Sono riratti tragici come questi tempi
di Caterina Giuseppa Buttitta
Una coralità di voci differenti, concordi e/o discordanti, in grado di evidenziare epifanicamente il cammino problematico, difficile e faticoso di riconquista dello spazio individuale e pubblico sofferto e affrontato dalle donne da millenni. Una resa dialettica di fatti mitici, storici e letterari disseminati in un incommensurabile spazio-tempo in cui le donne/corpo/figli/sesso, lottano per affermare e vedersi riconosciuta la propria “agency”.
Sintomo della forza di un movimento femminile generale che non si può fermare e che continua la sua sempre impervia strada, nonostante conquiste e avanzamenti dicono parole di speranza per il futuro delle giovani generazioni.
Parole chiave del libro: libertà, differenza, rispetto, dialogo, pietas.
Parole più che mai necessarie in questi tempi in cui solo con un'azione
collettiva condivisa siamo chiamati a salvare la nostra specie e il
nostro pianeta oltre le assurdità dell'antropocene.
A scuola figure del mito e della letteratura (Atena, le Erinni, Lisistrata,
Antigone, Cassandra, Eva, Bradamante, Cordelia, Elizabeth Curren) si
incontrano con donne/ragazze, «in carne ed ossa» antiche, moderne e contemporane a
testimonianza di una condizione millenaria di continuo abuso e sopruso, e
dei tentativi coraggiosi ed eversivi di riconquista di quanto è stato
tolto, negato, rimosso. E le loro voci sempre vive si riconfigurano e
ridefiniscono nella agente riflessione delle filosofe del Novecento ((H.
Arendt, S. Weil, M. Zambrano, S. De Beauvoir, H. Cixous, L. Muraro, C.
Zamboni, A. Cavarero, A. Buttarelli) che promuovono una trasformazione
del pensiero che accolga in un concerto le categorie di differenza,
corpo, individualità, ascolto, alterità relazionale, pietas, con il
preciso intento di sostituire un paradigma millenario di pensiero che ha
sancito il dominio dell'io maschile negando l'Altra e l'Alterità.
MONDADORI
Collana Narrative
Pubblicato 08/03/2022
Pagine 228
Euro 18,00
Il libro
I ragazzi che non fanno l'ora di religione si chiamano Hossein, Amal, Safia, Michele, Meng e sono bengalesi, egiziani, italiani, cinesi. La protagonista di questa storia insegna loro una materia che si definisce a partire dal suo contrario, una materia che ai consigli di classe non conta nulla, che non ha programmi e, nel caso dell'istituto professionale in cui ci troviamo, non ha nemmeno un'aula. Nelle sue ore sparpagliate tra mensa, aula video e palestra, si inventa uno spazio in cui parlare con i ragazzi di sesso, di rapporti di potere tra uomini e donne, di discriminazione, razzismo, pornografia. Si appropria di questa zona franca, questo spicchio di far west tra le ore di inglese e matematica, per mettere in discussione le loro idee sull'identità di genere, l'orientamento sessuale, il consenso. E per farsi ascoltare da questi adolescenti, che a volte non sanno nemmeno l'italiano e magari dopo la scuola spacciano o fanno da genitori ai loro fratelli, li provoca, li spiazza, chiede la loro opinione, ascolta la loro musica, racconta di sé e della sua visione del mondo. Se in classe è appassionata e intransigente, fuori dalla scuola la sua vita è caotica e piena di crepe; abita in un monolocale di diciotto metri quadri e pratica con convinzione la materia alternativa all'amore: cerca gli uomini quando è triste e si annoia, da loro vuole il gioco, la tenerezza, il piacere, rifugge dalla religione della coppia e non crede che fare un figlio e costruire una famiglia possa dar senso a una vita. La seguiamo per un anno scolastico dentro e fuori dalla classe - tra un collegio docenti, un flirt nato in un negozio di casalinghi e un tentativo di spiegare il sessismo ad Amal e Nadir - in un momento cruciale della sua esistenza, in cui è costretta a guardare in faccia alcuni dei suoi nodi irrisolti. A tenere insieme, in un cortocircuito fertile, una riflessione necessaria sul modo in cui facciamo scuola oggi in Italia e il ritratto di una giovane donna anticonvenzionale sono l'intelligenza, la dolcezza e l'autoironia del personaggio a cui Marzi regala corpo e voce.
Biografia
Laura Marzi ha un dottorato in Studi di Genere conseguito all’università “Paris 8”. Collabora con “il manifesto”, “Il Tascabile”, “Leggendaria” e “LetterateMagazine”. Ha insegnato per diversi anni materia alternativa. Vive a Roma e questo è il suo primo romanzo.
Si sta per alzare il sipario sulla cerimonia più attesa
dell’anno: aspettando di conoscere i vincitori ufficiali nella notte
tra domenica e lunedì, in tutto il mondo impazzano pronostici e
indiscrezioni sui candidati alle statuette più ambite dell’universo
cinematografico.
Molto difficile, se non impossibile, la vittoria di «È stata la mano di Dio» di Paolo Sorrentino come miglior film internazionale: praticamente certo il successo del giapponese Ryusuke Hamaguchi con «Drive My Car», dopo i trionfi ottenuti ai Golden Globe e ai Bafta.Per la conquista dell’Oscar più importante, quello al miglior film, in pole position parte senza dubbio «Il potere del cane» di Jane Campion, titolo già premiatissimo che punta all'Oscar come ciliegina sulla torta del suo lungo percorso trionfale.
