mercoledì 8 gennaio 2020

RECENSIONE #06/2020 SIDDHARTA by HERMANN HESSE - ADELPHI


Immersi nella vita sociale, arricchiamo continuamente il nostro patrimonio di conoscenze: è costante l'interazione fra la realtà e il nostro apprendimento. E questo si verifica soprattutto quando cessiamo di considerare ovvio ciò che ci circonda, per un processo di banalizzazione dovuto all'abitudine, cominciando a considerare problematicamente qualche aspetto o fenomeno della nostra vita quotidiana? Provate dunque a chiedervi il perchè, non solo di eventi che vi risultino di difficile comprensione, ma anche di certi aspetti della realtà che avete sempre considerato scontati.







Hermann Hesse

Siddharta 

ADELPHI

Pagine 197
€ 20,00
Il Libro
Chi è Siddharta? È uno che cerca, e cerca soprattutto di vivere intera la propria vita. Passa di esperienza in esperienza, dal misticismo alla sensualità, dalla meditazione filosofica alla vita degli affari, e non si ferma presso nessun maestro, non considera definitiva nessuna acquisizione, perché ciò che va cercato è il tutto, il misterioso tutto che si veste di mille volti cangianti. E alla fine quel tutto, la ruota delle apparenze, rifluirà dietro il perfetto sorriso di Siddharta, che ripete il «costante, tranquillo, fine, impenetrabile, forse benigno, forse schernevole, saggio, multirugoso sorriso di Gotama, il Buddha, quale egli stesso l’aveva visto centinaia di volte con venerazione».
Siddharta è senz’altro l’opera di Hesse più universalmente nota. Questo breve romanzo di ambiente indiano, pubblicato per la prima volta nel 1922, ha avuto infatti in questi ultimi anni una strepitosa fortuna. Prima in America, poi in ogni parte del mondo, i giovani lo hanno riscoperto come un loro testo, dove non trovavano solo un grande scrittore moderno ma un sottile e delicato saggio, capace di dare, attraverso questa parabola romanzesca, un insegnamento sulla vita che evidentemente i suoi lettori non incontravano altrove. 
 RECENSIONE
Oltre al desiderio di capire se stessi, gli altri, la realtà, è presente nell'uomo anche l'aspirazione all'Assoluto, la ricerca cioè di una verità in cui possa trovare un senso l'universale relatività della vita e delle cose.
Il personaggio di Hermann Hesse il Siddharta, conduce questa indagine nell'ambiente favoloso dell'India del VI sec. A.C. L'Assoluto per il brahamanesimo, è Dio, cioè l'universo, e il cardine di tale dottrina è il nirvana: la fusione totale dell'anima individuale, l'Altman, con l'anima del mondo, attraverso il raggiungimento della massima perfezione.
La rivelazione dell'Altman viene cercata con varie pratiche, tra cui la preghiera, la concentrazione, l'ipnosi.
La vicenda di Siddharta si svolge nell'epoca in cui ferveva in India la ricerca del superamento della dottrina integrale  brahaminica, che sfociò poi nel buddismo.
Per Budda la vita è dolore, la cui origine è nella sete di vivere: spegnere questa brama, mediante l'annientamento completo del desiderio, è la condizione necessaria per sopprimere il dolore.
Quando ogni volontà di vivere sia realmente estinta, l'uomo entrerà nel nirvana anche in vita; esso però avviene definitivamente dopo la morte e si manifesta alla fine del Samsara, cioè della trasmigrazione delle anime.
L'esperienza di Siddharta vuole costituire un superamento, secondo una visione di vita tipicamente occidentale, della rinuncia buddista alla vita. Egli infatti, si immerge in essa, insoddisfatto delle varie dottrine e di ogni sapere astratto, e arriva alle stesse conclusioni di Budda, attraverso però una intera e totale esperienza.
Nella prima parte del I capitolo, il protagonista decide di lasciare la casa paterna, per iniziare la sua personale ricerca.

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