mercoledì 20 febbraio 2019

RECENSIONE - IL FABBRICANTE DI SOGNI by R. M. ROMERO - DEA PLANETA

Il fabbricante di sogni
Cracovia, 1939. Solo chi crede nella magia può sopravvivere alla realtà


SINOSSI

Karolina è una bambola che vive nella Terra incantata dei Giocattoli, almeno fino al giorno in cui una terribile guerra infrange l’idillio.
Costretta a fuggire, Karolina si trova come per magia a Cracovia, nella bottega di un vecchio giocattolaio. Jozef è un uomo burbero e solitario che pensa solo per sé, ma con l’arrivo di Karolina la sua vita cambia. Nella bottega torna il sorriso e il giocattolaio, su consiglio di Karolina, si avvicina anche a un violinista ebreo e a sua figlia, per cui inizia a realizzare splendidi giocattoli. Ma, quando tutti sembrano finalmente aver trovato la felicità, l’ombra nera del nazismo si allunga su Cracovia. I nuovi amici ebrei sono in pericolo, e Jozef non intende abbandonarli per nessun motivo. Anche se questo significa sacrificare se stesso.

R. M. Romero

R.M. Romero è un’autrice cubano-americana di origine ebraica. Vive a Miami Beach con il suo gatto nero. Quando non si dedica alla scrittura, si diverte a leggere fiabe e a cerca di studiare il polacco.



RECENSIONE

Il Fabbricante di sogni è una riuscitissima favola moderna. Karolina è una bambola speciale. Vive in un negozio di giocattoli, ma gli altri giocattoli, però, non erano come lei. Karolina non vide nessuno di loro camminare sugli scaffali, e nessuno la salutò. Non erano vivi e non possedevano un cuore, e Karolina, come ogni altra bambola, sapeva che solo le creature dotate di un cuore potevano definirsi davvero vive.

Un vento gentile, le comunicò di essere destinata a fare ritorno al mondo degli uomini.   

Karolina vide che lo sconosciuto non era né un bambino, né un vecchio signore, ma una via di mezzo. Tuttavia pensò che, se l’avesse tirata su, sarebbe stata poco più alta della sua mano, che era macchiata della stessa vernice rosa che lei stessa aveva sulle dita.

Fu così che Karolina si svegliò nel suo nuovo mondo con un cuore di vetro. Era come se al suo interno fossero cresciute delle rose con tanto di spine, perché conteneva tutta la gioia e il dolore che aveva provato nella Terra delle bambole.

Ora, però, è un momento difficile. All'inizio Karolina sembra non dar troppo peso a questi sogni che la visitano quasi ogni notte. Ma più cresce l'incertezza su quel che sarà di lei, più si chiede se non sia arrivato il momento di una svolta. Adesso lei non deve solo ascoltare il suo cuore e capire quali sono i suoi reali desideri.


Ma il profilo che di lei abbozza R.M. Romero è un’autrice cubano-americana di origine ebraica, con narrazione rapida, limpida e autenticamente umana, come nella Karolina-bambola, sotto la costrizione avvilente di giocattolo, appaia un animo sofferente ma anche sognante e gentile. 

Karolina è sempre vivace e curiosa nei frequenti incontri con le persone: sembra che in lei la gioventù esuberante e la femminilità delicata e pudica abbiano partita vinta sulla sua situazione di bambola solitaria.

E, grazie a Jozef, riuscirà a capire che per essere felici non basta sopravvivere, ma bisogna essere pronti ad affrontare sino in fondo tutte le sfide che il futuro ha da offrire. Ma la guerra allunga la sua ombra. Karolina è intrappolata a Cracovia, senza colpe, se non quella di trovarsi nel posto sbagliato, e viene deportata nel campo di concentramento di Cracovia.           .

Ma in qualche modo è stramba anche Karolina. Qualcosa di impenetrabile, di occulto (di nascosto, difficile da scoprire), s'avverte nel suo silenzio, nel vago (incerto, indefinito), sorriso, negli occhi sempre chini. 

Il primo impatto con la nuova realtà del tempo capovolge però gli ideali, di accettare senza discutere l'orrore della condizione di vita. Non avevano progetti determinanti per l'avvenire, solo per l'infima minoranza la carriera e la professione erano già idee così precise da significare una forma di vita; in compenso, eravamo pieni di idee indistinte, che ai nostri occhi conferivano alla vita e anche alla guerra un carattere idealistico e quasi romantico. Lì, circondata da occhi vuoti per la fame e la disperazione, karolina si aggrappa all'unica cosa che le rimane, il suo sogno.

Il giocattolaio Jozef rifiutò dapprima, e poi, non so perchè, mutò d'avviso. Ed ecco, macchinalmente, oppresso dalla giornata grigia e dalla previsione d'un triste domani, attento a quanto avveniva in lui di straordinario. Un piacere delizioso lo aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa (senza che lui stesso ne riconoscesse razionalmente il motivo).

Lo aveva subito reso indifferente alle vicissitudini della vita, le sue calamità inoffensive (gli aveva fatto sembrare innocue le disgrazie della vita), la sua brevità illusoria, nel modo stesso in cui agisce l'amore, calmandolo d'un essenza preziosa: o meglio quest'essenza era in se stesso. Aveva cessato di sentirsi mediocre, contingente, (precario- quasi che l'esistenza del protagonista fosse solo frutto del caso e comunque non destinata a durare).  Donde gli era potuta venire quella gioia violenta? Oppure era una fragile illusione?

Nel  piccolo negozio di giocattoli dove vive, cerca di figurarsi il proprio futuro e subito scorge il sinistro profilo della catastrofe dell'umanità. Non sono nè l'amore, nè gli svghi a riempire le sue giornate, ma la preoccupazione ossessiva per il destino incerto degli uomini. 

All'alba del nazismo, Jozef sogna un futuro dove tutto è perduto, dove gli effetti devastanti del genocidio degli ebrei sono drasticamente evidenti. Sente allora che deve fare qualcosa, e deve farlo adesso. Il piano che sta per concepire, insieme al violinista e al di lui figlio, che come Jozef non ha paura di osare. 
 
Con  Il fabbricabte di sogni, R.M. Romero, ci consegna un romanzo che con la grazia e la semplicità delle favole ci permette di considerare il nostro posto nel mondo in una prospettiva nuova. Jozef è un "artigiano", che ogni giorno cerca di aggiustare un pò il tragitto della vita, alludo all'amore. Altro che magia. Ogni giorno si monta la testa e pensa di poter fabbricare un mondo migliore con i suoi gocattoli. Un'illusione certo.

Il racconto di un amore dalla forza imprevedibile che sa sfidare e vincere l'inesorabile scorrere del tempo e le crude leggi della realtà.



Citazioni del Libro

L'espressione che si fece strada sul viso del Giocattolaio era la stessa che Karolina aveva notato in pssato nella Terra delle bambole, un'espressione di dolore e atroce consapevolezza. <<Dirsi addio è sempre difficile>> rispose l'uomo. <<Soprattutto in tempo di guerra>>.



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