I titoli che potrebbero insidiarlo? «I segni del cuore - Coda», «Belfast» e con meno chance «West Side Story», ma un loro successo sarebbe sorprendente. Jane Campion dovrebbe inoltre vincere come miglior regista, diventando la terza donna a conquistare l’ambita statuetta dopo Kathryn Bigelow per «The Hurt Locker» e Chloe Zhao per «Nomadland».
Una gran bella sfida è quella per l'Oscar alla miglior attrice protagonista: Jessica Chastain («Gli occhi di Tammy Faye») potrebbe spuntarla, ma dovrà stare molto attenta a Nicole Kidman («A proposito dei Ricardo») e a Kristen Stewart («Spencer»), entrambe con possibilità di vittoria.
Meno interessante sembra invece la disputa per l'Oscar come miglior attore protagonista con Will Smith («Una famiglia vincente») nettamente in vantaggio sui suoi avversari.Tra i non protagonisti, favoritissima Ariana DeBose come miglior attrice per «West Side Story», mentre tra gli attori possibile testa a testa tra Kodi Smit-McPhee («Il potere del cane») e Troy Kotsur («I segni del cuore – Coda»).
Film d'animazione, costumi e miglior documentario Strada in salita per il regista genovese Enrico Casarosa nella categoria per il miglior film d'animazione: il suo «Luca» difficilmente raggiungerà la statuetta che sembra pronta per «Encanto», il nuovo “classico Disney” uscito lo scorso autunno.Sempre a proposito di italiani, molto difficile anche il successo di Massimo Cantini Parrini per i migliori costumi con «Cyrano»: la statuetta dovrebbe andare a «Crudelia» o a «Dune» che parte in seconda posizione.
Il bellissimo «Flee», candidato a ben tre Oscar, potrebbe essere la scelta giusta come miglior documentario, anche se dovrà vedersela con la forte concorrenza di «Summer of Soul».
Se per la miglior sceneggiatura non originale dovrebbe avere la meglio ancora una volta «Il potere del cane» (ma attenzione allo straordinario copione di «Drive My Car»), una bella sfida a due è quella per la statuetta come miglior sceneggiatura originale tra «Licorice Pizza» di Paul Thomas Anderson e «Belfast» di Kenneth Branagh: noi tifiamo caldamente per il primo.
Qual è la sostanza della scuola italiana? Quali rituali, frasi fatte, disfunzioni, tic resistono per corridoi e aule? Come interagiscono professori e ragazzi? Chi per anni ha raccontato la scuola in maniera lieve con un malinconico retrogusto che lascia un po’ d’amaro, è Domenico Starnone, che è stato a lungo insegnante. Lo ha fatto a partire dal suo esordio letterario, Ex cattedra, libro ormai di culto: la cronaca di un anno scolastico registrata da un docente che annota la quotidiana lotta, la quotidiana complicità tra alunni confusi e insegnanti amareggiati. Seguono le confessioni di Fuori registro, quattordici istantanee cosí realistiche da sembrare assurde. C’è poi la scuola di Sottobanco, che racconta uno scoppiettante scrutinio di fine anno. E infine il repertorio di Solo se interrogato, dove il difficile compito dell’insegnante viene ricostruito attraverso memorie di quando si è stati studenti, storie di vita quotidiana ed esercizi di immaginazione. La scuola è un piccolo scrigno che conserva momenti di un lavoro lungo e appassionato: quello che Starnone ha svolto nelle aule e quello che ha fatto scrivendo per il piacere di narrare e per amore dell’istruzione pubblica.
La guerra civile e la crisi siriane sono accomunati da una profonda sfiducia circa la possibilità che il radicalismo islamico venga battuto mel prossimo futuro. Isis, o i suoi successori, sono destinati a segnare le nostre esistenze - ribadiscono - e l'Europa deve elaborare presto una politica comune per combatterli in modo più efficiente. "Che impatto sta avendo tutto questo sui simpatizzanti sparsi in tutta Europa, che siano lupi solitari radicalizzati sui social oppure cellule attive?"
Con quasi mezzo milione di morti e circa dodici milioni di sfollati, la guerra civile siriana costituisce un'enorme catastrofe umanitaria e una delle tragedie piú complesse del nostro tempo.
Requiem siriano analizza le cause di questo conflitto in modo equilibrato e completo, isola i diversi fili di una vicenda pressoché inestricabile e ne individua le varie fasi - dalla sua prima scintilla durante una protesta pacifica della Primavera araba alla fragile vittoria della dittatura di Assad - mostrando come i combattimenti abbiano ridotto la Siria a uno stato fatalmente vassallo con poche prospettive di riforma politica, riconciliazione nazionale o ricostruzione economica.
Itamar Rabinovich è stato il principale negoziatore di Israele con la Siria nella metà degli anni Novanta, ed è un esperto di politica del Medio Oriente. Basandosi su piú di duecento interviste con varie personalità e testimoni, Rabinovich e Valensi valutano il ruolo svolto dagli interessi locali, regionali e globali nella guerra. Le locali divisioni settarie hanno stabilito le linee di frattura del conflitto iniziale, che alla fine ha visto l’ascesa del brutale Stato Islamico. La Siria è diventata rapidamente il palcoscenico di una guerra per procura tra le potenze della regione, tra cui Israele, Turchia e Iran. E, mentre gli esausti Stati Uniti tentavano di ridurre il loro coinvolgimento militare in Medio Oriente, la Russia riguadagnava un’influenza nella regione dando sostegno alle forze governative siriane.
