lunedì 4 aprile 2022

RECENSIONE: PUNTO DI FUGA DI MIKHAIL SHISHKIN - 21LETTERE

IN FUGA VERSO UN NUOVO INIZIO 
O VERSO LA FINE
 
Caterina Giuseppa Buttitta 
 
 

MIKHAIL SHISHKIN

Punto di fuga 

21LETTERE

€ 19,50

 

 

 

 


MIKHAIL SHISHKIN

Figlio di un’insegnante di letteratura e di un ingegnere civile, cresciuto nel centro di Mosca, dissidente, oggi vive in Svizzera.

I suoi libri sono tradotti in oltre 30 lingue. Suoi articoli sono comparsi per il New York Times, il Wall Street Journal, il Guardian, Le Monde… tra gli altri


Dall’autore di fama mondiale, vincitore di tutti e tre i maggiori premi letterari 

russi (Russian Booker Prize, Russian National Bestseller, Big Book Prize) dopo  

Capelvenere (Grinzane-Cavour 2007) ecco l’ultima opera di Mikhail Shishkin.

 

Una donna, un uomo, lettere d’amore. Una casa estiva, il primo amore. Due persone 

che si scrivono di tutto. Cosa potrebbe esserci di più semplice e normale? Fino a 

quando scopriamo che le cose non sono come sembrano.

 

Romanzo sui misteri della vita e sull’accettazione della morte, che mette tutto in 

prospettiva. La parola scritta è la chiave, così come l’amore.

“Per esistere devi vivere, non nella tua mente, che è così inaffidabile… ma in 

quella di un’altra persona, e non una persona qualunque, ma quella che ha a cuore 

la tua esistenza”.

 

 

"Non restava che scegliersi una guerra. Ma per questo chiaramente non ci voleva 

molto. La nostra patria invitta ne ha a bizzeffe, basta aprire il giornale che 

i regni amici sono già lì a baionettare bambini e stuprare vecchie. Chissà perché 

fa tanta tristezza l’assassinio dell’innocente zarevič in tenuta da marinaretto. 

Donne, vecchi e bambini non fanno più notizia, invece quel vestitino alla 

marinara…

L’assolo dell’ultimo dei tamburini, nuvole nere sopra il campanile, la madre 

patria chiama.

Al centro di leva ci ammonivano: a ciascuno la sua Waterloo! E in effetti…

Alla visita il medico militare, enorme cranio calvo e bernoccoluto, mi ha detto 

guardandomi dritto negli occhi Tu disprezzi tutti. Sai, anch’io ero come te. 

Avevo la tua età la prima volta che ho fatto pratica in ospedale.”

(…)

"Mia dolce Sašen’ka!

Vorrà dire che numererò le lettere per sapere quale è andata persa.

Scusa se mi vengono delle letterine striminzite, non ho proprio tempo per me. 

E dormo male e poco, che voglia di chiudere gli occhi e addormentarmi fosse 

anche in piedi! Cartesio fu ucciso a furia di levatacce antelucane alle cinque 

del mattino per impartire lezioni di filosofia alla regina Cristina di Svezia. 

Ma io reggo ancora.

Oggi sono stato al quartier generale e all’improvviso mi sono visto allo specchio 

bardato da capo a piedi. Strano, che mascherata è? Sono rimasto di stucco: ero 

proprio io quel soldato?

Sai, eppure c’è qualcosa in questo vivere in riga allineati ai compagni.

Ti racconto la storia del berretto. È breve. Me l’hanno fregata, la bustina 

intendo dire. E mettersi in riga senza bustina è infrazione al regolamento, 

insomma un crimine.

Il nostro capo dei capi e comandante dei comandanti ha pestato i piedi e giurato 

che avrei pulito i cessi fino alla fine dei secoli.

Te li farò lustrare con la lingua, carogna!

Così ha detto.

Be’, nel gergo militare c’è qualcosa che ispira. Da qualche parte ho letto che 

Stendhal ha imparato a scrivere in modo semplice e chiaro studiando gli ordini 

di Napoleone.

Quanto ai cessi, mia lontana Sašen’ka, meglio che ti spieghi cosa sono qui. 

