"La Villa delle Stoffe" di Anne Jacobs è una grande saga piena di intrighi, amori e colpi di scena, narrata da un punto di vista molto speciale: quello dei domestici della Villa delle Stoffe,
che curiosi, attenti, fedeli o intriganti, spiano ogni mossa dei
padroni, ne conoscono ogni segreto, sognano con loro e ne invidiano la
vita sfavillante.
Augusta, 1913. Quando la giovane Marie si trova per la prima volta davanti alla maestosa Villa delle Stoffe, ne rimane al tempo stesso affascinata e intimorita: l'imponente palazzo della famiglia Melzer, proprietaria della più grande fabbrica di tessuti bavarese, svetta come un castello fatato in un immenso parco. Un universo luccicante e sconosciuto per una ragazza povera come lei, cresciuta in orfanotrofio e in cerca di un lavoro come domestica.
Fin da subito, Marie si scontra con le ostilità e le gelosie dei suoi pari grado: uno stuolo di camerieri e domestici imbellettati che la guardano con sospetto, invidiosi della sua grazia innata, della sua intelligenza e determinazione.
Ma anche ai piani alti, dove sta per aprirsi la stagione dei balli invernali, il fascino e la bellezza di Marie non passano inosservati: Katharina, la figlia più giovane dei Melzer, appassionata d'arte, le chiede di posare per lei, e tra le due nasce una sorprendente complicità, con sommo disappunto del capofamiglia.
Intanto il figlio maggiore Paul, futuro erede dell'impero, elegante come un dandy e sempre intento a sperperare i soldi del padre, rientra a casa per le feste natalizie e, suo malgrado, rimane ammaliato dai misteriosi occhi neri della nuova arrivata...
Ma c'è un segreto, nascosto nel passato di Marie, che rischia di sconvolgere le loro vite in modo imprevedibile.
Titolo originale: ''Die Tuchvilla'' (2014).
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Augusta, 1913. Quando la giovane Marie si trova per la prima volta davanti alla maestosa Villa delle Stoffe, ne rimane al tempo stesso affascinata e intimorita: l'imponente palazzo della famiglia Melzer, proprietaria della più grande fabbrica di tessuti bavarese, svetta come un castello fatato in un immenso parco. Un universo luccicante e sconosciuto per una ragazza povera come lei, cresciuta in orfanotrofio e in cerca di un lavoro come domestica.
Fin da subito, Marie si scontra con le ostilità e le gelosie dei suoi pari grado: uno stuolo di camerieri e domestici imbellettati che la guardano con sospetto, invidiosi della sua grazia innata, della sua intelligenza e determinazione.
Ma anche ai piani alti, dove sta per aprirsi la stagione dei balli invernali, il fascino e la bellezza di Marie non passano inosservati: Katharina, la figlia più giovane dei Melzer, appassionata d'arte, le chiede di posare per lei, e tra le due nasce una sorprendente complicità, con sommo disappunto del capofamiglia.
Intanto il figlio maggiore Paul, futuro erede dell'impero, elegante come un dandy e sempre intento a sperperare i soldi del padre, rientra a casa per le feste natalizie e, suo malgrado, rimane ammaliato dai misteriosi occhi neri della nuova arrivata...
Ma c'è un segreto, nascosto nel passato di Marie, che rischia di sconvolgere le loro vite in modo imprevedibile.
Titolo originale: ''Die Tuchvilla'' (2014).
Anne Jacobs
Anne Jacobs è nata in un paesino della Bassa Sassonia, per poi trasferirsi a Francoforte sul Meno, dove ha studiato musica classica al conservatorio. Ha esordito come autrice di romanzi storici e saghe familiari, e ha raggiunto il successo internazionale con la trilogia bestseller La Villa delle Stoffe: un successo da 1 milione e mezzo di copie. Il primo capitolo della saga, pubblicato da Giunti nel 2018, è rimasto per mesi ai primi posti delle classifiche italiane.
RECENSIONE
Nella
zona orientale della città si apriva un nuovo mondo: non tranquillo e
angusto come le stradine della Città Bassa, ma rumoroso e ostile. Marie
si fermò e socchiuse gli occhi abbagliata dal sole. Davanti a lei, la
fabbrica dei tessuti di Melzer.
La
famosa Villa delle Stoffe. In realtà non aveva nessuna voglia di
lavorare lì e guardando le nuvole che si stavano diradando, ebbe
l'ipressione che il colosso in mattoni rossi avanzasse verso di lei e
stesse per schiacciarla.
Marie
sentì una fitta al petto e combattè ancora una volta contro la
tentazione di fare marcia indietro e tornare all'orfanotrofio. Ma era la
sua ultima chance. Marie, ancora ferma sulla porta, si sentì
terribilmente a disagio.
Iniziò
a fluttuare in silenzio piacevole e leggero, un'oscurità benevola. Solo
il suo stupido cuore continuava a martellare nel petto. Non riusciva a
smettere di battere i denti, senti le mani rigide.
Marie,
così fragile, avrebbe portato in quella casa solo sciagura? Semmai era
il contrario. Quella villa era maledetta, lo aveva capito appena ci
aveva messo piede. Doveva rifletterci bene ... Che fosse o meno la sua
ultima chance.
Eleonore
Schmalzler alla Villa delle Stoffe, ricopriva il ruolo di governante.
Era stata sempre impeccabile, univa l'attaccamento alla padrona con un
naturale talento nella gestione delle persone. Chiunque lavorasse alla
Villa delle Stoffe doveva considerare quell'impiego un privilegio, da
guadagnare a suon di virtù: correttezza, zelo, discrezione e fedeltà.