<<Avevo voltato le pagine tante di quelle volte da farle diventare sottili. Daniel è un ragazzo ha solo quattordici anni quando una sera di ottobre la sua infanzia naufraga nelle acque buie del Moon Lake. Un’auto che proveniva da un’epoca in cui le macchine erano grandi e il sogno americano era alla portata di quasi tutti i bianchi, maschi ed etero che volevano realizzarlo. Per tutto il tempo la verità è rimasta nascosta sotto lo scintillio della luna. Ma adesso, per «Danny», è arrivato il momento di dare un senso al suo dolore. Nelle acque buie del Moon Lake imperversa una bestia impazzita, non importa se animale o demonio, e la storia diventa vera e sanguinosa. Il grande ritorno di Joe R. Lansdale. Un romanzo sulla scoperta del male e la fine di ogni illusione.
Caterina Giuseppa Buttitta
Il grande ritorno di Joe R. Lansdale. Un romanzo sulla scoperta del male e la fine di ogni illusione. Un capolavoro accanto a libri indimenticabili come In fondo alla palude e La sottile linea scura.
Daniel ha solo quattordici anni quando una sera di ottobre la sua infanzia naufraga nelle acque buie del Moon Lake. Per tutto il tempo la verità è rimasta nascosta sotto lo scintillio della luna. Ma adesso, per «Danny», è arrivato il momento di dare un senso al suo dolore.
«La luna è alta. L’acqua è alta. Anime oscure vagano sulla terra e piangono. È una vecchia poesia. Ora so cosa significa», sono le ultime parole che Daniel Russell sente pronunciare a suo padre, in una notte del 1968, poco prima di lanciarsi con la macchina nel Moon Lake. Dieci anni dopo, quando l’auto e i resti del padre vengono recuperati, Daniel scopre tra le macerie qualcosa di scioccante, destinato a scuotere la piccola città fino al suo nucleo piú marcio.
«Un romanzo con un protagonista fenomenale: pieno di coraggio, curiosità e candore».
The New York Times Book Review
«Papà inserí la prima e avanzò un po’, dando una leggera spinta all’acceleratore.
Fui contento all’idea che finalmente ci muovessimo da lí.
– Voglio che tu sappia quanto ti voglio bene, – disse.
Prima che potessi rispondere «anche io ti voglio bene», diede una forte
accelerata, la macchina scattò in avanti e il ponte tremò. Girò il
volante a destra e la grossa Buick, con le sue cinque rate ancora da
pagare, sfondò la ringhiera marcia e si fiondò nello spazio come un
razzo».
IllustrazioneVersiliana/Una Scultura di Matteo Pugliese
La Versilia, terra d'artisti, si anima soprattutto d'estate con proposte culturali sempre originali, capaci di fare rivivere antichi complessi monumentali, o parchi secolari, con la freschezza dell'arte contemporanea. Cuore di tante rassegne di qualità è proprio Pietrasanta, che conferma anche questa estate il suo ruolo di capitale dell'arte in vacanza.Qui, la mostra Il presente non basta con opere di Roberto Barni e Rodolfo Natalini: un dialogo tra due grandi artisti toscani-fondatori della Scuola di Pistoia - attorno alla Natalini (1941), iniziatore nel 1966 dell'architettura radicale con Superstudio.
In Palazzo Leonardini (Piazza della Repubblica 26, www.gestaltgallery.it), invece, CorpusLux; collettiva tra antico e contemporaneo sul tema del caravaggismo cioè del contrasto spesso drammatico tra luce e ombra-realizzata in una insolita collaborazione tra Gestalt Gallery e Barozzi ArtManagement. Le stanze della residenza ospitano una serie di capolavori del Seicento caravaggesco internazionale, accanto a dipinti e a fotografie di contemporanei che non hanno mai smesso di dare corpo alla realtà, prima ispiratrice della loro creazione artistica.
Nella sezione dedicata alla pittura antica, quindi, svettano nomi eccellenti come Theodor Rombouts, Dirck Van Baburen, Johann Carl Loth; un San Giovanni di Battistello Caracciolo e un dipinto di Onorio Marinari provenienti da una collezione privata. La selezione di fotografia contemporanea, invece, ospita immagini di Matteo Basile e Mustafa Sabbagh, di Vittoria Regina e Virginia Panichi; mentre la pittura è rappresentata da opere di Roberto Calò, Massimo Pulini e Alex Folla.
Interessante è la mostra Lo sguardo sottile di Lorenzo Lazzeri curats da Ivan Quaroni, che ha selezionati circa venti quadri di grandi dimensioni e tecniche miste dell'artista fiorentino, classe 1956: vedute di boschimonocrome, dipinte ad olio con varie sovrapposizioni di bianco, dentro le quali personaggi fuori scala, spesso sottodimensionati, obbligano lo spettatore ad aguzzare la vista e a rieducare lo sguardo.
Infine la Versiliana di Marina di Pietrasanta con la mostra Spiriti ostinati con le sculture di Matteo Pugliese. L'artista milanese, classe 1969, presenta 35 opere, grazie alla collaborazione con Imago Gallery di Lugano - anche alcuni lavori inediti in marmo e vetro soffiato.
Siamo di fronte a tre confessioni: Omicidio, Molestie sessuali e Sparizioni. Sembra un romanzo extra-large quello che arriva ora in libreria. Le vie dell'Eden di Eshkol Nevo. Una cosa va detta subito: la sua prosa si conferma familiare, suadente e seduttiva, la sua voce ha una grazia insinuante. Eschkol Nevo conferma, passione e una lunga fedeltà con i suoi lettori.
