lunedì 18 febbraio 2019

RECENSIONE - LA STORIA DI KIBO’ COSTRUTTRICE DI CHIAVI




LA STORIA DI KIBO’
COSTRUTTRICE DI CHIAVI
By Eleonora Capomastro Orofino
Biografia
Nata a Muravera (CA) nel 1984, studia medicina e chirurgia ed è madre di una bambina di sei anni. Al liceo conosce le varie correnti letterarie e filosofiche e artistiche, che arricchiscono di nuovi contenuti i suoi lavori. Appassionata di mitologia e simbolismo, ritiene che ogni suo scritto possa avere diverse chiavi di lettura. Il lettore si ritrova a scoprire, man mano, piani di significati differenti e sempre più profondi. Un viaggio verso l’ essenza universale, tra i veli dei simboli. Ad ogni lettura si scopre qualcosa di nuovo. Si diletta inoltre nella scrittura di haiku, forma poetica scoperta grazie ad un’ insegnante di inglese, una forma poetica che in sole 17 sillabe è in grado di condensare un microcosmo e creare innumerevoli suggestioni.

Quarta di copertina

La storia di Kibō e Heiwa nasce da un periodo molto buio per l’ autrice. Quella che potrebbe sembrare inizialmente la storia di due amanti, in realtà contiene due piani di lettura distinti, che non possono essere scissi l’ uno dall’ altro per comprendere appieno il significato dell’ opera. Essa è infatti un’ opera in cui è stato racchiuso il suo intero modo interiore. Un cammino in cui vengono elaborati gli stati d’ animo più profondi. Il racconto ci immerge in un piccolo microcosmo dall’ ambientazione prettamente giapponese, e presenta lungo la storia numerosi riferimenti e simbologie cari alla tradizione orientale: i nomi dei personaggi, così come quello dei luoghi, degli animali, delle piante e degli oggetti stessi che compaiono lungo le scene, hanno un preciso significato che, una volta scoperto, fa scivolare il semplice racconto in un piano metaforico ben più profondo.
copertina Storia di Kibō
Eleonora Capomastro Orofino

RECENSIONE LA STORIA DI KIBO’ – COSTRUTTRICE DI CHIAVI
La storia di Kibò, costruttrice di chiavi è un preciso congegno narrativo, che denota una raffinata conoscenza dell’universo giapponese, una non comune sensibilità interpretativa e una padronanza della scrittura che si fa arte visiva. Risalendo la corrente del tempo kibò, ripercorre la storia della sua infanzia. Ricordi spesso ingombranti, carichi di sofferenza. Nell’intrecciarsi di storie e figure dell’epoca dell’io narrante, il mondo di kibò diventa così metafora del presente: la solidarietà e gli alti ideali da un lato, e dall’altro la violenza, la corruzione, il populismo autoritario. E così in una notte più difficile delle altre, quasi per caso, come per una ispirazione improvvisa, commette il più impensabile dei gesti. Seguire i suoi pensieri, ascoltare la sua voce significa compiere un viaggio negli abissi più oscuri dell’animo. Significa sentir pronunciare l’indescrivibile,  sapere fin dove può spingersi l’umana follia. Strana quella scena del groviglio di giunchi descritto come fosse un quadro non rifinito, ma ancor più strano il soggetto: raffigura il punto in cui pare che un groviglio spaventoso abbia ingoiato la protagonista. E’ il primo grande passo nel buio di Kibò. Seguiranno anni duri, segnati da un grande vuoto nel cuore. L’autrice cattura il lettore con la precisione dei dettagli, quelle pennellate precise che restituiscono la realtà e le sue mille sfumature. Conquista con l’incalzante ritmo narrativo e il sapiente montaggio dei luoghi, tempi e personaggi. Ci incanta con situazioni e dialoghi che ci regalano l’immediatezza e l’assurdità della vita. E alla fine ci fa innamorare di quel suo mondo così ricco, vivo e inconfondibile. Kibò, affronta un percorso di crescita, dall’innocenza perduta alla consapevolezza del proprio destino.  Il suo futuro è segnato, kibò sceglie di opporsi come può a questo destino, rifiutando la vita, lasciandosi morire per amore. E’ un viaggio nell’universo dei sentimenti, un viaggio attraverso le tradizioni e la cultura di una grande civiltà. E, insieme, la storia romantica, struggente ed esemplare di un amore che non si arrende mai, nemmeno alla morte. La sua peculiarità è una scrittura precisa e profonda, che colpisce al cuore nel descrivere la vita e i suoi personaggi, sa penetrare con grazia e finezza psicologica nel gioco di realtà in conflitto, di esperienze di vita vissuta. L’io narrante di questo libro ci conduce attraverso il suo racconto, in un crescendo di tensione, a scoprire una verità agghiacciante. Significa sentir pronunciare l’indicibile, sapere fin dove può spingersi l’umana follia, per poterne cogliere tutta l’umanità. La voce di Kibò che rompe il silenzio, la forza dirompente dell’arte. Temi eterni per un romanzo che trascina fino all’ultima pagina. Sono poesie o meglio chiavi “magiche” che aprono porte a dimensioni inimmaginabili, indescrivibili. Una volta usata la chiave per aprire, niente è più come prima. Eleonora Capomastro Orofino è un’autrice in continua ricerca di emozioni da trasformare in inchiostro. Più si addentra in forti emozioni e più si accorge che deve afferrarle anche se volano via con la leggerezza di una farfalla. L’arte creativa e poetica, la scrittura è per l’autrice il modo migliore per mantenere vivo il ricordo, la storia di vita racchiusa da chiavi che svelano i contorni che spesso non solo accompagnano i ricordi ma, a volte li custodiscono. Insomma come se la chiave fosse uno strumento non solo per riprodurre la realtà, ma anche per testimoniarla, in un connubio virtuoso tra l’autrice e le pagine del suo libro. Man mano che si procede con la lettura, si giunge alla completa certezza che ogni viaggio ci cambia profondamente, ma l’unico raggio di magia che non ci farà mai più tornare quelli di prima è quello dentro l’anima. Per la voce femminile – l’autrice stessa –la vita si ferma e comincia nello stesso tempo. Da quel momento ci sarà un “prima” e un “adesso”. E in questa parentesi quasi atemporale lei prova a raccontare il dolore, l’adesso del lutto, quando più niente resta, eppure bisogna continuare a vivere. Ingegnosa e acuta Eleonora Capomastro Orofino è straordinaria nella capacità ormai rara di creare storie piene di suspense e di atmosfere. Si legge con immenso piacere, è un romanzo ricco di immagini, di suggestioni, di sfumature. Un romanzo dove l’autrice con impareggiabile maestria traccia una storia d’amore, in cui la brutale concretezza della realtà si sublima e si assolutizza nella dimensione di un sogno.

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