Immagina dei buchi in un pavimento lurido. No, meglio che non te lo immagini! 

E tutti, come a farlo apposta, depositano la propria montagnetta non dentro, 

ma sul bordo. È un vero lago. Comunque, lo stato di stomaco del tuo devoto e 

dell’allegra sua combriccola è argomento a sé. In questi luoghi remoti chissà 

perché ci sono sempre complicazioni intestinali, né si capisce com’è possibile 

consacrarsi all’arte di vincere se stai tutto il tempo accovacciato su un abisso 

senza verso di tenerla.

Insomma gli faccio E dove vado a prenderla la bustina?

E lui Se te l’hanno fregata, fregala anche tu!

Così sono andato a rubare la bustina. Ma non è facile. Anzi, è piuttosto difficile 

perché ci provano tutti.

E vagavo qua e là come un’anima in pena.

Poi all’improvviso ho pensato — chi sono? Dove sono?

E ho deciso di andare a pulire i cessi. E tutto al mondo mi è apparso più leggero.

Bisognava arrivare fin qui per imparare a capire cose elementari.

Sai, nella merda non c’è nulla di sporco."

RECENSIONE 

<<Per molto tempo - forse per il resto della vita - il pensiero di quella donna 

sensuale,del suo comportamento, sarebbe venuto fuori sistematiamente, in maniera 

ossessiva, e non mi avrebbe lasciato vivere in pace.>> E' come se all'improvviso 

lei pensasse quello che ha pensato lui. Come fa una sconosciuta a rubargli i pensieri, 

e perchè poi gli si avvinghia addosso e lo bacia in bocca? Perchè Punto di fuga, 

dello scrittore russo Mikhail Shishkin, è uno straordinario romanzo.

Un inizio che ricorda la fuga del protagonista che va incontro a un ignoto destino 

dal quale poi poter fuggire. Sta cercando di sopravvivere allo scorrere dei giorni, 

ma le strade sono buie, deserte, e sembra che tutte debbano condurre solo all'inferno. 

La pioggia è incessante, la casa chissà da che parte rimane, gli sembra di avere 

perso ogni orientamento. 

 

<<Come farà, sempre ammesso che trovi questa casa, a tornare indietro?>>

 

Quanto ci vuole per arrivarci. Ci andrebbe anche a costo di scorticarsi mani e piedi.

Ma ogni spostamento intrapreso da questo protagonista è destinato a non raggiungere 

altro che sperdimento, notte, buio, a volte una passeggera felicità fatta solo del 

momentaneo dimenticarsi di esistere.


E' un romanzo dove il desiderio feroce resta tale perchè non consumato, o perchè 

consumato ma non con l'oggetto del desiderio. La cità è soffocante, pericolosa, 

insistente. Lui vuole fuggire. 

<<Ci sarà da qualche parte una stazione per prendere un treno?>>

Ecco, a questo punto l'idea del ritorno è invece solo una partenza. La casa 

diroccata che ha abbandonato involontariamente non è pèiù un punto di riferimento, 

ha trovato la città e da quel misterioso inferno vuole fuggire. E' un romanzo di 

attese e di sospetti. La città è pericolosa. 


Canta la lingua che accompagna questo onirico e allusivo romanzo, perchè sontuosa 

e assonante. Visiva e olfattiva. Si sentono gli odori forti dei corpi sporchi che 
hanno camminato nel fango,i loro fiati, il sudore acre. Ci si chiede a che gioco
si stia giocando, e quali siano le regole. Tra scale e corridoi senza luce un uomo 
cerca una donna che non trova. E' una donna labirinto. Cercandola sa di esere in 
pericolo, di dover fuggire, prendere un gtreno, uno qualsiasi. ogni informazione è 
menzogna. Mai credere. Solo sbrigarsi. Non hai bisogno di un punto di arrivo, 
gli basta quello di partenza. Mescolato ad altri uomini stipati nel vagone di un 
treno che parte a notte fonda da un'inverosimile stazione, sembra felice del 
nuovo i nizio. E se fosse la fine? Che importa, è fuga.


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