Caterina Giuseppa Buttitta
Collana: Bloom
Pagine: 256
Tradotto da: Raffaella Scardi
Prezzo: €18,00
Il libro
Non è dato a tutti uscire indenni dalle esperienze radicali della vita in cui un evento, una passione, una confessione, una rivelazione inaspettata, ci pongono davanti a un’intensità tale da esigere la più nuda verità su noi stessi e sul nostro mondo. Quattro persone entrarono nel Pardès, nel giardino dell’Eden, è scritto nel Talmud, ma soltanto una ne uscì incolume. Le vie dell’Eden, infatti, dove maturano i frutti più preziosi della vita, sono lastricate di pericoli. Lo sa bene Omri, il musicista che, nelle prime pagine di quest’opera, deve trovare il modo di confessare l’inconfessabile. Incalzato dal proprio avvocato, affida alla pagina la terribile vicenda che lo vede coinvolto. Tutto ha avuto inizio con il necrologio di un uomo con cui ha trascorso insieme a La Paz soltanto qualche ora. Nel trafiletto sotto la foto si dice che Ronen Amirov, turista israeliano di ventotto anni, è rimasto ucciso in un incidente sulla «Strada della Morte», in Bolivia, mentre era in luna di miele. Ma quando Omri parte per andare in visita alla famiglia di Ronen riunita per la shivah, la settimana di lutto stretto, non lo fa per onorare il defunto, bensì per rivedere Mor Amirov, la moglie di Ronen. A cercare sollievo nella confessione è anche il dottor Asher Caro, attempato primario che, d’un tratto, prova uno strano interessamento per una giovane specializzanda, Liat Ben Abu. Che il segreto gelosamente custodito dall’uomo per lunghi anni abbia qualcosa a che fare con l’impulso irrefrenabile che Liat risveglia in lui, ovvero quello di proteggerla da chiunque osi ferirla? Una coppia di lungo corso va a camminare nei frutteti ogni sabato. Si alzano presto, indossano abiti sportivi, poi salgono in macchina e guidano fino a una sbarra da cui si prosegue solo a piedi. Quel giorno sono in buona e camminano mano nella mano senza litigare, fino a quando, a fine salita, il marito consegna il telefono alla moglie, infilandosi fra due filari di alberi. Lei lo aspetta sulla strada, ma i minuti passano e dell’uomo non si ha più nessuna traccia. Con lo sguardo acuto e profondo che lo ha reso uno degli autori più amati, Eshkol Nevo indaga dietro le maschere che vestiamo per gli altri, ma anche su quelle che indossiamo quando ci troviamo di fronte a verità troppo difficili, o pericolose, da accettare. E, come in Tre Piani, attraverso il sorprendente intreccio di tre storie interconnesse scandaglia le ombre dell’amore e delle relazioni, della colpa e dell’innocenza.
Eshkol Nevo è nato a Gerusalemme nel 1971. Dopo un'infanzia trascorsa tra Israele e gli Stati Uniti ha completato gli studi a Tel Aviv e intrapreso una carriera di pubblicitario, abbandonata in seguito per dedicarsi alla letteratura. Oggi insegna scrittura creativa in numerose istituzioni. Oltre a Nostalgia (2014), in classifica per oltre sessanta settimane e vincitore nel 2005 del premio della Book Publisher's Association e nel 2008 a Parigi del FFI-Raymond Wallier Prize, per Neri Pozza ha pubblicato: La simmetria dei desideri (2010), Neuland (2012) e Soli e perduti (2015).
Nel romanzo Le vie dell'Eden di Eshkol Nevo, siamo di fronte a tre confessioni: quel tipo di memorie per difendersi in caso di omicidio, molestie sessuali e sparizioni. A ciò contribuisce il carattere dei personaggi: si presentano a noi lettori sotto spoglie normali, afflitti da rovelli nevrotici o passoni travolgenti. A prima vista si somigliano tutti un pò. Appartengono ad una media borghesia colta e progressista. Coltivano interessi, musica leggera, il calcio, il cinema americano, sono tutti inclini a socializzare: in parole chiare <<tutto ciò che serve per farsi un amico o per rimorchiare una ragazza>>. Proprio come noi, sono perlopiù insoddisfatti.
Ad una prima lettura, le storie del libro Le vie dell'Eden , sembrano distanti. In realtà le storie si ingtrecciano, sono annodate luna con l'altra, come già era successo nel romanzo Tre piani. E non solo perchè i destini dei personaggi a un certo punto si lambiscono fin quasi a intersecarsi, ma soprattutto perchè il clima emotivo che li avvolge è pressapoco il medesimo. Si tratta di confessioni. Per essere più precisi: quel tipo di confessioni/memorie difensive che uno affida al proprio avvocato in caso di omicidio, o in caso di molestie sessuali o in caso di una sparizione.
Come già avvenuto nell'Ultima intervista, questa raccolta/setting è rigido concentrato sul tema, consente così ai narratori di divagare, denudarsi totalmente, dando conto di affetti, idiosincrasie, schermaglie, litigi, lutti, in un flusso crescente e ininterrotto. Sono tutti accomunati dalla necessità e volontà di dire la verità. Ed è proprio questo a provocare nel lettore più attento e smaliziato un sussulto di incredulità.
Quanto di quello che dicono i personaggi del romanzo è attendibile? Date le circostanze, come fidarsi fino in fondo di chi ha parecchio da nascondere e così tanto da perdere? Perchè non dovrebbe stravolgere la verità a proprio vantaggio? Chi dice che l'eroe del primo racconto non sia implicato con un omicidio? Che il narratore del secondo non sia un molestatore? Che la moglie abbandonata del terzo non conosca le ragioni del marito?
Ecco, se dovessi dire cosa mi colpisce ogni volta della narrativa di Nevo la metterei così: quanti altri scrittori contemporanei sono capaci di raccontare in modo altrettanto persuasivo l'ambiguità e la reticenza?
