Ha il passo di un memoriale - divagazioni comprese - il romanzo di Dustin Thao . La voce è quella di una ragazza che fa i conti con il ragazo al quale si era legata ma che è deceduto. Racconta il dolore per la perdita. Poi prevale la voglia di ripartire.
Caterina Giuseppa Buttitta
L'amore non si spreca, ma lo scopriamo tardi
Caterina Giuseppa Buttitta
Tutto era iniziato un giorno, come nelle fiabe, ma quel luogo curato ma un pò dimesso, che sembrava il posto più languido al mondo. Un inizio tra prime chiacchere, inevitabilmente banali, che però mi sembrano immediatamente speciali, perchè forse è in quel momento che ha avuto inizio l'amarsi dei protagonisti di Ancora una volta con te, di Dustin Thao.
Un lui che però non c'è più. Almeno fisicamente. Dichiarato nel racconto con un lapidario <<Leggo che sei morto e mi sembra impossibile. Poi, leggo che non c'è stata altra possibilità di vita. E allora sì, tutto mi torna>>.
A dichiararlo, in quersto monologo rivolto a quel tu <<uscito di scena>>, dalla sua vita, da un pò, è una ragazzina Julie di solo diciassette anni che, alla notizia, si ritrova a guardarsi dentro, sentendosi costretta <<a fare i conti un'ultima volta>>. E così le idee si chiariscono e si confondono, si risvegliano dispiaceri e arrabbiature, ce l'ho con me e di nuovo con te, episodi che ho ritenuto cruciali per la nostra fine mi si presentano sotto un'altra luce. Mentre censuro tutti i miei sbagli, mi torma in mente la tua severità cocciuta. Sei tornato a incasinarmi la vita, morendo. E ti detesto, per questo.
E' un passaggio chiave, questo: che detta struttura, tema, ma soprattutto la cifra del romanzo, come s'addice a una memorialità divagante, in un andirivieni di associazioni, rinvii, sovrapposizioni, immagini che vengono anche subito ribaltate e ripensate nel loro contrario, in un percorso che solo alla fine va svelandosi come scrittoriamente catartico.
Una memorialità che vede Julie descriversi continuamente al ribasso, con tutte le proprie incertezze, rispetto a un lui che è <<sempre stato molto più razionale di me>>, amante delle <<cose precise>>, capace pure d'averla saputa guidare <<nell'incertezza di certi frangenti>>.
Di qui una rassegna di occasioni mancate da un lato, e di atteggiamenti di sufficienza dall'altra; un rivivere sè stessa specchiandosi nell'altro: soprattutto nelle reazioni dell'altro a ogni suo atto, gesto, parola o desiderio.
E, anche nel ricordo, un prendersi e lasciarsi, come nei momenti della loro storia d'amore <<non sensato>>, <<quell'amore pazzo e curioso, un amore così onnipresente che ogni giorno mi sembrava speciale - anche se bisogna ammettere che non sono stati così tanti i giorni, che i litigi e le lontananze ci hanno impedito di finire in una quotidianità più ordinaria>>.
E dove, a scandire tutto, è quel <<forse>> che, con le sue numerose presenze distribuite uniformemente in tutto il libro, si fa basso continuo nell'orchestrazione dei ricordi che Julie viene snodando, ritmato dai numerosi condizionali poggianti su <<avrei voluto, potuto, dovuto ... ma ...>>, densi di rimpianto; al punto da ammettere che <<nemmeno me, nemmeno noi ti sei goduto del tutto. Nemmeno io ho saputo farlo. Come si fa a essere così stupidi, a sprecare così l'amore?>>.
I ricordi sono rivissuti e appuntati in una dimensione limbica, coltivati osservandosi <<ciondolare e schivare la vita>>, chiusa in una casa abitata dal <<suo ricordo>>, <<mi piacciono perchè custodiscono ciò che siamo: il cervello, che è il nostro essere, e in un certo senso la nostra anima>>; un ponte. E dove le sole finistre di luce sonop i ricordi di luoghi <<d'anima>>, nella quale si rispecchia Julie, nei quali il ricordo si estende in narrazione.
Ricordi che si dipanano in giornate che <<passano in maniera stentata>>, nelle quali la sempre più fitta presenza di immagini dei giorni trascorsi insieme la porta alla solitudine, uscendo alfine, da quella sua clausura trascorsa sul divano tra leccornie varie e lo scorrere di serie televisive.
Un <<risvegliarsi delle emozioni>> che, sbloccandola da quel <<sentimento di macerie>> tra le quali <<spunta anche qualcosa di buono>>, e sia pur nel rimpianto della sua passata mancanza di coraggio e di quel <<vizio dell'entusiasmo>> abbandonato per un <<senso di colpa>> che però si è impadronito pienamente di lei, alimentando la sua <<passione per la tristezza>>, alimenta una volontà di <<rimediare>>, <<emergere>>, <<ripartire>>.
Ancora una volta con te
Editore Newton Compton Editori
Collana Anagramma
Formato Rilegato
Pubblicato 07/04/2022
Pagine 320
Lingua Italiano
Traduttore
A. Scipione - Euro 9,90
Il libro
Julie ha solo diciassette anni ma ha già tutto chiaro in testa: lascerà la piccola città in cui è cresciuta insieme a Sam, il suo ragazzo. Il college li aspetta e, insieme, stanno già pianificando un'estate magica in Giappone. Ma poi Sam muore. E tutto cambia. Il dolore arriva con una potenza distruttiva e Julie fa del suo meglio per arginare le profonde ferite del cuore nell'unico modo che conosce: fuggire via. Non partecipa al funerale, butta via le cose che le parlano di Sam. Fa di tutto per dimenticare. Ma quando le capita sotto gli occhi un messaggio che lui le aveva scritto, i ricordi tornano a galla. E la mancanza di Sam le toglie il fiato. Sperando di poter ascoltare la sua voce almeno nella registrazione della segreteria telefonica, compone il numero del suo cellulare. E Sam... risponde al telefono. Adesso che il destino le ha dato una seconda occasione per dirgli addio, Julie si rende conto che non può più fare a meno della sua voce. E a ogni chiamata è sempre più difficile lasciarlo andare. E così sbagliato ostinarsi a tenere vivo un amore impossibile?
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