Sei sempre stato qui, Eugenio Gardella (Frassinelli 2016) a cura di Micol Borzatta
Eugenio e Roberta sono sposati da anni e sono una normalissima coppia. Come in tutte le coppie nasce in loro la voglia di avere dei figli, ma purtroppo questi tardano ad arrivare. Più volte la gravidanza inizia, una piccola anima prende forma nel ventre di Roberta, ma ogni volta non riesce a proseguire fino a terminare il processo di crescita.
Arriva così la decisione di provare con l’inseminazione artificiale, ma anche questa, dopo svariate prove, non dà nessun risultato.
Rimane soltanto l’adozione, ma le pratiche sono lunghe e sembra che non si veda mai una fine.
Un romanzo che non andrebbe chiamato romanzo. Molto profondo è uno squarcio che permette al lettore di entrare nella vita di queste due persone che per poter realizzare un loro sogno, che per sentirsi completi e arrivare a creare una cosa meravigliosa, hanno dovuto lottare fino allo sfinimento.
Una storia che ha tinte molto forti, non per quanto riguarda lo stile narrativo o il linguaggio scelto dall’autore, che è il protagonista della storia, ma per l’argomento trattato, che viene descritto nei minimi particolari, che viene sviluppato da ogni punto di vista, che viene smembrato in ogni sua minima parte per trasmetterlo al lettore nel pieno della sua potenza.
Molto spazio prende la parte emotiva e psicologica di Eugenio e Roberta, i loro pensieri sono alla base di tutto, senza quelli il lettore non riuscirebbe a capire realmente cosa abbiamo provato, e le emozioni travolgono il cuore e l’animo come uno tsunami, trasmettendo tutto il dolore iniziale, la paura e la gioia.
Un percorso di vita davvero estenuante che fa riflettere e che ricorda quanto sia importante la vita, in tutte le sue forme.
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