DENTRO SOFFIA IL
VENTO, Francesca Diotallevi
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IL
LIBRO - In un avvallamento tra due montagne della Val d’Aosta, al
tempo della Grande Guerra, sorge il borgo di Saint Rhémy: un piccolo gruppo
di case affastellate le une sulle altre, in mezzo alle quali spunta uno
sparuto campanile.
Al calare della sera, da una di quelle case, con il volto opportunamente
protetto dall’oscurità, qualche «anima pia» esce a volte per avventurarsi
nel bosco e andare a bussare alla porta di un capanno dove vive Fiamma, una
ragazza dai capelli così rossi che sembrano guizzare come lingue di fuoco
in un camino.
Come faceva sua madre quand’era ancora in vita, Fiamma prepara decotti per
curare ogni malanno: asma, reumatismi, cattiva digestione, insonnia,
infezioni… Infusi d’erbe che, in bocca alla gente del borgo diventano
«pozioni» approntate da una «strega» che ha venduto l’anima al diavolo.
Così, mentre al calare delle ombre gli abitanti di Saint Rhémy compaiono
furtivi alla sua porta, alla luce del sole si segnano al passaggio della
ragazza ed evitano persino di guardarla negli occhi.
Il piccolo e inospitale capanno e il bosco sono perciò l’unica realtà che
Fiamma conosce, l’unico luogo in cui si sente al sicuro. La solitudine,
però, a volte le pesa addosso come un macigno, soprattutto da quando
Raphaël Rosset se n’è andato.
Era inaspettatamente comparso un giorno al suo cospetto, Raphaël, quando
era ancora un bambino sparuto, con una folta matassa di capelli biondi come
il grano e una spruzzata di lentiggini sul naso a patata. Le aveva parlato
normalmente, come si fa tra ragazzi ed era diventato col tempo il suo
migliore e unico amico. Poi, a ventuno anni, in un giorno di sole è partito
per la guerra con il sorriso stampato sul volto e la penna di corvo ben
lucida sul cappello, e non è più tornato.
Ora, ogni sera alla stessa ora, Fiamma si spinge al limitare del bosco,
fino alla fattoria dei Rosset. Prima di scomparire inghiottita dal buio
della notte, se ne sta a guardare a lungo la casa dove, in preda ai sensi
di colpa per non essere andato lui in guerra, si aggira sconsolato Yann, il
fratello zoppo di Raphaël… il fratello che la odia.
Ritornando su un tema caro alla letteratura di ogni tempo – l’amore che
dissolve il rapporto tra una comunità e il suo capro espiatorio – Francesca
Diotallevi costruisce un romanzo che sorprende per la maturità della
scrittura e la solidità della trama, un’opera che annuncia un nuovo talento
della narrativa italiana.
Francesca Diotallevi è nata a Milano nel 1985. È laureata in Scienze
dei Beni Culturali e lavora in uno studio legale. Tra le sue opere Le
stanze buie, Amedeo, je t’aime e il racconto pubblicato
in e-book Le Grand Diable, prequel di Dentro soffia il vento.
Romanzo
vincitore della Sezione Giovani del «Premio Neri Pozza-Fondazione
Pini-Circolo dei Lettori».
«Questa giovane autrice ha un prodigioso senso del racconto».
Sandra Petrignani
«Una scrittura, tersa, misurata, di grande mestiere. Un’opera di sicuro
talento».
Romana Petri
«L’ambientazione così remota, così radicale; la scrittura asciutta ed
essenziale, la capacità di creare un’aspettativa, invogliando il lettore ad
andare avanti... sono le qualità salienti
di questo sorprendente romanzo».
Francesco Durante
Euro 16,00
Pagine 224
EAN 9788854512368
I NARRATORI DELLE TAVOLE
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SCHIAVA DI PICASSO,
Osvaldo Guerrieri
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IL
LIBRO - Un gelido gennaio del 1936 a Parigi. Seduta a un tavolino
del «Deux Magots», una donna si toglie i guanti, estrae dalla borsetta un
coltello e comincia a pugnalare in gran velocità gli spazi tra le dita
della mano aperta a ventaglio.
