LA STORIA DI KIBO’
COSTRUTTRICE DI CHIAVI
By Eleonora
Capomastro Orofino
Biografia
Nata a
Muravera (CA) nel 1984, studia medicina e chirurgia ed è madre di una bambina
di sei anni. Al liceo conosce le varie correnti letterarie e filosofiche e
artistiche, che arricchiscono di nuovi contenuti i suoi lavori. Appassionata di
mitologia e simbolismo, ritiene che ogni suo scritto possa avere diverse chiavi
di lettura. Il lettore si ritrova a scoprire, man mano, piani di significati
differenti e sempre più profondi. Un viaggio verso l’ essenza universale, tra i
veli dei simboli. Ad ogni lettura si scopre qualcosa di nuovo. Si diletta
inoltre nella scrittura di haiku, forma poetica scoperta grazie ad un’
insegnante di inglese, una forma poetica che in sole 17 sillabe è in grado di
condensare un microcosmo e creare innumerevoli suggestioni.
Quarta di copertina
La storia di Kibō e Heiwa nasce da un periodo molto buio per
l’ autrice. Quella che potrebbe sembrare inizialmente la storia di due amanti,
in realtà contiene due piani di lettura distinti, che non possono essere scissi
l’ uno dall’ altro per comprendere appieno il significato dell’ opera. Essa è
infatti un’ opera in cui è stato racchiuso il suo intero modo interiore. Un
cammino in cui vengono elaborati gli stati d’ animo più profondi. Il racconto
ci immerge in un piccolo microcosmo dall’ ambientazione prettamente giapponese,
e presenta lungo la storia numerosi riferimenti e simbologie cari alla
tradizione orientale: i nomi dei personaggi, così come quello dei luoghi, degli
animali, delle piante e degli oggetti stessi che compaiono lungo le scene,
hanno un preciso significato che, una volta scoperto, fa scivolare il semplice racconto
in un piano metaforico ben più profondo.
RECENSIONE LA STORIA
DI KIBO’ – COSTRUTTRICE DI CHIAVI
La storia di Kibò, costruttrice di chiavi è un preciso
congegno narrativo, che denota una raffinata conoscenza dell’universo
giapponese, una non comune sensibilità interpretativa e una padronanza della
scrittura che si fa arte visiva. Risalendo la corrente del tempo kibò,
ripercorre la storia della sua infanzia. Ricordi spesso ingombranti, carichi di
sofferenza. Nell’intrecciarsi di storie e figure dell’epoca dell’io narrante,
il mondo di kibò diventa così metafora del presente: la solidarietà e gli alti
ideali da un lato, e dall’altro la violenza, la corruzione, il populismo
autoritario. E così in una notte più difficile delle altre, quasi per caso,
come per una ispirazione improvvisa, commette il più impensabile dei gesti.
Seguire i suoi pensieri, ascoltare la sua voce significa compiere un viaggio
negli abissi più oscuri dell’animo. Significa sentir pronunciare l’indescrivibile,
sapere fin dove può spingersi l’umana
follia. Strana quella scena del groviglio di giunchi descritto come fosse un
quadro non rifinito, ma ancor più strano il soggetto: raffigura il punto in cui
pare che un groviglio spaventoso abbia ingoiato la protagonista. E’ il primo
grande passo nel buio di Kibò. Seguiranno anni duri, segnati da un grande vuoto
nel cuore. L’autrice cattura il lettore con la precisione dei dettagli, quelle
pennellate precise che restituiscono la realtà e le sue mille sfumature.
Conquista con l’incalzante ritmo narrativo e il sapiente montaggio dei luoghi,
tempi e personaggi. Ci incanta con situazioni e dialoghi che ci regalano
l’immediatezza e l’assurdità della vita. E alla fine ci fa innamorare di quel
suo mondo così ricco, vivo e inconfondibile. Kibò, affronta un percorso di
crescita, dall’innocenza perduta alla consapevolezza del proprio destino. Il suo futuro è segnato, kibò sceglie di
opporsi come può a questo destino, rifiutando la vita, lasciandosi morire per
amore. E’ un viaggio nell’universo dei sentimenti, un viaggio attraverso le
tradizioni e la cultura di una grande civiltà. E, insieme, la storia romantica,
struggente ed esemplare di un amore che non si arrende mai, nemmeno alla morte.
La sua peculiarità è una scrittura precisa e profonda, che colpisce al cuore
nel descrivere la vita e i suoi personaggi, sa penetrare con grazia e finezza
psicologica nel gioco di realtà in conflitto, di esperienze di vita vissuta.
L’io narrante di questo libro ci conduce attraverso il suo racconto, in un
crescendo di tensione, a scoprire una verità agghiacciante. Significa sentir
pronunciare l’indicibile, sapere fin dove può spingersi l’umana follia, per
poterne cogliere tutta l’umanità. La voce di Kibò che rompe il silenzio, la
forza dirompente dell’arte. Temi eterni per un romanzo che trascina fino
all’ultima pagina. Sono poesie o meglio chiavi “magiche” che aprono porte a
dimensioni inimmaginabili, indescrivibili. Una volta usata la chiave per
aprire, niente è più come prima. Eleonora Capomastro Orofino è un’autrice in
continua ricerca di emozioni da trasformare in inchiostro. Più si addentra in
forti emozioni e più si accorge che deve afferrarle anche se volano via con la
leggerezza di una farfalla. L’arte creativa e poetica, la scrittura è per
l’autrice il modo migliore per mantenere vivo il ricordo, la storia di vita
racchiusa da chiavi che svelano i contorni che spesso non solo accompagnano i
ricordi ma, a volte li custodiscono. Insomma come se la chiave fosse uno
strumento non solo per riprodurre la realtà, ma anche per testimoniarla, in un
connubio virtuoso tra l’autrice e le pagine del suo libro. Man mano che si
procede con la lettura, si giunge alla completa certezza che ogni viaggio ci
cambia profondamente, ma l’unico raggio di magia che non ci farà mai più
tornare quelli di prima è quello dentro l’anima. Per la voce femminile –
l’autrice stessa –la vita si ferma e comincia nello stesso tempo. Da quel
momento ci sarà un “prima” e un “adesso”. E in questa parentesi quasi atemporale
lei prova a raccontare il dolore, l’adesso del lutto, quando più niente resta,
eppure bisogna continuare a vivere. Ingegnosa e acuta Eleonora Capomastro
Orofino è straordinaria nella capacità ormai rara di creare storie piene di
suspense e di atmosfere. Si legge con immenso piacere, è un romanzo ricco di
immagini, di suggestioni, di sfumature. Un romanzo dove l’autrice con
impareggiabile maestria traccia una storia d’amore, in cui la brutale
concretezza della realtà si sublima e si assolutizza nella dimensione di un
sogno.
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