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IL
LIBRO - Danielle lavora da Christie’s, la casa d’asta, dove in
cambio di scarsi benefit e di un irrisorio assegno bimestrale, perizia
opere d’arte che riguardano spesso l’espressionismo astratto, il primo
movimento artistico americano che, nel dopoguerra, ebbe risonanza
internazionale grazie ad artisti come Jackson Pollock, Mark Rothko e Willem
de Kooning. Il cubicolo del suo ufficio non è esattamente l’atelier
d’artista in cui da ragazza si immaginava di vivere, tuttavia ha in qualche
modo a che fare con la sua passione per l’arte. Passione che le è derivata
dai racconti di suo nonno su una sua misteriosa prozia: Alizée Benoit.
Secondo la leggenda di famiglia, Alizée aveva lavorato per la divisione
dedicata all’arte della Works Progress Administration, uno dei programmi
del New Deal per la creazione di posti di lavoro. Lì aveva conosciuto e
frequentato Pollock, Rothko, de Kooning, Krasner, e altri famosi artisti
dell’avanguardia americana della fine degli anni Trenta. Suo nonno
sosteneva che erano suoi amici, e perfino amanti, e che lei, come pittrice,
ebbe un’influenza profonda sul loro operato. Secondo sua madre, invece, si
tratta di semplici congetture senza fondamento. La prozia Alizée era
scomparsa in circostanze misteriose nel 1940 e non poteva, perciò, rivelare
la verità.
L’affascinante leggenda familiare sarebbe destinata a restare tale per
Danielle, se la giovane esperta d’arte di Christie’s non ricevesse un
giorno delle opere di Pollock, Rothko, Krasner e de Kooning da periziare. E
non scoprisse in quei quadri dipinti da Pollock prima della sgocciolatura,
da Rothko prima dei blocchi di colore, e da Krasner e de Kooning quando
ancora dediti all’arte figurativa, pergamene contenenti tre dipinti
prodotti all’apparenza da un’unica mano: immagini di flora e fauna
astratte, percorse da venature rosso scuro. Tele splendide,
nell’inequivocabile stile di Alizée Benoit, l’eroina misteriosa
dell’infanzia di Danielle, la prozia scomparsa nel nulla.
Quello scatolone arrivatole inaspettatamente in ufficio solleva così, per
Danielle, il velo su una storia incredibile: una storia che risale alla
barbarie della Seconda guerra mondiale e della Shoah, all’antisemitismo che
si annidava anche nell’amministrazione americana, all’odissea di una nave
carica di profughi ebrei e al coraggio di una giovane donna «carismatica,
testarda e piena di talento», che rinunciò a tutto, anche al sogno di
essere una celebre pittrice, pur di salvare la propria famiglia.
Barbara A. Shapiro è
stata docente presso la Tufts University. Vive a Boston con il marito e
insegna ora scrittura creativa alla Northeastern University. Tra i suoi
romanzi si segnalano The Safe Room (2002) e Blind Spot
(1998). È autrice anche di sceneggiature e del libro di nonfiction The
Big Squeeze.
«Una
storia vibrante, ricca di suspense, che alterna passi di tensione narrativa
a serie riflessioni su cosa significhi essere un artista... L’artista è un
severo monito affinché la storia non si ripeta».
The Washington Post
«Una penna magnifica. Una storia che colpisce dritto al cuore».
The Boston Globe
Traduzione di
Maddalena Togliani
Euro 18,00
368 pagine
EAN 9788854512405
I NARRATORI DELLE TAVOLE
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