I suoi eroi si comportano come se non avessero niente da nascondere, amano spiattellarti in faccia i loro difetti, ma basta prestare loro maggior attenzione, sorvolando sulla truffa sentimentale e sulle emozioni di affetto, per rendersi conto di quanto crepata sia la loro coscienza e infingarda la loro anima.
Ogni volta che affronto un'opera narrativa come questa di Nevo, non so cosa rispondere a chi mi chiede: Di cosa parla questo libro? Quale morale possiamo trarne. La mia unica risposta è: <<La guerra tra i sessi>>.
A qualcuno potrà sembrare una contraddizione che uno scrittore di talento nel decifrare la simbiosi morale, intellettuale, erotica che può instaurarsi tra un uomo e una donna, si mostri così dubbioso sulla possibilità che a una siffatta sintonia non corrisponda una schietta comunicazione. Eppure, è quello che meglio emerge dalle pagine del romanzo come il peso di un'incomprensione reciproca.
Possono amarsi, desiderarsi, litigare e riappacificarsi quanto più a loro aggrada, ma resta il fatto che gli uomini e le donne di Nevo, sono condannati a farsi parecchio male.
Per anni, i gruppi di criminalità informatica russi hanno agito con relativa
impunità. Il Cremlino e le forze dell'ordine locali hanno in gran parte chiuso
un occhio sugli attacchi dirompenti di ransomware purché non abbiano preso di
mira le società russe. Nonostante la pressione diretta su Vladimir Putin per
affrontare i gruppi di ransomware, sono ancora intimamente legati agli interessi
della Russia. Una recente fuga di notizie da uno dei più famigerati gruppi di
questo tipo fornisce uno sguardo sulla natura di quei legami e su quanto possano
essere tenui.
Una cache di 60.000 messaggi e file di chat trapelati dal famigerato gruppo di
ransomware fornisce scorci di come la banda criminale sia ben collegata all'interno
della Russia. I documenti, esaminati e pubblicati online per la prima volta alla
fine di febbraio da un anonimo ricercatore di cybersecurity ucraino che si è
infiltrato nel gruppo, mostrano come Conti operi quotidianamente e le sue
ambizioni crypto. Probabilmente rivelano ulteriormente dati come i membri
abbiano legami con il Servizio di sicurezza federale (FSB) e un'acuta
consapevolezza delle operazioni degli hacker militari sostenuti dal governo russo.
Mentre il mondo stava lottando per fare i conti con lo scoppio della pandemia
di Covid-19 e le prime ondate di luglio 2020, i criminali informatici di tutto
il mondo hanno rivolto la loro attenzione alla crisi sanitaria. Il 16 luglio
di quell'anno, i governi di Regno Unito, Stati Uniti e Canada hanno pubblicamente
denunciato gli hacker militari russi sostenuti dallo stato per aver tentato di
rubare la proprietà intellettuale relativa ai primi candidati al vaccino.
Il gruppo di hacker Cozy Bear, noto anche come Advanced Persistent Threat 29
(APT29), stava attaccando aziende farmaceutiche e università utilizzando
malware alterato e vulnerabilità note, hanno affermato i tre governi.
"Ci sembrava di essere seguiti, poiché nel cortile c'erano auto sconosciute,
due corpi erano seduti in macchina".
Kagas, un membro in una chat trapelata
Giorni dopo, i leader hanno parlato del lavoro di Cozy Bear e hanno
fatto riferimento ai suoi attacchi ransomware. Stern, la figura simile a un
amministratore delegato e Professor, un altro membro anziano della gang,
hanno parlato della creazione di un ufficio specifico per "temi di governo".
I dettagli sono stati riportati per la prima volta a febbraio, ma sono inclusi
anche nelle più ampie fughe di notizie. Nella stessa conversazione, Stern ha detto
che avevano qualcuno "esternamente" che ha pagato il gruppo (anche se non è
specificato per cosa) e ha discusso di prendere il controllo degli obiettivi dalla
fonte. "Vogliono molto sul Covid in questo momento", ha detto il professor a Stern.
"Gli orsi coccolosi stanno già facendo la loro strada in fondo alla lista."
"Fanno riferimento alla creazione di un progetto a lungo termine e apparentemente
buttano via l'idea che [la parte esterna] potrebbe aiutare in futuro", afferma
Kimberly Goody, direttore dell'analisi del crimine informatico presso la società
di sicurezza Mandiant. "Riteniamo che sia un riferimento a se le azioni delle
forze dell'ordine venissero intraprese contro di loro, che questa parte esterna
potrebbe essere in grado di aiutarli in questo". Goody sottolinea che il gruppo
menziona anche Liteyny Avenue a San Pietroburgo, la sede degli uffici locali
dell'FSB.
Sebbene le prove dei legami diretti di Conti con il governo russo rimangano
sfuggenti, le attività della banda continuano a essere in linea con gli interessi
nazionali. "L'impressione dalle chat trapelate è che i leader capissero che
potevano operare purché seguissero le linee guida non dette del governo russo",
afferma Allan Liska, analista della società di sicurezza Recorded Future.
"Sembravano esserci state almeno alcune linee di comunicazione tra il governo russo
e la leadership".
Nell'aprile 2021 Mango, un manager chiave di Conti che aiuta a organizzare il
gruppo, ha chiesto al Professore: "Lavoriamo sulla politica?" Quando il Professore
ha chiesto maggiori informazioni, Mango ha condiviso i messaggi di chat che aveva
con una persona utilizzando l'handle JohnyBoy77: tutti i membri della banda
usano soprannomi per nascondere le proprie identità. I due stavano discutendo
di persone che "lavorano contro la Federazione Russa" e della potenziale
intercettazione di informazioni su di loro. JohnyBoy77 ha chiesto se i membri
potessero accedere ai dati di qualcuno legato a Bellingcat, i giornalisti
investigativi open source che hanno smascherato hacker russi e reti segrete
di assassini.
