lunedì 4 aprile 2022

RECENSIONE: GE'NIE LA MATTA DI INE'S CAGNATI - ADELPHI

 QUALCUNO SGUALCISCE LA FANCIULLA DEL VILLAGGIO
E, IINTORNO IL MONDO DEGLI ADULTI
Caterina Giuseppa Buttitta

Inès Cagnati

Génie la matta

Traduzione di Ena Marchi
Fabula, 375
2022, 2ª ediz., pp. 184
Temi: Letteratura francese
€ 18,00 
 
 
 
 
 
 
 
Il libro 
 
Questo romanzo è la storia dell’amore, lancinante e assoluto, di una figlia, Marie, nata da uno stupro, per la madre, Eugénie detta Génie, che, ripudiata dalla famiglia e respinta dalla comunità dopo che ha generato una bastarda, si è murata nel silenzio e nella lontananza. Una madre che sa dirle soltanto: «Non starmi sempre tra i piedi», che raramente la abbraccia; una che tutti, in paese, bollano come matta e sfruttano facendola lavorare nei campi e nelle fattorie in cambio di un po’ di frutta, di un pezzo di carne. Ma l’amore di Marie è impavido, indefettibile – va oltre il tempo. Con una scrittura di assoluto nitore, laconica e bruciante, a tratti intensamente lirica, Cagnati ci racconta una vicenda in cui, sullo sfondo di una terra aspra e inclemente, si intrecciano brutalità e tenerezza, strazio e rancore, lutto e incantamento, riuscendo a raggiungere un’essenzialità trasognata che sembra dissolvere la tragicità degli eventi.  
RECENSIONE

Una storia fatta di sguardi, atmosfere, sensazioni: che rende il tormento e l'incanto, il desiderio e l'innocenza dell'adolescenza. L'autrice sonda l'insondabile, procede per sottrazione: riduce al minimo le parole e i gesti, moltiplica i dettagli e segna il ritmo dei giorni che passano con gli indizi che Gènie raccoglie osservando Marie. 
 
Gènie al mttino si veste per uscire:<<Dovevano succedere un sacco di cose durante la giornata, perchè la sera i vestiti da bambina/scolara  di Marie, non avevano più la freschezza che Gènie aveva notato la mattina.>>
 
Gènie è il centro del pettegolezzo/sorpruso del villaggio, il centro di tutto. Se il nome di Gènie, diminutivo di Eugènie, ripudiata dalla famiglia e respinta dalla comunità, dopo che ha governato una bastarda, si è murata nel silenzio e nella lontananza, le atmosfere del villaggio, - con il bar, l'emporio, i sentieri di pietra calcarea, i muretti attorno ai giardini, le case che ad un certo punto della giornata sembrano vuote, le campane della chiesa che suonano e raccontano i riti.
 
C'è in Gènie, una carnalità soffusa, fatta di corpi- quelli spiati o visti sulle pagine delle riviste o alla televisione, quello di lei flessuoso e scoperto - ma anche una materialità di elementi naturali: l'acqua del fiume, l'umidità e il calore di un'estate torrida. <<Una strana vita che la lasciava in un bagno di sudore e privazioni, accecata, in un odore di fatica e sorprusi.>>
 
Una sinestia di olfatto, colori, luci e ombre che si percepiscono anche là dove non sono detti, evocati in modo sottile da una scrittura talentuosa ed essenziale. Per Gènie, Marie è una ragazza, ma ancora anche una specie di bambina, con sentori di sapone, morchia, terra, rami tagliati. E' una breccia sul conformismo del villaggio e talvolta qualcuno vorrebbe trattenerla, ma lei Gènie, non si lascia prendere e torna semprre a casa.C'è qualcosa che rimane celato in lei, un segreto nascosto nel suo nome per intero. Gènie la matta e Gènie la sconosciuta. 
 
<<Chi è vermante quella ragazza che non viene chiamata con il suo nome?>>
 
A raccontare il gioco di avvicinamento e allontanamento, di timidezza e audacia, e quello di Cagnati. Gènie gli sfugge, senza di lei il villaggio è una noia. Il tempo sembra sfuggire alla misura, mancano elementi che permettono di collocare gli eventi precisamente, non ci sono universi virtuali a duplicare la realtà. Ci sono mattine, campi, cucine da rassettare, notti che si succedono in attesa che accada qualcosa. Ma la miccia brucia lenta e Inès Cagnati e abile ad amministrarne la combustione e a costruire un romanzo breve, trattenuto e denso, conciliando l'erotismo con il riserbo perchè l'innocenza può turbare tanto quanto la sfrontatezza.
 
<<Sono quei frammenti di un discorso amoroso a comporre il loro ideale di libertà.>> 
 
Un romanzo che ricorda le grandi storie di formazione, soffia su questo racconto, fino a ciò che il lettore si aspetta, e che si compie una mattina all'alba: 
 
<<Marie si era avvicinata come una vela, se n'era andata come una mareggiata. Impossibile impadronirsi delle onde.>> 
 
Sembra un finale scontato, ma il vero risveglio è brutale, e la fine, dolente, arriva dopo. Quello che termina davvero, per Marie, che è entrata nell'adolescenza.

 

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