A volte sbaglia il colpo e sanguina. Seduti lì accanto, Pablo Picasso e il
poeta Paul Éluard osservano il gioco. Il pittore si alza, si avvicina alla
donna e le chiede in dono i guanti: vuole collocarli nella vetrinetta dove
conserva i ricordi più preziosi. La donna glieli concede levando su di lui
due occhi dal colore indefinibile. Non si tratta di una donna qualunque.
È la fotografa surrealista Dora Maar. Scocca da questo incontro uno degli
amori più tormentati del Novecento. Quando conosce Picasso, Dora è reduce
da un legame devastante con Georges Bataille. Al fianco dello scrittore
ha oltrepassato la linea che divide l’erotismo dalla
crudeltà. Ma anche con Picasso l’amore è violento. Picasso ama Dora, ma ama
soprattutto se stesso. La divide con altre donne, per esempio con
Marie-Thérèse, che gli ha dato una figlia quando lui è ancora sposato con
Olga; la costringe a fare da spettatrice ai propri tradimenti; la
umilia obbligandola ad abbandonare la fotografia.
Fra i surrealisti Dora è considerata la rivale di Man Ray, ma per Picasso
esiste un solo genio: lui. Sono anni in cui infuria la tempesta. La Spagna
è dilaniata dalla guerra civile, l’Europa sta per subire l’assalto di
Hitler e Picasso diventa la coscienza critica di quel tempo feroce. Dipinge
Guernica e Dora lo fotografa mentre crea il capolavoro. E quando
Parigi è occupata dai nazisti, Dora divide con Picasso la fame, il freddo e
la paura dell’arresto.
Schiava di Picasso è il romanzo di un amore e di un’epoca. Usa il
documento per staccarsene e per narrare di un momento irripetibile della
storia: della Parigi degli anni Trenta e Quaranta, in cui Paul Éluard,
Jacques Prévert, Brassaï, Man Ray, Jean Cocteau furono i comprimari e i
testimoni di una schiavitù amorosa che con le sue crudeltà portò alla
follia Henriette Theodora Markovitch, l’artista che, portando sul viso «la
grazia di una madonna che non sorride», divenne famosa col nome di Dora
Maar.
Osvaldo
Guerrieri è nato a Chieti e vive a Torino. È critico teatrale de La
Stampa, attività per la quale ha ricevuto nel 2003 il premio Flaiano. Con
Neri Pozza ha pubblicato L’insaziabile (premio internazionale
Mondello 2009), Istantanee (2009), I Torinesi (2011, BEAT nel 2013),
Col diavolo in corpo. Vite maledette da Amedeo Modigliani a Carmelo Bene
(2013), Curzio (2015). I suoi racconti Sibilla d’amore e Alè Calais
sono diventati spettacoli teatrali rappresentati in Italia e a Parigi.
Euro 16,00
Pagine 240
EAN 9788854511017
I NARRATORI DELLE
TAVOLE
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L'HO SPOSATO,
LETTORE MIO, Tracy Chevalier
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IL
LIBRO - Per quale ragione «L’ho sposato, lettore mio» è una delle
frasi più celebri e citate della letteratura inglese? La risposta,
tutt’altro che ovvia, risiede nel capolavoro da cui è tratta: Jane
Eyre (1847), la storia di un’orfana che, grazie alla sola
intelligenza e caparbietà, riesce a convolare a nozze con il nobile signor
Rochester. Per affermare il suo successo, e il cambiamento della propria
condizione sociale, invece di dichiarare «mi ha sposata, lettore mio» –
com’era da aspettarsi nella maschilista società vittoriana – Jane dice:
«l’ho sposato, lettore mio». Una sfumatura nella forma verbale che ha lo
scopo di rimarcare la coscienza femminile della protagonista, e quella
dell’autrice Charlotte Brontë, e che si ergerà a manifesto, ispirazione e
stimolo per tutte le scrittrici a venire.
Quando Tracy Chevalier ha chiesto alle migliori autrici in lingua inglese
di raccontare una storia ispirata a quella celebre battuta, non l’ha fatto
solo per festeggiare i duecento anni della nascita di Charlotte Brontë, ma
anche per ridare significato a quelle parole, per renderle di nuovo vive e
attuali nella società odierna.
