QUALCUNO SGUALCISCE LA FANCIULLA DEL VILLAGGIO
E, IINTORNO IL MONDO DEGLI ADULTI
Caterina Giuseppa Buttitta
Génie la matta
Traduzione di Ena Marchi
Fabula, 375
2022, 2ª ediz., pp. 184
Temi: Letteratura francese
Fabula, 375
2022, 2ª ediz., pp. 184
Temi: Letteratura francese
€ 18,00
Il libro
Questo romanzo è la storia dell’amore, lancinante e assoluto, di una
figlia, Marie, nata da uno stupro, per la madre, Eugénie detta Génie,
che, ripudiata dalla famiglia e respinta dalla comunità dopo che ha
generato una bastarda, si è murata nel silenzio e nella lontananza. Una
madre che sa dirle soltanto: «Non starmi sempre tra i piedi», che
raramente la abbraccia; una che tutti, in paese, bollano come matta e
sfruttano facendola lavorare nei campi e nelle fattorie in cambio di un
po’ di frutta, di un pezzo di carne. Ma l’amore di Marie è impavido,
indefettibile – va oltre il tempo. Con una scrittura di assoluto nitore,
laconica e bruciante, a tratti intensamente lirica, Cagnati ci racconta
una vicenda in cui, sullo sfondo di una terra aspra e inclemente, si
intrecciano brutalità e tenerezza, strazio e rancore, lutto e
incantamento, riuscendo a raggiungere un’essenzialità trasognata che
sembra dissolvere la tragicità degli eventi.
RECENSIONE
Una storia fatta di sguardi, atmosfere, sensazioni: che rende il tormento e l'incanto, il desiderio e l'innocenza dell'adolescenza. L'autrice sonda l'insondabile, procede per sottrazione: riduce al minimo le parole e i gesti, moltiplica i dettagli e segna il ritmo dei giorni che passano con gli indizi che Gènie raccoglie osservando Marie.
Gènie al mttino si veste per uscire:<<Dovevano succedere un sacco di cose durante la giornata, perchè la sera i vestiti da bambina/scolara di Marie, non avevano più la freschezza che Gènie aveva notato la mattina.>>
Gènie è il centro del pettegolezzo/sorpruso del villaggio, il centro di tutto. Se il nome di Gènie, diminutivo di Eugènie, ripudiata dalla famiglia e respinta dalla comunità, dopo che ha governato una bastarda, si è murata nel silenzio e nella lontananza, le atmosfere del villaggio, - con il bar, l'emporio, i sentieri di pietra calcarea, i muretti attorno ai giardini, le case che ad un certo punto della giornata sembrano vuote, le campane della chiesa che suonano e raccontano i riti.
C'è in Gènie, una carnalità soffusa, fatta di corpi- quelli spiati o visti sulle pagine delle riviste o alla televisione, quello di lei flessuoso e scoperto - ma anche una materialità di elementi naturali: l'acqua del fiume, l'umidità e il calore di un'estate torrida. <<Una strana vita che la lasciava in un bagno di sudore e privazioni, accecata, in un odore di fatica e sorprusi.>>
Una sinestia di olfatto, colori, luci e ombre che si percepiscono anche là dove non sono detti, evocati in modo sottile da una scrittura talentuosa ed essenziale. Per Gènie, Marie è una ragazza, ma ancora anche una specie di bambina, con sentori di sapone, morchia, terra, rami tagliati. E' una breccia sul conformismo del villaggio e talvolta qualcuno vorrebbe trattenerla, ma lei Gènie, non si lascia prendere e torna semprre a casa.C'è qualcosa che rimane celato in lei, un segreto nascosto nel suo nome per intero. Gènie la matta e Gènie la sconosciuta.
<<Chi è vermante quella ragazza che non viene chiamata con il suo nome?>>
A raccontare il gioco di avvicinamento e allontanamento, di timidezza e audacia, e quello di Cagnati. Gènie gli sfugge, senza di lei il villaggio è una noia. Il tempo sembra sfuggire alla misura, mancano elementi che permettono di collocare gli eventi precisamente, non ci sono universi virtuali a duplicare la realtà. Ci sono mattine, campi, cucine da rassettare, notti che si succedono in attesa che accada qualcosa. Ma la miccia brucia lenta e Inès Cagnati e abile ad amministrarne la combustione e a costruire un romanzo breve, trattenuto e denso, conciliando l'erotismo con il riserbo perchè l'innocenza può turbare tanto quanto la sfrontatezza.
<<Sono quei frammenti di un discorso amoroso a comporre il loro ideale di libertà.>>
Un romanzo che ricorda le grandi storie di formazione, soffia su questo racconto, fino a ciò che il lettore si aspetta, e che si compie una mattina all'alba:
<<Marie si era avvicinata come una vela, se n'era andata come una mareggiata. Impossibile impadronirsi delle onde.>>
Sembra un finale scontato, ma il vero risveglio è brutale, e la fine, dolente, arriva dopo. Quello che termina davvero, per Marie, che è entrata nell'adolescenza.
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