In particolare, JohnyBoy77 voleva informazioni legate all'indagine di Bellingcat
sull'avvelenamento del leader dell'opposizione russa Alexey Navalny. Hanno chiesto
informazioni sui file di Bellingcat su Navalny, hanno fatto riferimento
all'accesso alle password di un membro di Bellingcat e hanno menzionato l'FSB.
In risposta alle conversazioni di Conti, il direttore esecutivo di Bellingcat,
Christo Grozevm, ha twittato che il gruppo aveva precedentemente ricevuto un
suggerimento secondo cui l'FSB aveva parlato con un gruppo di criminalità
informatica sull'hacking dei suoi contributori. "Voglio dire, siamo patrioti o
cosa?" Mango ha chiesto al Professore dei file. "Certo che siamo patrioti",
hanno risposto.
Il patriottismo russo è costante in tutto il gruppo, che ha molti dei suoi
membri con sede nel paese. Tuttavia, il gruppo ha una portata internazionale,
ha membri in Ucraina e Bielorussia e ha legami con membri più lontani. Non tutto
il gruppo è d'accordo con l'invasione russa dell'Ucraina e i membri hanno discusso
della guerra. "Con la globalizzazione di questi gruppi di ransomware, solo perché
la leadership di Conti si è allineata bene con la politica russa non significa
che gli affiliati si siano sentiti allo stesso modo", afferma Liska. In una serie
di conversazioni risalenti all'agosto 2021, Spoon e Mango hanno parlato delle loro
esperienze in Crimea. La Russia ha invaso la Crimea e ha annesso la regione
dall'Ucraina nel 2014, una mossa che i leader occidentali affermano che avrebbero
dovuto fare di più per fermare. La zona era bellissima, dissero, ma Spoon non
la visitava da 10 anni. "Dovrò andare a dare un'occhiata l'anno prossimo", ha
detto Spoon. "Crimea russa".
Sebbene i membri del gruppo facciano riferimento agli interessi o alle agenzie
governative russe, è improbabile che lavorino per conto di funzionari. I membri
senior potrebbero avere contatti, ma è probabile che programmatori e programmatori
di rango e file non siano così ben collegati. "Penso che sia davvero un
sottoinsieme più limitato di attori che potrebbero effettivamente avere quelle
relazioni dirette, piuttosto che operazioni di gruppo nella sua interezza", dice
Goody.
Da quando i fascicoli interni di Conti sono stati pubblicati il 27 e 28 febbraio,
il gruppo ha continuato a lavorare. "Hanno sicuramente reagito", afferma Jérôme
Segura, direttore dell'intelligence sulle minacce presso la società di sicurezza
Malwarebytes. “Puoi vedere dalle chat che stavano chiudendo alcune cose e passando
alle chat private. Ma è stato davvero tutto come al solito". Il gruppo ha
continuato a pubblicare i nomi e i file delle vittime del ransomware sul proprio
sito Web nelle settimane successive alla fuga di notizie.
L'hacking di Conti continua nonostante i ricercatori di sicurezza utilizzino i
dettagli nelle fughe di notizie per nominare potenzialmente i singoli membri
del gruppo. La maggiore minaccia per il gruppo, tuttavia, potrebbe provenire
dallo stesso governo russo. Il 14 gennaio, la Russia ha intrapreso la sua
azione più significativa contro una banda di ransomware. L'FSB ha arrestato
14 membri del gruppo REvil dopo le soffiate di funzionari statunitensi, sebbene
il gruppo fosse rimasto in gran parte inattivo per diversi mesi. "Saranno presi
provvedimenti se le autorità russe riterranno che i leader siano sopravvissuti
alla loro utilità, ma se Conti è in grado di continuare o se sono in grado di
rebranding, probabilmente non ci sarà alcuna azione", prevede Liska. "Se verrà
intrapresa un'azione, sarà probabilmente simile all'azione intrapresa contro i
membri di REvil, con una serie di vistosi arresti, solo per rilasciare
silenziosamente la maggior parte degli arrestati circa un mese dopo".
Non è chiaro se le autorità intraprenderanno azioni simili contro i membri.
Ma sono stati paranoici anche prima che i loro dettagli fossero trapelati.
Nel novembre 2021, il membro dell'elite ha inviato un messaggio agitato a Stern.
"Ci sembrava di essere seguiti, poiché nel cortile c'erano macchine sconosciute,
due corpi erano seduti in macchina", hanno scritto. Kagas ha fatto riferimento a
un caso giudiziario e che avrebbero smesso di lavorare fino alla fine.
"Gli avvocati dicono che fino al 13 è meglio stare seduti in silenzio e non
fare nulla", ha detto Kagas. “Vivi una vita normale. E poi vedremo cosa succede".
Rimbaud riprese il syo vagabondare solitario, cominciò a pubblicare i suoi scritti: ma di colpo, nel 1875, distrusse tutto quanto poteva delle sue opere, rinunciò definitivamente alla poesia, abbandonò l'Europa, fu mercenario nelle Indie olandesi, poi agente commerciale in Etiopia, lontano dalla patria proprio mentre cominciava ad affermarsi la sua fama letteraria. Solo il manifestarsi di un tumore al ginocchio lo costrinse a ritornare in Francia, dove pochi mesi dopo morì di cancrena nel 1891.