«In alcuni racconti sono le nozze stesse a essere drammatiche, a causa di
una dolorosa scheggia di vetro in Coppia mista di Linda Grant, o di un
mutamento improvviso in Il matrimonio di mia madre di Tessa Hadley, o di un
rapporto clandestino durante una cerimonia in Zambia, in Uomini doppi di
Namwali Serpell, o di un incontro gotico nel fango della brughiera in
Tenersi per mano di Joanna Briscoe», dice Chevalier.
In altri, come La prima volta che vidi il tuo viso di Emma Donoghue, la
frase di Jane Eyre diventa il trampolino di lancio per viaggiare indietro
nel tempo, fino alla Germania di fine Ottocento, dove Miss Hall e Mary
Benson,la moglie dell’arcivescovo di Canterbury, si macchiano del peccato
di un amore saffico. Se in Lo scambio Audrey Niffenegger colloca Jane nel
mondo contemporaneo, in un paese dilaniato dalla guerra, la penna originale
ed eccentrica di Helen Dunmore si diverte a raccontare Jane Eyre dal punto
di vista della governante ingelosita, mentre Tracy Chevalier – con la
maestria che l’ha resa una delle scrittrici più lette e amate d’Italia, «in
grado di donare il soffio della vita al romanzo storico» (Independent) –
dipinge la relazione sentimentale di una coppia male assortita, «come
margherite e gladioli, come pizzo e cuoio».
Il risultato è una collezione di ventuno storie d’amore, diversissime per
sensibilità, scrittura e intenzioni, che ruotano attorno a una medesima
eroina dai mille volti: una donna determinata e coraggiosa, che combatte
per vincere i pregiudizi e gli ostacoli della società. E che non ha paura
di affermare la propria identità dicendo, a testa alta, con un sorriso
affaticato ma fiero: io «l’ho sposato, lettore mio».
Tracy
Chevalier è nata a Washington. Nel 1984 si è trasferita in Inghilterra,
dove ha lavorato a lungo come editor. Il suo primo romanzo è La Vergine
azzurra (Neri Pozza, 2005). Con La ragazza con l'orecchino di perla (Neri
Pozza, 2000) ha ottenuto, nei numerosi paesi in cui il libro è apparso, un
grandissimo successo di pubblico e di critica. Bestseller internazionali
sono stati anche i suoi romanzi successivi: Quando cadono gli angeli (Neri
Pozza, 2002), La dama e l'unicorno (Neri Pozza, 2003) e L'innocenza
(Neri Pozza 2007).
Ventuno storie per celebrare Charlotte
Brontë e Jane Eyre
Racconti di:
Tracy Chevalier,
Tessa Hadley, Sarah Hall, Helen Dunmore, Kirsty Gunn, Joanna Briscoe, Jane
Gardam, Emma Donoghue, Susan Hill, Francine Prose, Elif Shafak, Evie Wyld,
Patricia Park, Salley Vickers, Nadifa Mohamed, Esther Freud, Linda Grant,
Lionel Shriver, Audrey Niffenegger, Namwali Serpell, Elizabeth McCracken.
Traduzione di Alessandro Zabini
Euro 18,00
304 pagine
EAN 9788854512207
I NARRATORI DELLE TAVOLE
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IL MATRIMONIO DEGLI
OPPOSTI, Alice Hoffman
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IL
LIBRO - Isola di St Thomas, 1807. Rachel Pomié ha tutto per essere
felice. Ha un padre che ogni sera, rientrato dalle sue navi che esportano
zucchero, rum e melassa, le legge le fiabe di Perrault e un’amica del
cuore, Jestine, figlia creola della cuoca di famiglia, che la segue ovunque
in totale adorazione. Vive, poi, su un’isola definita da Cristoforo Colombo
un «Paradiso in terra» per le sue spiagge candide e le sue acque turchesi.
Quando, tuttavia, cala la notte e sotto le coperte chiude gli occhi, Rachel
sogna di sgusciare via da quell’esistenza e di fuggire a Parigi.
