PENNELLI E PASSIONI DI BRIGITTE RIBE
SUL CRINALE TRA BERLINO ED EUROPA
Caterina Giuseppa Buttitta
Traduzione di Teresa Ciuffoletti e Viola Savaglio
Dopo Una vita da ricostruire e Giorni felici, tornano le appassionanti avventure delle ragazze Thalheim nel capitolo conclusivo della trilogia delle sorelle del Ku’damm.
Insieme a Rike, Silvie e Florentine siamo ormai giunti agli anni
Sessanta, anni cruciali nella storia di Berlino e dell’Europa intera, e
come le sorti della città, anche quelle delle ragazze sono a un punto di
svolta. La piccola Florentine, la più giovane delle tre figlie
Thalheim, dopo un lungo soggiorno a Parigi ha deciso che è ora di
tornare a casa. Ma cosa la aspetta lì? Da che ha memoria, Florentine ha
desiderato sempre e solo una cosa: dedicarsi interamente all’arte. Ha
sempre avuto uno spirito ribelle, combattivo, ma, quando inizia a
dipingere, tutto si fa luminoso e leggero. In disaccordo col padre, che
immaginava per lei un futuro nei grandi magazzini di famiglia, si è
iscritta all’accademia d’arte. Il suo posto è lì. Ma presto un’ombra
oscura la felicità della giovane. Rufus Lindberg, il suo imperioso
insegnante, umorale e ineffabile, le sta rendendo la vita un inferno.
Nel frattempo, le tensioni politiche tra Est e Ovest minacciano di
dividere in modo definitivo la città, e anche la famiglia. C’è speranza
per Florentine e i suoi cari? C’è speranza per Berlino?
Una conclusione che certo non deluderà i molti lettori di questa
avvincente saga, che si è aperta con tre ragazze costrette a ripartire
da zero e si chiude con tre donne padrone dei loro destini.
«Berlino, la città in cui sono
ambientati questi libri, è stata ed è tuttora un crogiolo di destini,
nel secolo scorso come nel presente. La sua forza è stata
meravigliosamente ritratta da Brigitte Riebe».
Carmen Korn
«Tre sorelle che conosciamo
bambine e vediamo crescere sotto i nostri occhi; lo scintillante mondo
della moda; una città ricca di suggestioni come solo Berlino sa essere
e, sopra ogni cosa, la mano della grande Storia, che tutto fa e disfa.
Potrebbero essere questi gli ingredienti giusti per decretare il
successo di una nuova trilogia al femminile».
Ilaria Zaffino, «la Repubblica»
«Una nuova trilogia al femminile con tutte le carte in regola per diventare un bestseller».
Benedetta Marietti, «il Venerdì – la Repubblica»
«Riebe costruisce un plot con lo
stesso serrato ritmo di una serie tv e con una tensione emotiva e
un’atmosfera capaci di sedurre anche il più smaliziato lettore».
Luigi Forte, «TTL – La Stampa»
RECENSIONE
Ci sono romanzi che nascono da un sogno, altri dal dolore, altri ancora da esperienze di vita vissuta. Nel romanzo "Il tempo della speranza" di Bigitte Riebe, Fazi Editore, tornano le appassionanti avventure delle ragazze Thalheim nel capitolo conclusivo della trilogia delle sorelle del Ku’damm.
Insieme a Rike, Silvie e Florentine siamo ormai giunti agli anni Sessanta, anni cruciali nella storia di Berlino e dell’Europa intera, e come le sorti della città, anche quelle delle ragazze sono a un punto di svolta. La piccola Florentine, la più giovane delle tre figlie Thalheim, dopo un lungo soggiorno a Parigi ha deciso che è ora di tornare a casa. Ma cosa la aspetta lì? Da che ha memoria, Florentine ha desiderato sempre e solo una cosa: dedicarsi interamente all’arte. Florentine ha sempre lottato con gli stessi dubbi: che cosa significa fare un dipinto? Un gesto pittorico per lei, al pari di quello di un ballerino o di un musicista, può effettivamente esprimere emozioni. La pittura per Florentine è un universo complicato e bellissimo la pittura è la traccia del tocco umano, è la pelle di una superficie, un dipinto non è una cartolina), rappresenta sofferenza, estasi, paura, disperazione. Un universo che Florentine attraverso la Brigitte Ribe racconta.
Florentine nel suo percorso artistico non solo è ostacolata dalla famiglia (il padre), che ha deciso per lei altri progetti ma, è invasa da dubbi con cui si confronta ogni giorno. Pensa che oggi abbiamo bisogno soprattutto di nuove parole e di nuovi sguardi per rivitalizzare la nostra vista. Poi mi convinco continua Florentine che, voglio avere un'altra opportunità, almeno una. open-end vuol dire che con la tua arte puoi andare avanti e indietro nel tempo, che puoi esssere qui, ma anche da qualche altra parte.
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