La
minuta sagoma di Marie davanti alla governante s'irrigidì e diventò più
grande. Questa creatura dall'aria spettrale, orfana e con un curriculum
pessimo, appena arrivata aveva già il coraggio di avanzare richieste!
Fino
a un attimo prima le aveva fatto quasi compassione, ma in quel momento
fu sopraffatta dallo sdegno. Eppure in fondo lo sapeva già, era scritto
nel suo curriculum: arrogante, sfacciata, ribelle, pigra, disobbediente
... mancava sola falsa.
Eleonore
Schmalzler, fu tentata di rispedirla subito all'orfanotrofio, ma c'era
un problema: per motivi imperscrutabili, la signora voleva che questa
ragazza venisse assunta a tutti i costi. Aggiunse che per evitare
equivoci visto che in casa viveva la signorina Jordan che si chiama
Maria, le propose il nome, Rosa.
Marie
spiegò le sue motivazioni in modo fluente e senza vergogna, che
desiderava essere chiamata con il suo nome. Sebbene la governante pensò
che in fondo non aveva tutti i torti, la ragazzina era stata troppo
sfacciata per averla vinta.
L'incantevole
Katharina, la figlia più giovane dei Melzer), la fata dai capelli
castani, la reginetta della prossima stagione danzante, aveva sollevato
la testa per guardare Elisabeth (la sorella), negli occhi. Le due
sorelle erano troppo diverse. Elisabeth sentiva il peso del confronto
con la sorella.
<<Oh,
mio Dio, ho un aspetto osceno. Perchè il destino è stato tanto ingiusto
con me? Perchè alla sorella aveva dato quel visino incantevole,
irresistibile, persino quando aveva l'emicrania?>>
Alicia
Melzer (la madre), entrò in quel momento nella stanza, aveva sentito la
voce agitata delle ragazze dal corridoio. Alicia sebbene fosse oltre
cinquanta, era ancora una bella donna. Notò che le figlie non erano
ancora pronte per ricevere gli ospiti. Rivolse a loro un'occhiataccia.
Johann
Melzer era riuscita a diventare benestante, a differenza dei fratelli e
delle sorelle che spesso frequentavano la villa con lo scopo di
chiedere soldi e favori. Elisabeth faceva spesso osservazioni sui
parenti del papà, essi trovavano sempre una scusa per scucirgli denaro.
Quelli
della madre, non erano da meno, usavano solo modi più raffinati.
Insomma, i parenti erano in generale persone penose, Elisabeth non
salvava nessuno di loro. Kitty era sempre sulle nuvole. Non le importava
nulla dei vestiti che portava o dei capelli. Il suo grande sogno era
studiare pittura a Parigi.
Quando
lo aveva detto ai genitori, per poco non gli veniva un infarto. Al
dìner di quella sera avrebbe partecipato il tenente Klaus von Hagemann,
finalmente si sarebbe dichiarato? Alicia era contrariata per l'assenza
del marito. Johann si rintanava tra le carte e lasciava il fardello dei
propri parenti a moglie e figlie.
Quella
cena si rivelò una catena di gesti infelici e penosi. Il lavoro era
pesante per Marie, spesso pensava di andarsene. Ma poi si riprometteva
che sarebbe stata una sciocchezza colossale. Con il tempo Marie riuscì a
conquistarsi la fiducia di Kitty. Non doveva preoccuparsi di nulla,
l'aveva rassicurata l'amica, tanto in terrazza non c'era spazio per i
balli di gruppo, inoltre lei era aggrazziata per natura.
Marie
stava perinfilarsi in camera di Kitty quando sentì, una voce maschile
conosciuta. Era Klaus von Hagemann che sembrava nervoso, parlava a voce
bassa con August. Da non crederci: quella pazza si faceva pagare gli
alimenti dal fidanzato di Elisabeth.
Che
cattiveria. Allora il segreto di August era ... <<Se paga gli
alimenti ci sarà un motivo ...>> Marie tornò alla realtà nel
momento in cui Paul la abbracciò. Lei seguì i suoi movimenti, aderì al
corpo di lui, e nel ritmo delle note diventarono una cosa sola.
Lui
era il suo destino, l'amore della sua vita. Danzarono incollati l'uno
all'altra, si abbandonarono alla musica, respirarono la dolce vicinanza
dell'altro. I loro giri diventarono sempre più stretti alla fine si
fermarono sprofondati in un bacio.
Eppure dietro l'apparenza si celano ombre che Marie non ha il coraggio di condividere con nessuno. Ma presto Marie si renderà conto che, in una famiglia tenuta insieme da ipocrisie e segreti, la verità è destinata ad avere conseguenze devastanti .....
Eppure dietro l'apparenza si celano ombre che Marie non ha il coraggio di condividere con nessuno. Ma presto Marie si renderà conto che, in una famiglia tenuta insieme da ipocrisie e segreti, la verità è destinata ad avere conseguenze devastanti .....
Citazione del libro
“Marie alzò gli occhi. In realtà si
erano già visti, ma lui non poteva certo ricordarsi di un incontro così
fugace. Cercò di fare ordine tra i pensieri, ma sentì il sangue salirle
alle guance. Poi si ricordò di avere i capelli sciolti. Prese subito il
fazzoletto e legò le ciocche ribelli dietro la nuca, confusa dal fatto
che lui stesse seguendo ogni suo movimento con un’espressione a metà tra
lo stupore e l’incanto. La voce morbida e carezzevole del signorino
Paul era pericolosa: era una voce che ti toccava dentro, una voce che ti
faceva venire i brividi.”
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