bimba svanita. Ma non si accerterà mai, per non risvegliare quel dolore che non si è mai assopito. 

Non c'è stato nesun riconoscimento per il genocidio commesso.

Questa è la storia della scomparsa di una donna, e della memoria che l'ha riportata in vita. Sul libro, c'è una dedica:<<Alle nonne che hanno raccontato le loro storie>>. Perchè non scompaiono ancora.

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