Di Parigi sa tutto. Dalle mappe dei cartografi sa come si snodano i viali
delle Tuileries, le banchine della Senna e le vie principali. Dai racconti
di suo padre sa che da quella grande città vengono i suoi antenati, dopo
aver peregrinato in Spagna e Portogallo, alla ricerca di una terra dove
professare l’ebraismo senza essere umiliati, offesi o, persino, uccisi. Il
suo sogno, però, di aggirarsi per le strade della capitale francese,
vestita magari come una delle ragazze sbirciate di nascosto sul Journal
des dames et des modes della madre, svanisce miseramente il
giorno in cui finisce in sposa all’anziano commerciante Isaac Petit. La
vita coniugale con monsieur Petit, un vedovo di trent’anni più vecchio di
lei, si rivela piena di sacrifici, lutti e delusioni.
Una mattina, appena arrivato da Parigi, compare al suo cospetto il nipote
di Petit, Frédéric Pizzarro, un bel giovane coi capelli scuri, il
portamento elegante e un francese parigino così nitido da sembrare un altro
idioma rispetto al francese creolo dell’isola. Rachel, che ha la lingua più
tagliente di tutta St Thomas, non riesce a spiccicare parola, quasi
consapevole della fatalità di quell’incontro. Frédéric Pizzarro sarà,
infatti, l’uomo della sua vita, e dal loro amore nascerà Camille, un
ragazzino curioso e vivace che andrà a Parigi, si diplomerà all’École
des Beaux-Arts, stringerà amicizia con Paul Cézanne e diventerà Camille
Pissarro, uno dei più grandi pittori dell’Ottocento.
«Splendido racconto alla maniera di Gabriel García Márquez» (O, The
Oprah Magazine), Il matrimonio degli opposti è un romanzo
struggente che intreccia ricostruzioni storiche, capolavori dell’arte e una
magnifica storia d’amore.
Alice
Hoffman è nata a New York nel 1952. È autrice di numerosi romanzi
di successo, tra i quali The Museum of Extraordinary Things e The
Dovekeepers, entrambi New York Times bestseller. Vive nei pressi di
Boston.
«Una
storia incantevole che parla di sacrifici, tradimenti e tragedie familiari,
in un mondo diviso dalla religione, dalle divisioni di classe e di razza, e
riscattato dall’arte e dall’amore».
Booklist
«Chi legge questa storia non la dimenticherà».
Book Page
Traduzione
di Laura Prandino
Euro 18,00
432 pagine
EAN 9788854512191
I NARRATORI DELLE TAVOLE
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LE STORIE D'AMORE
CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO, Gilbert Sinoué
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IL LIBRO - È noto che il «dramma sublime» che si
svolge sull’«eterno teatro della storia» (Walt Whitman) non è animato
soltanto da nobili ideali e gesta eroiche; spesso è fatto di azioni
mediocri, persino ignominiose, così come di menzogne e raggiri, infamie e
follie.
Non altrettanto
noto è il ruolo che giocano nel «dramma della storia» le passioni amorose.
L’amore, infatti, non muove soltanto il sole e l’altre stelle, ma anche la
storia degli uomini, trascinandola spesso lungo le vie tortuose e cieche
della passione o su quelle dritte e linde del sentimento.
In questo libro
Gilbert Sinoué narra di alcuni grandi amori che hanno letteralmente
determinato il corso della storia in un verso piuttosto che in un altro.
Dalla folle passione di Dom Pedro per Inès de Castro, che si concluse con
l’assassinio di quest’ultima e una sanguinosa guerra che fu sul punto di
devastare il Regno del Portogallo, alla storia d’amore tra Nehru e Lady
Mountbatten, che rese possibile la conquista dell’indipendenza dell’India
in una maniera molto meno conflittuale del previsto; dall’amore di Lady
Hamilton per Nelson, che la spinse a intercedere presso Maria Carolina e a
fare in modo che l’ammiraglio non soccombesse con la sua flotta nella baia
di Abukir, ai tormenti del cuore di Édith Piaf, che impedirono a Cerdan di
affrontare Jake La Motta e di riconquistare il titolo di campione del
mondo, dall’amore «maledetto » tra un sedicenne Arthur Rimbaud e uno
squattrinato Paul Verlaine alla passione «incosciente » che spinse Edoardo
VIII a rinunciare al trono pur di sposare Wallis Simpson; Sinoué mostra
come tutti i frammenti che compongono l’universo siano uniti tra loro e sia
sufficiente «modificarne uno perché tutti quelli a esso collegati risentano
di tale cambiamento. Frida Kahlo e Diego Rivera, Rodin e Claudel, la cop-
pia Burton e Taylor, Hugo e Juliette… Ognuno di loro, ciascuno a proprio
modo e con maggiore o minore intensità, ha turbato i disegni del de tino».
