sabato 19 marzo 2022

RECENSIONE: SONO FELICE, DOVE HO SBAGLIATO? by DIEGO DE SILVA - EINAUDI, I CORALLI

 Sono felice, dove ho sbagliato?, Diego De Silva. Giulio Einaudi Editore - I  coralli

Diego De Silva

Sono felice, dove ho sbagliato?
EINAUDI
2022
I coralli
pp. 248
€ 17,50
 
Prossimamente su Rai 1 e RaiPlay la serie tv
tratta dai romanzi di Diego De Silva
con Massimiliano Gallo
regia di Alessandro Angelini

Sono anni, e tanti libri, che le parole di Malinconico ci risuonano in testa. Qualche volta abbiamo persino seguito i suoi consigli non richiesti. Ed eccolo di nuovo qui, fedele nel ridersi addosso un attimo dopo aver detto una cosa che sembrava quasi vera.
 
Il libro

Vincenzo Malinconico è tornato ed è alle prese con un’ingiusta causa. D’amore. Già, c’è di mezzo l’amore anche stavolta, ma un tipo d’amore con cui Malinconico non ha avuto ancora a che fare, professionalmente parlando: l’amore impantanato, quello di chi pensa di avere diritto a un risarcimento per il dolore. Perché è proprio questo che gli chiedono gli Impantanati, sei donne e due uomini uniti in una strampalata associazione: di intentare una causa epocale per danni da sinistri sentimentali. E l’assurdo può sembrare a tratti possibile, al piú eccentrico avvocato d’insuccesso di sempre.

L’amore può ingolfare una vita, metterla in attesa, in balia degli anni che passano. Tutti conosciamo coppie sfinite da rapporti senza futuro: amori dove i progetti, i desideri e persino i diritti ristagnano. A volte è proprio il legame, il problema. I rapporti di forza, il tempo sul groppone, il presente che dà dipendenza. Poi capita che una mattina la parte debole si svegli e decida che è venuto il momento di fare i conti. È quello che succede nella sesta avventura di Vincenzo Malinconico, l’avvocato delle cause perse ancor prima d’essere discusse, quando Veronica, la sua compagna, gli manda in studio una coppia di amici che gli chiedono d’intentare, con una class action, una causa epocale per l’infelicità di coppia. La pretesa dei due, apparentemente demenziale (ma Malinconico è avvezzo a questo genere di situazioni), si basa su un assunto neanche cosí sbagliato: se esiste un diritto privato, perché la sfera privata dei sentimenti non dovrebbe andare soggetta alla stessa legge che regola i rapporti patrimoniali? Fosse per Malinconico la chiuderebbe lí, anche perché ha altro di cui occuparsi (Alagia che sta per farlo diventare nonno, Alfredo in fibrillazione per il suo primo cortometraggio, uno strano figuro che lo pedina), ma finisce per cedere alle insistenze del suo socio Benny e si ritrova a partecipare con lui agli incontri degli Impantanati. E noi lo sappiamo bene: quando Malinconico si fa trascinare in una situazione che gli sta stretta, sbrocca ma riesce persino a divertirsi. Sicuramente a farci divertire come non mai, in questo che è uno dei romanzi piú mossi e vivi di Diego De Silva. Fra risate, battibecchi, colpi di scena e ordinarie drammaturgie familiari, Malinconico riuscirà ad articolare una stralunata difesa. Ma di se stesso, soprattutto.

Diego De Silva

Diego De Silva è nato a Napoli nel 1964. Presso Einaudi ha pubblicato Certi bambini (2001, 2014 e 2021. Premio selezione Campiello, da cui è stato tratto il film diretto dai fratelli Frazzi), La donna di scorta (2001), Voglio guardare (2002, 2008 e 2017), Da un'altra carne (2004 e 2009), Non avevo capito niente (2007 e 2010, Premio Napoli, finalista al premio Strega), Mia suocera beve (2010 e 2012), Sono contrario alle emozioni (2011 e 2013), Mancarsi (2013), la trilogia Arrangiati, Malinconico (2013), che riunisce in un unico volume Non avevo capito niente, Sono contrario alle emozioni, Mia suocera beve, Terapia di coppia per amanti (2015 e 2017, da cui è stato tratto il film diretto da A. M. Federici), Divorziare con stile (2017 e 2019), Superficie (2018), I valori che contano (avrei preferito non scoprirli) (2020 e 2022), Le minime di Malinconico (2021) e Sono felice, dove ho sbagliato? (2022). Suoi racconti sono apparsi nelle antologie Disertori, Crimini, Crimini italiani, Questo terribile intricato mondo, Scena padre , Giochi criminali e Figuracce. I suoi libri sono tradotti in molte lingue.

RECENSIONE  

Vincenzo Malinconico è tornato con una nuova narrazione, attento sia all'evoluzione del tempo che al suo passare nella vita del protagonista. Capita che una mattina la parte debole si svegli e decida che è venuto il momento di fare i conti. È quello che succede nella sesta avventura di Vincenzo Malinconico, l’avvocato delle cause perse ancor prima d’essere discusse, quando Veronica, la sua compagna, gli manda in studio una coppia di amici che gli chiedono d’intentare, con una class action, una causa epocale per l’infelicità di coppia. 

Con un Vincenzo testardamente contrario, non riscontrando <<nessun aspetto giuridico nel problema>>, in quanto <<l'oggetto del contendere non è un contratto di lavoro e neanche di matrimonio, ma una relazione sentimentale fra persone libere impantanate in un presente senza domani>>. Fa da eco una sua battuta pronunciata inconsciamente: <<Be', se si potesse intentare una causa per infelicità. allora sì che un avvocato ti sarebbe utile>>, frase - recepita dalla donna felice, di aver trovato la soluzione: ossia l'ipotesi di una class-action che, come suggerisce Veronica nel romanzo, può proporsi come <<una questione culturale davvero all'avanguardia>>: <<Perchè non portare alla cognizione di un giudice lo stato d'infelicità di chi staziona da anni in un rapporto sentimentale senza prospettive?>>. 

Ma se Malinconico persiste nel non voler <<fare una causa così assurda>>  anzi allontanarsi il più posssibile da una simile <<rogna>>, pur di non immischiarsi <<con quella banda di psicopatici sentimentali>>, guidati da Maria Egizia, che non molla la presa e invece un Benny sempre più presente in scena, al di là dei suoi battibecchi nel mettere il naso sugli affari di Malinconico, lo specchio di concupiscente e poi di concupito.

Concupiscente per Egizia: al punto d'infiltrarsi nel gruppo di questi <<Impantanati>> nella speranza di <<farsi>> la donna ma diventando <<un impantanato a tempo pieno>>, giungendo a saltare le udienze; e però risolvendo il caso d'un amante traditore seriale che tiene in piedipiù storie contemporaneamente con le donne del club degli Impantanati; salvo venire egli stesso in seguito rapito e punito dal gruppo per tale sua finzione.

Benny si ritrova così invischiato in un matassa piena di nodi di (amore, dolore, felicità, sincerità), il tutto infarcito nel suo costante andar/proseguire di: <<male in resistenza>>, con <<soglia di sfinimento davvero bassa>> e <<smarrimenti mnemonici>> che lo mandano <<in fissa>>; in cui si alternano <<epifanie>> e <<massime>>. Un libro godibilissimo con battute repentine e salienti, che si apre a momenti di tetralità, talora eccessive, una piacevole lettura.

 

 

 

 

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