Remoria
La città invertita
Valerio Mattioli
Minimum fax
Pagine: 283
Euro 17,00
Il libro
Remoria
è la città che sarebbe sorta se al posto di Romolo, nella leggenda di
fondazione fratricida, a vincere fosse stato Remo. È il negativo occulto di Roma, il rimosso che aleggia perenne e che preme per tornare in superficie.
Remoria non dovrebbe esistere eppure è in continua espansione: erode i
confini, ribalta le gerarchie e dissolve la logica della fu Città
Eterna. Perché la logica non può rendere conto di quell'immensa parte di
Roma che sta fuori dal centro: la razionalità non può spiegare il
Grande Racconto Anulare, la «borgatasfera» che si addensa delirante per
chilometri su entrambi i lati dell’anello autostradale, le tribù di
giovani mutanti che nascono in mezzo a quel niente e cambiano tutto.
Raccontare Roma oggi pare un’impresa disperata, non c’è narrazione che possa contenerla. Valerio Mattioli rovescia dunque la prospettiva: parte dal fantasma, dal doppio indicibile delle sue periferie per plasmare una mitologia parallela, che inizia nella Ostia di Amore tossico, passa per la nascita delle bande metropolitane, attraversa la stagione dei rave party, e atterra in un presente dominato da rovine piovute dal futuro, discariche e campi rom. Mescolando storia delle sottoculture, psicogeografia e romanzo di formazione, e annaffiando il tutto di scienza alchemica e fantahorror lovecraftiano, Remoria è una lunga lettera d’amore che dalla Centocelle del coatto sintetico Ranxerox viene indirizzata a tutte le periferie del pianeta, nel tentativo di far riemergere la città che potrebbe essere e che (ancora) non è.
Raccontare Roma oggi pare un’impresa disperata, non c’è narrazione che possa contenerla. Valerio Mattioli rovescia dunque la prospettiva: parte dal fantasma, dal doppio indicibile delle sue periferie per plasmare una mitologia parallela, che inizia nella Ostia di Amore tossico, passa per la nascita delle bande metropolitane, attraversa la stagione dei rave party, e atterra in un presente dominato da rovine piovute dal futuro, discariche e campi rom. Mescolando storia delle sottoculture, psicogeografia e romanzo di formazione, e annaffiando il tutto di scienza alchemica e fantahorror lovecraftiano, Remoria è una lunga lettera d’amore che dalla Centocelle del coatto sintetico Ranxerox viene indirizzata a tutte le periferie del pianeta, nel tentativo di far riemergere la città che potrebbe essere e che (ancora) non è.
Remoria
è la città che sarebbe sorta se al posto di Romolo, nella leggenda di
fondazione fratricida, a vincere fosse stato Remo. È il negativo occulto di Roma, il rimosso che aleggia perenne e che preme per tornare in superficie.
Remoria non dovrebbe esistere eppure è in continua espansione: erode i
confini, ribalta le gerarchie e dissolve la logica della fu Città
Eterna. Perché la logica non può rendere conto di quell'immensa parte di
Roma che sta fuori dal centro: la razionalità non può spiegare il
Grande Racconto Anulare, la «borgatasfera» che si addensa delirante per
chilometri su entrambi i lati dell’anello autostradale, le tribù di
giovani mutanti che nascono in mezzo a quel niente e cambiano tutto.
Raccontare Roma oggi pare un’impresa disperata, non c’è narrazione che possa contenerla. Valerio Mattioli rovescia dunque la prospettiva: parte dal fantasma, dal doppio indicibile delle sue periferie per plasmare una mitologia parallela, che inizia nella Ostia di Amore tossico, passa per la nascita delle bande metropolitane, attraversa la stagione dei rave party, e atterra in un presente dominato da rovine piovute dal futuro, discariche e campi rom. Mescolando storia delle sottoculture, psicogeografia e romanzo di formazione, e annaffiando il tutto di scienza alchemica e fantahorror lovecraftiano, Remoria è una lunga lettera d’amore che dalla Centocelle del coatto sintetico Ranxerox viene indirizzata a tutte le periferie del pianeta, nel tentativo di far riemergere la città che potrebbe essere e che (ancora) non è.
Raccontare Roma oggi pare un’impresa disperata, non c’è narrazione che possa contenerla. Valerio Mattioli rovescia dunque la prospettiva: parte dal fantasma, dal doppio indicibile delle sue periferie per plasmare una mitologia parallela, che inizia nella Ostia di Amore tossico, passa per la nascita delle bande metropolitane, attraversa la stagione dei rave party, e atterra in un presente dominato da rovine piovute dal futuro, discariche e campi rom. Mescolando storia delle sottoculture, psicogeografia e romanzo di formazione, e annaffiando il tutto di scienza alchemica e fantahorror lovecraftiano, Remoria è una lunga lettera d’amore che dalla Centocelle del coatto sintetico Ranxerox viene indirizzata a tutte le periferie del pianeta, nel tentativo di far riemergere la città che potrebbe essere e che (ancora) non è.
RECENSIONE
Remoria. La città perduta di Valerio Mattioli è una sorta di diario speciale in grado di andare al di là della storia, per costruirne un'altra, più oscura. Un diario ammaliante, su un'altra Roma (Remoria. La città invertita, fondata su quel sentimento di chi vuole rimanere legato alle radici).
E' una disposizione (sentimento) che va da Gesualdo Bufalino, nella "La luce è tutto", in cui l'autore di Comiso racconta e scopre l'altra identità della sicilia; oppure come è accaduto nel romanzo del "Paese nudo" di William Burronghs, in cui lo scrittore ci catapulta in una mostruosa Tangeri.
Protagonista del romanzo è una città che <<nel regno della negazione è stato precipitato>>; Remo. La data della prima resurrezione di Remoria? Il 25 ottobre 1946, in occasione dei lavori del Gra (Grande raccordo annulare). Qundo Remoria riemerge, non contempla altro che veicoli a motore, e l'unica forma di umanità che accetta è quella della sintesi tra uomo e macchina.
Gli abitanti di "Remoria" sono dei mostri: incarnazioni degli spettri rimasti senza dimora dai tempi dell'origine. Mattioli crea un lavoro sulla ivisitazione di Roma. Una rivisitazione dei luoghi, della gente, dei film, e dei costumi, di cui in seguito si è sviluppata Roma.
Il Gra di cui l'autore ha soprannominato (La tana del Bianconiglio) è una sorta di <<cerchio sabbatico>>, attorno e intorno ad esso si avverte la civiltà di Remoria, una sfida all'istituzione di Roma. Mattioli si immerge nella borgatosfera, cioè <<insieme di gesti della periferia romana, attraverso cui impone la propria centralità su un organismo urbano>>.
Un fumetto di fantascienza, testo sacro di Remoria, con protagonista un brutale muscoloso cyborg che, riveste il ruolo di antieroe che è e sarà: il coatto.
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