Gilbert
Sinoué è nato nel 1947 in Egitto da madre francese e padre
egiziano. Dal 1965 vive a Parigi. Neri Pozza ha pubblicato, con grande
successo di critica e di pubblico, le sue opere: Il libro di zaffiro, Il
ragazzo di Bruges, La via per Isfahan, I giorni e le notti, Il silenzio di
Dio, Lady Hamilton, Una nave per l’inferno, La regina crocifissa, Io, Gesù,
La signora della lampada, Armenia, La terra dei gelsomini, Grida di pietra.
«Con
Sinoué si impara senza mai annoiarsi. La sua trasposizione dei fatti
storici entro la vita quotidiana avviene con lo stile poetico di un
cantastorie egiziano. E grazie al suo talento, ciò che appariva difficile
diventa subito chiaro».
Lire
Traduzione di
Roberto Boi e Giuliano Corà
Euro 18,00
432 pagine
EAN 9788854511590
I NARRATORI DELLE TAVOLE
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UN GIORNO, David
Nicholls
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IL LIBRO - È l'ultimo giorno di università, e per
due ragazzi sta finendo un'epoca. Ormai si sentono adulti e indipendenti,
hanno davanti a sé l'intera vita, da afferrare a piene mani.
Emma e Dexter sono a letto insieme, nudi. Lui è alto, scuro di carnagione,
bello, ricco. Lei ha i capelli rossi, fa di tutto per vestirsi male, adora
le questioni di principio e i grandi ideali.
Si sono appena laureati, il giorno successivo lasceranno l'università. Dopo
una serata di grandi bevute sono finiti a baciarsi con passione, e poi tra
le lenzuola. Ora sono lì, l'uno accanto all'altra, nell'alba di una vita
nuova.
Quel giorno, il 15 luglio 1988, Dexter e Emma si dicono addio per la prima
volta. Le loro strade si separano, lui è destinato a una vita di viaggi,
divertimenti, ricchezza. Emma non ha soldi, ha bisogno al più presto di un
lavoro, e sogna di cambiare il mondo.
Emma si sposterà a Londra, farà la cameriera in un pessimo ristorante
messicano e prenderà due decisioni importanti: diventare insegnante e
andare a vivere con il suo ragazzo, Ian, un comico che non riesce a
strappare una risata.
Nel frattempo Dexter, grazie alla sue conoscenze e alle possibilità
economiche, entra nell'industria della spettacolo. Presenta un programma
televisivo di dubbio gusto, assieme a una donna con cui si trova a uscire
fin troppo spesso. È diventato dipendente dalle droghe, dal sesso facile e
dalle celebrità di terza categoria che frequentano il suo mondo.
Ma ogni 15 luglio c'è un momento speciale per entrambi: dove sarà Emma,
cosa farà Dexter?
Per venti anni, in quel giorno, si terranno in contatto.Nel corso di venti
anni, ogni anno, per un giorno, saranno di nuovo assieme.
David Nicholls ha lavorato a lungo con la BBC realizzando
adattamenti shakespeariani e numerose serie di successo, premiate con due
nomination per i BAFTA Awards. Tra i suoi romanzi Le domande di Brian
(BEAT 2011), Il sostituto (BEAT 2012) e Un giorno (Neri Pozza
2010), da cui è stato tratto un celebre film diretto da Lone Scherfig, con
Anne Hathaway e Jim Sturgess.
«È difficile
trovare un romanzo capace di affrontare il passato recente con tanta
autorevolezza, ed è ancora più raro incontrarne uno in cui i due personaggi
principali siano raccontati con una solidità, con una dolorosa fedeltà alla
vita che davvero quando chiudiamo il libro abbiamo la sensazione di
conoscerli quanto i nostri amici più cari. È impossibile non ammettere il
talento straordinario dello scrittore che ha creato tutto questo».