L'esperienza letteraria di Rimbaud si svolse nell'arco di pochi anni, dal '70 al '75, dai 16 anni ai 21 anni, e comprende i poemetti del periodo del vagabondaggio parigino, raccolti più tardi sotto il titolo di Prime poesie; le Illuminazioni, una raccolta di prose liriche e di versi pubblicata nell'86 da Verlaine; Una stagione all'inferno (l'unica opera pubblicata direttamente dal poeta , che però cerco subito di distruggere tutte le copie in suo possesso), una sorta di autobiografiamorale scritta nel'73 e che è testimonianza della sua crisi.
La sa poesia, strettamente collegata alla sua eccezionale vicenda umana, va spiegata attraverso quelle straordinarie pagine teoriche che sono indicate come La lettera del veggente, in cui con maggior lucidità di ogni altro decadente affermò per il poeta la necessità di farsi <<veggente>>, per giungere <<con una lunga, immensa e ragionata esaltazione di tutti sensi>> a cogliere l'Assoluto celato dietro gli aspetti quotidiani e mutevoli della realtà. La poesia deve diventare <<illuminazione>> dell'ignoto, rivelazione di un mondo di sensazioni, di profumi, suoni, colori capaci di arricchire di significati la vita attraverso la suggestione musicale del linguaggio.
Per questa concezione, che rifiutava e condannava tutta una secolare tradizione letteraria, Rimbaud fu salutato come un maestro deisimbolisti e può essere considerato il precursore della poesia moderna.
CARLO EMILIO GADDA
LA COGNIZIONE DEL DOLORE
EINAUDI, 1970
Il libro
La pubblicazione in volume di questo romanzo, un quarto di secolo dopo la sua composizione, ha costituito l'episodio forse più singolare delle ultime stagioni letterarie. Che tanto successo, confermato dalle numerose ristampe e dagli studi che intorno alla <<Cognizione del dolore>> si motiplicano in Italia e fuori d'Italia,sia toccato aun'opera già remota e così solitaria è un fatto che nessuna indagine di sociologia letteraria sarà in grado di spiegare. La <<Congiura>>, oltretutto, è il testo più privato, e si direbbe esclusivo, di uno degli autori meno corrivi di tutta la letterarura novecentesca. Ma qui, paradossalmente, sta la ragione della molteplicità e della varietà dei consensi che il libro ha raccolto.
Una Lombardia travestita da Sud America fa da teatro al <<male invisibile>> di un personaggio solitario, l'hidalgo - ingegnere Gonzalo Pirobutizzo d'Eltino. La sua ira, pronta ad accendersi polemicamente contro ogni bersaglio, on risparmierà neppure la vecchia madre; e il romanzo acquista le cadenze e la tensione di un <<giallo>> disperato e struggente.
RECENSIONE
Carlo Emilio Gadda raggiunse tardi la fama, per cui la sua opera si inserisce nel dibattito culturale solo negli anni sessanta, nell'ambito cioè della sperimentazione di nuovi moduli di rappresentazione.
Laureato in ingegneria, quindi di formazione scientifica, eglivive personalmente il rapporto fra le due culture: nei suoi romanzi sono state individuate analogie con teorie e procedimenti scientifici, sia sul piano del metodo narrativo, sia su quello di stile. Egli stesso dice di perseguire un'ermeneutica a soluzioni multiple e di voler rappresentare la complessità delle interrelazioni fenomeniche attraverso l'uso della lingua.
La sua operazione letteraria quindi nasce da una disposizione etico-scientifica e viene svolta soprattutto sul linguaggio, del quale l'autore si serve per reagire sia al vaniloquio che ingenera non vita in chi si presta, sia alla scioccaggine.
La sua prosa è contrassegnata dalla mobilitazione di molteplici antiretorici: vi si riscontrano contaminazioni di stili e di livelli, passaggi continui da un sistema linguistico all'altro, dal linguaggio tecnico scientifico alla lingua di uso quotidiano, col recupero di diversi dialetti, e a tratti, anche del linguaggio aulico.
La scelta linguistica dunque scaturisce da una necessità interiore ed è anche e soprattutto strumentale alla rappresentazione della visione di vita dell'autore: la denuncia dell'impossibilità di sicurezza per l'uomo, la messa a fuoco del caos, della relatività delle cose e delle persone nelle loro diverse relazioni, quindi del non senso della realtà e dei miti della nostra società.
E' questa la tematica del romanzo La cognizione del dolore, ambientato in un paese immaginario dell'America del Sud, in una villa dove vivono una madre vedova e un figlio nevrotico, Gonzalo, che le porta rancore per il suo attaccamento al benessere borghese e il suo culto del passato.
Nel romanzo la madre è ritratta nel vuoto della sua vecchiaia, che il silenzio della casa e l'atmosfera misteriosa e terribile, creata dall'uragano, rendono straziante.
In queste pagine del romanzo non si registrano le invenzioni linguistiche che altrove toccano il parossismo nei bersagli polemici. Il linguaggio tutto personale è altamente lirico, allusivo e di ampia valenza semantica.
La cognizione del dolore è considerata l'opera più autentica e significativa di Gadda, quella in cui la rappresentazione del costume di vita della borghesia negli anni successivi alla prima guerra mondiale, esibizionista, godereccia e superficiale, raggiunse i toni più aperti.
L'azione si svolge in un immaginario paese del Sud America, che apertamente riproduce il paesaggio e la vita lombarda, in particolare della Brianza; al centro troviamo il personaggio di Don Gonzalo, in cui Gadda ha in pare riflesso la sua cognizione individuale distaccata e critica verso l'esistenza.
