mercoledì 2 marzo 2022

STATO DI EMERGENZA PER L'UCRAINA FINO AL 31 DICEMBRE.


Cosa prevede lo stato di emergenza umanitaria per l’Ucraina fino al 31 dicembre

Stanziati 10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionale. Ampliata con ulteriori 8mila posti la rete nazionale di accoglienza

«Nel Consiglio dei ministri di ieri abbiamo stanziato 10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali, per assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina. Per farlo è stato dichiarato uno stato di emergenza umanitaria, che durerà fino al 31 dicembre e che ha esclusivamente lo scopo di assicurare il massimo aiuto dell'Italia all'Ucraina». Lo ha spiegato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, parlando martedì 1 marzo al Senato. «È un impegno di solidarietà, che non avrà conseguenze per gli italiani, e che non cambia - ha puntualizzato il premier- la decisione di porre fine il 31 marzo allo stato di emergenza per il Covid-19».

Stato di emergenza umanitaria per la guerra in Ucraina

Nessun collegamento, dunque, neppure indiretto, tra stato di emergenza per l’accoglienza dei cittadini ucraini in fuga dalla guerra e quello legato al Covid. Anche se l’espressione “stato di emergenza” usata nel provvedimento adottato dal Cdm (“Dichiarazione dello stato di emergenza in relazione all’esigenza di assicurare soccorso ed assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto”) ha colpito l’immaginario collettivo.

Più risorse alla rete di accoglienza

Oltre allo stanziamento di 10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali, previsto della deliberazione dello stato di emergenza, è il decreto con misure urgenti per la crisi in Ucraina, approvato sempre il 28 febbraio dal Cdm, a contenere le prime misure per far fronte alle eccezionali esigenze di accoglienza dei cittadini ucraini scappati dalla guerra. A tal fine sono incrementate le risorse del Ministero dell’Interno destinate alla attivazione, locazione e gestione dei centri di trattenimento e di accoglienza, per poter fruire di ulteriori 5.000 posti. Per le stesse finalità è autorizzata l’attivazione di ulteriori 3.000 posti nel Sistema di accoglienza e integrazione (SAI), gestito dagli enti locali, destinati soprattutto a nuclei familiari e persone vulnerabili.

«S'intende in questo modo - si legge nella relazione tecnica di accompagnamento al decreto - conseguire l'ampliamento della rete nazionale di accoglienza, per un numero complessivo di circa 8.000 posti». La spesa per l’accoglienza di 5mila profughi ucraini ospitati nel sistema dei centri governativi, più tempestivamente attivabile, è di 54,1 milioni nel 2022. Quella per gli altri 3mila profughi da sistemare nella rete degli enti locali ammonta invece a 37,7 milioni nel 2022 e in 44,9 milioni per ciascuno degli anni 2023 e 2024

 

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