Jonathan Coe
«Uno splendido libro: divertente, acuto, saggio, compassionevole e, a
volte, incredibilmente triste... il miglior romanzo sociale inglese dai
tempi di La famiglia Winshaw di Jonathan Coe... l'arguta prosa di
Nicholls ha una trasparenza che ricorda Nick Hornby».
The Times
«Intelligente e profondo, coinvolgente e irresistibile, un ritratto
brillante degli ultimi anni della nostra vita».
Nick Hornby
«Con una strizzata d'occhio a Harry ti presento Sally, il romanzo di
David Nicholls, divertente ed emotivamente trascinante, è il libro perfetto
da mettervi in valigia».
Daily Mail
Traduzione di
Marco Rossari e Lucio Trevisan
Euro 9,90
496 pagine
EAN 9788854508958
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IL LIBRO - È il Mothering Sunday, la Festa
della Mamma, del 1924 in Inghilterra. La guerra è alle spalle e un’altra è
all’orizzonte. Ma è una bella domenica di fine marzo, perfetta per
rimuovere i lutti e celebrare in allegria la speciale ricorrenza del
giorno. Il rituale della festa prevede
visite di cortesia, picnic all’aperto e inviti a pranzo in compagnia di
amici e familiari. Un rituale già quasi in disuso, ma che i Niven e gli
Sheringham, due delle famiglie più in vista del Berkshire, si tengono ben
stretto, come se appartenessero ormai a un’unica famiglia dopo aver perso
dei figli in guerra.
Su invito degli Hobday, un altro illustre casato delle verdi contee che
circondano Londra, si vedranno a pranzo per brindare e parlare dell’evento
ormai imminente: le nozze tra Paul, il giovane rampollo degli Sheringham
scampato alla guerra, ed Emma Hobday.
Per la servitù dei Niven, com’è consuetudine, il Mothering Sunday è
una «giornata libera» da trascorrere con i propri cari. Per tutti, eccetto
che per Jane Fairchild. Giovane orfana che presta ormai da qualche tempo
servizio presso i Niven, Jane si appresta a trascorrere la domenica di
festa su una panchina in giardino, tra il ronzio dei fuchi e il profumo
della magnolia già carica di boccioli, quando squilla il telefono. Si
affretta all’apparecchio e il suo cuore si libra in cielo allorché
riconosce la voce all’altro capo del telefono: Paul Sheringham, il giovane
rampollo di cui da sette anni, con gioia e senza alcun pudore, è l’amante,
la invita per la prima volta a casa sua.
La telefonata di Paul, e le ore poi trascorse con lui, faranno di quel Mothering
Sunday del 1924 una data incancellabile nel ricordo di Jane negli anni
a venire, un giorno di festa cominciato nella luce più pura e terminato nel
buio di un’oscura notte della vita e dell’anima.
Graham Swift è nato a Londra nel 1949, e ha studiato a
Cambridge. Nel 1996 ha vinto il James Tait Black Memorial Prize e il Booker
Prize con Ultimo giro. Nel 1987 ha vinto il Premio Grinzane Cavour con Il
paese dell’acqua (BEAT 2016), considerato uno dei miglioriromanzi
britannici del secondo Dopoguerra.
Alcuni suoi libri sono diventati celebri film, come L’ultimo bicchiere, con
Michael Caine e Bob Hoskins, tratto da Ultimo giro, e come Il paese
dell’acqua, con Jeremy Irons, tratto dall’omonimo romanzo.
«Una storia avvincente, piena di carica erotica. Una catastrofe privata,
nella quiete dei salotti dell’upper class inglese. Un capolavoro».
The Guardian
«Un romanzo folgorante… bellissimo… Un mondo scomparso che risorge con
superba immediatezza».
The Sunday Times
«Una storia di vita e di lussuria. Un romanzo sensuale che riflette sui
grandi temi».
The Independent
«L’amore e la morte, con molto altro in mezzo. Il tutto magnificamente
narrato».
The Daily Mail
Traduzione di Luca
Briasco
Euro 15,00
Pagine 144
EAN 9788854512337
I NARRATORI DELLE
TAVOLE
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