Don Gonzalo è amante del silenzio e della solitudine ed è venuto maturando un profondo disprezzo verso la struttura sociale che lo circonda e verso il conformismo che la anima. Nella villa in cui si è isolato egli vive un difficile rapporto con la madre, che è dolorosamente rassegnata al suo atteggiamento, ma che ancora sogna per il figlio un ritorno alla normalità, l'accettazione della vita senza spirito critico, come fanno tutti i figli delle famiglie per bene.
Sul fumo della zuppa preparatagli dalla madre, Don Gonzalo evoca con immaginazione ferocemente sarcastica la scena di un ristorante di lusso, in cui tutti gli avventori recitano la loro commedia mondana, compiendo con somma serietà un rituale grottesco, tutti intenti <<a rimirare se stessi nelle pupille altrui>>.
Il linguaggio di Gadda con le sue invenzioni accompagna perfettamente lo svolgersi di questa fantasia grottesca, e va letto senza l'esigenza di individuare il significato esatto di ogni singolo termine, ma mirando soprattutto a cogliere il ritmo generale della frase ed il suo valore di aggressione satirica.
Margaret Rogerson
pubblicato da
Mondadori
Euro 20,00
Il libro
ED ELISABETH LO SA DA SEMPRE.
Trovatella allevata in una delle Grandi Biblioteche di Austermeer, è cresciuta in mezzo agli strumenti della stregoneria: grimori magici che sussurrano e sferragliano catene. Se provocati, si trasformano in mostri inquietanti di cuoio e di inchiostro. Ciò cui Elisabeth ambisce è diventare una guardiana, incaricata di proteggere il regno dalle minacce della magia.
Il suo disperato tentativo di impedire l'atto di sabotaggio che libera il grimorio più pericoloso della biblioteca finisce per ritorcersi contro di lei: ritenuta coinvolta nel crimine, viene condotta nella capitale, in attesa di interrogatorio. L'unica persona su cui può fare affidamento è il suo nemico di sempre, il Magister Nathaniel Thorn, con il suo misterioso servitore; ma tutto sembra intrappolarla in una congiura secolare, che potrebbe radere al suolo non solo le Grandi Biblioteche, ma anche il mondo intero.
A mano a mano che la sua alleanza con Nathaniel si rafforza, Elisabeth inizia a mettere in discussione tutto quello che le hanno insegnato sui maghi, sulle biblioteche che ama così tanto, e soprattutto su se stessa. Perché Elisabeth ha un potere che non avrebbe mai sospettato, e un destino che non avrebbe mai potuto immaginare.
Tutti gli stregoni sono malvagi. Elisabeth lo sa da quando ha saputo qualcosa.
Cresciuta come trovatella in una delle Grandi Biblioteche di Austermeer,
Elisabeth è cresciuta tra gli strumenti della stregoneria: grimori magici
che sussurrano sugli scaffali e sferragliano sotto catene di ferro. Se provocati,
si trasformano in mostri grotteschi di inchiostro e cuoio. Spera di diventare una
guardiana, incaricata di proteggere il regno dal loro potere.
Poi un atto di sabotaggio rilascia il grimorio più pericoloso della biblioteca.
L'intervento disperato di Elisabeth la coinvolge nel crimine e viene strappata via
dalla sua casa per affrontare la giustizia nella capitale. Senza nessuno a cui
rivolgersi se non il suo nemico giurato, lo stregone Nathaniel Thorn, e il suo
misterioso servitore demoniaco, si ritrova coinvolta in una cospirazione secolare.
Non solo le Grandi Biblioteche potrebbero andare in fiamme, ma il mondo insieme a
loro.
Mentre la sua alleanza con Nathaniel si rafforza, Elisabeth inizia a mettere
in discussione tutto ciò che le è stato insegnato: sugli stregoni, sulle
biblioteche che ama, persino su se stessa. Perché Elisabeth ha un potere che non
avrebbe mai immaginato e un futuro che non avrebbe mai potuto immaginare.
Recensione
L'avevo visto fluttuare in giro per Bookstagram e una sera ho deciso di prenderlo
per un capriccio! Sono così felice di aver finito per leggerlo, è stata una lettura
così divertente e stravagante! Considerando che il libro è un libro a sé stante,
tutto è stato così ben sviluppato, i personaggi erano complessi e adorabili e la
costruzione del mondo è stata davvero ben fatta. Onestamente è sembrato molto più
lungo di quanto non fosse in realtà, ma in senso positivo se capisci cosa intendo.
La scrittura era così bella, Margaret ha intrecciato un racconto così meraviglioso
pieno di belle descrizioni, conflitti, umorismo e disperazione, e mi sono davvero
divertito! Presto dovrò sicuramente raccogliere An Enchantment of Ravens e
Vespertine, non ne ho mai abbastanza. Posso capire perché a così tante persone
è piaciuto davvero! Sorcery of Thorns è decisamente più sul lato YA delle cose,
ma mi piacciono ancora molto i libri YA, quindi non mi dispiace affatto.
Elisabeth è la nostra protagonista ed è un'apprendista bibliotecaria cresciuta
da una delle Grandi Biblioteche. Adora i grimori e dopo un incidente alla
Grande Biblioteca, viene portata via per un processo, anche se non ha commesso
il crimine di cui è accusata. È spiritosa, determinata e onestamente una tosta,
l'ho adorata assolutamente! Nella capitale, in attesa del processo, Elisabeth
incontra Nathaniel, uno stregone, che è stata cresciuta credendo che sia puro
male. È così divertente vederli interagire e mi è piaciuto molto vedere come è
andato tutto. Nathaniel ha un aspetto fantastico, ma è davvero il più dolce in
fondo e lo amore.