Ctrl+C, ctrl+V (scrittura non creativa)
Editore: Produzioni Nero (24 luglio 2019)
Pagine 288
SINOSSI
E se a reinventare la letteratura fossero proprio quelle tecniche di
scrittura rimaste a lungo escluse dal suo campo d'azione, come
l'elaborazione testi, la programmazione e la crittografia? Se a dare
nuova sostanza all'atto creativo fossero il plagio, l'appropriazione, il
furto e quindi, in fin dei conti, la non originalità? In questo
libro/manifesto - veloce, provocatorio, a tratti irriverente, ma ricco
di riferimenti storici - Kenneth Goldsmith tenta di ripensare la figura
dello scrittore (ma anche del lettore) contemporaneo. Non più un genio
romantico e isolato, ma un programmatore di linguaggio, un pensatore
interconnesso che predispone e si prende cura di una complessa «macchina
da scrittura». Il linguaggio è ormai ovunque, i testi si moltiplicano,
persino le nostre immagini, i nostri video, la nostra musica, sono fatti
di lettere. Di fronte a questa proliferazione, dobbiamo per prima cosa
imparare a negoziare e gestire l'enorme quantità di testo a cui siamo
esposti. Partendo dal modo in cui le arti visive hanno reagito
all'avvento della fotografia, Goldsmith tenta di ripensare la creatività
dal suo apparente azzeramento, tracciando una narrazione che
attraversa, intrecciandoli, gli ultimi cento anni di storia della
letteratura e delle arti visive: dalla poesia concreta fino ai più
recenti esperimenti post-internet, dal situazionismo alla videoarte,
passando per James Joyce, Walter Benjamin, Jonathan Lethem e Cory
Doctorow.
RECENSIONI
Nel coraggio di reinventarsi finalmente, ho trovato l'uscita dal labirinto, precisa Goldsmith, poeta, scrittore, artista e fondatore di UbeWebs, il più importante archivio di poesia visiva e sonora consultabile online.
Lo sgambetto che interrompe l'eterno ritornare del vecchio schema. <<Ricontestualizzare>> è la conclusione dell'autore: <<le parole creano dipendenza, il linguaggio va stravolto e reinventato di continuo; offrendo al nostro tempo il dono più grande di tutti: <<ribellarsi alla mancanza di creatività che soffoca la scrittura>>.
Nel libro Kenneth Goldsmith, ha dato consistenza fisica alla materialità del linguaggio. Insistere in un momento in cui l'immaterialità è soggetta a interpretazioni nefaste. Ed è questo un modo per smontare le fake news, riabbracciare e riconsiderare idee concrete provenienti dalle espressioni di noi stessi, come le cose originali che noi scriviamo.
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